Star Trek Prodigy rappresenta una grande novità nella saga di Star Trek, che, come sappiamo, sta vivendo una nuova eccezionale seconda giovinezza. Annunciata in maniera quasi inosservata, durante uno dei tanti panel dedicati alla saga, è diventata una delle serie più attese. Del resto ormai gli autori amano comunicare direttamente col pubblico, come sappiamo da Star Trek Day, evento a tema in cui si trattano gli argomenti riguardanti le diverse serie della saga, tra passato, presente e futuro, con incluse interviste esclusive ad attori, autori, sceneggiatori, doppiatori ed animatori. Si, anche questi ultimi sono stati coinvolti nei diversi panel tematici, poiché la saga ha deciso di tornare ad esplorare il mondo dell’animazione, in ben due modi diversi, con la serie animata di impostazione comica Star Trek: Lower Decks, rivolta comunque ad un pubblico adulto, e la nuovissima Star Trek Prodigy che, non solo è ambientata in quello che potremmo considerare l’universo espanso di Star Trek, ma soprattutto con un target ed uno scopo specifico. Ovvero i giovanissimi, quella Generazione Z composta di teenager e poco più, che la serie spera di conquistare e a cui vuole far conoscere le meraviglie del franchise. Tutto questo con una serie, diciamolo subito senza remore, che ci ha letteralmente conquistato, perché prende in pieno lo Spirito Trek migliore, quello fatto di meraviglia scientifica, buoni sentimenti, scelte morali positive, senso di mistero, filosofia vulcaniana e strani nuovi mondi.
Infinite Diversità in Infinite Combinazioni
Abbiamo spesso parlato su queste pagine della seconda giovinezza della leggendaria saga fantascientifica creata nei primi anni sessanta da Gene Roddenberry, che è stata, nella sua prima fase di vita praticamente sempre presente in TV ed al Cinema, dopo aver conquistato gli anni sessanta con Star Trek: La Serie Classica, gli anni settanta con La Serie Animata e i Film cinematografici, gli anni ottanta con Star Trek: The Next Generation e gli anni novanta con ben due serie in contemporanea, ovvero Star Trek: Deep Space Nine, la prima ambientata in una stazione spaziale, e Star Trek: Voyager, che vede una nave perduta nel quadrante Gamma. All’inizio del nuovo millennio, però, la serie prequel Star Trek: Enterprise, pur eccezionale e rivalutata postuma da pubblico e critica, viene purtroppo chiusa dopo sole quattro stagioni, per colpa degli ascolti bassi, chiudendo, di fatto, il primo ciclo vitale della saga. A riaccendere l’interesse, a metà anni duemila, ci pensano i Film dell’Universo Kelvin di J.J. Abrams, una trilogia che vede Kirk Spock e McCoy vivere nuove avventure in una linea temporale diversa. Bisogna aspettare quasi la fine degli anni dieci per rivedere Star Trek in TV, con Star Trek: Discovery che da il via appunto alla seconda giovinezza di Star Trek, dal 2017 ad oggi ben cinque nuove serie vengono messe in cantiere, contro le sei viste in ben cinquant’anni! Decisamente c’è parecchio fermento attorno al franchise. Del resto la Filosofia Vulcaniana IDIC insegna che ogni cosa può avere Infinte Diversità in Infinite Combinazioni, e quindi ogni nuova produzione artistica può esplorare una delle tantissime sfumature disponibili nell’Universo Trek. Peraltro, e questo è un discorso molto importante che lo stesso Eugene Roddenberry, assieme ad Alex Kurtzman, tra i più noti sceneggiatori del franchise, hanno fatto spesso. L’avvento dei nuovi canali in Streaming digitale possono dare una nuova visibilità alle serie tradizionali di Star Trek, mettendole nei loro cataloghi, e farle scoprire magari ad un pubblico completamente nuovo, che è curioso di conoscerle, essendosi magari appassionato ad una produzione attuale. Esattamente come fanno i “whovian”, ovvero i fan del Doctor Who, che innamorati della Nuova Serie, cercano di recuperare le ventisei eccezionali stagioni di Doctor Who Classic, nonostante difficoltà assurde come la mancata localizzazione in italiano, francese etc, oltre che gli episodi perduti, quasi cento in totale, cancellati dalla BBC o persi durante il celebre incendio degli archivi del canale britannico, ricostruiti con fotografie di scena rimontate, registrazioni audio degli spettatori o animazione. Dei veri eroi, gli accaniti del Dottore.
L’era moderna di Star Trek conquista Paramount+
Durante i recenti Star Trek Day, come ad esempio l’Edizione 2020, di cui parliamo in questa pagina, si è percepita spesso un’aria di grandi novità e fermento riguardante la saga in questi ultimi anni, in particolare da quando ha debuttato la serie, controversa in verità, perché volutamente dirompente rispetto alle direttive canoniche, Star Trek: Discovery, che trovate qui. Più classiche invece Star Trek: Picard, serie monografica su uno dei capitani più amati della flotta, e la nuovissima Star Trek: Strange New Worlds, che fa un vero e proprio ritorno alle origini, presentandoci i viaggi dell’Enterprise quando ancora era comandata dal Capitano Pike, protagonista, nel lontano del famoso Pilot rifiutato The Cage – Lo zoo di Talos, realizzato per Star Trek: La Serie Classica. Una delle novità più interessanti è stata però la serie parodistica Star Trek: Lower Decks, che approfondisce la vita dei cadetti delle navi spaziali che vivono nei ponti bassi e si occupano delle mansioni più degradanti, come la pulizia dei replicatori o accompagnare gli ufficiali nelle noiosissime missioni di “Secondo Contatto” con i popoli alieni. Un umorismo demenziale unico che porta un vento di freschezza nella saga, come diciamo in questa pagina. Proprio il grande successo della nuova formula ha portato Eugene Roddenberry, figlio del creatore originale della saga ed attuale responsabile del franchise, a mettere in cantiera una nuova serie animata dedicata alle nuove generazioni, per avvicinare i giovani a Star Trek, con protagonisti della serie dei teenager alieni con cui si potessero identificare. Fin dallo Star Trek Universe, evento digitale del 2022 che trovate in questa pagina, l’attesa per la serie è stata enorme, ed ora che Star Trek: Prodigy ha debuttato in esclusiva su Paramount +, nuovo canale tematico di VIACOM CBS della leggendaria casa cinematografica, in cui Star Trek ,ovviamente, è il vero piatto forte.
Star Trek Prodigy, in fuga dal quadrante Delta
Star Trek Prodigy è una esclusiva assoluta del nuovo canale in streaming Paramount+ e figura tra le produzioni Paramont Plus Originals. La piattaforma, da poco sbarcata in Italia, offre già parecchi contenuti, e, se siete fan di Star Trek, è davvero irrinunciabile. La nuova serie è stata creata da Kevin & Dan Hageman, celebri per le loro precedenti opere animate Trollhunters e Ninjago, per il gruppo Nickelodeon, vero punto di riferimento mondiale per l’animazione, ed il cui logo compare in bella vista nel flyer ufficiale della serie. Tra gli autori delle musiche, oltre alla talentuosa compositrice israeliana Nami Melumad, compare anche il veterano Michael Giacchino, musicista statunitense di origini italiane, che si è fatto valere per aver composto le colonne sonore di diversi videogiochi, inclusi Medal of Honor, Black, Jurassic Park e l’indimenticabile Donald Duck in Maui Mallard. Tra le OST cinematografiche ricordiamo la Trilogia di Star Trek di J.J.Abrams, e non mancano le serie TV, come LOST ed Alias. La colonna sonora di Star Trek Prodigy, diciamolo subito, è eccezionale, ed è oltretutto suonata dal vivo dall’Orchestra Sinfonica di Budapest, con un risultato finale davvero notevole. Le musiche fanno da perfetto complemento alle immagini della serie, e la realizzazione grafica degli ambienti, sia spaziali che dei pianeti stessi, è davvero di alto livello. Piuttosto che per una tecnica tradizionale di animazione basata sul disegno Nickelodeon ha preferito puntare sulla computer grafica, con una CGI decisamente piacevole, fluida e molto adatta al tema fantascientifico. Alcuni degli ambienti mostrati, specie quelli in esterna, su pianeti alieni e sconosciuti, vi lasceranno davvero a bocca aperta. Non dimentichiamo infatti che la serie ha come setting principale, perlomeno per questa stagione il misterioso Quadrante Delta, che, come sanno i fan di vecchia data di Star Trek, raramente è stato meta della Federazione, con quasi esclusivamente la USS Voyager, dispersa in questo settore dello spazio, così lontano da casa, per colpa di un incidente con una entità aliena nota come Il Guardiano. Il riferimento a Star Trek Voyager è parecchio evidente, visto che, tra i protagonisti, c’è una versione olografica di Kathryn Janeway, capitano proprio di quella nave federale. Il personaggio è doppiato anche, nella versione inglese, dall’attrice originale, ovvero Kate Mulgrew. Dalla stessa serie proviene anche Chakotay, anche lui doppiato dall’attore originale degli anni novanta, ovvero Robert Beltran. Non mancano altre citazioni di diversi personaggi classici della saga, durante le puntate, sempre grazie all’escamotage del ponte ologrammi, tra i quali compaiono, come anticipato anche da diversi trailer visti in rete, vere icone del passato, come Il Signor Spock, l’addetta alle comunicazioni Nayota Uhura e l’ingegnere Montgomery Scott, che cita l’uniforme di Star Trek: The Motion Picture degli anni settanta, tratti dalla Serie Classica, oltre che altri due personaggi a sorpresa da altre due serie, di cui non si sapeva nulla, e di cui non sveleremo i nomi. la trama presentata dalla serie animata è davvero interessante e coinvolgente, e vede un gruppo di prigionieri delle miniere di un pianeta minerario di nome Tars Lamora gestita da un misterioso dittatore malvagio noto come il Diviner, ovvero il Divinatore. Questi ha generato artificialmente una discendente, che in seguito si unirà ai fuggiaschi, e sta cercando, dal giorno in cui lei è nata, diciassette anni prima, una nave stellare della Federazione, precipitata sul pianeta ed ormai sommersa dalle rocce vulcaniche. Molti gli interrogativi posti dalla serie, innanzitutto se essa sia in qualche modo legata o meno ad una linea temporale diversa rispetto al Prime Universe, chi fosse l’equipaggio di quella nave, e soprattutto perché la tecnologia della stessa appaia così diversa. Come ben ci ha insegnato la serie Star Trek: Discovery, ogni tanto la Federazione manda in giro navi sperimentali, dotate di tecnologie inedite, come il celebre motore a spore, e forse anche la nave protagonista di Star Trek Prodigy, ovvero la USS Protostar, classe NX, potrebbe essere una di quelle. I veri protagonisti della serie non sono quindi dei veri e propri cadetti della Flotta Stellare, come si era ipotizzato sul web in un primo momento all’annuncio della serie, ma si fingono tali per scappare dal loro pianeta prigione a bordo della nave federale ritrovata. La cosa divertente è che Holo-Janeway pensa davvero di trovarsi davanti ad un equipaggio di cadetti, e gli alieni in fuga, ovviamente, stanno al gioco per ottenere il loro aiuto. Una trama che, nei soli dieci episodi, di ventidue minuti l’uno, in cui è raccontata la prima stagione, vi terrà davvero incollati allo schermo. Sarà una vostra scelta se fare una maratona da classico Binge Watching e vederla in un solo pomeriggio, o gustarvela episodio per episodio. Le puntate, peraltro, hanno una narrazione ibrida, ottimo compromesso, tra verticale a sviluppo episodico, con impostazione procedurale, ed orizzontale, con una trama di fondo che unisce gli episodi, ma non troppo invasiva. Del resto la serie stessa è non solo ambientata nel ventiquattresimo secolo, ovvero l’epoca di TNG, ma vuole legarsi proprio alle produzioni classiche degli anni ottanta e novanta di seconda generazione della saga, ovvero le già citate TNG e VOY, oltre che ovviamente la mai troppo lodata Deep Space Nine. Per la gioia dei puristi alcuni episodi iniziano con ‘diario del capitano, data stellare… ” come ai vecchi tempi. Dal passato proviene anche un piccolo errore di traduzione, Tricorder pronunciato male, come succedeva nelle localizzazioni anni novanta. I trekker più invasati lo perdoneranno? Quanti ricordi legati al caro vecchio Quadrante Delta, il meno noto dei quadranti, dove si incontrano popoli come gli hirogeni e, come sappiamo dominio dei BORG che, con tutta probabilità, potrebbero fare una comparsata nelle prossime stagioni. Non manca nella serie quella sensazione di mistero assoluto, ovvero la classica esplorazione di pianeti sconosciuti, che è ancora più forte per l’equipaggio di ex-minatori fuggiaschi. E tra una citazione puramente fanservice per i vecchi appassionati del passato, come la zona neutrale romulana, i Dischi Gioco di Wesley Crusher o il leggendario test della Kobayashi Maru, non manca la messa in mostra di tecnologie in verità mai viste prima nella saga, come il replicatore di veicoli o la proto-curvatura, che utilizza un mini nucleo di una stella come propulsore. Certo, siamo di fronte ad una serie per teenager, di cui per altro si discute ancora di un suo eventuale inserimento nello Star Trek Canon, eppure anche il salto quantico che faceva la Discovery nella sua serie, all’epoca ha destato molto scalpore. La cosa strana è che Janeway stessa si stupisce delle prestazioni della nave, ed il mistero si infittisce. Solamente due date stellari vengono date come coordinate temporali nella serie, ovvero l’arrivo su Tars Lamora della Protostar in Data Stellare 43929.9 ed un diario del capitano in Data stellare 61095.6, ovvero il presente della serie animata. Gli sceneggiatori sembrano puntare molto sul fattore mistero. Per essere una produzione dedicata ai teenager troviamo davvero parecchi contenuti adulti, morali e da purismo Trek, stemperati però da diversi momenti comici offerti a volte dalla goffaggine dei sei protagonisti stessi, tra i quali compare una tenera blob che pare ispirata al personaggio visto in The Orville, la serie fanta cult di Seth MacFarlane. Una buona notizia infine per gli appassionati degli Star Trek Videogames, poiché è in arrivo un titolo dedicato a questa serie animata, intitolato Star Trek Prodigy Supernova, con day one fissato sul mercato per la fine di Ottobre, per le principali piattaforme, tra cui Personal Computer (via Steam), PlayStation ed Xbox di vecchia e nuova generazione e Nintendo Switch. Trovate il titolo in questa pagina. Nell’annuncio ufficiale si parla anche di una versione per Google Stadia, che però, vista la chiusura del servizio, di cui parliamo qui, sarà purtroppo facilmente cancellata. Tra regole dell’acquisizione, vecchi e nuovi alieni, citazioni classiche e trovate assolutamente moderne, Star Trek Prodigy riesce davvero a farsi notare. Una serie sospesa tra innovazione e manierismo classico che aggiunge un nuovo entusiasmante tassello all’Universo (espanso) Trek.
Star Trek Prodigy è un’opera su cui Paramount+ punta parecchio per conquistare nuovo pubblico giovane per la sua sessantennale saga e, dobbiamo ammetterlo, la serie è davvero ottimamente realizzata, da tutti i punti di vista. Elementi deboli della serie apparentemente sono però i suoi protagonisti, ben scritti come personaggi, sia chiaro, dalla coppia principale alla bambina roccia fino al misterioso Prigioniero Zero, fatto di sola energia, oltre che il Diviner ed il suo esercito di robot malvagi, che paiono provenire direttamente da Matrix. Al fronte di una buona caratterizzazione stona però un design degli stessi forse troppo moderno ed al di fuori dell’immaginario Trek, pur in tema di alieni, che pare più ispirato a Fortnite che a Star Trek. La serie resta comunque appassionante, con trame di buon livello ed un comparto audiovisivo in CGI davvero eccezionale. Se amate Star Trek, nelle sue infinite e diverse incarnazioni, non dovete assolutamente perderla.
VOTO: 7