Agonismo sportivo e thriller si fondono in una interessante serie che andrà in onda su Paramount+ a partire dal 26 ottobre: Corpo libero narra le vicende – tra competizione, ossessione per il corpo e conflittualità intestine – che andranno “montando” durante una lunga e determinante settimana nella vita di cinque giovani atlete (e il loro entourage) alle prese con qualificazioni, gare, e la possibilità – più unica che rara – di entrare a far parte della squadra olimpica italiana. A narrare in prima persona, al fine di ricostruire i retroscena di un thriller a sfondo sportivo segnato dalla morte di una delle concorrenti e dalle ombre di un probabile e presunto omicidio, è la quattordicenne Martina, ginnasta di talento nonché una delle cinque ragazze partite per quella trasferta in Romania con l’obiettivo prorompente di “emergere”.
Corpo libero: Il lato oscuro del successo
All’interno del suo resoconto dei fatti, accanto a lei, oltre alla coach Rachele (Antonia Truppo) e al medico sportivo (Filippo Nigro), figurano anche Carla, la più insidiosa e volitiva del gruppo, Nadia, sodale di Carla, e poi ancora Anna, la più vessata della squadra, e Angelica. Rientrata in squadra dopo un lungo stop per infortunio, Martina osserva e vive ogni espressione e contraddizione di quella vita da ginnaste che costringe e piega i corpi liberi e leggeri di ragazze minute e appena adolescenti a un rigore mentale e formale che non lascia via di fuga all’immaginazione fervida della loro età. Pasti controllati, routine sanitarie, regole disciplinari, allenamenti serrati e un impegno costante, che associati a una competizione sfrenata, sfociano sempre più di frequente in contrasti e scontri, non solo tra una ginnasta e l’altra, tra una squadra e le sue rivali, ma anche tra le diverse pulsioni di un proprio io. Restare e lottare fino a superare sé stessi e i propri limiti o rinunciare per ritrovare serenità e la libertà di un’adolescenza troppo implosa su sé stessa e forse troppo limitante? Questa l’interessante riflessione a cui sottopone lo spettatore Corpo libero, la nuova serie in sei episodi tratta dall’omonimo romanzo di Ilaria Bernandini e per la regia di Cosima Spender e Valerio Bonelli, che passerà prima nella sezione Alice nella Città – all’interno del programma della Festa del cinema di Roma – per poi approdare su Paramount+ dal 26 ottobre prossimo.
Talenti e conflitti
Nei primi due episodi della serie, scritta a più mani da un team composto da Chiara Barzini, Ludovica Rampoldi, Giordana Mari e la stessa autrice dell’omonimo romanzo Ilaria Bernardini, Corpo libero apre il lungo flashback della protagonista che andrà a esplorare i retroscena di una settimana in cui allo sport, e agli scenari silenti e innevati della location rumena, si sovrappongono le tensioni e gli scontri sempre più incalzanti di un gruppo di atlete tutto al femminile, ognuna delle quali determinata a fare la differenza. L’occhio di Martina, atleta promettente ma reduce da un infortunio e dunque gravata dalla difficoltà di ritrovare coraggio e rimettersi in pista, funge qui da testimone e narratore di una realtà adolescenziale talentuosa e conflittuale, tanto invidiabile quanto costellata da numerose ombre. Martina vive e racconta con dovizia di particolari i desideri, le relazioni, gli scontri, e le controversie di quel mondo di cui lei fa parte integrante, ma al quale non sembra appartenere mai del tutto, e dal quale sembra voler in qualche modo fuggire. “Unico corpo, unico cuore”, ovvero il motto che la coach Rachele cerca di infondere nelle sue ragazze è infatti in perfetta contraddizione con la realtà di quei corpi volanti e bellissimi, intrappolati nel rigore delle regole e in costante conflitto con dei cuori in cerca di una loro libera affermazione.
“Non scappo da una sfida perché ho paura. Piuttosto corro verso di essa, perché l’unico modo per sfuggire alla paura è calpestarla sotto i tuoi piedi”. E in questo “intrico” esistenziale e adolescenziale, la frase della ginnasta Nadia Comaneci diventa così musa e motore di una ricerca d’identità che passa attraverso il superamento dei propri limiti, e lo scontro, diretto e sempre più intenso, con le proprie avversarie. Corpo libero ritrae con precisione registica il lato prettamente atletico della serie (molto belli e coinvolgenti i momenti della gara, e la competizione serrata con il team rumeno) e affronta il tema del successo a tutti i costi con delicatezza e una profondità matura, non banale, avvalendosi di una buona sceneggiatura al servizio di un ottimo cast, e di un’impostazione da thriller che beneficia di un montaggio lineare ma dinamico. Ma a fare senz’altro la differenza è il contrasto simbolico ed emotivo che emerge tra la freddezza dei luoghi e dell’ambiente circostante, e il tumulto interiore, silente ma deflagrante, che lotta per uscire dalla perfezione di quei corpi apparentemente eterei di bambine cresciute troppo in fretta, che hanno messo da parte alla svelta bambole e la loro parte più eversiva per adeguarsi a un mondo adulto fatto di impegno e risultati, per assecondare quello spirito di sacrificio che però, prima o poi, torna sempre a chiedere il conto.
Corpo libero è una coproduzione Indigo Film e Network Movie, in coproduzione con ZDFneo, in collaborazione con Rai Fiction e Paramount+ e in associazione con All3Media International.
Voto: 7