The Lion Trophy Show: il successo di un leone in un carrello

The Lion Trophy Show

Oggi è assolutamente comune rincorrere gli ultimi ritrovati della tecnologia dedicati al gaming. Joypad personalizzati, cuffie ipertecnologiche e sedie studiate appositamente per giocare quando si vuole, in ogni istante della giornata. C’è stato però un tempo in cui un leone appariva sui nostri schermi televisivi, sempre alla stessa ora, per farci giocare utilizzando semplicemente il nostro telefono di casa. The Lion Trophy Show, divenuto poi Lion Network, è stato per molto tempo un appuntamento fisso per tutti coloro nati negli anni tra gli anni ’80 e ’90. Un fenomeno videoludico e televisivo allo stesso tempo, un esperimento tecnologico strabiliante per i giovani degli anni ’90, e che oggi vogliamo raccontarvi.

Lion Network

The Lion Trophy Show: la nascita

Era l’ultima decade del XX secolo e le piccole emittenti televisive cercavano in ogni modo di accaparrarsi una parte del pubblico del tempo. TeleMontecarlo, molto spesso abbreviata in TMC, era una delle più importanti ma non per questo rallentava la sua corsa alla ricerca di contenuti e sponsor. Fu così che nel 1994, forse intravedendo la crescente passione per i videogiochi, l’emittente tentò un esperimento di televisione interattiva che andasse oltre alla semplice chiamata in diretta durante il programma. Uno show dove i ragazzi potevano chiamare e giocare, non a un semplice gioco a premi dove dare risposte a quesiti posti dal conduttore o fare scelte previste all’interno del programma, ma partecipare a un vero e proprio videogioco. Ma per giocare c’era bisogno di qualcosa che fungesse da gamepad o joystick. L’unico oggetto che sicuramente tutti i partecipanti avevano, già in collegamento con la rete era uno soltanto: il telefono di casa. Perciò, perché non utilizzarlo per giocare? Nacque così lo storico programma The Lion Trophy Show.

Sponsorizzato dall’omonima barretta al caramello, lo show fu un vero e proprio successo. Condotto in diretta da Emily di Cesare, il programma si strutturava in una serie continua di partite in cui i ragazzi potevano chiamare e giocare, guidando un simpatico leone seduto all’interno di una sorta di carrello minerario volante. Dopo aver digitato sulla tastiera del proprio telefono il numero 0 che dava il via alla partita, il giocatore doveva scegliere le diverse strade da far prendere all’eroe premendo 4 o 6 per svoltare o saltare rispettivamente a destra o a sinistra, 2 per proseguire dritto, saltare in avanti o in alto e aprire porte, oppure 8 per chinarsi ed evitare ostacoli sopraelevati. Lo scopo del gioco era quello di raccogliere più punti possibili, recuperando oggetti (tra cui la barretta Lion) o scrigni. Strutturato fondamentalmente come un endless-run, nella prima edizione si poteva correre in un ambiente desertico o in uno innevato e si avevano a disposizione tre vite. Se si prendeva la strada sbagliata, si precipitava in un burrone o ci si scontrava contro un ostacolo, il grosso leone mangiava una delle barrette a nostra disposizione per dare un’altra opportunità al giocatore fino all’inesorabile Game Over, dove la grossa mascotte del programma ci rimproverava per aver terminato le possibilità. Sullo schermo, durante le diverse corse, si vedeva il grosso leone correre, il tastierino numerico del telefono dove venivano visualizzati i tasti che il giocatore premeva, le vite ancora a sua disposizione e il tempo trascorso, che andava poi a implementare il punteggio finale insieme ai diversi snack raccolti. Partecipare a The Lion Trophy Show non era solo divertente ma permetteva di vincere anche grosse ricompense. Venivano infatti premiati con oggetti di diversa natura, come pattini a rotelle o addirittura un’auto, i migliori giocatori della giornata, della settimana o del mese, fino a stabilire una Top 12.

Lion Network

I viaggi di Lion nello spazio e nel tempo

La prima edizione fu un vero successo e quindi nella seconda vennero implementati alcuni elementi, per renderlo ancora più accattivante. Lion entrò all’interno di una storia in cui doveva salvare la sua fidanzata Leila dalle grinfie dello scienziato pazzo Malvagius, raggiungendo la sua base. Vennero inoltre cambiati i livelli, trasformandoli in una sorta di percorso verso il cattivo rapitore. Nel filmato introduttivo, il nostro eroe si preparava controllando di avere con sé le tre barrette al cioccolato e partiva con il suo carrello per il primo livello, una Campagna in cui evitare gli ostacoli presenti, molto simile alle ambientazioni della prima stagione. Il secondo livello era invece un Bosco dove evitare alberi caduti, seguito poi dalla Miniera d’oro, in cui aprire cancelli per poter procedere e arrivare fino al Castello. Qui Lion scendeva dal suo carrello e doveva scegliere tra due porte che lo portavano casualmente o a dover affrontare un cuoco fantasma lanciatore di padelle o a superare le pale rotanti di mulini a vento. Superate queste avversità, il giocatore doveva scegliere tra tre tubi in cui infilarsi ma uno soltanto lo avrebbe portato alla sfida successiva, mentre gli altri due lo riportavano all’inizio del livello. Trovata la strada giusta, l’intrepido eroe saliva su una navicella spaziale con la quale lanciare raggi laser per sconfiggere robot spaziali e il perfido Malvagius.

Nella terza edizione di The Lion Trophy Show, la storia cambiò nuovamente. Stavolta Lion veniva spedito nel passato da Malvagius e doveva percorrere diverse epoche per poter tornare al presente. Rispetto all’edizione passata, l’ordine dei livelli era totalmente casuale. Poteva quindi capitare di trovarsi nella Chicago anni 30 all’inseguimento di un furgoncino rosso, nell’antico Egitto all’interno di una piramide in cui fuggire da mummie particolarmente affettuose, oppure in un Tempio Precolombiano, considerato il più difficile in assoluto, affrontando enigmi ed ostacoli. Tornato nel presente, Lion si lanciava in un Combattimento Aereo in cui evitare montagne, per poi lanciarsi con il paracadute verso uno scintillante Sottomarino. Sott’acqua bisognava individuare la base di Malvagius e distruggerla con l’utilizzo di missili subacquei.

The Lion Trophy Show

Nella quarta edizione, andata in onda nel 1997 su TMC 2, ci fu un cambio alla conduzione, vedendo l’arrivo di Adriana Volpe in sostituzione della storica Emily De Cesare. La storia rimase la stessa, con l’aggiunta di due livelli: il Medioevo, in cui fuggire da spettri, maghi, guerrieri in armatura e addirittura un drago, e lo Scontro sul Motoscafo, durante il quale sconfiggere gli sgherri di Malvagius. Mentre il primo poteva andare in sostituzione di uno dei tre livelli ambientati nel passato, il secondo si alternava allo scontro aereo, sempre in maniera casuale. La grande novità, però, fu il pregioco tra i partecipanti prima dell’inizio della partita vera e propria. Tre concorrenti si sfidavano a raccogliere più punti possibili nel vecchio livello della Campagna e solo chi faceva il punteggio più alto poteva poi affrontare le sfide nel passato con Lion.

La trasformazione in Lion Network

Erano ormai trascorsi 3 anni dalla nascita del programma e nonostante rimanesse ancora un grande successo televisivo, la rete decise di ampliarlo, trasformalo nella sostanza senza però dimenticare quella dimensione ludica che lo aveva reso famoso. Il programma, quindi, divenne Lion Network, uno show sempre live dove però si dava spazio anche all’informazione, mirata e modulata sempre sul mondo dei giovani. Mentre i momenti di gioco rimasero praticamente identici, tra una partita e l’altra un altro giovane, telefonando, poteva scegliere cosa approfondire tra una lista di tre argomenti. Struttura che venne mantenuta anche nella sesta edizione, con una piccola differenza: ogni giorno era dedicato a un macrotema tra informatica, musica, sport, esplorazione e arte e spettacolo, affidato ognuno a un redattore differente. Confermato il pre-gioco, ambientato però nella Chicago anni 30, il giocatore durante la partita doveva fare attenzione anche al virus Max, che faceva perdere 1000 punti nel caso si scegliesse la strada sbagliata.

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La settima e ultima edizione venne trasmessa tra il 1999 e il 2000, vedendo la sostituzione di Adriana Volpe con Eleonora di Miele e l’eliminazione del pregioco. La sfida rimase invariata, introducendo però il Lion d’Oro che trasportava l’eroe all’interno di uno tra due livelli segreti, il Corridoio Misterioso o la Cloaca, dove poter recuperare moltissime barrette dal valore di 5000 punti l’uno. Purtroppo l’avvento del nuovo millennio vide anche la fine delle avventure del nostro leone virtuale, che forse non trovava più posto in un mondo dove i videogiochi casalinghi erano ormai dilaganti e anche le sale giochi classiche iniziavano a chiudere. Nonostante tutto, però, Lion e la sua trasmissione hanno avuto il merito di aver portato il mondo dei videogiochi in molte case italiane ed essere stato il primo vero esperimento di interattività videoludica in televisione, replicato ed emulato anche successivamente da diverse trasmissioni, tra cui MTV Select. Ma nulla raggiunse mai i cuori dei giovani come il simpatico ed eroico leone con il suo carrello volante.

Andrea Mondati nasce con il gettone per la sala giochi in mano e si massacra le dita distruggendo macchine su Street Fighter. Pur di giocare a Super Mario, prende la scossa armeggiando con un trasformatore rotto. Nella vita di tutti i giorni fa il Videomaker e il Web Editor ed è innamorato delle storie, di tutte le tipologie e forme. Cinema, videogiochi, fumetti e libri sono colonne portanti della sua vita che condivide con coloro che hanno piacere di ascoltare e, naturalmente, raccontare.