Josef Fares, autore di It Takes Two: “Fare film in confronto è come andare in vacanza”

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Cinema e videogiochi, due media che si rincorrono da anni ma hanno anche delle differenze fondamentali. C’è chi lavora e sperimenta in entrambi i campi, come Josef Fares, regista e game designer partito dal cinema e che sta realizzando grandi cose anche in ambito videoludico, tra cui il recente (e pluripremiato, anche dalla nostra redazione) It Takes Two.

Intervistato dal The Washington Post a proposito della sua doppia anima lavorativa, Fares ha spiegato:

Da persona che è stata su entrambi i lati della barricata, realizzando sei lungometraggi e quattro giochi, vi dirò: quando tornerò a fare film – cosa che farò in futuro – sarà come andare in vacanza. Abbiamo un grande numero di meccaniche differenti, e dobbiamo portarle a un livello che abbia senso. Non solo, dobbiamo creare i boss, i nemici e tutto il resto, e ogni boss necessita di circa sei, fino a nove mesi, per essere creato. Tutto in funzione del giocatore per appena cinque o sei minuti di gioco. Ma è tanta roba da creare a monte. (…) Devi creare tutto da zero, mentre [nei film] hai gli attori, esseri umani, con una voce, il movimento, ambiente circostante, il sonoro, e cento anni di esperienza pregressa su come si pianifica un film e realizza una sceneggiatura. È un media molto più controllabile.

It Takes Two è stato uno dei giochi più apprezzati e discussi dell’anno, per via non solo delle sue qualità di gameplay ma soprattutto per le idee dietro al suo concept e per come sono state implementate.
Ha vinto i The Game Awards 2021, insieme a tanti altri premi, tra cui alcuni assegnati dalla nostra redazione nei nostri GamesVillage Awards 2021: Miglior Studio agli Hazelight Studios di Fares, Best Game For Impact, Best Game Direction ed è arrivato secondo nel nostro podio dei migliori videogiochi in assoluto del 2021.

 

Toumarello è il nickname che si porta appresso ormai da anni, ma non chiedetegli di spiegarvelo: è un tipo logorroico e blablabla. Per vivere (in ogni senso) scrive e descrive, in particolare di roba multimediale, crossmediale, transmediale... insomma, gli interessa il contenuto ma spesso resta affascinato dall'utilizzo del contenitore. Ama Tetris e le narrazioni interattive.