L’Attacco dei Giganti 4×17 Recensione: Bentornati a Paradis

Attacco dei Giganti

L’attesa è stata lunghissima, e spasmodica. Dieci lunghi mesi sono trascorsi da quando avevamo visto Eren nella sua forma da Gigante, ergersi fiero e possente a fronteggiare i dirigibili di Marley, pronto all’inizio dello scontro definitivo, della battaglia finale. La quarta stagione de L’Attacco dei Giganti si era interrotta così, sul più bello, lasciandoci alle soglie di una guerra devastante e totale, nell’incertezza di quale possa esserne l’esito.

Finalmente però, dopo una lunga attesa, tanti leak, speculazioni, discussioni, petizioni e merchandise discutibile, la seconda parte della Final Season de L’Attacco dei Giganti è tornata, in esclusiva sul sito di streaming specializzato Crunchyroll. In quello che si potrebbe già definire, a ragione, l’evento più atteso e importante del 2022 degli anime, l studio MAPPA ha riportato in scena la sua ultima creatura, preparandosi a narrare l’atto finale della stupenda e terribile vicenda di Eren Jeager e di tutti i suoi compagni del corpo di ricerca. E allora andiamo a scoprire insieme quali sono state le nostre impressioni su questo primo episodio della seconda parte della Final Season dell’opera di Hajime Isayama. Attenzione però agli eventuali spoiler!

Attacco dei Giganti

L’Attacco dei Giganti: ma quante informazioni…

In un gioco di contrasto rispetto alla conclusione epica dell’episodio precedente, L’Attacco dei Giganti è tornato con un inizio relativamente in sordina. Lo spazio lasciato al suono della pioggia, l’inquadratura che indugia sulle gocce che scendono piano piano sulle foglie e sugli steli d’erba, sono elementi che ci portano lontani, almeno per un attimo, dall’hype di quelle scene. E ci riconducono, però, a un altro di quei momenti drammatici che avevano segnato la fine del precedente cour dell’opera: il confronto tra Zeke e Levi.

In un ultimo atto disperato di nichilismo e autoannientamento, il fratellastro di Eren aveva fatto saltare la lancia fulmine conficcata nel suo corpo, coinvolgendo nell’esplosione anche Levi. Il destino di quello che, a tutti gli effetti, è il più grande fan favourite della serie, era sembrato da subito in bilico. E la scena che Hange Zoe, scortata da Floch e dagli Jaegeristi, si ritrova ad affrontare, è drammatica. Ovviamente l’atteggiamento schivo della donna e la consapevolezza condivisa dai fan dell’esistenza di una poderosa plot armor intorno alla figura di Levi ci hanno permesso di non cadere nel tranello costituito da quegli occhi spenti e grigi. Il capitano, veterano di mille battaglie, massacratore di innumerevoli Giganti, non può essere morto, non può essersi arreso. E questo Floch lo sa bene quanto noi spettatori.

Ma il momento di tensione viene spezzato da Zeke, che emerge dal vicino corpo di un Gigante, completamente ristabilito dalle spaventose ferite e amputazioni subite. La sua comparsa fornisce un involontario diversivo che permette la fuga di Hange e di Levi, ma soprattutto corrisponde con la prima, grande, infornata di novità che la serie ci ha regalato. Zeke è stato guarito in un luogo sospeso nel tempo e nello spazio, da una giovane che ha plasmato i suoi arti con acqua e terra. Con lo sguardo allucinato, e forse ancora perso in quelle sensazioni, Zeke afferma, ragionando ad alta voce, che quelli dovevano essere i “Sentieri“. Insomma, questa seconda parte de L’Attacco dei Giganti ha già regalato tanti argomenti su cui teorizzare e speculare per tutta la prossima settimana. E questo prima ancora della opening.

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Eren contro Reiner

La prima parte della Final Season è stata assolutamente straordinara per tantissimi motivi. La trama è salita di colpi in maniera spaventosa, trasformando un’opera shonen in un vero e proprio thriller, fatto di intrighi politici, tradimenti, introspezione e filosofia, scavando a fondo nell’anime dei personaggi tanto quanto in quella degli spettatori, presentando le più profonde paure e tutte le meschinità del genere umano, per arrivare alla formulazione di un ideale nichilista, privo di ogni speranza, votato esclusivamente all’annullamento di sé. Tuttavia i ritmi erano stati abbastanza compassati, e dei tanti sbandierati Giganti si erano viste davvero poche scene. Quindi sarebbe davvero una bugia spudorata sostenere che i fan non attendessero con ansia il sospirato rematch tra Eren e Reiner.

Forse perché i due personaggi sono pensati come lo specchio perfetto l’uno dell’altro, forse è perché ci avevano già regalato uno degli scontri più belli della serie, o forse perché durante il raid di Liberio il guerriero marleyano era stato troppo stanco e debilitato per fare qualcosa. Sta di fatto che questo confronto era bramato dai fan. E sembra proprio, dal modo in cui scende in campo, camminando con lentezza tra i palazzi, con le mani cristallizzate come in dei guantoni, che anche Eren non vedesse l’ora di scontrarsi nuovamente con Reiner.

Lo scambio di colpi tra i due è di una bellezza abbacinante. La coreografia dello scontro è praticamente perfetta. L’intervento di Galliard, di Pieck e di tutto l’esercito di Marley a sostegno del loro compagno in una battaglia che altrimenti sarebbe diventata impari (visto che Eren, da buon protagonista shonen, si è trasformato in qualcosa di discretamente OP) non fa altro che aumentare il pathos di un confronto epocale, tra due dei personaggi più studiati, profondi e articolari dell’intera serie di Isayama.

E nonostante il peso, l’importanza di questo duello, che si trasforma poi in una rissa all’ultimo sangue tra creature gargantuesche, studio MAPPA ha trovato comunque il modo di inserire dell’altro, di tenere fede a quell’impostazione più “adulta” già inaugurata nel precedente cour dell’anime. Per esempio, è nei piccoli gesti e nella scelta delle sue parole si può apprezzare tutto il cambiamento di Magath, che abbraccia Gabi dopo che la bambina è stata tratta in salvo, che afferma di volersi prendere sulle spalle, in prima persona, il destino del mondo intero. E c’è ancora posto per i Volontari Antimarleyani, che rivelano di non aver conosciuto in anticipo il folle piano d’annullamento di Zeke e Yelena, e per i sopravvissuti del Corpo di Ricerca, i quattro amici più fedeli e sinceri di Eren, coloro che, nonostante tutto, nonostante il protagonista si sia da tempo trasformato nel villain, continuano a credere in lui, a credere che possa redimersi, a voler tentare di aiutarlo perché, a loro parere, potrebbe avere un piano in mente.

Nonostante il breve tempo a loro dedicato, Armin, Mikasa, Connie e Jean continuano ad evolversi sotto i nostri occhi, maturando dubbi e incertezze, ma restando saldi a una fedeltà e a un’amicizia forgiati nel sangue e nella guerra. L’intensità delle loro espressioni, dei loro occhi, è qualcosa di davvero sensazionale. La confusione di Mikasa, combattutta tra un amore disperato e irraggiungibile per Eren e la paura che le sue crudeli parole, quell’accusa di essere geneticamente programmata per proteggerlo, possano essere vere, è uno dei momenti più belli dell’intero episodio.

Attacco dei Giganti

L’Attacco dei Giganti: capolavoro tecnico

A impreziosire un episodio che anche solo con le sue tematiche e i suoi scontri sarebbe bastato ad alimentare l’hype del fandom dell’opera è intervenuto un comparto tecnico quasi infallibile. MAPPA ha mantenuto quanto di buono aveva fatto a livello di disegno nella prima parte della quarta stagione de L’Attacco dei Giganti, utilizzando un tratto più calcato, ombre più marcate, quasi pervasive, e un cromatismo più scuro, funereo quasi. A tutto questo ha miscelato un’animazione che, se possibile, ha fatto un ulteriore step in avanti rispetto al primo cour dell’opera. Si vede in tutta la sua gloria l’effetto benefico dell’anno (o poco meno) che è intercorso tra i primi sedici episodi e questa nuova parte: è evidente che il team abbia avuto modo di lavorare con maggior finezza, grazie anche all’uso di una CGI che non è mai fastidiosa o invasiva.

Anche dal punto di vista del sonoro il livello raggiunto è altissimo: con una colonna sonora ormai consolidata a cui attingere durante gli episodi, e degli effetti veramente ben fatti, l’unico dubbio poteva riguardare la nuova opening, l’ultima della storia di un anime che ha fatto proprio delle sigle d’apertura il suo marchio di fabbrica. E c’è da dire che Rumbling, la nuova opening firmata dal noto gruppo giapponese SiM in uno stile decisamente metalcore, sembra essere l’accompagnamento finale ideale per l’ultimo atto de L’Attacco dei Giganti.

Il termine di questa avventura straordinaria è ormai sempre più vicino. Per scoprire come si concluderà la storia dark fantasy di Hajime Isayama non dovrete fare altro che continuare a seguire la serie, che arriverà ogni domenica sera, in simulcast su Crunchyroll.

https://www.youtube.com/watch?v=cvTipU9gN5g