Numerosi sono i titoli del filone MegaTen che Atlus ha sviluppato nel tempo, offrendo esperienze JRPG stratificate e complesse che hanno portato la software house nipponica a grandi successi commerciali, come quello più recente di Persona 5, acclamato in tutto il mondo. Forte di un’ondata positiva, dopo l’ottima accoglienza di Shin Megami Tensei V, il team di Sega ha deciso di riportare in auge uno dei suoi vecchi titoli con un capitolo tutto nuovo: Soul Hackers 2, che deriva dalla serie inaugurata con Shin Megami Tensei: Devil Summoner, costola di Shin Megami Tensei, debuttando sul mercato 25 anni dopo Devil Summoner: Soul Hackers con un terzo capitolo effettivo, sequel a tutti gli effetti ma che non richiede una familiarità con i predecessori per poter essere fruito e apprezzato, allineandosi ai nuovi prodotti di Atlus per alcuni elementi nonostante tematiche proprie della saga di appartenenza. Lo testimonia l’abbandono del prefisso Devil Summoner, che pone sul mercato Soul Hackers 2 come un titolo meno attaccato alle sue storiche origini e più moderno.
Dopo avervi raccontato le prime ore nel nostro provato dedicato, siamo tornati per parlarvi integralmente del titolo e dare un giudizio definitivo sull’ultima fatica di Atlus nella nostra recensione.
La distopia di Soul Hackers 2
Soul Hackers 2 ci introduce in un contesto sci-fi, dove vestiremo i panni di Ringo, la protagonista umanoide creata da un’intelligenza artificiale altamente sviluppata e munita di ampie conoscenze di nome Aion. La stessa ha previsto la fine del mondo umano attraverso due eventi cruciali che porteranno inevitabilmente alla disfatta, e per prevenire il verificarsi di questi, essa genera due agenti sotto copertura dalle fattezze umane, Ringo e Figue, manifestazioni fisiche della coscienza di Aion ma capaci di pensare e decidere in autonomia.
Il loro potere è un estratto di quello della IA madre, ma tanto basta per permettergli di risolvere il problema. Infatti, i due eventi scatenanti indicati da Aion riguardano due distinti omicidi, che Ringo e Figue dovranno prevenire. Le due ragazze, appena nate, partono per la missione, accorgendosi di essere arrivate in ritardo. Ringo, l’assoluta protagonista sotto il nostro controllo, arrivata ai piedi del corpo di uno dei due bersagli, in questo caso un giovane ragazzo, utilizzerà l’Hackeraggio dell’anima, che gli consente di entrare dentro di lui e riportare la sua anima nel suo corpo, riportandolo di fatto in vita dopo aver osservato parti del suo passato.
Conosceremo così Arrow, un agente di una organizzazione di evocatori di demoni chiamata Yatagarasu, che ha come obiettivo la salvaguardia degli umani, contrapposta all’ideologia di un’altra organizzazione di evocatori di demoni, la Cerchia Fantasma, che vuole distruggere ogni cosa. Per far ciò, essa necessita delle Alleanze, fonti di energia che si trasmettono tra le anime quando una di queste cessa di esistere, capaci di risvegliare le abilità latenti di chi le possiede. Se un singolo individuo dovesse possedere 5 Alleanze sarebbe capace di invocare un essere supremo, con effetti a dir poco catastrofici.
L’obiettivo di Ringo e Figue è quindi prevenire questo accentramento di potere in una lotta tra due fazioni rivali al fine di preservare la vita umana così come la si conosce. Durante il percorso delle due agenti faremo la conoscenza di altri personaggi, tra cui coloro che si uniranno alla nostra causa insieme ad Arrow e di cui conosceremo il passato e le motivazioni che li spingono a vivere in un mondo difficile e ingiusto. Tutti loro condividono un percorso avverso, che li porterà a legarsi a Ringo, senza la quale non potrebbero evocare i demoni come facevano in precedenza, il che porta a una serie di implicazioni di gameplay rilevanti.
Combattimento a turni in stile Atlus
Soul Hackers 2 è un JRPG in classico stile Atlus, che mette i demoni (entità soprannaturali di vario tipo) al centro dell’esperienza in un sistema a metà tra Persona e Shin Megami Tensei, con qualche novità di rilievo. Si esplorano dungeon in terza persona dall’aspetto squadrato fatti di corridoi, spiazzi e stanze che compongono una mappa da scoprire progressivamente, colma di demoni che ad ogni nostro passo appariranno per innescare una battaglia a turni in caso di contatto.
È imperativo sfruttare le debolezze dei demoni nemici, da scoprire in prima battuta colpendoli con diversi tipi di attacchi, per innescare una meccanica importantissima nell’esperienza di Soul Hackers 2, la Tregenda, che permette la concentrazione dei nostri demoni alle spalle del gruppo nemico, i quali si scateneranno al termine del nostro turno per infliggere ulteriori danni a tutti gli avversari. Maggiori sono le debolezze colpite, e quindi i demoni chiamati a raccolta, e maggiori saranno i danni inflitti dalla Tregenda.
Rispetto a un Persona, il titolo si dimostra più punitivo e richiede maggiore pianificazione, poiché subire un’imboscata nei dungeon può portare uno svantaggio nella turnistica, che in alcuni casi può essere pesante. Al contrario, colpire un demone nei dungeon lo atterrerà, permettendo di non subire imboscate e conferendo occasionalmente un attacco bonus verso il gruppo nemico prima di iniziare lo scontro effettivo.
Quando parliamo di pianificazione ci riferiamo soprattutto alla costruzione di un party competitivo, che possa adattarsi a diverse situazioni in relazione alle possibilità offerte, che sono davvero innumerevoli. Ad esempio, potremo equipaggiare i quattro evocatori di demoni con accessori volti a migliorare le diverse statistiche, insieme all’innesto di demoni da assegnare loro che possano rispecchiare abilità individuali e valori di attributo, il tutto migliorabile con la progressione che permette lo sblocco di diversi elementi utili.
Non mancano dei luoghi non ostili in cui recarsi a fare compere per migliorare l’equipaggiamento, al fine anche di innestare nuove abilità per il COMP (lo strumento che permette l’evocazione dei demoni), alcune delle quali uniche. Ringo ad esempio è il fulcro del party controllato, capace di ricorrere a speciali abilità di squadra che solo lei può utilizzare e che possono cambiare volto alle battaglie, rivelandosi preziosa in ogni scontro per l’ottimizzazione generale. Ad esempio può favorire una Tregenda più potente o mutarne gli effetti, oppure permettere il cambio di un demone equipaggiato durante i turni di battaglia per i membri del team.
Esplorando i dungeon i nostri demoni andranno puntualmente in ricognizione, fornendoci oggetti e soldi, talvolta ripristinando salute e mana del gruppo e interpellando altri demoni per iniziare una trattativa con noi. Questo è il metodo di acquisizione di nuovi demoni, che potremo fondere in un luogo specifico della mappa cittadina per dare vita a creature più potenti che possono ereditare alcune mosse dai predecessori che saremo noi a scegliere.
Soul Hackers 2 include anche una parte sociale semplificata che prevede l’incremento di affinità con i vari membri del gruppo, grazie alla quale saranno sbloccati alcuni portali per i dungeon nel Matrix dell’anima, un luogo dove potremo approfondire le coscienze di ognuno e dove la progressione porterà allo sblocco di abilità individuali talvolta incisive. Ecco quindi che, per quanto alla lunga questi percorsi possono sembrare ripetitivi e tediosi, non bisogna sottovalutarli se si cerca una costruzione ottimale del team.
Per le circa 30 ore necessarie che abbiamo impiegato per portare a termine l’avventura, dopo ogni dungeon principale, abbiamo fatto un salto in questo luogo per continuare la progressione parallela al fine di migliorare le prestazioni del gruppo, cosa che è tornata a tratti indispensabile in alcuni combattimenti contro i boss, non sempre bilanciati a dovere, sebbene vi sia la presenza di 3 livelli di difficoltà selezionabili in ogni momento. Non possono mancare diversi incarichi secondari, soprattutto quest ripetitive e non troppo interessanti in cui eliminare bersagli o raccogliere specifici oggetti, che comunque forniscono diverse ricompense, alcune delle quali maggiormente rilevanti.
L’affinità del gruppo può essere incrementata attraverso la scelta di alcune linee di dialogo durante le scene più importanti, o attraverso degli eventi sociali più blandi in cui la comitiva interagirà parlando del più e del meno, aspetto sicuramente interessante a fronte di una caratterizzazione del cast di ottimo livello. In tal senso, la narrazione ci ha riservato diverse sorprese, dimostrandosi all’altezza degli standard di Atlus, mettendo sul piatto una trama di qualità ed interpreti di livello, riuscendo nel compito di incastrare i percorsi di tutti i personaggi coinvolti senza lasciarne fuori nessuno, laddove vedremo marcatamente la crescita personale di ognuno.
Siamo davanti ad un’opera con toni molto maturi e tematiche importanti partendo proprio da un contesto distopico che rappresenta il culmine negativo del genere umano. Dal punto di vista puramente ludico invece, navighiamo tra alti e bassi, dove un sistema di combattimento appagante e soddisfacente conferma l’esperienza di Atlus nel proprio campo operativo, ma che inciampa offrendo una progressione assai diluita in un level design piatto e ripetitivo, non di rado confusionario, senza alcuno spunto interessante che invogli concretamente all’esplorazione, fattore che può far venire noia all’ennesima ripetizione del loop di gioco.
Dove Soul Hackers 2 ha fatto decisamente centro è la gestione della parte ruolistica, con diverse impostazioni e meccaniche che forniscono una stratificazione lodevole al sistema, che ci sentiamo di consigliare soprattutto agli appassionati della ricerca di un’ottimizzazione certosina di un party che dovrà scontrarsi anche con diverse ingiustizie ludiche e sfide complesse.
L’anima tecnica di Soul Hackers 2
Soul Hackers 2 si presenta bene sotto il profilo grafico e tecnico, in linea con gli standard di Atlus, proponendo un modello che richiama molto da vicino l’ultimo Persona, migliorando ulteriormente la resa complessiva. L’utilizzo del motore grafico Unity ha restituito un prodotto bello da vedere, soprattutto grazie alla propria estetica, un campo in cui l’azienda nipponica ha dimostrato abilità ed estro, offrendo una palette cromatica accattivante che favorisce l’apprezzamento della scena complessiva.
La versione PS5 da noi testata ha permesso la selezione tra due modalità di rendering distinte: la prima predilige il frame-rate a 60 fps, mentre la seconda una risoluzione più alta con un frame-rate di 30 fps. Sebbene entrambe si siano rivelate molto valide, abbiamo trovato migliore quella con una fluidità maggiore, che ha offerto inoltre una responsività dei comandi ottimale. Vi sono molti caricamenti tra le varie mappe, e non proprio ottimizzati per la console di riferimento, mentre lo spostamento rapido tra portali nello stesso dungeon risulta immediato se questi appartengono alla medesima zona.
Anche i particellari delle mosse hanno subito un notevole miglioramento rispetto alle ultime produzione di Atlus, così come la resa complessiva di ambienti e modelli dei personaggi. Peccato solo per la pochezza dei dungeon, che risultano spogli, ripetitivi e troppo squadrati, con soluzioni di game design abbastanza antiquate e poco interessanti per un titolo moderno. Una gestione dell’esplorazione vetusta e dimenticabile che dopo qualche ora può annoiare se non affrontata a dosi.
Il titolo dispone dell’adattamento in italiano dei testi, buono per quanto riguarda i dialoghi ma che non convince del tutto quando si entra sul tecnico di alcune mosse e termini importanti, mentre si è dimostrato più che valido il doppiaggio in inglese, oltre che quello giapponese. Altra componente di pregio, come da tradizione, è la colonna sonora, con motivi davvero incalzanti e mai noiosi, soprattutto per quanto riguarda le battaglie.
Piattaforme: PS5, PS4, Xbox Series X|S, Xbox One, PC
Sviluppatore: Atlus
Publisher: SEGA
Soul Hackers 2 è un JRPG di tutto rispetto, capace di intrattenere anche quando si reiterano le stesse azioni più e più volte per una progressione un po’ troppo diluita, e nonostante una scelta di level design non all’altezza, soprattutto dopo il buon lavoro svolto con Persona 5 su questo fronte, sebbene parliamo di titoli dai diversi intenti. La componente ruolistica risulta davvero ben strutturata e stratificata, capace di creare assuefazione, anche a fronte di alcuni sbilanciamenti, spesso dovuti anche al fattore randomico di alcune mosse che possono decidere le sorti degli scontri. Nonostante ciò, Atlus confeziona un altro titolo molto importante per gli appassionati del genere, che fa del suo cavallo di battaglia una formula ludica immortale e ben rodata, ulteriormente approfondita, con una trama intrigante sostenuta da un ottimo cast, senza dimenticare musiche avvincenti e stile unico che contraddistingue il proprio lavoro.