Death Stranding Director’s Cut Recensione: il ritorno di Sam su PlayStation 5

Death Stranding Director's Cut

Le Director’s Cut di Sony Interactive Entertainment sono pronte a sostituire le tante Remastered che si sono susseguite nel passaggio da PlayStation 3 a PlayStation 4. A differenza delle normali versioni dei titoli rimasterizzati che abbiamo giocato sulla console old-gen però, queste che ci ritroviamo tra le mani offrono al giocatore non soltanto una versione migliorata del gioco in questione, ma anche una serie di contenuti aggiuntivi inediti che vanno ad allungare l’esperienza di gioco. A differenza di Ghost of Tsushima però, giocabile sia su PS4 che su PS5, Death Stranding Director’s Cut sta per arrivare solo ed esclusivamente sulla piattaforma di gioco current-gen di Sony, lasciando con l’amaro in bocca i possessori della versione PlayStation 4 che hanno pagato per ritrovarsi tra le mani una versione con contenuti tagliati e proposti su PlayStation 5 con un ulteriore bisogno di sganciare quattrini per accedere a questi nuovi contenuti, oltre al fatto che al giorno d’oggi trovare una PS5 nei negozi è ancora difficile.

Detto ciò però, è innegabile che il lungo viaggio di Sam abbia ricevuto quella che può e deve essere considerata la sua versione definitiva, soprattutto dal punto di vista dei miglioramenti tecnici e grafici apportati da Hideo Kojima e Kojima Productions. Non neghiamo che dal punto di vista contenutistico sono state aggiunte una vagonata di novità, ma molte di queste sono davvero fini a se stesse e potevano benissimo essere implementate nella versione PS4 del gioco. Ovviamente, in questa recensione non andremo a dedicare paragrafi su paragrafi sulla trama e sulla spiegazione dei concetti che stanno alla base di Death Stranding. No, per quelli c’è la nostra recensione del gioco base! Qui vi parleremo soprattutto delle novità di questa versione e se ne varrà o meno la pena di rimettere gli stivali, caricarsi pacchi su pacchi sulla schiena e di riaffrontare le imperterrite lande desolate delle UCA!

Death Stranding Director's CutDeath Stranding Director’s Cut: e si riparte… un’altra volta!

Death Stranding ci narra di un mondo ormai caduto in rovina a causa di un fenomeno (fortunatamente inventato) che rende impossibile uscire dalle proprie città, il Death Stranding per l’appunto. Aldilà e mondo dei morti connessi, una spiaggia che non vorremmo mai raggiungere, Creature Arenate pronte a farci la pelle, una pioggia che ti fa invecchiare istantaneamente, neonati incapsulati e soprattutto un uomo, Sam Porter Bridges, il portatore di DOOMS che da solo ha l’arduo compito di attraversare gli interi Stati Uniti a piedi per connettere nuovamente gli UCA (United Cities of America). Il giocatore, impersonificando il corriere più caparbio che esista, deve dunque connettere attraverso la rete chirale i vari nodi presenti e distanti tra di loro, le Knot City. Per farlo dovrà attraversare vasti territori ricchi di ostacoli e soprattutto di solitudine, attraversare le acque, scalare le montagne e fare attenzione ai pericoli emersi dalla geniale mente di Hideo Kojima. Creature Arenate e Cronopioggia fanno emergere il lato survival-horror del gioco, mentre Muli, terroristi e soldati danno al titolo quel tocco di action-TPS che poteva essere esaltato di più da colui che ha dato vita alla leggendaria serie di Metal Gear Solid. Nel suo viaggio, Sam e il giocatore scopriranno la verità sul fenomeno del Death Stranding attraverso la conoscenza dei vari personaggi chiave, interpretati da grandi attori e volti noti.

Dire che Sam affronta da solo questo viaggio però ha un qualcosa di erroneo, perché in realtà il nostro non sarà mai solo! Oltre alla compagnia del suo Bridges Baby, cui incontro e “collaborazione” è frutto del destino, in un rapporto che porterà ad una delle scene più emozionanti di Death Stranding, grazie al Social Strand System i vari giocatori presenti nel server potranno aiutarsi a vicenda costruendo strutture utili al viaggio. Trovare una scala messa da un altro giocatore, un riparo o addirittura una camera per potersi riposare o utilizzare il viaggio rapido risulterà una manna dal cielo. Ovviamente anche noi possiamo contribuire creando strutture utilizzabili dagli altri. Noi ad esempio abbiamo creato un sistema di teleferiche che permette di percorrere da un nodo all’altro senza dover muovere un passo ed evitando chilometri di pericoli. Non c’è di che! Death Stranding Director’s Cut però permette soprattutto ai giocatori alle prime armi di affrontare i primi capitoli della storia in maniera più agevole: oltre ad una serie di consigli ed una descrizione degli incarichi più accurata, Sam potrà mettere le mani su di una Pistola Master, arma in grado di stordire i nemici umani con scariche elettriche, evitando così di ammazzarli e rischiare di creare un cratere. Inoltre, il nuovo esoscheletro di Supporto risulta essere davvero efficace nelle fasi iniziali dell’avventura, aiutando molto i giocatori a raggiungere la propria destinazione con la minima fatica.

Le novità della Director’s Cut: sfiziose, ma…

Chi ha già giocato a Death Stranding può decidere due cose: rigiocarsi nuovamente l’intero gioco su PlayStation 5 e riaffrontare così il duro viaggio che porterà Sam a connettere gli Stati Uniti, affrontando le lunghe camminate da un nodo all’altro che possono durare anche intere ore, oppure caricate i propri salvataggi dalla versione PS4 a quella PS5 (per farlo occorre avere la possibilità di accedere prima alla versione PS4 del gioco, attenzione) e avere così la possibilità di accedere direttamente ai nuovi contenuti o alle missioni per poterli sbloccare. Death Stranding Director’s Cut va ad aggiungere nuove missioni, molte delle quali sono però secondarie. Kojima Productions aveva promesso di arricchire la storia del gioco, ma il concetto di arricchire penso che vada un attimo ricontrollato. Le missioni della Fabbrica, la nuova location del gioco, vanno considerate come side-quest connesse alla trama, ma la verità è che ci vuole più tempo per raggiungere il posto che per potare a termine le missioni. Questa location porta un po’ di azione in più all’interno del titolo, ma sicuramente il gunplay approssimativo di Death Stranding non offre l’esperienza di gioco necessaria per godersi questa sessione.

La Fabbrica di per sé è un luogo chiuso, un’anomalia rispetto ai grandi paesaggi che titaneggiano nel gioco, portando quella sensazione di claustrofobia mai provata prima. Purtroppo però quelle della Fabbrica sono delle vere toccate e fuga, dato che a Sam viene chiesto di raggiungere alcuni terminali e recuperare dei documenti. Le prime due missioni possono essere affrontate alla Metal Gear, ovvero decidendo di stordire o aggirare i nemici per raggiungere i terminali. La missione conclusiva invece obbliga Sam allo scontro i nemici umani, armati fino ai denti! Ed è qui che torna in ballo il gunplay non proprio ottimale del titolo, che però unito alla non proprio universitaria intelligenza degli NPC nemici fa sì che questa sessione duri meno di quanto auspicato. Alla fine però otterremo un pezzettino aggiuntivo della contorta trama di Death Stranding, oltre a raggiungere una location che sicuramente provocherà più di un sussulto. Ma lasciamo a voi il piacere della sorpresa!

Death Stranding Director's CutDeath Stranding Director’s Cut, come detto all’inizio della recensione, propone tanti contenuti aggiuntivi, contenuti che però sicuramente non ne giustificano l’assenza su old-gen. Il Poligono di tiro ad esempio, accessibile tramite la propria Stanza Privata, è un ottimo allenamento per testare le armi e addestrarsi per padroneggiare il primitivo gunplay del titolo. Gli utenti devono affrontare un percorso e abbattere i bersagli presenti lungo il cammino, oppure addestrarsi contro gli NPC nemici. Se non fosse che passiamo il 70% del gioco a camminare ed evitare gli scontri, il Poligono di tiro potrebbe anche avere un suo perché! La Catapulta di carico risulta utile per lanciare i propri pacchi e recuperarli in un secondo momento. Immaginate di percorrere una location piena zeppa di nemici o zone affrontabili più facilmente senza avere sulle spalle pacchi su pacchi. Con la catapulta potrete liberarvi del carico e spararlo in avanti, evitando così pericoli per i preziosi beni trasportati in quel momento. Tra le altre costruzioni disponibili nella Directors Cut troviamo le Rampe di lancio, utili per superare i burroni con la propria moto, i Ponti Chirali (che però non funzionano sotto la Cronopioggia) e attraversabili solo da Sam e la possibilità di avere un Assistente Robot che ci segue nei luoghi coperti dalla rete chirale e che può sia trasportare i carichi per voi, sia trasportare voi stessi. Il Robot però non può essere controllato e raggiunge in maniera autonoma la destinazione prefissata, oppure l’edificio più vicino. Tra le aggiunte troviamo anche nuovi nemici da affrontare, molti dei quali possono ostacolare il cammino di Sam e la possibilità di personalizzare sia la capsula del BB, sia il nostro Backpack. E no, non ci siamo dimenticati dell’aggiunta più importante di tutte!

Gran Turismo Stranding!

Il contenuto aggiuntivo più interessante e parallelamente più inutile ai fini del contesto di Death Stranding è sicuramente la Pista da corsa, edificio che va costruito nei pressi della Cronofattoria offrendo i materiali necessari alla costruzione. Nel nostro server siamo stati sempre noi a terminare la struttura mettendo gli ultimi materiali (nuovamente, non c’è di che!) e, una volta ottenuta la costruzione del circuito, ci siamo potuti dedicare alle gare automobilistiche… in solitaria. Già, perché come già sapevate non sarà possibile gareggiare fisicamente contro gli altri giocatori, ma sarà possibile farlo attraverso gare classificate basate sui tempi migliori. In pratica, il più veloce a percorrere tre giri di pista risulterà essere il più veloce di tutti, ottenendo anche una serie di ricompense, offerta ai piloti in base ai singoli tempi messi a segno. Ovviamente, il circuito offre anche delle gare non classificate, dove si può affrontare il proprio fantasma e battere il proprio record.

Ci sono due differenti tipologie di circuito, che possono essere percorsi sia in una direzione che nell’altra. I veicoli utilizzabili sono la moto tre ruote, l’autocarro e la macchina offerta dalla direzione. Tre veicoli, approcci differenti alle corse, che però, così come il gunplay, risultano essere non ottimali in termini di guida. Death Stranding Director’s Cut non è un titolo automobilistico e dato che la meccanica della guida è stata realizzata in maniera basilare, la legnosità dei comandi risulta fin troppo evidente quando si percorre un circuito liscio e pieno di curve anziché zone con terreni quasi impraticabili in grado di nascondere tutti i difetti di un sistema di guida grezzo. Una cosa che invece abbiamo apprezzato è la possibilità di poter selezionare la soundtrack prima di scendere in pista: i brani offerti sono davvero tanti! Oggettivamente parlando, la pista da corsa poteva benissimo essere implementata fin dal day-one su PlayStation 4, o aggiunta in seguito con un aggiornamento. Sicuramente non occorreva l’arrivo di PlayStation 5 per garantire la creazione di questo autodromo anche su PS4. È divertente? Si! Ne sentivamo il bisogno? ASSOLUTAMENTO NO!

Death Stranding Director's CutDeath Stranding Director’s Cut su PlayStation 5 è la versione definitiva… in termini di Remastered!

Death Stranding è stato realizzato con l’ausilio di una versione potenziata del Decima Engine di Guerrilla Games. PlayStation 5 e la Director’s Cut del gioco esaltano all’inverosimile questo magnifico motore grafico, che sicuramente promette esperienze di gioco su PS5 al limite del regale, a cominciare proprio da Death Stranding Director’s Cut e fino ad arrivare all’attesissimo Horizon Forbidden West. Se i paesaggi presenti nel gioco godevano già dell’effetto “bocca spalancata” su old-gen, su PS5 abbiamo raggiunto quei dettagli in grado di disintegrare la barriera che divide videogioco dalla realtà. A questo aggiungiamo la pulizia nei volti dei personaggi, più definiti e meno “plastici” rispetto a prima e un sistema di illuminazione ancora più esaltato, che in alcune occasioni offre così tanta luminosità da impattare ancora di più sulla resa grafica generale. Il sole che batte sulle rocce ne accentua i dettagli, mentre quando bacia l’acqua la rende ancora più limpida. Inoltre, il paesaggio si estende maggiormente davanti agli occhi del giocatore, dando un maggiore senso di profondità. Ed è per questo che l’assenza del Ray tracing è un qualcosa che difficilmente riusciamo a digerire!

Dal punto di vista tecnico, Death Stranding Director’s Cut non soffre di nulla, né di rallentamenti (a parte quelli previsti dal gioco), né di cali di frame rate. Ai giocatori viene offerta la possibilità di giocare in 4K upscalato o in 4K nativo e 30 fps, con l’aggiunta in entrambe le opzioni dell’HDR. I caricamenti sono ultra-rapidi come da programma, anche se la schermata di caricamento è presente e in alcune occasioni (molto rare) impiega 4-5 secondi prima di portare il giocatore in-game. PlayStation 5 inoltre fa il suo sia con l’audio Tempest 3D, che immedesima ancora di più gli utenti, permettendo loro di non perdere il minimo suono del vasto mondo di gioco, sia grazie al controller DualSense e ai suoi grilletti che rendono l’esperienza di gioco più interessante rispetto al passato. La resistenza dei trigger adattivi si sente soprattutto durante le fasi di gunplay, mentre la vibrazione del controller si fa più intensa nelle fasi più ardue delle scalate, o quando percorriamo terreni ricchi di ostacoli o i sentieri innevati. Ecco perché lo ripeteremo fino alla sfinimento: Death Stranding Director’s Cut deve essere considerata come l’esperienza definitiva del gioco di Kojima!

https://www.youtube.com/watch?v=B6Yoozt03sc

Piattaforme: PlayStation 5

Sviluppatore: Kojima Productions

Publisher: Sony Interactive Entertainment

Death Stranding Director’s Cut può essere diviso in due giudizi finali: dal punto di vista della rimasterizzazione, ci troviamo tra le mani un gioco che non presenta alcun tipo di sbavatura e che propone forse il livello grafico più alto raggiungibile da un titolo eseguito su console. Parlando in termini di Director’s Cut invece, i nuovi contenuti proposti risultano poveri in termini di aggiunte alla trama, mentre è ingiustificabile la loro assenza nella versione base del gioco data la natura in sé di queste aggiunte. Death Stranding continuerà dunque ad essere un titolo capito da pochi e continuerà ad essere considerato come un “simulatore di corriere”. Ciò che però non potrà mai essere criticata è la visione di Hideo Kojima, in grado di fondere cinema e videogioco, con la pecca che la sua ultima IP esalta fin troppo la parte cinematografica e meno quella joypad alla mano. Tirando le somme, conviene acquistare Death Stranding Director’s Cut? Coloro che non hanno mai giocato il titolo e sono in possesso di una PlayStation 5 possono benissimo acquistare il gioco a prezzo pieno e capire fin dove può spingersi la console, mentre a chi ha già giocato l’avventura di Sam Porter Bridges consigliamo di fare il solo upgrade da 10 euro, evitando di spendere tanti soldi per un gioco che offre contenuti aggiuntivi dalla dubbia utilità.

VOTO: 9

Il mio nome è Domenico, ma online in molti mi conoscono come TheRedDevil... sebbene per Facebook il mio soprannome sia "Auditore" e non posso nemmeno cambiarlo. Iniziato ai videogame con il mitico Atari 2600, oggi sono un "sonaro" (quasi) incallito, ma non ditelo in giro eh! Adoro i survival horror con o senza zombie... ma se dentro ci sono gli zombie è assai meglio! Ah, se non vi piace The Last of Us, sappiate che non possiamo essere in alcun modo amici!