Persona 5 Royal Recensione: pronto a rubarvi il cuore anche su Switch

Persona 5 Royal

Persona 5 Royal non ha certo bisogno di presentazioni da parte di questa recensione, con il suo arrivo su Nintendo Switch festeggiato in tutta la comunità dei videogiocatori nonostante l’età (che non dimostra affatto, anzi). Il JRPG Atlus ha rappresentato un cosiddetto turning point nel mondo videoludico, sia prima in versione Vanilla (quindi pura, senza contenuti aggiuntivi e datata 2016) che poi con l’espansione Royal (rilasciata nel 2019). Laddove, infatti, il mondo degli appassionati fedelissimi del gioco di ruolo alla giapponese non si era lasciato sfuggire i precedenti capitoli della serie, e in generale non siano mai davvero mancate in tempi moderni altre release di JRPG eccezionali, non si può negare che il genere fosse in una fase di stagnazione; limitato da stilemi ed espedienti tanto cari ai succitati fedelissimi, che ne definivano e definiscono l’essenza e l’attrattività come fondamenta immodificabili. Persona 5, pertanto, non si azzardò certo a demolirle in toto, operazione che sta invece tentando Final Fantasy (ma questa è un’altra storia). 

Ciononostante, fu in grado di dare una scossa né troppo forte, né troppo lieve a quelle fondamenta fin troppo stereotipate con un’estetica e una direzione artistica ancora oggi imitata e presa come punto di riferimento da moltissimi nel settore. Non limitata solo al comparto narrativo, ai personaggi, alla scelta di proseguire, quindi, lungo il cammino tracciato dai precedenti Persona di appellarsi al pubblico giovanile giapponese (e ai giovani otaku di tutto il mondo) e trattando il gioco come se fosse una serie anime in tutto e per tutto. Ma anche, e soprattutto, attraverso menù, user interface, elementi estremamente pratici e normalmente trattati troppo spesso come “di servizio”. Utili, e pertanto doverosamente leggibili, scarni e schematici: senz’anima. Persona 5, Royal o meno, l’anima la mise in tutti questi elementi non più secondari, che tratta invece come una potentissima fionda per lanciare il giocatore nell’estetica ultra-pop del gioco anche quando non sta lottando per la sua vita in game. Oggi, possiamo dire che quell’anima la rubò a tutti quegli appassionati, per studiarla e crearne al contempo molti altri del tutto nuovi. Richiamati da una forza espressiva che non era nuova nel mondo videoludico: era solo stata lasciata troppo in disparte. Ma era ed è ancora così intensa che sulla “piccola” Nintendo Switch non ha accennato a diminuire di volume nemmeno per un istante della sua lunghissima avventura attraverso emozioni, sentimenti e reazioni ancora oggi modernissime.

Persona 5 Royal Nintendo Switch Recensione

Un piccolo ripasso

Anche se parlare di spoiler dopo così tanto tempo può sembrare strano, preferisco comunque limitarmi a fornire una sinossi basilare che funga da introduzione ai novizi, e da “salto nel passato” per i giocatori navigati della serie o del gioco. Perciò, se avete completato tutti i finali, compresi quelli aggiuntivi della versione Royal, passate al prossimo paragrafo di questa recensione di Persona 5 Royal per scoprire come gira il gioco su Nintendo Switch (a proposito di spoiler: ci gira MOLTO bene). Il gioco inizia in medias res, con un tutorial essenziale le cui nozioni saranno riproposte moltissime volte in seguito a prova di distrazione; indispensabile, in quanto ci sono tante meccaniche fondamentali da padroneggiare per arrivare a fine avventura in scioltezza. Più che ludico, però, questo tutorial serve a presentarci il protagonista, chiamato Joker, e il suo team avvolto momentaneamente nel mistero. Sagome oscure comunicano quindi con lui mentre incede in un misterioso palazzo (“palazzo”) e combatte contro mostri terrificanti costruiti pelo su pelo, corno su corno con in mente il folklore nipponico e i suoi miti, yokai, spiriti e leggende. 

Per chi non lo sapesse, Persona è una serie nata dalla costola di Shin Megami Tensei, altra sequenza di JRPG ancora più tradizionali e “scolastici”, basato su temi religiosi, mistici, evocativi anche quando più “pesanti” di quelli di Persona. Una serie l’ultimo erede della quale, il quinto capitolo, ho recensito QUI, qualora voleste farvi un’idea generale di quanto sia diverso da Persona 5 Royal (che abbiamo invece recensito e video-recensito QUI). Joker, insomma, intervallando cut-scene anime dall’altissimo valore produttivo a momenti girati in engine di gioco arriva in fondo al palazzo uscendo di scena in modo molto coreografico. Salvo poi essere arrestato da una moltitudine di poliziotti per i suoi “furti spirituali”. Il mistero si fa insostenibile, il giocatore è sull’orlo della crisi di nervi per tutte le informazioni che vorrebbe e che non ha ancora, la tensione si tende come le corde degli strumenti musicali che accompagnano questi momenti con una colonna sonora epocale e memorabile. Finché non inizia il gioco vero e proprio: il racconto di “cosa è successo nei mesi precedenti questo momento” narrato giorno per giorno da Joker durante un interrogatorio lungo tutta la campagna principale. 

A tal proposito, ho solo qualche piccolo monito da fare al riguardo, sempre e comunque senza spoilerare nulla della magnetica storia del protagonista e dei suoi amici. Le risposte che fornite durante l’interrogatorio sono quasi tutte “insignificanti” per la trama, e qualunque di esse generalmente va bene per non incappare in un bad ending, o in uno dei finali brevi che vi leverebbero decine di ore di gioco (e di trama) aggiuntive. Ci sono solo poche, fondamentali risposte potenzialmente deleterie: se non volete andare per tentativi, quindi, vi consiglio di cercare online una delle tante guide “spoiler free” per capire quali siano e come evitarle. Potrei fare un discorso identico per chi avesse desiderio di raggiungere uno dei finali aggiuntivi introdotti con la versione Royal del titolo. In quel caso non sono le risposte all’interrogatorio a fare da trigger per una o l’altra conclusione, bensì il sistema di “rapporti tra personaggi” al quale verrete introdotti naturalmente nelle prime fasi di gioco. Non state troppo a scervellarvi (a meno che non vogliate assistere a un finale specifico blabla, idem come sopra consultate una guida online senza remore) anche perché i rapporti da stringere per ottenere i finali DLC sono posizionati molto avanti nella trama. Ma sappiate, quindi, che persino elementi apparentemente accessori come quelli in Persona 5 possono fare la differenza tra una run e l’altra. Fico, vero?

Persona 5 Royal su Nintendo Switch è semplicemente perfetto

Siamo infine giunti alla parte più attesa della recensione, quella dove vi racconto perché Persona 5 Royal su Nintendo Switch è un acquisto obbligato se possedete l’ibrida Nintendo e non avete mai giocato al JRPG Atlus. Non la parte dove vi ripeto come funziona, che è un JRPG a turni, che è equilibrato ma tendente al difficile e strategico, la parte dove vi ripeterei che Peter Parker è stato morso da un ragno radioattivo (Gasp! Anche se è la trecentesima volta ne resto ugualmente sorpreso!). Se avete bisogno di quelle nozioni, la nostre recensione del gioco su PS4 linkata poco più su risponderà ai vostri dubbi. Mentre io mi concentro, invece, sulla parte nella quale vi scrivo che anche se lo avete provato a suo tempo, magari in versione non Royal, giocarlo in portabilità è un’opzione talmente goduriosa e fedele all’originale che vi chiederete se Atlus non avesse sviluppato il gioco nativamente su Switch sfruttando una macchina del tempo, per poi trasportarlo solo dopo sulle console Sony. Non ci sono rallentamenti, compromessi (quasi, ma ci arrivo) o falli: Persona 5 Royal su Nintendo Switch è forse il modo migliore per godere del longevo JRPG mettendo in atto una fruizione “mordi e fuggi” che nemmeno lui sapeva di poter sfruttare. Se, infatti, le lunghe sessioni notturne o meno sono di certo uno dei tanti e più diffusi metodi per immergersi nelle storie raccontate dai giochi di ruolo alla giapponese, data la dimensione e la lentezza di alcuni passaggi narrativi credo faccia gola a tanti la possibilità di portare con sé il gioco; a lavoro, a scuola, in vacanza avendo con sè solo la piccola Switch e mettendo in sleep mode il gioco con la pressione di un tasto. Specialmente in questo caso in cui, ripeto, il porting è talmente ben realizzato che sullo schermino della Switch è indistinguibile dalle controparti fisse. Oled o meno, insomma (ma se è Oled si sorride di più ammirando le palette cromatiche super vivide) la Switch non solo sopporta, ma addirittura si destreggia leggera e senza sforzo con Persona 5 Royal. 

Piattaforme: Switch, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC

Sviluppatore: Atlus, P Studio

Publisher: Atlus, SEGA

In attesa di scoprire cosa ci riserva il futuro di una saga spin off, quella di Persona, che è stata capace di diventare a suo modo “principale” anche più della sua serie madre, poter giocare e scrivere una recensione di Persona 5 Royal su Nintendo Switch è un lusso che non credevo mi sarei mai potuto permettere. In un mondo videoludico dove le versioni in Cloud sembrano essere diventate la soluzione più semplice per aggirare i limiti tecnici della Switch con porting da mondi console più performanti, Atlus ha compiuto una scelta consapevole e saggia, recapitando un porting eccellente che non fa rimpiangere il salotto di casa. Come anticipavo, qualche compromesso tecnico è stato evidentemente necessario, distribuendo però il lavoro principalmente sulle parti del gioco meno “rilevanti” in termini di spettacolarità e importanza generale. Immutate sono le scene anime, e ci mancherebbe, immutati sono i combattimenti e le animazioni, i dettagli e le caratteristiche dei personaggi principali e delle loro Persona. Al punto che un po’ di pop in durante l’esplorazione delle aree più dense, qualche texture meno rifinita, la risoluzione che si abbassa per favorire la Switch sono dazi che pago più che volentieri per potermi emozionare su uno dei miei videogiochi e JRPG preferiti di sempre ovunque vada nel mondo, con solo la mia Switch in borsa. Attenti, quindi, solo ai borseggiatori; ladri molto meno gentiluomini di quelli rappresentati da Atlus in un confermato, riconfermato e controfirmato capolavoro moderno. Anche su Nintendo Switch.

VOTO: 9.5

Vive in simbiosi con la sua Switch, segnato da un'infanzia vissuta solo sulle console Nintendo portatili. Persino la sua prima console Sony è stata la portatile PSP, il che è tutto dire. Monta video da quando erano ancora di moda gli AMV su Dragon Ball, e si usava Movie Maker pensando di essere i nuovi Spielberg. Malato di giochi competitivi ed E-sport, ma anche dal lato opposto dello spettro di GDR e Story Driven, pochi titoli si salvano dalle sue spire, e solo perchè ogni tanto deve anche nutrirsi e dormire. Ha scritto questo testo, ma di solito non parla di sè in terza persona. Così, per dire.