Sapete benissimo che Zombie Army 4 Dead War è in realtà uscito ben due anni fa in tutto il resto del mondo, eppure è bizzarro vedere che un titolo del genere abbia dovuto aspettare così tanto prima di arrivare anche per la console ibrida di Nintendo Switch. Ebbene, chiunque vi avrebbe detto che tra console di diverse generazioni, specialmente tra le più nuove le più vecchie, si tende ad avere grandi differenze non solo nella prestazione grafica, ma anche nel comparto tecnico e di gameplay di un capitolo, poiché alcune differenze sono scontate all’interno del videogioco. Zombie Army 4 è esattamente questo tipo di esempio: la storia è rimasta completamente invariata, ma tutto il resto ha subito delle modifiche per permettere all’hardware della Nintendo Switch di reggere un simile titolo. Adolf Hitler è tornato e, pur essendo stato sconfitto nel primo capitolo, le forze oscure tornano alla ribalta e la situazione in tutta Europa precipita rapidamente: siamo dunque chiamati a liberare le terre del Vecchio Continente (più precisamente l’Italia), impersonando uno dei quattro personaggi che compaiono il mini plotone. Con una storia identica ma un gioco riadattato per una console, vi presentiamo senza ulteriore indugio la recensione su Nintendo Switch di Zombie Army 4, l’ultimo gioco sviluppato da Rebellion Developments.
Zombie Army 4 Dead War: dispensare morte anche fuori casa
Si sa che il punto forte della Nintendo Switch è esattamente la sua versatilità per quanto riguarda la modalità di gioco portatile e casalinga, ma per Zombie Army 4 Dead War è un benessere che si avvera: questo spinge immensamente il titolo ad essere più apprezzato quando i giocatori si sentono in vena di darci qualche minuto in viaggi all’esterno di casa, e un porting di questo tipo ha sicuramente portato grandi vantaggi che i ragazzi di Rebellion Developments hanno ripetuto essenziali nelle vendite generali. Come avevamo trattato in precedenza nella recensione originale di due anni fa, all’interno della versione per Switch sono presenti 9 campagne, da affrontare in solitaria oppure in una modalità cooperativa, che include il party con amici e conoscenti e il classico sistema di matchmaking. Ogni campagna possiede dai 3 ai 4 capitoli, che si estendono più o meno per tutta la penisola, toccando città capoluogo di regioni. Altro aspetto importante del gioco è sicuramente lo skill-tree, che permette di potenziare le armi e le assegnazioni delle perk abilità per ogni personaggio. Niente di troppo complesso (i rami sono infatti molto, molto semplici), ma comunque un’aggiunta piacevole che permette di dare un minimo più di profondità all’intero sistema di shooting, anche se nell’anima resta fondamentalmente un prodotto arcade. Tra le cose da notare, è tuttavia un vero peccato che si sia rinunciato a un doppiaggio in italiano, presente invece nella serie principale: i dialoghi nella nostra lingua (disponibili solo in forma di sottotitoli) avrebbero snellito alcuni passaggi e contribuito a rendere più coinvolgente una trama che ovviamente non rappresenta il punto di forza di questa produzione (specialmente se consideriamo che il setting del gioco è il nostro paese).
Tuttavia, qui c’è già la prima sorpresa: il gioco sulla console ibrida di Nintendo presenta i contenuti del Season Pass One completamente gratuito, espandendo le possibilità dei giocatori in questo titolo senza dover pagare ulteriori soldi. Eppure, una nota di riguardo alla cifra d’acquisto bisognerebbe dargliela, considerando che il sistema di microtransazioni non è stato minimamente toccato, e pertanto i giocatori sulla console potrebbero manifestare moltissime note di disappunto riguardo alla cosa, specialmente coloro che non sono abituati a questo tipo di acquisti in gioco: aggiungiamo che la maggior parte dei giocatori per Switch sono bambini, e allora abbiamo una ricetta per un disastro.
La Campagna è rimasta pressoché identica, portando minimi cambiamenti all’impostazione dell’interfaccia di gioco per renderla più coerente con il piccolo schermo della console in modalità trasporto, anche se il più delle volte risulta particolarmente fastidioso notare certi elementi nella schermata. Per il resto, Zombie Army 4 Dead War non ha subito cambiamenti significativi, ma adesso possiamo passare ad una serie di problemi che, purtroppo, non fanno altro che evidenziare ancora di più lo scarso livello di hardware della Nintendo Switch rispetto alle rivali.
La (non) potenza dell’hardware Nintendo Switch
Prendete tutti gli esempi negativi trovati e analizzati nell’originale recensione del titolo, e pensate a come si sarebbe adattato il gioco su una console con una scarsa potenza dell’hardware come la Switch, e non ci impiegherete molto a capire che si trattava di un porting con innumerevoli problematiche: il frame rate non è consistente e mai raggiunge i 60 fps, dando una scarsa esperienza di gioco, specialmente quando si considera l’importanza della fluidità dei movimenti in titoli sparatutto arcade come questo. Il comparto audio è riuscito ad essere all’avanguardia ancora una volta, ma la struttura generale tecnica del gioco è drasticamente più inferiore rispetto alle altre console già esistenti del titolo. Se poi parliamo anche dei comandi e la “durezza” con cui avviene il cambio d’armi, la ricarica dei proiettili e tutto il resto, l’esperienza generale non risalta alla perfezione.
Detto ciò, Zombie Army 4 Dead War riesce comunque ad essere un ottimo titolo per quanto riguarda l’uccidere zombi nazisti, e dobbiamo rendere atto alla cosa. Il livello di difficoltà infatti influisce davvero tantissimo sul gameplay e ritrovarsi a resistere a due o più orde all’interno dello stesso capitolo in solitaria può essere molto frustrante. In generale il gameplay è davvero molto solido: è solo un peccato che questa cosa ci fosse presente anche nelle altre console. Le armi rispondono bene (come sempre), c’è una buona varietà di zombie nemici (come sempre), il sistema di combo permette di sbloccare alcune abilità particolari che aiutano nell’avanzare dei livelli e la ricerca di armi, munizioni, rifornimenti e medkit è ben bilanciata, considerando che il loot si trova anche nei cadaveri dei non morti. Ciononostante, le gravi lacune e mancanze nella cura del dettaglio possono essere una condanna enorme per giochi di questo tipo, e Zombie Army 4 non può puntare semplicemente sul suo aspetto buffo ed esilarante in un mercato sempre più all’avanguardia.
Zombie Army 4 Dead War: le pesanti ripercussioni
Capite dove sta il problema di fondo? Per chi dovesse avere una console più potente è quasi consigliabile acquistare un titolo del genere da giocare in casa, ma ovviamente il vantaggio di avere una console ibrida come la Switch è innegabile per chi tende a passare molto tempo fuori casa. Purtroppo il mercato odierno tende a non essere molto clemente con i giochi sparatutto di questo tipo, e sappiamo bene che gli arcade come Zombie Army 4 Dead War e la sua trilogia stanno soffrendo immensamente per questo, ma ciò non giustifica realizzare un porting con grafica, risoluzione, engine, compartimento audio e framerate di un titolo nel 2022, il quale tende ad essere invece una sorta di ibrido fra il 2008 e il 2010. In poche parole? Molto, molto male.
Piattaforme: PS5, PS4, Xbox Series X/S, Xbox One, PC, Nintendo Switch
Sviluppatore: Rebellion Developments
Publisher: Rebellion Developments
Ancora una volta, Zombie Army 4 Dead War ci mostra come sia in assoluto il titolo migliore del franchise di Rebellion Developments, eppure non possiamo fare a meno di notare che rispetto allo standard del 2022, questo titolo non possiede un grande charm che invece si nota costantemente nei titoli per Nintendo Switch, specialmente se chi la possiede dispone di altre console come PlayStation 4 e Xbox One. Il tutto culmina in un porting realizzato per il semplice scopo di coprire anche quella piccola fetta di giocatori interessati all’aspetto “tascabile” della console, alimentando tuttavia e aumentando a dismisura le pessime dicerie e voci di corridoio riguardo all’imbarazzante livello inferiore dell’hardware rispetto al resto nel mercato. Se poi si da uno sguardo al prezzo del gioco, la domanda sorge spontanea: un porting simile merita davvero 50 euro sul Nintendo Switch Shop?