Una volta, i videogiochi dedicati agli anime erano nella maggior parte dei casi esempi perfetti di “desiderio realizzatosi malamente”. Tante belle promesse (e premesse) che si esaurivano in titoli mediocri, la cui unica funzione era di farci rivivere le atmosfere dei tanto amate in tv ma senza un briciolo del coinvolgimento effettivo, nonostante l’interattività del mezzo. Certo, c’erano i casi virtuosi, o più semplicemente le eccezioni, magari qualche titolo in sé meritevole ma che difficilmente si sposava con la filosofia della serie a cui si ispirava. Ora le cose sono generalmente diverse quando si parla di tie-in, e il rischio di rimanere delusi è decisamente più basso, con alcuni titoli che raggiungono anche vette di eccellenza nell’ambito (un esempio su tutti: Dragon Ball FighterZ di Arc System Works). Tra coloro che hanno innalzato la qualità media dei titoli tratti da manga e anime, ad ogni modo, c’è sicuramente da annoverare CyberConnect2, che abbiamo recentemente visto all’opera con Dragon Ball Z: Kakarot, senza contare i due giochi di Le Bizzarre Avventure di JoJo e l’enorme stirpe di titoli tratti e/o ispirati a Naruto sviluppati tra il 2003 e il 2016. Tutta esperienza, ora, messa a frutto per SEGA e un gioco emblematico come questo Demon Slayer The Hinokami Chronicles.
La mossa di SEGA di affidare a loro il videogioco ufficiale ispirato a uno dei più grandi successi della storia recente dell’animazione giapponese appare assolutamente sensata – quasi scontata – in quanto garanzia di un certo tipo di prodotto finale.
SEGA è andata “sul sicuro”, come vedremo a breve, ma non ci sentiamo di fargliene una colpa, dati anche i risultati molto più che soddisfacenti.
Demon Slayer The Hinokami Chronicles: La strada dell’Ammazzademoni
Demon Slayer – Kimetsu no yaiba è un manga (presto divenuto anime) che ha visto un successo sempre crescente negli ultimi anni, fino ad arrivare al raggiungere il miglior incasso cinematografico dello scorso anno nel Paese del Sol levante grazie al lungometraggio d’animazione che fa da raccordo con la prima stagione della serie tv e la seconda, di prossima uscita.
Narra le avventure di un umile ragazzo, Tanjiro Kamado, che risulta, insieme a sua sorella, l’unico sopravvissuto del massacro della propria famiglia, avvenuto per opera di uno spietato demone. La condizione di mezzo demone in cui versa la ragazza lo spinge a trovare qualcuno o qualcosa che lo aiuti a riconquistare un pizzico di libertà: ma la strada che lo conduce verso la verità è lastricata di fatica e dolore, nel tentativo di diventare un vero ammazzademoni.
Fortuitamente, sul suo cammino troverà mentori e maestri, alleati e rivali, e naturalmente decine di avversari ormai divenuti demoni privi di qualsivoglia umanità: tutti lo metteranno alla prova, fisicamente, tecnicamente e mentalmente, mentre apprende le migliori tecniche di spada esistenti.
Squadra che vince, non si cambia
Uno shonen forse non particolarmente originale, ma molto ben realizzato e appassionante, base perfetta per un appassionante videogioco d’azione. Vista l’importanza della licenza, capace di spostare davvero tantissime copie dato anche che si tratta del primo videogioco AAA sulla property, SEGA non ha voluto certo affidarsi al caso o andare sullo sperimentale quanto chiedere agli specialisti del genere: CyberConnect2, autori del recente Dragon Ball Z: Kakarot e di praticamente tutti i giochi che contano relativi a Naruto, tra cui Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm 4.
Se avete mai giocato a uno dei titoli di questo team, insomma, sapete già cosa aspettarvi, nel bene e nel male: un’opera dai valori produttivi solidi, senza particolari guizzi forse, ma completa e appagante, pronta a futuri (e auspicabili) slanci.
L’anime… ma interattivo (e giusto un pochino annacquato)
Demon Slayer The Hinokami Chronicles segue la scia degli Ultimate Ninja Storm, con alcune piccole ma significative differenze.
Ripercorre fedelmente la storia dell’anime, riproponendo le visual originali, anche con una certa attenzione alla regia e agli aspetti tecnico-narrativi, che sono sicuramente un fiore all’occhiello di CyberConnect2, cinematica fin dai tempi di .hack// e Asura’s Wrath. Le scene animate sono una parte integrante dell’esperienza, ma non si tratta delle solite schermate statiche spesso noiose e che si prendono ampie libertà rispetto alle fonti originali.
Giocare Hinokami Chronicles è quasi ambivalente al vivere la trama dell’anime in tv: certo, non c’è un rapporto 1:1 e le scene sono “annacquate” dall’esplorazione e da combattimenti filler con demoni minori, ma c’è molta attenzione al rendere spettacolari e fedeli tutte le scene originali, gli incontri e gli scontri.
Si tratta di uno dei rari casi in cui si potrebbe consigliare un titolo del genere anche a chi non ha mai visto o letto l’opera originaria, perché non ci sarà mai la sensazione di vivere un contorto riassunto infarcito di personaggi calati dal cielo: le scene sono tutte ricreate col motore grafico del gioco e non ci sono intermezzi animati tratti dall’anime, con tutti i pro e contro del caso, ma risulta comunque sempre piacevole da seguire, che scopriate le avventure di Tanjiro per la prima volta o li riviviate ora in maniera interattiva. Sono inoltre disponibili, da sbloccare e collezionare, tante scene e “cartoline” riprese dall’anime per approfondire alcuni aspetti o situazioni, e in generale c’è un gran rispetto della materia trattata, con personaggi fedelissimi e ben caratterizzati, graziati inoltre da un doppiaggio superbo, anche in inglese, qualora lo preferiate (ma noi in questo caso siamo stati puristi e abbiamo giocato per la maggior parte del tempo col doppiaggio giapponese).
Per il resto, ad ogni modo, il gioco è interamente localizzato in italiano, a livello di testi.
Demon Slayer The Hinokami Chronicles: ricco, ma non eccessivamente complesso
Fondamentalmente, il gioco vive di due anime: lo story mode e il versus mode.
La modalità storia in Single Player, che ripercorre pedissequamente quella dell’anime fino alla fine del lungometraggio “The Infinity Train“, vanta sezioni esplorative e piccole missioni aggiuntive, combattimenti contro minion “non canonici” – in quanto demoni random – e sfide contro i boss, che replicano con dovizia di particolari quanto accaduto nella serie tv.
La trama avanza con cutscene che ripropongono in maniera abbastanza pedissequa lo show in tv, portandoci per mano verso le sezioni esplorative, relativamente filler rispetto all’anime: sono sezioni in cui il protagonista deve affidarsi al suo affinatissimo fiuto – secondo meccaniche già viste in tanti altri titoli – che hanno effettivamente poco di interessante da dire e da mostrare, anche e quelle dove il titolo presta più il fianco a critiche sia dal punto di vista tecnico che del gameplay. Sono piuttosto blande e senza elementi di pregio, con elementi grafici secondari decisamente meno ispirati e accurati rispetto ai protagonisti: basta guardare certi sfondi o, ad esempio, il design ripetuto dei personaggi sparsi nella folla di Asakusa.
I combattimenti si svolgono secondo un sistema da picchiaduro tridimensionale ad arena, quindi con movimento libero in terza persona e svariate mosse e tecniche da padroneggiare, semplici da eseguire ma ben distribuite, non troppo ripetitive e soprattutto appaganti, sia a livello di giocabilità che di impatto grafico, a cui risulta davvero difficile rimproverare qualcosa.
Gli attacchi nemici andranno preferibilmente schivati, cercando le aperture migliori nei pattern d’attacco, comodamente riportati nelle aree d’effetto da indicatori visivi contestuali a volte un po’ invasivi ma sicuramente pratici. Come già detto, se avete familiarità coi videogiochi di Naruto (e in generale con quelli di CyberConnect2) sapete più o meno cosa aspettarvi, compres gli immancabili quick time event per la riuscita delle finisher più spettacolari e la conquista dei migliori punteggi.
L’altra modalità di Demon Slayer The Hinokami Chronicles è quella Versus, che vede contrapporsi due coppie di personaggi al posto degli scontri singoli.
I comandi e le mosse rimangono uguali, ma le possibilità strategiche vengono esaltate dal poter utilizzare il secondo personaggio come striker o come vero e proprio cambio, dando luogo a capovolgimenti di fronte notevoli.
Il fatto di poter giocare contro un avversario umano, naturalmente, rende il tutto molto più esaltante e non si tratta di una modalità inserita come riempitivo, adattando malamente i comandi a un versus senza sostanza come avviene in altri titoli: non ritroveremo Hinokami Chronicles a competizioni come gli EVO ma, ad ogni modo, come picchiaduro a incontri è piuttosto godibile.
Come una danza
Il cell shading è usato con maestria e non c’è un solo elemento o effetto fuori posto: un vero e proprio anime interattivo, per quanto “limitato” nelle possibilità contingenti.
Giocando, quella che era una semplice impressione è diventata quasi una certezza: il ritmo compassato e una certa schematicità sono frutto sì di una ottimizzazione dei tempi e degli spazi, di un fare necessità virtù coi mezzi a disposizione, ma ci sembra quasi voluto, perché rispetto a titoli simili dedicati a Dragon Ball, Naruto, One Piece, qui l’azione è sempre prominente, ma più simile a una danza che a una sfrenata lotta, compassata proprio come gli stili di combattimento dei protagonisti e la famigerata “Danza dello Spirito del Fuoco” a cui fa riferimento il titolo del gioco.
Il fatto che tutti i protagonisti (almeno per ora, tranne uno) siano degli spadaccini ha sicuramente un impatto sulle tecniche di gioco, che sono una semplice evoluzione di quanto già visto altrove, con combo e tecniche per niente complicate da portare a segno ma sempre molto soddisfacenti, sia a livello di giocabilità che di spettacolo, risultando, inoltre, mai noiose, cosa che è sicuramente un grande pregio.
Tutto il contorno, per il resto, è in gran spolvero, dando ai fan esattamente quello che vogliono: aderenza al materiale d’origine, grafica spettacolare, dialoghi doppiati dai voice actor originali (giapponese e americani) e una moltitudine di sfide aggiuntive con cui guadagnarsi l’accesso a tonnellate di elementi opzionali, come skin, filmati e artwork speciali, etc.
Piattaforme: PS4, PS5, Xbox Series X|S, Xbox One, Steam
Sviluppatore: CyberConnect2
Publisher: SEGA
Demon Slayer The Hinokami Chronicles, è fondamentalmente un picchiaduro ad arena con sprazzi di esplorazione che inventa poco o niente, ma quello che fa lo fa davvero bene, cercando di accompagnare per mano il giocatore casual che vuole solo rivivere le avventure dei suoi beniamini offrendo al contempo anche profondità a chi vuole spingersi nei meandri di quel che ha da offrire. Ricco ma non complesso, tecnicamente performante, sicuramente farà la felicità dei fan della serie, ma potrebbe incuriosire anche chi non conosce già le avventure di Tanjiro. Soffre di alti e bassi “strategici” quindi non c’è nessun elemento che può dar fastidio, ma certamente qualcosa, qua e là, poteva essere realizzata con maggior ispirazione, sforzo, estro. Il titolo, insomma, manca di coraggio per palesi motivi commerciali, che non lo fanno spiccare ma che per certi versi rispondono a leggi di mercato chiare e puntuali. Attendiamo al varco i DLC, sperando in una maggiore varietà nel roster dei personaggi grazie all’inserimento dei demoni, e speriamo in un futuro sequel in grado non solo di far bene, ma anche di innovare.