Elden Ring Provato: l’evoluzione del genere “souls” secondo From Software

Elden Ring

Quando noi di GamesVillage siamo stati invitati da Bandai Namco alla presentazione digitale a porte chiuse dedicata ad Elden Ring, il nostro hype è salito a mille. Si, siamo stati i primi ad avere la possibilità di vedere finalmente in azione il tanto atteso nuovo titolo di From Software e non potete immaginare quanto la nostra curiosità fosse ai limiti estremi. Durante quella presentazione ci è stato offerto un primo sguardo sui contenuti del Closed Network Test a cui poi abbiamo avuto accesso in anticipo rispetto al suo arrivo su console PlayStation e Xbox, previsto il prossimo 12 novembre. Non appena il filmato dedicato al gameplay del CNT è partito però, i dubbi che hanno attanagliato milioni di utenti da quando il gioco è stato annunciato hanno finalmente trovato una risposta: Elden Ring non solo è un souls-like a tutti gli effetti, ma è praticamente Dark Souls! Un’affermazione forte, ma che rispecchia la realtà!

Sono bastati i primi 5 secondi di gameplay per capire come stanno effettivamente le cose: Elden Ring è da considerare come un’evoluzione del genere souls-like con un mondo di gioco IMMENSO e RICCO, ma con un gameplay che praticamente è una sorta di reskin di Dark Souls III. Già, perché From Software ha deciso di focalizzare gran parte del lavoro sul mondo di gioco, che non è assolutamente paragonabile a tutte le produzioni precedenti di From, con lo studio giapponese che però ha deciso di lesinare su HUD, animazioni e qualche design, attingendo direttamente al terzo capitolo di Dark Souls e restando ancorato nella sua confort zone per quanto riguarda le meccaniche di gameplay. Ma è stato proprio pad alla mano che alla fine abbiamo capito come questo titolo non si chiami Dark Souls IV per un semplice motivo di lore, quest’ultima realizzata dallo scrittore George Raymond Richard Martin, che ha curato anche gran parte dei dialoghi e delle interazioni tra il protagonista e i vari NPC presenti. Dunque, per fortuna di chi adora il genere souls-like e per dispiacere di chi invece si aspettava un action-RPG diverso e più accessibile, Elden Ring propone tantissime analogie con i vari “souls” realizzati dallo studio e principalmente con Dark Souls III, con quest’ultimo che potrebbe essere considerato il suo prequel!

Elden RingElden Ring: un passo avanti e due passi indietro

Nel corso degli anni From Software ha dato vita ad un genere videoludico che è diventato leggenda, ossia il genere souls-like. Partendo da Demon Souls, il genere ha subito alcuni cambiamenti peculiari ricevendo meccaniche e feature che hanno fondato le basi di questo genere. Se Demon Souls, i vari Dark Souls e Bloodborne rappresentano questo genere ai massimi livelli, con Sekiro Shadows Die Twice sembrava che lo studio fosse pronto a fare tanti passi in avanti, proponendo un nuovo gameplay più action e facendo perdere ai suoi giochi quelle tendenze determinanti per il genere “souls”. Con Elden Ring ci aspettavamo l’ennesimo passo in avanti, passo che c’è stato con l’evoluzione del mondo di gioco, diventato open-world (e che open-world). Purtroppo però, questo passo avanti è stato accompagnato da alcune frenate lato gameplay, con quelli di From che inspiegabilmente (almeno per il momento) hanno deciso di prendere per intero il pacchetto del gameplay e delle animazioni direttamente da Dark Souls III e trapiantarlo nel nuovo Elden Ring. Molte delle terminologie sono cambiate, è vero, ma si tratta solo di una maschera per camuffare meccaniche già viste in passato (e tra poco ne parliamo). Partiamo da un presupposto però: lo scopo del Closed Network Test è quello di testare i server del gioco e poco importa di bug e glitch presenti. Il gioco è ancora in piena fase di sviluppo e sicuramente al day-one arriverà più pulito che mai.

Senza voler spoilerare troppo della lore, anche perché al momento si capisce poco del nuovo universo di From Software, tutto quello che c’è da sapere è che dopo aver scelto il nostro personaggio tra le 5 classi messe a disposizione dagli sviluppatori, veniamo subito trasportati nel mondo di gioco. Non è stato possibile personalizzare il proprio personaggio nel CNT, cosa che sarà possibile fare ovviamente al day-one. Neanche a noi della stampa è stato mostrato il sistema di personalizzazione del personaggio, che ad oggi rimane ancora un mistero. Inoltre, non sappiamo neppure se le classi a nostra disposizione saranno soltanto 5 o più. Tornando alla lore, siamo un “Senzaluce” cui scopo è quello di ottenere l’Anello Ancestrale (l’Elden Ring per l’appunto) e per farlo, bisogna ottenerne i vari pezzi sconfiggendo determinati nemici. Vi suona familiare vero? Sembra la classica loro di un Dark Souls, ma siamo sicuri che tale lore saprà sbalordirci conoscendo Martin e soprattutto Hidetaka Miyazaki. Il Senzaluce dovrà dunque viaggiare per l’immenso mondo di gioco raggiungendo il suo scopo, ma anche quell’enorme albero dorato conosciuto col nome di Albero Madre. Di più non vogliamo dirvi… anche perché il CNT non lo permette!

PlayStation Presents Play! Play! Play! Elden RingCiò che invece il CNT permette di capire dal tutorial in avanti è che quello che ci aspetta è un souls-like incredibilmente impegnativo, questo si, ma allo stesso tempo davvero troppo familiare. Partiamo dall’HUD, che è praticamente quello di Dark Souls III. No cari lettori, l’HUD non ha nulla di nuovo… è un copia-incolla da Dark Souls III! Ciò che però è apprezzabile è la possibilità di giocare con la schermata pulita: di base l’HUD è disabilitato e può essere attivato con la pressione di un tasto (il Triangolo nel nostro caso). Anche la mappatura dei tasti è quasi simile a Dark e Demon Souls, se non fosse per il cambiamento portato dall’introduzione del tasto “salto”, posizionato sulla “Ics” e che quindi ha necessitato di una piccola rimappatura dei comandi. Ma i più ferrati non avranno problemi ad abituarsi. Ciò che è impressionate però è il numero di meccaniche “ispirate” al genere souls. Nomenclatura a parte, si tratta delle stesse, identiche, meccaniche!

Elden Souls? Dark Ring? Dark Souls IV?

Il distacco tra l’universo di Elden Ring e quello di Dark Souls è determinato solo ed esclusivamente dal cambio di nome delle meccaniche presenti. Ma è inutile tirarla troppo per le lunghe… la somiglianza tra i due giochi è fin troppo impressionante. L’intero gioco si basa sull’acquisizione di Rune, che fanno le veci delle “anime” e servono per ottenere nuovi livelli o utilizzabili come valuta. Dopo essere morti, sarà possibile recuperare le rune dal proprio cadavere, evitando però di morire una seconda volta. I falò sono stati sostituiti dai Luoghi di Grazia, con quest’ultima, che ha un ruolo fondamenta nella lore. La Grazia infatti ha lo scopo di guidare il Senzaluce, indicandogli la strada da percorrere nell’immenso mondo. A differenza del “Vento Guida” di Ghost of Tsushima però, la grazia non può essere evocata, ma solo localizzata e seguita. I Luoghi di Grazia hanno la stessa utilità dei falò e permettono al giocatore di accedere a diversi menu, ma a differenza dei falò possono essere trovati in quantità superiore e spesse volte, anche troppo ravvicinati gli uni dagli altri.

Oltre ad essere il classico luogo di respawn dopo la morte, in questi luoghi è possibile accelerare il ciclo giorno-notte (presente nel gioco), salire di livello, memorizzare nuovi incantesimi, ordinare il forziere, ma allo stesso tempo accedere anche a nuove meccaniche inedite. Qui infatti il giocatore può decidere come gestire le Ampolle (che fanno le veci delle fiaschette), decidendo se portare con sé più ampolle per aumentare i PV o i PA. Inoltre, è possibile creare un Balsamo capace di offrire più benefici una volta bevuto e ricaricabile come le ampolle presso i vari luoghi di grazia. Le ampolle trasportabili sono solo 4 e non sappiamo se più avanti nel gioco sarà possibile aumentarne il numero oppure no. Infine, troviamo le Ceneri di guerra, ossia abilità speciali trovabili in giro per il mondo o ottenibili dopo alcuni scontri, che permettono di potenziare con un’abilità attiva armi e scudi. Il respawn però ha subito un lieve cambiamento: in alcuni casi il giocatore può decidere se tornare in vita presso l’ultimo Luogo di Grazia o presso una statua di Marika, statue rare e difficili da trovare. Ovviamente, ogni volta che riposerete presso i Luoghi di grazia, tutti i nemici sconfitti torneranno nuovamente in vita. E quando mai!

Elden RingSe pensate che le analogie con Dark Souls siano finite qua, vi sbagliate di grosso! In Elden Ring è presente la classica Nebbia, qui chiamata Foschia e di colore dorato, che determina i luoghi dove affrontare i boss. Questi ultimi sono infami, potenti e snervanti quanto i boss dei classici souls di From Software, ma per non far vedere di aver copiato pure quelli, gli sono stati attribuiti dei nomi specifici: Avversari per i boss normali e Avversari Potenti per i boss legati alla lore o più potenti della norma. Devo ammettere che nel CNT sono presenti molti boss e non il solo mostratoci in fase di presentazione del gioco. Ovviamente, senza esplorare a dovere il mondo di gioco, l’unico che incontrerete sarà quello obbligatorio da affrontare. Immancabili anche i messaggi sul pavimento (lasciati dagli sviluppatori ma realizzabili anche dai giocatori) e le macchie di sangue che rappresentano le azioni e le morti dei giocatori degli altri mondo. Ennesimo déjà-vu di un titolo chiaramente troppo “ispirato” ai suoi predecessori. Chiudiamo il tutto con la classica scritta “Sei Morto”, ripresa pure questa pari pari da Dark Souls III e pronta a tormentarci all’infinito.

Elden Ring: torna il gameplay punitivo, ma con alcune novità

Siete un amante degli action-RPG open-world e non vedete l’ora di giocare il nuovo action-RPG open-world di From Software sperando che finalmente quelli di From abbiano deciso di cambiare registro e diventare più buoni, discostandosi dal classico gameplay dei souls. TRAUMA! Preparatevi ad affrontare un incubo ancora peggiore! Elden Ring riprende proprio da dove aveva interrotto Dark Souls III! Come detto in precedenza, sia l’HUD che il tutorial fanno subito capire quale sarà il nostro destino. L’approccio al gameplay, punitivo come sempre, deve essere affrontato con le dovute precauzioni. A nostro avviso, il 90% del gameplay è stato ripreso dal terzo Dark Souls, cosa che favorisce di fatto gli amanti del genere. Ogni nemico va affrontato con la giusta calma, perché basta un passo falso per essere shottati senza se e senza ma. Tornano di fatto gli attacchi veloci e deboli, quelli potenti e lenti, le parate con lo scudo e il parry, utile per contrattaccare i nemici. Ci sono gli incantesimi destinati alle classi dei maghi o a chi trova delle potenti Ceneri di guerra. E per non farci mancare nulla, c’è pure il Fat Roll destinato a coloro che trasportano troppo peso. Insomma, stiamo proprio giocando a Dark Souls… e non solo perché le meccaniche sono praticamente quelle, le animazioni degli attacchi (nostri e dei nemici) sono le stesse e pure il design di alcuni avversari ricorda vagamento quello dei nemici affrontati in dark Souls e Demon Souls. A questo aggiungiamo che molte altre animazioni del personaggio, vedi l’accesso ai Luoghi di Grazia, l’uso della torcia, l’apertura dei forzieri e delle porte, sono state tutte riciclate dal “precedente Dark Souls”. Per fortuna, From Software ha deciso di aggiungere anche della nuova farina nel sacco di dolore di Elden Ring.

La possibilità di saltare sblocca un gameplay in verticale mai visto in Demon e Dark Souls (ma già affrontato in Sekiro), permettendo di accedere a nuovi attacchi dall’alto o utilizzare le altezze come vantaggi per affossare i nemici. L’attacco in salto risulta davvero ottimo in alcune occasioni, rompendo le difese nemiche, ma anche a livello di esplorazione tale meccanica permette al gameplay di subire una grossa evoluzione. Alcune location infatti possono essere raggiunge solo saltando, raggiungendo posti impensabili e che rappresentavano solo dei miraggi in Dark e Demon Souls, con alcune zone verticali raggiungibili in passato solo mediante la pressione del tasto azione. Elden Ring attinge da Sekiro anche per quanto riguarda lo stealth, meccanica molto interessante introdotta nella nuova IP. Il giocatore può utilizzare i cespugli per nascondersi alla vista dei nemici  e tendere degli agguati, o chinandosi e avvicinandosi alle spalle di un nemico per attaccarlo mortalmente. In questi casi infatti, l’aggro dei nemici non si attiva (quasi) mai, garantendo un colpo secco e preciso… non su tutti i nemici ovviamente.

Se meccaniche quali fabbri o banchi da lavoro sono cose già viste e riviste (però noi il fabbro non l’abbiamo incontrato lungo il nostro cammino), da buon action-RPG open-world che si rispetti, Elden Ring offre un sistema di crafting che permette all’utente di creare numerosi oggetti utilizzando ingredienti raccoglibili praticamente ovunque. I consumabili creabili sono tanti e necessitano di piante, cortecce, funghi, ossa e tanti altri materiali utili per crafting. Le piante e i funghi si trovano esplorando le varie zone (e respawnano pure), mentre le ossa, carni e altro devono essere ottenute abbattendo la fauna locale. Avete bisogno di una bomba incendiaria? D’ora in avanti non occorre più acquistarla o trovarla in giro. Potrete farvene una (o più) con le vostre mani. Chiaramente, il ricettario iniziale sarà molto limitato, ma andando avanti col gioco saranno reperibili o acquistabili nuove ricette per creare oggetti rari o più potenti. Quando parlavamo di evoluzione del genere souls, ci stavamo riferendo anche a questo!

Una cosa dunque dobbiamo proprio dirla: se non siete amanti dei souls-like, difficilmente amerete Elden Ring. L’esperienza di gioco risulta come sempre traumatica e punitiva, soprattutto per coloro che non hanno la minima idea di come giocare un titolo di questo genere. Anche guadagnando livelli, gli Avversari Potenti risultano una gatta fin troppo grossa da pelare. Quello obbligatorio per proseguire con la lore ha portato questo povero Coordinatore Editoriale allo sfinimento. Così come in passato, i mostri normali di meno, e i boss di più, propongono dei pattern d’attacco davvero assurdi. Il tempismo la fa da padrone certo, ma per affrontare i boss ci vuole pazienza, costanza e un pizzico di bravura. Parliamo del primo boss, stilisticamente assurdo e dalla difficoltà senza precedenti soprattutto per i giocatori alle prime armi. Una fiaschetta bevuta nel momento sbagliato e la scritta “Sei Morto” non tarderà ad arrivare. Se il primo boss rappresenta il classico “buongiorno che si vede dal mattino”, ci aspettano giornate letteralmente di…

Un mondo vasto, enorme, bello, vivo… e affrontabile meglio a cavallo!

Si, bisogna ammetterlo senza giri di parole… il mondo di gioco di Elden Ring è estremamente impressionante, forse uno degli open-world più belli che si siano visti fino a questo momento, perché sembra gridare “libertà”! Se il gameplay fa storcere fin troppo il naso per la somiglianza eccessiva con Dark Souls III, non possiamo non elogiare il mastodontico lavoro fatto in ambito open-world da From Software. La mappa è enorme e le zone visitabili sono tantissime. Nonostante il CNT proponga solo la sezione iniziale del gioco, questa ha una vastità difficilmente calcolabile. Parliamo di un open-world e di una mappa diversa dagli altri giochi: non ci sono quest, non ci sono obiettivi secondari imposti da qualcuno, non ci sono richieste da portare a termine. C’è solo un vasto mondo da esplorare. E il consiglio che possiamo darvi è quello di raggiungere ogni punto presente sulla mappa, fino ai limiti imposti dal CNT o dal gioco. Già, perché un velo di nebbia ci impedisce di proseguire oltre dopo aver raggiunto alcune zone lontane e non sappiamo se quei limiti siano un fermo determinato dal test  oppure un limite della mappa. Ma le zone calpestabili e raggiungibili sono davvero tante, forse troppe!

Elden RingDurante la presentazione dedicata alla stampa ci era stato detto della presenza di catacombe, dungeon, castelli e caverne, ma gli sviluppatori hanno deciso di esagerare. La liberta d’azione è forse il pregio più alto di Elden Ring e più che mai in questo caso è l’esplorazione ad essere premiata. Ci siamo meravigliati nel ritrovarci davanti cunicoli e zone nascoste da affrontare: alcuni dei boss opzionali sono proprio presenti in queste zone, che nascondono temibili avversari e ricche ricompense. Tutto opzionale certo, ma sarebbe un vero peccato non localizzare tali location. Dobbiamo ammetterlo: in un primo momento il mondo di gioco ci è sembrato vuoto, desolato e pieno zeppo di nemici messi lì a casaccio. Mai prima impressione fu più fatale! Ogni zona ha la sua tipologia di nemici (ci sono tante tipologie di nemici in corcolazioni), con i design che sono molto vari… anche se alcuni nemici sono fin troppo ispirati ai vecchi souls di From. Ma possiamo assicurarvi che il mondo è più vivo che mai! Dal cimitero, luogo d’inizio del titolo, al castello, nostro obiettivo da raggiungere (obiettivo del CNT eh), c’è un enorme mondo che ci attende! Sta a voi avere la pazienza di scoprirlo tutto.

Camminare a piedi però potrebbe risultare deleterio ed è qui che entra in gioco Torrente, il nostro fido destriero. Torrente ci viene affidato da Melina, uno dei personaggi chiave del gioco, ossia la ragazza col cappuccio che mostra il suo volto nell’ultimo video-gameplay offerto da Bandai Namco e From Software. Dopo aver fatto la sua comparsa, non solo Melina ci affiderà il destriero, ma ci offrirà anche l’opportunità di livellare presso i Luoghi di Grazia. Come detto prima, questi falò sono dislocati in tutto il mondo di gioco e forse ce ne sono fin troppi, rendendo le cose troppe semplici. Inoltre, il Viaggio Rapido pensato dagli sviluppatori rende il tutto ancora più facile: per utilizzarlo basta semplicemente aprire la mappa, selezionare il Luogo di Grazia desiderato e cliccarci sopra. Non trovate sia fin troppo semplice spostarsi da un luogo all’altro? Tornando a Torrente invece, il nostro fido destriero è velocissimo e ci permette addirittura di combattere a cavallo. Ma occhio a non farlo morire o bisognerà aspettare prima di poter richiamare i suoi servigi.

Prima abbiamo parlato di mondo vivo, ed è vero! I pericoli sono sempre dietro l’angolo e alcuni nemici e boss rappresentano un grado di sfida veramente alto. Ma nulla nei trailer è lasciato al caso? Ricordate la carovana trainata dai 2 colossi e con un numeroso contingente al seguito? Non è solo scenografia! È davvero presente e ostica da approcciare, oltre ad offrire un colpo d’occhio davvero surreale. Chiaramente, quella carovana trasporta qualcosa di prezioso e vi sfidiamo a ottenerne il prezioso tesoro. Tesori nascosti in ogni punto e in ogni luogo, forzieri che non vedono l’ora di essere trovati e aperti e nemici in attesa di malcapitati a cui togliere la vita. Benvenuti nelle Terre di Sepolcride! Ma sarà l’unica location presente in Elden Ring? Questo proprio non lo sappiamo!

Elden RingUn titolo next-gen? Non proprio!

Il Closed Network Test ha il compito di far capire agli sviluppatori quanto siano efficaci i server, con il gioco che offre anche un multiplayer cooperativo, competitivo e con la possibilità di invadere i mondi altrui. Purtroppo non siamo riusciti ad accedere a queste meccaniche dato che nessuno ha risposto al nostro invito oppure ha richiesto aiuto durante le nostre prove, né nessuno ha avuto l’ardire di invaderci. Detto ciò, con il titolo ancora in sviluppo, siamo sicuri che i freeze e i bug manifestatisi durante il gameplay verranno corretti in questi mesi che ci separano dall’uscita del gioco. Buggare un nemico e ottenere vantaggi per abbatterlo però è stata sempre una delle peculiarità nei souls di From e quindi, siamo sicuri che alcuni bug riscontrati si ripresenteranno anche al day-one. Questo però potrebbe non rappresentare un male!

Per quanto riguarda le prestazioni di Elden Ring, la natura cross-gen del gioco è fin troppe evidente. Il colpo d’occhio è davvero importante e i dettagli sono molto alti, ma è innegabile come Demon’s Souls Remake per PlayStation 5 proponga un livello grafico superiore rispetto alla nuova IP di From Software. La versione PlayStation 5 da noi provata ci ha lasciati un po’ delusi, non tanto dai 60 frame quasi granitici (ma con alcuni cali di frame manifestatisi), ma da alcune feature next-gen che non abbiamo riscontrato. In primis, nel gioco sono presenti dei caricamenti di pochi secondi con tanto di schermate di caricamento, cosa a cui su PS5 non eravamo quasi più abituati. Inoltre, le funzioni del DualSense non vengono minimamente utilizzate, offrendo un feeling completamente differente rispetto a Demon’s Souls (che è stato sviluppato da Bluepoint Games, ricordiamolo). A pochi mesi dalla pubblicazione è davvero impensabile che tali feature possano essere implementate, così come è impossibile assistere ad un aumento del dettaglio grafico, che anche in modalità qualità stenta a raggiungere quegli standard generazionali visti in questi mesi sulla console di Sony o su quella di Microsoft. Possiamo dire che Elden Ring giocato su PlayStation 5 rappresenta un titolo next-gen fatto e finito? Assolutamente no!

Data d’uscita: 25 febbraio 2022

Piattaforme: PS5, PS4, Xbox Series X/S, Xbox One, PC

Sviluppatore: From Software

Publisher: Bandai Namco

Elden Ring sarà un gioco che sicuramente dividerà giocatori ed appassionati del genere e non. Una lore che riserverà sicuramente soprese e un open-world vasto e ricco riusciranno ad equilibrare una bilancia che sull’altro piatto propone dei pesi rappresentati da meccaniche in lunghi tratti viste e riviste, un re-ìskin non troppo camuffato e un gameplay che continua ad essere punitivo? Schierandomi dalla parte di coloro che avevano aspettative ben diverse rispetto al risultato finale, devo ammettere di essere rimasto molto perplesso dopo essermi ritrovato davanti all’ennesimo souls-like e alla decisione di From Software di fare qualche passo indietro e tornare ai tempi di Dark Soul. La domanda sorge spontanea: perché non tagliare la testa al toro e chiamare il gioco direttamente Dark Souls 4? Perché di questo cari lettori stiamo parlando!

Il mio nome è Domenico, ma online in molti mi conoscono come TheRedDevil... sebbene per Facebook il mio soprannome sia "Auditore" e non posso nemmeno cambiarlo. Iniziato ai videogame con il mitico Atari 2600, oggi sono un "sonaro" (quasi) incallito, ma non ditelo in giro eh! Adoro i survival horror con o senza zombie... ma se dentro ci sono gli zombie è assai meglio! Ah, se non vi piace The Last of Us, sappiate che non possiamo essere in alcun modo amici!