Settembre, come ormai da tradizione, è un mese notoriamente ricco dal punto di vista delle uscite videoludiche, e in casa Nintendol’onore e l’onore di portare avanti questa tradizione sono stati affidati a Splatoon 3. Atteso con ansia e richiesto a gran voce (anche dal sottoscritto!) da una corposa fetta dell’utenza, affezionata al sontuoso e quasi impeccabile lavoro della software house di Kyoto sulle sue esclusive, il nuovo capitolo dedicato agli Inkling è pronto a invadere (o a imbrattare?) le case di tutti i videogiocatori, con un bagaglio ricco di novità e tantissime conferme. Del resto, la formula ludica messa su dal team di sviluppo, sin dal primissimo capitolo, funziona, appassiona e ruba l’occhio per la sua “finta” semplicità, che risulta ancora oggi appagante e per lunghi tratti assuefacente come pochi altri prodotti. Anche per tal motivo Splatoon 3, al netto del suo essere arrivato sul mercato quasi cinque anni dopo il suo predecessore, non vuole essere un prodotto “di rottura” ma, anzi, si preoccupa di incastonare le numerose novità introdotte in una formula familiare, portando quindi, in qualche modo, avanti un progetto che sembra vivere di step collegati tra di loro. Splatoon 3, dunque, non è un prodotto rivoluzionario, bensì un fiero esponente del saper migliorare senza snaturarsi, una peculiarità tipica del lavoro di Nintendo e che in questo frangente si è avvertita in maniera eccellente. Dopo aver trascorso una settimana a dir poco intensa in quel di Splatville, dunque, siamo pronti a tirare le somme sul nuovo capitolo della serie, che siamo convinti saprà attirare a sé anche quei giocatori ancora scettici nei confronti di una saga dal nostro punto di vista ancora troppo sottovalutata.
Splatoon 3: alla ricerca della Seppia perduta
Uno degli aspetti più riusciti di Splatoon 2, checché se ne dica, è stato quello relativo alla campagna in single player. Brutale e spietata nella sua dolcezza audiovisiva e cromatica, la modalità “offline” del titolo di Nintendo ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nel cuore dei giocatori, ragion per cui la software house nipponica, con il nuovo capitolo della serie, sapeva bene di non poter sbagliare e soprattutto di dover fare qualcosina in più per consolidare questo aspetto. Inutile dirvi che Nintendo ha saputo centrare appieno il target, confermando sia di sapersi migliorare sia e soprattutto di saperlo fare senza mai snaturare le proprie creature migliori. La campagna in singolo di Splatoon 3, nella sua semplicità e nel suo essere spietatamente un more of the same macroscopico di quella del suo predecessore, funziona alla grande e ci ha regalato decine e decine di ore di grande divertimento ma anche diversi motivi di frustrazione. Partiamo subito con l’aspetto più ovvio e scontato che ruota intorno alla campagna di un titolo come Splatoon, ossia la vena narrativa. Seppur divertente e ricca di personaggi ancor più fuori di testa che in passato, sia tra i buoni sia tra i “cattivi”, di cui non possiamo anticiparvi nulla e che vi lasciamo scoprire in tutta autonomia, il comparto narrativo e tematico di Splatoon 3 rimane, come è anche giusto che sia, complessivamente “di contorno” seppur i collegamenti tra i vecchi capitoli e la “lore” del gioco siano comunque presenti e mai lasciati a se stessi.
Tramite un’espediente che non vi sveleremo in questa sede, l’Octolink o Inkling (la scelta è vostra, senza ripercussioni o differenziazioni di sorta) è chiamato a unirsi alla Nuova Divisione Branchia, una mossa fondamentale per combattere il ritorno degli Octoriani, misteriosamente sempre più agguerriti e assetati di inchiostro e, sempre misteriosamente, ricoperti da una strana peluria che sembra averne alterato alcuni tratti. Il nostro protagonista, che prende il nome arbitrario di Numero 3, è dunque chiamato a farsi strada, di livello in livello, attraverso i soliti stage multipli, caratterizzati da un livello di difficoltà sempre crescente ma non esattamente sempre a fuoco e bilanciato. Stavolta però, per fortuna, il giocatore non è solo, ma può avvalersi della compagnia di Salmonello, un simpaticissimo amico di poche parole ma comunque molto utile. Durante il nostro viaggio ad Algeria, infatti, ci siamo serviti spesso dell’aiuto del nostro piccolo alleato, soprattutto considerando la sua abilità nello spazzare via i nuclei di “peluria” degli Octariani, che consentono di sbloccare oggetti vari e soprattutto i nuovi stage da affrontare. In alcune missioni, poi, specialmente nelle fasi iniziali, Salmonello rappresenta l’unico modo per poter andare avanti, ragion per cui ci saremmo aspettati, progredendo nella storia e negli stage, un ruolo più centrale per il nostro nuovo alleato. Sia chiaro, in alcuni passaggi il suo impiego rimane fondamentale e quasi obbligatorio, ma nel complesso abbiamo avuto la sensazione che il suo utilizzo sia stato sfruttato soltanto in parte e che gli sviluppatori avrebbero potuto ritagliargli uno spazio maggiore.
I numerosi livelli de “Il ritorno dei mammiferiani”, nome con cui viene definita l’avventura in singolo di Splatoon 3, offrono al giocatore una vastissima scelta in termini di varietà delle missioni e sotto il profilo della differenziazione degli stage. Durante le numerose missioni, che come detto poc’anzi garantiscono anche un’ottima longevità, il giocatore è chiamato non soltanto a sfoggiare la sua abilità nello splattare il prossimo, ma anche ad aguzzare l’ingegno, con tantissimi livelli che fanno dell’analisi del level design e del puzzle solving il proprio epicentro ludico. Sfortunatamente, però, come vi abbiamo già anticipato in precedenza, gli stage non hanno saputo mantenere un tasso di sfida bilanciato per tutta la loro durata. Diversi livelli, infatti, ci sono apparsi caratterizzati da una difficoltà inspiegabilmente tarata verso il basso o verso l’alto, anche nello stesso stage e anche al netto dei potenziamenti fatti al nostro avatar, con una curva mediamente crescente e che esplode definitivamente nelle fasi finali della storia. A tal proposito, anche gli scontri con i boss ci sono sembrati caratterizzati dallo stesso “problema”. Per quanto divertenti, alcuni nemici “elite” ci sono apparsi troppo frustranti da affrontare proprio per via di alcune dinamiche di gioco, necessarie per la conclusione positiva delle battaglie, talvolta sin troppo puntigliose e ai limiti della frustrazione. In altri casi invece abbiamo praticamente “camminato” e vinto agevolmente battaglie apparentemente impossibili. Al di là tutto, comunque, la campagna in single player di Splatoon 3 ci ha divertito e appassionato, anche grazie alla sua funzione “extra” di mega-tutorial sulle armi che, come da tradizione, anche in questo capitolo può fare la differenza. Di livello in livello, infatti, il gioco ci mette in condizioni di variare e di utilizzare armi sempre diverse, proprio per agevolare la competenza con tutte le bocche da inchiostro, sia quelle nuove sia quelle tradizionali, e lo fa in maniera sapiente e leggera, ben contestualizzata con la natura delle missioni in sé. Infine, tornando alla campagna, abbiamo apprezzato anche la voglia degli sviluppatori di gestire in maniera un po’ più morbida i checkpoint, e siamo convinti che molti altri giocatori saranno d’accordo con il nostro giudizio una volta provato il gioco.
Mischie Mollusche, Partite Anarchiche e Salmon Run: il pvp (e pvm) che ci piace
L’importanza della campagna, come da tradizione, si riversa ovviamente nelle modalità online, che rappresentano sempre e comunque il fulcro dell’esperienza anche di Splatoon 3. Del resto, la nuova Splatville ospita le nuove fatiche degli inkling non soltanto per quel che riguarda la lotta contro il “male” ma anche e soprattutto per il “dominio” nelle classifiche e per la supremazia tra giocatori. E, proprio per portare avanti l’opera di forte continuità strutturale rispetto al capitolo precedente della saga, il focus principale dell’esperienza competitiva online risiede certamente nelle Mischie Mollusche. Le partite “veloci” di Splatoon 3 sono infatti, senza mezzi termini, il fulcro dell’esperienza ludica del titolo ora come in passato e, pur senza grandi stravolgimenti alla struttura generale di esse (rimangono pressoché identiche), riescono ancora a divertire e ad appassionare. I match 4vs4 hanno sempre il solito obiettivo: colorare gli scenari più degli avversari, cercando di collaborare con i compagni di squadra il più possibile e sfruttare al meglio l’equipaggiamento selezionato. Disputando i vari match il giocatore ottiene punti esperienza utili ad aumentare sia il livello sia il livello collezionista, che dà accesso a nuovi equipaggiamenti, ma non soltanto. In Splatoon 3 la progressione è stata resa più veloce (in termini di punti necessari per il livellamento) e stratificata, anche grazie all’introduzione del Registro di Armand, che consente di sbloccare nuove armi in maniera leggermente differente rispetto al passato. Oltre alla discriminante del livello, infatti, con Splatoon 3 per acquistare le armi per cimentarsi al meglio nelle Mischie online è necessario utilizzare punti licenza, che si ottengono in modi diversi proprio durante le sessioni online. Per quanto “relativa” questa funzione rende l’esperienza online decisamente più intrigante, poiché dà al giocatore la necessità di scegliere con più cura le armi da sbloccare, conservando i “semplici” crediti per acquistare gli immancabili oggetti cosmetici, che fungono anche da potenziamenti a diversi bonus specifici (recupero colore, potenza arma secondaria e via dicendo). Una volta sceso in campo, tra nuovi stage figli di Splatville come Sobborgo Siluriano, Discarica Tritatutto, Cisterna Cernia, Mercato Fruttato, e vecchie conferme, il giocatore si ritroverà subito a casa.
Splatoon 3, come detto poco sopra, non rivoluziona la formula ludica in sé dei match, ma si “limita” ad apportare modifiche di gameplay che hanno un impatto comunque interessante su quella che è l’esperienza online. Tra le novità più interessanti troviamo senza dubbio l’Impinnata e l’Avvitotano, rispettivamente un super salto e una sorta di schivata in aria. Grazie a queste due aggiunte, che rendono certamente la mobilità degli Inklink maggiore, i match diventano ancora più frizzanti e dinamici, coi giocatori che ora hanno a disposizione nuove meccaniche per difendersi ma anche per attaccare gli avversari, magari in maniera più spettacolare e meno “prevedibile”. Le mischie Mollusche servono anche per dare accesso (serve il livello 10) alle gare competitive, quest’anno ribattezzate Partite Anarchiche. Questi match, la cui natura varia a seconda delle fasce orarie, sono da considerarsi a tutti gli effetti i match classificati di Splatoon 3, e possono essere affrontati anche in “Serie”, ossia con un team di compagni ben organizzato. Considerando l’impatto delle novità unite alle solide conferme, dobbiamo ammettere che scendere in campo è diventato ancor più divertente, e siamo convinti che anche i giocatori se ne accorgeranno molto velocemente a partire dal prossimo 9 settembre anche se, a onor del vero, dobbiamo ammettere che abbiamo potuto provare i match online per una porzione di tempo ridotta e, dunque, anche noi aspettiamo con ansia l’apertura definitiva dei server.
Allo stesso modo abbiamo potuto cimentarci nelle Salmon Run, che in Splatoon 3 tornano più in forma che mai con qualche novità decisamente interessante. La più importante riguarda sicuramente l’introduzione della possibilità di partire per le spedizioni con un gruppo di amici organizzato e, per quanto non abbiamo (per ovvie ragioni dovute al codice review e alle restrizioni dell’embargo) avuto modo di testarla a fondo, siamo convinti che questa introduzione possa fare la felicità di tantissimi videogiocatori. La caccia al grande Salmonoide si è rivelata ancor più complessa e piacevole del previsto, e richiede ai giocatori incaricati della missione grande spirito di collaborazione e di pianificazione della strategia migliore per poter completare al meglio le ondate, via via sempre più complesse. Quest’ultime culminano con la presenza di boss a dirla tutta talvolta molto impegnativi, ma soprattutto ben diversificati tra loro, sia per le movenze offensive sia e soprattutto per le modalità con cui possono essere sconfitti dal quartetto al servizio della Ursus & co. Longeva, appagante e caratterizzata da un livello di sfida decisamente alto, la Salmon Run ci ha sicuramente convinto nelle (poche) ore in cui abbiamo potuto provarla, e non vediamo l’ora di poterne saggiare tutte le nuove sfaccettature nelle prossime settimane, quando il gioco sarà popolato da tutti i videogiocatori impazienti di andare a caccia di nemici spietati e assetati di inchiostro, magari proprio in compagnia di un gruppo di amici, per dare vita a nottate a dir poco memorabili.
Un bagaglio di armi senza precedenti
Una delle caratteristiche più appezzate del brand Splatoon è senza dubbio la gestione delle armi e dei relativi set di tecniche e strumenti di battaglia ad esse connesse. E, se il primo Splatoon ha fatto un po’ da pioniere in tal senso, in Splatoon 2 abbiamo potuto apprezzare la bravura di Nintendo nell’attingere ad un ecosistema dal grande potenziale e ampliarlo sempre di più, senza mai uscire da quello stile tanto caro ai giocatori, che ha di fatto sancito gran parte del successo del brand. Di conseguenza, le aspettative intorno a Splatoon 3 e al suo nuovo bagaglio di bocche da inchiostro erano sicuramente alle stelle. Del resto, gli sviluppatori hanno sin da subito parlato proprio della grande importanza data a questo aspetto in fase di produzione e, dopo aver testato il tutto durante le nostre sessioni di gioco, possiamo affermare che il grande lavoro svolto ha sicuramente dato i suoi frutti, seppur con qualche (probabilmente scontata) riserva. Senza fare troppi giri di parole, Splatoon 3 è da questo punto di vista un prodotto mastodontico. L’offerta ludica del titolo, intesa come quantità e varietà di armi utilizzabili, è assolutamente impressionante, e lo si capisce sin dai primissimi minuti. Sia consultando il catalogo di Armand, sia portando avanti le missioni della Campagna single player, il giocatore si rende subito conto di quanto il gioco abbia da offrirgli, specialmente se predilige un approccio aperto e mai ripetitivo alle azioni. In tal senso, la campagna single player fa un ottimo lavoro: pur senza risultare invasive, le differenti missioni mettono il giocatore in condizione di scegliere tra diverse tipologie di armi, proprio con lo scopo di spingerlo a fare la conoscenza e a familiarizzare sia con le vecchie sia e soprattutto con le nuove armi introdotte.
Col nuovo capitolo della serie, debuttano infatti nuove tipologie di armi, tra cui spiccano le Lame. Durante le nostre sessioni online ci siamo divertiti parecchio ad utilizzare, ad esempio, la Tergilama, una sorta di katana con una doppia modalità di attacco. Con la pressione veloce del tasto ZR questa spara una serie di colpi veloci, ma è caricando il colpo che l’arma dà il meglio di sé, facendo partire un poderoso fendente in grado di uccidere praticamente all’istante gli avversari o comunque di imbrattare una copiosa quantità di campo con il proprio inchiostro. Per quanto affascinante, però, dobbiamo ammettere che abbiamo trovato un tantino lenta l’esecuzione dei fendenti, seppur bisogna sottolineare quanto sia piacevole splattare un avversario utilizzando un’arma simile. Diametralmente opposti alle Lame sono invece i Calamararchi. Queste nuove armi, pensate chiaramente per un utilizzo a maggior distanza, hanno saputo dimostrarsi molto utili, specialmente nelle battaglie contro specifici Boss di modalità quali Salmon Run e nella stessa campagna in singolo. Seppur ancora una volta forse eccessivamente lente nella velocità d’azione, abbiamo comunque apprezzato non poco la voglia degli sviluppatori di inserire qualcosa che potesse in qualche modo dare ai giocatori un bagaglio di armi in forte “rottura” con quanto già provato in passato. La grande quantità e diversità di armi non si ferma certamente qui. Gli sviluppatori hanno infatti inserito anche numerose varianti di armi più “famose” quali Repolper, Blaster e l’immancabile Rullo splat, proprio con l’obiettivo di dare ai giocatori sempre più libertà di scelta nella creazione della propria “build”.
Di pari passo con la varietà delle armi vanno anche le numerose combinazioni di Arma Speciale e Arma secondaria. Durante le nostre sessioni di gioco ci siamo divertiti a testare sia la resa delle immancabili bombe adesive sia soprattutto ci siamo lasciati trasportare in maniera assuefacente dall’utilizzo delle tante nuove Armi Speciali, che in diverse occasioni ci hanno veramente fatto un’ottima impressione. È il caso sicuramente del nuovissimo Rinfrigorente, una sorta di frigorifero che una volta che viene “evocato” è capace di dare diversi bonus al giocatore e ai suoi compagni di gioco, o del fighissimo Granchio armato, che ci ha ricordato un po’ l’atteggiamento in battaglia di Wrecking Ball di Overwatch. Utilizzando questa tecnica speciale è possibile infatti utilizzare una sorta di robot che può spostarsi letteralmente rotolando da una parte all’altra della mappa, con la possibilità di utilizzare dei razzi molto potenti per sconfiggere i nemici circostanti. Di grande impatto e di piacevole fattura si sono dimostrate anche diverse altre soluzioni, tanto nel bagaglio delle armi secondarie quanto proprio in quello delle armi speciali. Abbiamo apprezzato molto, ad esempio, il ritorno del Timbro Splat, un’arma veloce e allo stesso tempo potente, in grado di seminare lo scompiglio in mezzo alla battaglia, ma anche del Motosqualo, una poderosa tecnica che permette di cavalcare una sorta di moto in grado di esplodere su richiesta del giocatore (o dopo un certo lasso di tempo), splattando i nemici circostanti o comunque imbrattando con decisione l’area più vicina.
Tra doverose e apprezzatissime conferme e tante ottime novità, insomma, il parterre di bocche da fuoco (o da inchiostro, come dicevamo poco sopra) di Splatoon 3 è senza dubbio invidiabile. Nintendo ha saputo ampliare in maniera intelligente, a nostro modo di vedere, la sua offerta contenutistica, ma abbiamo comunque dovuto constatare il ritorno di un problema più o meno “storico” che la saga porta dietro sin dalla sua epoca “vanilla”: l’equilibrio e il bilanciamento. Ancora una volta, infatti, sia durante la campagna sia e soprattutto nei match competitivi online, si è sentita parecchio la differenza prestazionale che intercorre tra una determinata arma (e le altre della sua “famiglia”) e un’ altra, un elemento che rende, chiaramente, il bilanciamento delle armi un particolare non esattamente semplice e per questo motivo non gestito del tutto in maniera perfetta. Al netto della bravura del giocatore, sempre e comunque fondamentale, sia chiaro, è evidente quanto alcune armi risultino sia più semplici da utilizzare sia in qualche modo più efficaci, motivo per cui il rischio di assistere ad un utilizzo continuato e prolungato di una manciata specifica di esse è paurosamente dietro l’angolo. Conoscendo Nintendo e considerando il fatto che Splatoon 3 avrà un supporto molto lungo, come detto dalla stessa azienda nipponica, siamo convinti che questa problematica possa essere risolta nel giro di poco tempo, anche perché la compagnia ha parlato proprio di tante armi e tante soluzioni offensive che verranno introdotte nel prossimo futuro, a cui vogliamo guardare con discreto ottimismo, nonostante quanto detto poco sopra.
Tutti i colori della vita
Sotto il profilo grafico, artistico e ovviamente tecnico, Splatoon 3 prosegue con convinzione il grande lavoro compiuto dagli sviluppatori sin dal primissimo capitolo. Pur senza grandi rivoluzioni e senza “miracoli” di sorta, il titolo si mostra in gran forma sin dalle primissime battute, in cui si fa la conoscenza della nuova e grande metropoli destinata a ospitare le fatiche dei nostri amici spara-inchiostro. Partendo da un character design ancora una volta curatissimo e squisitamente geniale nella sua semplicità, il coloratissimo action-tps di Nintendo mostra anche le sue grandi qualità sotto il profilo dell’ottimizzazione tecnica, come al solito di pregevole fattura. Tralasciando alcuni momenti nei caricamenti iniziali della città hub in cui si assiste in fenomeni di micro lag e qualche scatto, il titolo si comporta molto bene nelle fasi più importanti, ossia sul campo di battaglia. Che sia nei match amichevoli o in quelli “classificati”, così come durante le sessioni in cooperativa della Salmon Run, non ci siamo quasi mai trovati di fronte a cali di frame rate o a problemi di natura tecnica in generale, tanto in modalità portatile tanto quanto con la nuova Switch Oled collegata al nostro televisore, un Samsung 4K HDR10 da 43”. Chiaramente, il dettaglio grafico generale su quest’ultimo perde qualche colpo a causa delle dimensioni del pannello, ma riesce comunque a restituire la grande cura con cui il titolo è stato confezionato, soprattutto, come da tradizione, dal punto di vista della scelta cromatica e, appunto, dell’ottimizzazione.
Splatoon 3 gira molto bene sia in modalità docked, in cui si avvicina ai 1080p con un frame-rate sempre molto solido sui 60 fps, sia in modalità handled, in cui si riesce ad apprezzare, grazie anche al nuovo pannello Oled, la sopracitata maestria cromatica che Nintendo ha saputo donare alla sua variopinta creatura. Sia chiaro, non siamo di fronte a prodigi strutturali e certamente il titolo non spreme l’hardware dell’ibrida di Kyoto più di tanto, ma nel complesso, trattandosi anche di un gioco dalla forte vena competitiva, è chiaro quanto questa sensazione di stabilità e di “comfort” abbia saputo giocare un ruolo fondamentale nell’economia della produzione. Ad onor del vero, però, abbiamo potuto constatare questa super stabilità soprattutto nelle gare online competitive (Mischia Mollusca ecc), mentre abbiamo notato qualche leggerissima incertezza nel netcode durante le sessioni di Salmon Run. Non sono mancate nemmeno un po’ di disconnessioni durante le sessioni competitive, niente di clamoroso, sia chiaro, anche considerando lo stato dei server, aperti soltanto per i membri della stampa specializzata, ma pensiamo comunque di poter dormire sonni tranquilli a partire dal prossimo 9 settembre, giorno in cui il gioco debutterà ufficialmente sul mercato.
Piattaforme: Nintendo Switch
Sviluppatore: Nintendo Entertainment Planning & Development
Publisher: Nintendo
Splatoon 3 è un titolo intelligente e confezionato in maniera praticamente perfetta. Pur risultando in larga parte un more of the same, una versione “2.0” del suo predecessore, il coloratissimo action-TPS di Nintendo riesce comunque a piazzarsi sul mercato come un prodotto praticamene imperdibile per gli appassionati della serie e in generale per chi è alla ricerca di un’avventura longeva, sul fronte sia single player sia competitivo e cooperativo online. Le tante armi, la campagna in singolo e l’introduzione di alcune dinamiche che vanno ad arricchire l’offerta contenutistica già molto generosa della saga fanno di questo terzo capitolo una sorta di summa cum laude del lavoro precedente, nel bene ma anche in parte nel male. Se da un lato abbiamo apprezzato tantissimo le nuove armi e le tante chicche aggiunte in termini di modalità di gioco, è chiaro che il bilanciamento delle bocche da inchiostro rimane un “problema” ormai storico, ma siamo convinti che col tempo questo aspetto possa essere gestito nel migliore dei modi da Nintendo, che ha già saputo dimostrare di saper controllare per bene le sue creature. Al netto di tutto, comunque, siamo convinti che, pur senza strafare, Splatoon 3 sia in qualche modo la risposta alle richieste dei fan e rappresenti un prodotto con cui Nintendo si è assicurata, con buona pace dei (pochi) detrattori, una fetta importante del mercato in questa seconda metà del 2022 che è già partita col botto.