A più di tredici mesi dal suo debutto, Cyberpunk 2077 torna sulla cresta dell’onda nell’estremo tentativo di restaurare la rispettabilità di CD Projekt RED, team di sviluppo polacco che proprio a causa del lancio di questo titolo era finito nel dicembre 2020 al centro di una bufera mediatica. Il quesito è dunque uno soltanto: questo tentativo di riscatto in salsa next-gen è effettivamente in grado di risolvere i difetti propri al prodotto dell’epoca e di ergersi come il capolavoro sci-fi che l’azienda ci aveva promesso?
Per capirlo siamo tornati a calcare le strade di Night City e lo abbiamo fatto affidandoci alla potenza offertaci da una PlayStation 5, nonché alle possibilità messe in campo dal software nella sua versione 1.5. In altre parole, siamo attrezzati al meglio di quello che il settore delle console domestiche possa offrire, settore che in precedenza si è trovato in una situazione di estremo svantaggio, sfigurando non poco davanti alle prestazioni significativamente migliori registrate sui PC di fascia alta.
Cyberpunk 2077, da dove arriviamo
Per contestualizzare la natura del titolo è il caso di ripercorrere brevemente il suo passato. Nel 2016, forti del successo di The Witcher 3, i CD Projekt si sono gettati sullo sviluppo di Cyberpunk 2077 ispirandosi all’amatissimo gioco di ruolo cartaceo Cyberpunk 2020, tuttavia il team aveva già reso noto il suo interessamento al brand ben tre anni prima, ovvero quando aveva mostrato al mondo un ghiottissimo teaser trailer. Forti del senno di poi, la pubblicazione della clip si è dimostrata una mossa di marketing prematura, con i fan che hanno covato per anni delle aspettative che, peraltro, erano ben alimentate dalle promesse avanzate dal team di sviluppo. Promesse che in parte sono state disattese.
A livello puramente commerciale, il promuovere il prodotto con toni iperbolici ha portato i suoi frutti: il videogame ha venduto più di 13,7 milioni di copie nonostante, almeno su console, si dimostrasse impresentabile e carente, se non addirittura ingiocabile. Il flop tecnico è stato di tale portata che Sony aveva rimosso il titolo dal PlayStation Store solamente per reintegrarlo in un secondo momento, ma solo dopo aver aggiunto un’avvertenza in cui veniva evidenziata l’inattendibilità del gioco. Non solo, il distributore, il quale aveva promesso di distribuire Cyberpunk 2077 solamente “quando pronto”, ha fatto una figura meschina nei confronti dei propri fan, i quali speravano che CD Projekt potesse ergersi come alternativa etica e virtuosa alle aziende tristemente note per abusare dipendenti e clienti alla ricerca di facili ed immediati guadagni.
Rendendosi conto della risposta furente del pubblico, la dirigenza dell’impresa polacca si è però fatta carico delle proprie responsabilità e ha deciso di concedere massima priorità alla risoluzione delle molte carenze che si legavano al debutto prematuro dell’opera. Tra pandemia, class action e attacchi hacker, la messa a punto del titolo ha richiesto molto più tempo di quanto non fosse stato inizialmente previsto, tuttavia i gamer di tutto il mondo possono ora finalmente godere di un’esperienza che è fruibile in tutta la sua gloria. Cyberpunk 2077 è ora un gioco completo, ben più appagante e denso dell’“early access” sotto mentite spoglie che ci ha fatto compagnia per più di un anno. Non solo, chiunque sia già in possesso di una copia virtuale o fisica del titolo PS4/Xbox One ha la possibilità di ricevere gratuitamente e agilmente la versione next-gen – a patto che ci sia una corrispondenza geografica tra copia del gioco e profilo utente.
L’edizione dedicata a PlayStation 5 e a Xbox Serie X/S è accompagnata dalla già menzionata patch 1.5. Si tratta di un aggiornamento importante e accessibile a tutte le piattaforme che hanno accesso al software, una rivoluzione che è capace di stravolgere l’opera rivisitando ogni elemento della sua struttura, dalla fisica dell’acqua all’intelligenza artificiale dei passanti. Ai fini di questa recensione non ci attarderemo a distinguere quali migliorie siano legate all’update e quali siano invece parte integrante della nuova versione, tuttavia basti sapere che anche gli utenti fedeli alle console di ottava generazione possono godere di felici novità.
Vecchio mondo, nuova esperienza
Cyberpunk 2077 è riuscito dunque a colmare molti dei vuoti propri alla sua incarnazione precedente, allo stesso tempo è necessario esplicitare che questo glorioso ritorno a Night City non sia affatto da considerare come una sorta di “director’s cut”, non altera il prodotto in maniera drastica e radicale: le acrobazie su parete, la personalizzazione estrema del protagonista, le macchine volanti, gli elementi più prettamente “ruolistici” rimangono ancora oggi latitanti e, in tutta probabilità, dovrebbero a questo punto considerarsi persi per sempre.
Quello che gli utenti possono invece apprezzare è un “fine tuning” che rende estremamente più godibile l’esperienza console, avvicinandola non poco a quanto era già a disposizione del settore PC. Seppur non siano completamente scomparsi, i crash di sistema sono molto più rari e sporadici, il frame-rate è stato stabilizzato, è stato implementato il ray-tracing, le IA dei bot sono state affinate notevolmente e la maneggevolezza dei veicoli è stata ritoccata in modo che possa adeguarsi meglio alle dinamiche action tipiche di questo genere di open-world.
A queste migliorie evidenti si aggiungono dettagli di contorno che sono comunque estremamente graditi. Gli appassionati del lancio videoludico dei coltelli saranno entusiasti nello scoprire che le abilità dedicate a questa particolare specializzazione sono state riviste in modo da valorizzarne l’efficacia, mentre tutti gli altri potranno invece gioire del fatto che l’economia di Night City sia stata fortemente rimaneggiata. Per intendersi, il comprare auto nuove, per quanto rimanga oneroso, non è più così proibitivo. A questo si aggiungono dettagli superflui, ma graditi, quali l’introduzione di nuovi rifugi e l’implementazione di un sistema di modifica estetica che possa modificare il look del protagonista. Sfortunatamente non risulta ancora possibile modificare il proprio genere durante l’avventura, né tantomeno ridistribuire i Punti Attributo.
Ciò che era solido, si consolida
Nonostante i suoi difetti, Cyberpunk 2077 si era sin da subito accattivato le passioni dei fan grazie a un world building di portata encomiabile, un punto di forza degno di nota che si ripresenta in tutta la sua forza anche in salsa next-gen. Il mondo sci-fi presentato di CD Projekt Red è più bello e vivo che mai. Esplorare i luridi vialoni infestati dalle criminalità organizzate è ora una gioia per gli occhi, ma anche per il tatto e l’udito. Il controller DualSense messo in campo da Sony è stato infatti sfruttato degnamente ed è in grado di replicare attraverso i grilletti adattivi un feedback fisico che entusiasma durante gli scontri a fuoco ed esalta durante le sessioni di guida, il tutto mentre il microfono incorporato garantisce una profondità di immersione inattesa.
L’opzione ray-tracing può aggiungere elementi visivi interessanti all’interno di un numero relativamente ristretto di ambienti strategicamente illuminati, tuttavia la portata di questo miglioramento grafico è talmente contenuta che vale piuttosto la pena affidarsi alla modalità performance, la quale mette in campo la solida reattività dei 60 fps senza dover incappare in sacrifici estetici significativi. E quei 60 fps si percepiscono tutti nelle fasi più concitate dell’avventura, ovvero quando c’è da menar le mani o entrare in derapata negli inseguimenti polizieschi (inseguimenti che, sventuratamente, sembrano ancora reggersi su eventi scriptati, piuttosto che su un’intelligenza artificiale dinamica e reattiva).
Il cast digitale messo in campo a Night City e lo svolgimento della trama non hanno subito alterazioni, tuttavia continuano a dimostrarsi la punta di diamante di quanto rappresentato da Cyberpunk 2077. Certo, il personaggio giocante non si adatterà mai ad atteggiamenti alieni al suo carattere, non potrete mai interpretare un intellettuale, e gli alleati di supporto sono destinati perlopiù a scomparire non appena hanno esaurito il loro ruolo all’interno delle vicende narrate, tuttavia l’assecondare la trama principale offre ancora molte soddisfazioni, anche a coloro che il gioco lo hanno già concluso in passato. Avviare una nuova partita può infatti offrire inedite occasioni per affrontare le vecchie missioni con approcci diversi, inoltre un replay garantisce anche una comprensione più profonda degli eventi che animano il mondo di gioco. Ci si inizia infatti a rendere conto che molte delle informazioni a malapena percepibili – notiziari, cartelloni pubblicitari, scenografie varie – sono anticipazioni di eventi e accadimenti che vengono trattati tra le righe delle missioni secondarie, un dettaglio che certamente nobilita gli sforzi dei game designer.
Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Serie X/S
Sviluppatore: CD Projekt RED
Publisher: CD Projekt
La versione next-gen di Cyberpunk 2077 non è ancora in grado di emulare degnamente le prestazioni PC, men che meno i “pompatissimi” video promozionali diffusi da CD Projekt a ridosso del lancio del prodotto, tuttavia il ritorno dello storico titolo sci-fi è assolutamente degno di nota, sia per i felici possessori dell’edizione old-gen (i quali possono usufruire di un upgrade gratuito), sia per coloro che devono sperimentare il titolo per la primissima volta. Night City non è mai stata tanto bella e accattivante, almeno su console, e le piccole migliorie introdotte nel reparto giocabilità fanno sì che l’esplorazione dell’open world non venga mai a noia. La proverbiale ciliegina sulla torta viene dunque inscenata dalle profonde suggestioni rese possibili dal controller DualSense, il quale avviluppa in una profondità di gioco sorprendentemente coinvolgente. Questo Cyberpunk 2077 è il Cyberpunk 2077 che i giocatori avrebbero dovuto ottenere alla fine del 2020.