Phoenix Point Behemoth Edition Recensione: il ritorno della minaccia aliena di Julian Gollop

Phoenix Point Behemoth Edition

Il Pandoravirus è un pericoloso batterio di origine aliena che si è abbattuto come una piaga sulla Terra che, nel tentativo di fronteggiare questa minaccia, ha subito ingenti perdite a livello umano, che si sono tradotte in una riduzione della popolazione mondiale pari al 90%. Per tentare di contenere la minaccia del Pandoravirus (che si estende sempre di più tramite una fitta bruma che pare non volersi arrestare), che perlopiù intacca creature animali, mutandone la genetica e le caratteristiche predominanti, un gruppo di soldati denominato Phoenix cercherà di scandagliare e analizzare ogni angolo della Terra, nella speranza di approfondirne le origini della diffusione. Queste sono le premesse di Phoenix Point Behemoth Edition, versione completa di tutti e tre i DLC ed ulteriormente espansa dello strategico ideato da Julian Gollop (già celebre per il franchise XCOM) nel 2019, anno in cui Snapshot Games, software house dell’opera in questione, avviò una campagna di crowdfunding per avviare i lavori di sviluppo della stessa. Con questa recensione, cercheremo di guidarvi nel mondo complesso di questo interessante titolo, che noi abbiamo testato su PlayStation 4.

Phoenix Point Behemoth Edition

Phoenix Point Behemoth Edition: la firma di Gollop

Fin dai primi momenti dall’avvio dell’opera, essa ci permette di addentrarci nel mondo post-apocalittico che vuole narrarci Julian Gollop. Un mondo crudele, buio, in cui la speranza è realmente una prerogativa di pochi eletti. Il teatro di Phoenix Point: Behemoth Edition è una Terra ambientata negli anni Trenta del Ventunesimo secolo, un periodo immaginario di catastrofi e terrore, in cui si è presentata una nuova minaccia: quella del Pandoravirus. Il virus, nemico invisibile che avrebbe acceso la miccia per lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale, sembra invincibile, anche perché affligge gli esseri animali. Gli studi per la scoperta di un vaccino, quindi, sembrano essere completamente privi di utilità. Il virus, presumibilmente di origine aliena, intacca la genetica delle creature terrestri e marine, rendendole forti e particolarmente pericolose. A cercare di contrastare la minaccia, si presenta la squadra Phoenix, capitanata da Sophia Brown e Jacob Eber: prosecutori di un progetto dedito alla ricognizione e raccolta di informazioni legate alla minaccia batteriologica.

Brown ed Eber dovranno fare in modo di aggirarsi per il globo, ottenere risorse utili alla realizzazione di basi militari e scoprire ed approfondire tutto quello che riguarda il Pandoravirus. Per fare ciò, il team Phoenix dovrà reclutare soldati dispersi in varie zone inesplorate ed allearsi con alcune fazioni presenti ancora nel globo, le quali stanno cercando di garantire ai pochi sopravvissuti, una qualità di vita dignitosa. Le fazioni, principalmente, sono tre: Nuova Gerico (fondata da Tobias West), ovvero il gruppo più fortemente militarizzato, da cui sarà essenziale prelevare armi e strumenti da usare in guerra; Synedrion, una fazione fondata su alcuni princìpi cardine, tra cui il rispetto dei diritti della persona, l’ecologia e il pacifismo; per ultima, annoveriamo tra le fazioni principali quella a cui appartengono i Discepoli di Anu, che costituiscono un ordine religioso che mira ad utilizzare il virus come arma.

A livello di narrativa (ma non solo, come vedremo meglio in seguito), sembra quasi superfluo evidenziare un’analogia di Phoenix Point Behemoth Edition con le opere di Firaxis Games, vale a dire XCOM: Enemy Unknown (2012, Xbox 360, PlayStation 3 e PC) e XCOM 2 (2016, Xbox One, PlayStation 4 e PC). Entrambe le creature di Julian Gollop, infatti, sono accomunate da un tema piuttosto simile: una minaccia extraterrestre si sta abbattendo sul globo terracqueo e le milizie presenti sul territorio devono fare tutto ciò che è in loro potere per tentare di sventarla. Ecco che, come appena sottolineato, la tematica ricorrente nelle opere di Gollop è rappresentata dall’apocalisse aliena e da una Terra che brancola nel buio: solamente un gruppo militarizzato può risollevare il pianeta dalla sciagura. Vediamo inoltre che, all’inizio della partita, Phoenix Point ci presenta immediatamente i fatti. Il titolo, infatti, si apre con un prologo che espone da subito il pericolo a cui è sottoposto il mondo. A differenza di XCOM 2, sebbene siano comunque comprese delle cut-scene esplicative in tutta la durata della partita, in Phoenix Point queste si presentano in forma piuttosto statica, anche se dotate di doppiaggio, mostrando così già una prima debolezza rispetto al fratello maggiore.

Phoenix Point Behemoth Edition

“Pochi” e “semplici” passi per eseguire una disinfestazione di successo

Della giocabilità di Phoenix Point Behemoth Edition si potrebbe parlare per giorni. Di fatto, si tratta di un’opera che mixa (come XCOM 2 o Sid Meier’s Civilization del 1991) un sistema di gameplay basato sulla strategia e, quindi, sulla ponderazione delle mosse, con un combat-system a turni, il tutto condito con un comparto gestionale e da gioco di ruolo degni di nota. Si può affermare, perciò, che il titolo in analisi è un esempio eclatante di ibridazione di generi, che riesce ad implementare con successo tutte le meccaniche tipiche delle varie categorie a cui appartiene. E, sebbene riesca a far interagire con successo tutte le personalità multiple di cui dispone, Phoenix è comunque frenato da alcuni limiti che ne sporcano leggermente la fedina, vediamo quali.

Innanzitutto, durante le prime fasi di gameplay, ovvero durante il tutorial, il giocatore verrà assistito assiduamente tramite consigli, guide e chi più ne ha, più ne metta. Tuttavia, le regole, le meccaniche e tutte quante le sfumature che, vuoi o non vuoi, fanno parte del core game andranno indubbiamente a confondere un neofita che pone un primissimo sguardo ad opere complesse e intricate come questa. La numerosità delle nozioni da memorizzare, infatti, risulterà piuttosto elevata per i non esperti e rischierà, in un primo momento, di dissuadere il giocatore dal continuare una partita che, andando avanti, siamo sicuri potrà regalare soddisfazioni a tutti i gamer, anche a coloro che non perdono occasione di sfoggiare le loro preferenze videoludiche a discapito di preziose perle sottovalutate, come questa.

Superato un primo scoglio iniziale rappresentato dal tutorial, il giocatore potrà sapientemente confrontarsi con le mappe giocabili, ossia con le zone ancora inesplorate, spesso e volentieri colpite dalla minaccia aliena. Se durante le prime ore di gioco si disporrà di unità ridotte all’osso (costituite da un paio di elementi al massimo), le carte si ribalteranno superate le tre ore circa di gameplay, quando il giocatore inizierà a infoltire il suo plotone. Nel bel mezzo della missione, bisognerà prestare attenzione ai Punti Azione (P.A.), ovvero i punti che permetteranno ai vari soldati di muoversi, sparare (automaticamente o tramite mirino), curarsi, ricaricare le armi, saccheggiare i bottini e tante altre azioni. Quando terminano i P.A. di un soldato, il giocatore sarà costretto a passare al prossimo e, nel momento in cui i P.A. finiscono per i tutti i soldati presenti sul campo, la palla (ovvero il turno) passerà agli avversari, rappresentati dalle creature “Pandora” o da milizie che vogliono contrastare le operazioni del Phoenix Project. Solitamente, gli obiettivi da compiere durante le missioni possono riguardare: il reclutamento di soldati minacciati dai Pandora, lo sgombramento di una tana di alieni e il recupero (o furto dalle fazioni che ci inimicano) di preziose risorse tecnologiche.

I nemici con cui ci confronteremo nella varie missioni saranno molteplici e discretamente differenziati gli uni dagli altri. Ad esempio, tra le creature Pandora, si ritrovano i Vermi Velenosi, al cui contatto si genererà un’esplosione su larga scala in grado di avvelenare tutti i componenti del plotone nelle vicinanze, e gli Strappamente, cioè insetti alieni in grado di insinuarsi nelle menti delle persone e provocarne un cambio radicale di posizione, facendo sì che questi attacchino i membri dello stesso gruppo con il fuoco amico. Le sbavature, di cui accennavamo prima, sono state rilevate proprio nei combattimenti con i nemici, ma non solo. Durante le missioni, per l’appunto, abbiamo notato grossi cali di frame e varie difficoltà nei caricamenti delle mappe di gioco. Sono stati riscontrati anche alcuni bug relativi allo spawn di nemici. Un pregio, invece, è relativo alla gestione della balistica: la fisica con cui i proiettili vengono sparati e incombono sugli obiettivi è stata realizzata con estrema cura e realismo.

Per quanto concerne la sfera gestionale, in Phoenix Point Behemoth Edition, al termine di ciascuna missione militare, la squadra farà ritorno alla base principale, in cui avremo la possibilità di gestire e pianificare le mosse che andranno attuate in seguito, in modo da contrastare la famosa minaccia. In fase gestionale, ci ritroveremo a dover prendere controllo della base, per la quale potremo costruire infermerie, magazzini, centri di ricerca scientifica e centrali energetiche. Ovviamente, a tutte le operazioni di costruzione corrisponderà un costo, in termini di tecnologie e materiali  (reperibili in ricognizione durante le missioni, sia principali che secondarie). Dalla mappa, potremo anche riparare e modificare il Manticore, ovvero il principale mezzo di spostamento del team Phoenix e, per ultimo ma non meno importante, avremo la possibilità (sebbene molto limitata) di personalizzare i membri della squadra militare, fatta eccezione per i due personaggi protagonisti, ovvero Sophia Brown e Jacob Eber. Di ciascun membro della Phoenix si potranno modificare l’equipaggiamento, l’armatura (che potrà incrementare o meno i valori di furtività, percezione e precisione), le abilità, le statistiche (per mezzo dei punti esperienza si modificheranno la forza, la volontà e la velocità) e le caratteristiche fisiche (forma del viso, voce, colore degli occhi, pettinatura).

Phoenix Point Behemoth Edition

Un titolo imponente ma non esente da difetti

Parlando di difficoltà, possiamo confermare che Phoenix Point Behemoth Edition sia un titolo piuttosto complesso in termini di apprendimento ma, assolutamente, non è impossibile da completare. Proprio nel menù principale, l’utente si vedrà rincuorato dalla possibilità di scegliere la modalità con cui si sente maggiormente a proprio agio. La scelta potrà ricadere fra quattro differenti gradi di sfida: principiante, veterano, eroe e leggenda (con annessa possibilità di saltare a piè pari il prologo e il tutorial). Nonostante agli inizi ci verrà da considerare automaticamente Phoenix Point un gioco “facile”, dopo poche ore dal termine del prologo andremo a cambiare idea, a causa di una curva di difficoltà piuttosto ripida, la quale richiederà al giocatore di utilizzare sapientemente le proprie risorse e di affinare le proprie strategie durante le fasi più cruciali di gameplay. Il titolo risulta imponente e dotato di una campagna in grado di far proporre tranquillamente 40 ore di longevità minima (senza considerare le attività secondarie volte al completismo più fanatico, che potrebbero garantire ai giocatori un centinaio di ore di gioco per riuscire a sbloccare tutti i 48 trofei disponibili).

Visivamente, l’opera si presenta bene grazie al motore grafico Unity. Purtroppo, però, sono presenti sostanziali problematiche relative alle prestazioni e alla scarsa stabilità, soprattutto dal momento in cui il numero di elementi a schermo inizia ad essere importante. I caricamenti, oltre tutto, sono davvero esagerati e riescono a raggiungere anche il minuto di attesa. A livello di ambientazioni, Snapshot si è sforzata di differenziare coraggiosamente le varie location, riuscendo a fornire quella dose di novità per ogni mappa, che non guasta mai. Ogni momento di gioco, dalla gestione delle basi a quella delle missioni vere e proprie, è condito da soundtrack non troppo memorabili che, tuttavia, riescono nel loro intento di conferire un clima inquietante, sposando alla perfezione il tema dell’apocalisse aliena. Il doppiaggio in lingua inglese è ottimo e sono presenti otto lingue tra cui scegliere (qualche scivolone è purtroppo presente nella trascrizione italiana).

Piattaforme: PlayStation 4, Xbox One e PC
Sviluppatore: Snapshot Games e Saber Minsk
Publisher: Koch Media

Il titolo analizzato è da molti considerato un successore spirituale del franchise di XCOM e, sebbene per certi versi non riesce a raggiungerne il fascino, per altri Phoenix Point Behemoth Edition è in grado di superare abbondantemente l’opera di Firaxis Games. In termini di gameplay, infatti, Phoenix riesce a distinguersi per la sua complessità e la profondità delle meccaniche, di cui XCOM ne gratta la superficie. Purtroppo, a limitare il gioco sussistono diversi elementi: una trama non proprio originale ed un comparto tecnico e di prestazioni piuttosto discutibile. Sicuramente, il prodotto di Snapshot Games e Julian Gollop risulta essere un must have per coloro che fremono dalla voglia di mettere le mani su un titolo gestionale e strategico a turni e, pertanto, ci sentiamo di consigliarvelo.

VOTO: 7.5