Le operazioni nostalgia, ormai da qualche anno, stanno andando per la maggiore in un panorama che offre comunque opere originali e nuove produzioni. XIII Remake, uscito nel corso del 2020, non fa parte solamente di questa categoria, bensì si colloca in quei tentativi di rispolverare un passato illustre in maniera maldestra. Di XIII Remake, d’altronde, ne avevamo già parlato ampiamento nella nostra recensione, mettendo il rifacimento in discussione e sottolineando criticità evidenti.
Inaspettatamente, però, c’è sempre un modo per approfittare dell’insuccesso di un’opera per ripresentarla in una versione migliorata e rivista, ed è quanto è accaduto con il nuovo – ma non proprio – XIII Remake. A pubblicare il gioco è Metroids, ma ad occuparsi di ammodernarlo è PlayMagic, chiamata a raccolta per salvare una produzione disastrata e piena zeppa di problemi. XIII Remake è, infine, il remake di quel capolavoro del 2003? Ce l’ha fatta? Riesce a ridare lustro a una delle storie più intriganti e ben scritte del genere sparatutto?
“Ho perso la memoria”
Impersoniamo Steve Rowland, un protagonista che ha perso la memoria e non ricorda come sia finito lì, perché e soprattutto come mai tutti lo vogliano morto. XIII è ricordato specialmente per la sua narrazione, che potrebbe ricordare i film d’azione più celebri del medium cinematografico. La costante ricerca della memoria da parte del protagonista, che combatte con audacia per salvarsi e capire perché si trova in quella situazione, è un pretesto che ancora oggi riesce a sorreggersi in maniera convincente.
La storia risulta divertente, appagante e capace di intrattenere dall’inizio alla fine, eppure si prende qualche libertà di troppo rispetto all’originale, provando inutilmente a sminuzzare parti giocate che forse avremmo preferito vivere in prima persona come abbiamo fatto nel 2003.
Alcune cut-scene, per esempio, prendono il posto dell’azione mitra alla mano. Il team pensava che, in questo modo, avrebbe dato maggiore enfasi al racconto, ma il punto di forza del gioco originale era proprio la differenziazione tra i due media. Qui sembra che, invece, sia stato tutto gestito come se si volesse andare subito al dunque, infischiandosene della memoria storica di un videogioco che, in un modo o nell’altro, ha fatto comunque la storia del panorama videoludico, pur non proponendo nulla di nuovo sotto al profilo ludico. C’è da aggiungere, inoltre, che ancora una volta la sincronizzazione tra i personaggi non risulta curata a dovere, rovinando in questo modo un risultato che speravamo differente rispetto al passato. Niente che, però, non possa essere risolto con una patch risolutiva. Al netto di questo, si può che dire che la trama, nonostante siano passati molti anni, resta ancora oggi godibile e memorabile. Le avventure di XIII, infatti, sono ricordate con grande commozione da parte di chi lo giocò nel lontano 2003, poiché fu una delle produzioni che, rispetto a molte altre, ebbe la maturità di presentarsi con decisione. Questa sensazione, se non altro, è rappresentata in maniera attenta per assorbire le atmosfere del fumetto curato da Jean Van Hamme, il celeberrimo padre di un capolavoro unico nel suo genere.
Un gameplay invecchiato non in modo eccelso…
Come accennavamo prima, gli anni passano per tutti. Prima che fosse disponibile l’aggiornamento e il conseguente ritorno di questo remake, XIII Remake proponeva il medesimo gameplay di gioco con pochissime reali accorgimenti. Quando ci riferiamo a questo, infatti, intendiamo dire che il remake era da svecchiare per consentire un ammodernamento capace di risultare godibile. Per chi non conoscesse XIII Remake, deve sapere che siamo davanti a un classico FPS che si ispira a nomi blasonati come Doom e Wolfenstein, i capolavori di id Software che hanno fatto la storia del genere. Se ci pensiamo, XIII si propose al tempo in punta di piedi, cosa che, ben prima che XIII Remake fosse pubblicato, Microids non era riuscito a fare. Anzi, aveva spinto molto la produzione e dopodiché si era defilato, chiedendo scusa ai giocatori che non vedevano l’ora di godersi una delle esperienze migliori degli ultimi venticinque anni. Nonostante questo, in questa nuova versione del remake del remake (scusate il gioco di parole), alcune problematiche sono state risolte. Nessuna di esse c’entrava con la produzione, e neppure oggi – col senno di poi – la struttura ludica è il difetto più grande. In XIII si spara come in qualunque FPS, equipaggiandoci con varie armi (una delle nostre preferite è la balestra) e facendo strage di nemici, che per l’occasione sono flagellati da un’intelligenza artificiale problematica.
A “Facile”, il livello base per chiunque non abbia mai giocato prima a uno sparatutto, alcuni di essi non riescono a impedire i nostri attacchi, e viene dunque semplice riuscire a eliminarli. Questo non cambia neanche con i livelli di sfida più complessi e articolati, dove ci aspettavamo un innalzamento della difficoltà meglio definita. Oltre al problema del bilanciamento, ce n’è anche uno relativo all’utilità di un’operazione, ma la colpa non è del team di sviluppo e neppure di Microids. Servono davvero remake del genere? Considerando come è stato giocare joy-con alla mano mentre uccidevano chiunque ci capitasse a tiro, la risposta è un no secco, poiché permangono ancora le problematiche relative al ritmo degli scontri, sferzati da problemi di natura tecnica impossibile da non citare, e che rendono il giocato ancora oggi complesso da digerire. Ovviamente sono stati fatti dei passi avanti per la gestione delle azioni di gioco, come sparare a un avversario e cambiare arma: se prima era complesso farlo perché era tutto compassato e poco accattivants, adesso c’è comunque una buona fluidità, che riesce a rendere la produzione finalmente divertente da giocare. Se è questo cosa voleva raggiungere Microids, non possiamo fare altro che lodare il suo tentativo, anche se resta solo questo: un tentativo.
Un tentativo, peraltro, che è riuscito in parte, perché lo svecchiamento tra il prodotto di vent’anni fa e quello odierno è, purtroppo, lontano anni luce dagli standard odierni, ma ha comunque la capacità di intrattenere. Se prima la situazione era ingestibile, adesso è rientrata, ed è sicuramente un punto a favore della produzione, specialmente per la testardaggine che ha manifestato e portato a compimento. Il protagonista, in alcuni frangenti, è ancora statico e la sensibilità della visuale, se non aggiustata nel menu delle opzioni, può rendere difficile colpire i nemici. C’è la possibilità di curarsi esplorando i livelli attraverso dei medikit, tramortire i nemici con delle sedie e muoversi in maniera silenziosa. Lo stealth, in effetti, è la parte più curata della produzione, anche se eliminare i nemici risulta fin troppo semplice. Nel gameplay, insomma, non è cambiato nulla: il videogioco è questo. Si può aprire la classica barra di selezione rapida e scegliere cosa abbiamo bisogno. Tuttavia, farlo significa dover per forza muovere i tasti direzionali, il che implica in un altro rallentamento del tutto inutile. Inoltre, a risultare di troppo è la componente multiplayer, che in questo caso, considerando i problemi ancora irrisolti, risulta poco intrigante.
In XIII Remake c’è un buon lavoro di cel-shading, ma…
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, il cel-shading è una tecnica grafica che offre la possibilità al giocatore di vivere un’esperienza in un modo più cartoon, con immagini colorate e definite nel pieno stile di Borderlands, il capolavoro di Gearbox Software. La versione antecedente a quella odierna, però, trattava il prodotto in modo maldestro, dando un impatto freddo e poco rifinito a un risultato che avrebbe meritato più cura. In questa nuova veste, tuttavia, il lavoro non è brutto ma neppure eccelso. È totalmente lineare, privo di passione e rispetto. È un’opera sprovvista del guizzo giusto.
In XIII rimane il frame rate ballerino, dei lunghi tempi di caricamento e molti bug in cui su Nintendo Switch Oled siamo stati vittima. Quando si ritorna a proporre un videogioco simile, che è stato pesantemente criticato dalla stampa specializzata, si dovrebbe cercare di svolgere un lavoro più attento e curato, specie se il tentativo è riprovarci nuovamente. In questo caso, però, ci troviamo davanti un videogioco che è semplicemente giocabile, e poco altro. Il mercato, in tal senso, è ricco di alternative sicuramente proposte con più attenzione e rispetto. XIII Remake è solo un’operazione nostalgia, niente di più e niente di meno, anche se prova a essere quello che non è, se solo sapesse cosa è.
Piattaforme: Xbox Series X/S, PS5, PC e Nintendo Switch
Sviluppatore: PlayMagic/Tower Five
Publisher: Metroids
Ci eravamo lasciati in passato con un videogioco disastrato sotto ogni punto di vista. Attualmente, nonostante cerchi di proporsi e ritagliarsi un suo spazio nel mercato, XIII Remake è ancora da affinare e aggiustare, sia per rendere l’esperienza meritevole, sia per dare ai giocatori il prodotto che meritano. Un’altra occasione mancata, ma non potevamo aspettarci niente di meglio.