Il Ragnarok, ossia la caduta degli dei norreni, una serie di eventi catastrofici che si conclude con la morte di gran parte delle divinità della mitologia norrena, tra cui Thor, Loki, Tyr, Heimdallr e lo stesso Odino, oltre alla distruzione del regno di Asgard per mano della spada incandescente del potente Surtr. E dove ci sono morte e distruzione di divinità, non può non essere presente il mitologico Kratos, ex-dio della Guerra greco ritiratosi da anni a Midgard per seppellire il suo passato. God of War Ragnarok, opera realizzata da Sony Santa Monica Studio, racconta il Ragnarok dal punto di vista del nostro protagonista, di suo figlio Atreus/Loki e dei loro alleati. Dunque, all’evento più importante della mitologia norrena, lo studio di Sony Interactive Entertainment aggiunge 2 varianti, ossia Kratos e il suo figlioletto ormai adolescente, realizzando di fatto uno dei videogame più incredibili che siano mai approdati su piattaforme PlayStation.
La serie, arrivata per la prima volta su PlayStation 2 nel 2005 come hack and slash game dal ritmo frenetico, ci ha già enormemente sorpreso quando nel 2018 ha raggiunto il suo apice con un drastico cambiamento, diventando di fatto un action-RPG con l’introduzione di sezioni a mondo aperto (un semi open-world però), oltre a proporre una meccanica di combattimento che prevede la presenza di un compagno, Atreus, controllato per il 90% dall’IA e pronto ad aiutarci in battaglia. God of War (2018) nasce grazie all’ispirazione avuta da The Last of Us, con Santa Monica Studio che prende dal capolavoro di Naughty Dog ciò di cui aveva bisogno, ossia una narrazione più profonda e nuove meccaniche per il gameplay. Con Naughty Dog che ha poi deciso di alzare l’asticella con l’avvento di The Last of Us Part II, lo studio di Santa Monica ha deciso di raccogliere la sfida, alzando di fatto anche la sua di asticella e sviluppando la sua migliore opera. E ancora una volta, la fonte di ispirazione permetterà a tutti noi di godere di un sequel che, dopo averlo giocato fino in fondo, possiamo affermare che batte il suo predecessore sotto ogni punto di vista: narrazione, trama, gameplay, meccaniche di gioco, caratterizzazione dei personaggi e, per quelli che tengono a queste cose, anche grafica e prestazioni. Nella recensione che stiamo per proporvi, vi diciamo doverosamente che saranno presenti in minima parte alcuni spoiler, non sulla trama, ma bensì necessari per potervi illustrare alcune delle nuove meccaniche di gioco proposte in God of War Ragnarok. State tranquilli però, perché ciò che la nuova storia ha da raccontarvi lo scoprirete voi stessi quando finalmente avrete tra le mani il gioco.
God of War Ragnarok: la prudenza di un padre, la determinazione di un figlio
Se God of War ci metteva davanti al viaggio verso Jotunheim per disperdere le ceneri di Faye (moglie dei Kratos) per onorare le sue ultime volontà, con Kratos pronto a rievocare la sua Furia per distruggere chiunque gli ostacolasse il cammino, ciò che God of War Ragnarok ci racconta è qualcosa di inaspettato. Il Ragnarok sarà inevitabile, ma i motivi per cui verrà richiamato vanno ben oltre rabbia, ira e vendetta! Come vi abbiamo anticipato nel nostro provato del gioco, Kratos e Atreus hanno anticipato l’arrivo del Fimbulvinter (l’inverno che dura 3 estati e che anticipa l’arrivo del Ragnarok) abbattendo Baldur, fratello di Thor e figlio di Odino. Nonostante ciò, gli esseri superiori non vogliono la guerra e al nostro barbuto amico la cosa sta più che bene. Dopotutto, si è ritirato a Midgard proprio per non essere più quello di una volta! Come sappiamo però, tutti gli avvenimenti futuri sono stati già anticipati da alcune tavole, che non solo hanno predetto che il Ragnarok non potrà essere fermato, ma hanno illustrato anche il destino dei nostri 2 protagonisti. Dunque, da una parte ci sarà Kratos con la sua ferma volontà di non scendere in guerra, proponendo di fatto un ex-dio della Guerra più saggio e più propenso al ragionamento, con l’altra faccia della moneta rappresentata da Atreus, che invece sente sempre di più il peso di essere Loki, di voler a tutti i costi sapere quali mosse compiere e cosa gli riserverà realmente il futuro. Quindi, se Kratos rappresenta l’uomo vissuto che non dà peso a profezie, previsioni e chi più ne ha più ne metta, Atreus invece è pronto a seguire le sue convinzioni, convinzioni che lo porteranno addirittura a separarsi momentaneamente da suo padre e intraprendere strade differenti!
Il rapporto Kratos-Atreus è il primo punto di svolta che rappresenta la maturazione del gioco in termini di trama e narrazione: l’adolescente Atreus ha finalmente ricevuto la fiducia di suo padre, che riconosce ora il suo valore in battaglia, tanto da non affibbiargli più l’appellativo di “ragazzo”, ma chiamandolo per nome. Al loro rapporto però manca ancora qualcosa, ossia l’amore padre-figlio, un valore che in questo caso si ottiene solo quando il legame viene spezzato da fattori esterni. Qui i fattori esterni sono tanti: i dubbi di Atreus, la ferma volontà di Kratos di non voler iniziare altre guerre contro nuove divinità… e ovviamente le scelte sbagliate del ragazzo, che ancora immaturo dovrà compiere l’estremo errore prima di tornare sui suoi passi. Per sua fortuna, ad accoglierlo ci saranno sempre le possenti braccia del padre!
La trama dunque, il fiore all’occhiello di God of War Ragnarok! Già, perché questa volta non parliamo più di un semplice viaggio, ma della costruzione di eventi e rapporti narrati in maniera egregia che porteranno antichi rancori ad essere soppressi, ricucendo rapporti insperati che apriranno a nuove soluzioni in termini di gameplay (ma questo lo vedremo tra poco). In God of War Ragnarok non esistono cut-scene e gameplay, ma tutto si mischia per generare una narrazione continua. Le centinaia di migliaia di linee di dialogo introdotte nel gioco fanno sì che anche quando saremo in piena azione, il racconto della storia non farà altro che proseguire. Di fatto, i personaggi non stanno quasi mai in silenzio e non, per la nostra gioia, raramente abbiamo assistito a momenti morti e silenziosi. Kratos, Mimir e Atreus (ma non solo loro) hanno la parlantina infinita, ma anche gli altri personaggi non scherzano. Questo è evidente fin dalle prime fasi del gioco!
Una volta avviato God of War Ragnarok, si passa subito all’azione: Kratos che attende Atreus in una grotta, pronto a tornare a casa con il figlio su di una slitta trainata dai lupi. L’inizio del gioco vuole richiamare “aperture” già vissute con The Last of Us Part II e Red Dead Redempion 2 (le epiche scene a cavallo), ma la tranquillità non è di casa a Midgard. Neanche il tempo di ammirare il magnifico panorama ghiacciato e innevato, che Freya subito tenta un nuovo assalto ai due: la dea vuole vendicarsi della morte del figlio Baldur e, come già visto in uno dei trailer, tenta l’ennesimo agguato che ovviamente va a vuoto. Respinta la nemica, dopo una commuovente scena che fa capire fin da subito le intenzioni degli sviluppatori, si vivranno una scia di eventi adrenalinici che porteranno alla costruzione intricata di rapporti con vecchi e nuovi personaggi attraverso la visita di tutti e 9 i regni della mitologia nordica, cui culmine sarà l’inizio del Ragnarok, su cui ovviamente gira l’intero gioco.
La narrazione secondo Santa Monica Studio
Le differenze a livello di narrazione e trama tra God of War e God of War Ragnarok oltre ad essere nette, ci consentono di affermare come Santa Monica Studio sia ora uno studio più maturo e pronto ad offrire futuri titoli accompagnati da una scrittura e da dialoghi di stampo cinematografico. Se God of War, aveva come tema centrale, e lo ribadiamo, era il viaggio, con Kratos e Atreus che dal punto A (casa loro) avevano come scopo quello di raggiungere il punto B (Jotunheim), viaggiando tra i vari regni per poter raggiungere il proprio scopo, in God of War Ragnarok i 2 vengono inghiottiti in un gioco pericoloso che continua a mutare sia a causa della ferma volontà del padre, sia perché la determinazione del figlio non fa altro che alimentare il fine ultimo della narrazione, ossia l’avvento del Ragnarok. Il nuovo God of War dunque rilegge la mitologia norrena raccontandoci una storia dai tantissimi risvolti narrativi, con una trama mai banale (e questo è un bene) e che richiama molto anche alcuni aspetti del passato di Kratos e il suo matrimonio con Faye. Alcune sequenze molto sentite ci apriranno gli occhi sul perché la donna ha deciso il luogo dove far spargere le sue ceneri, sulla natura dell’albero con le mani dorate e sul perché il Fantasma di Sparta mostrava tanta freddezza verso il figlio.
Se dunque in God of War padre e figlio erano 2 pellegrini senza una fissa dimora durante il loro viaggio, qui esiste una sorta di “base” dove vengono prese scelte azzardata e decisioni ferme. Questa base, che però non funge da hub principale, richiama molto quella presente in Horizon Forbidden West per quanto riguarda l’adunata degli alleati, che man mano si univano ad Aloy per mettere su il piano finale e scendere in guerra. A nostro avviso 2 sono le cose che hanno ampiamente funzionato: la prima è il rapporto che Kratos ha sia con Mimir, ormai considerato come un fratello e persona a cui chiedere consigli e con cui confidarsi, e il redivivo ricordo di Faye, che libera il nostro da alcune catene mentali, facendogli provare per la prima volta un affetto mai provato per il figlio Atreus, unico vero “bene” che ormai gli è rimasta nella sua vita. Ecco perché un dio della Guerra può scatenarsi anche se spinto dall’amore e solo la sapiente sceneggiatura dello studio è riuscita a raggiungere questo scopo. L’altro aspetto narrativo più che azzeccato è stato quello di far confrontare Atreus con personaggi della sua età: qui entrano in scena prima Agrboda (già vista nei trailer), che nella narrazione ha un ruolo più che fondamentale, e poi Thrud, la mitologica e ribelle figlia di Thor, con cui Atreus instaura un rapporto di amicizia. Ogni personaggio incontrato dunque ha il proprio ruolo di spessore nell’intera storia, che si tratti di vecchie conoscenze o nuovi incontri. Inoltre, i personaggi già incontrati in passato hanno un’impatto superiore sulla narrazione: l’esempio più lampante sono i nani Brok e Sindri, prima utili solo a dare martellate su armi e armature, e adesso veri e propri personaggi chiave del racconto. Un racconto in grado di emozionare, di lasciare a bocca a aperta e di farci provare anche delle sensazioni di vuoto e di vendetta nei confronti di nemici e avvenimenti, che ahinoi non potremo per nulla cambiare.
La nostra run ha toccato quota 35 ore prima di assistere ai titoli di coda finali, 35 ore intense, ma che ovviamente non sono state tutte destinate al completamento della storia principale. Ribadiamo che qui non esistono quest secondarie, ma Favori da portare a compimento. Favori con obiettivi ben definiti e che spesse volte ci hanno fatto dimenticare di essere “fuori strada”, il che è un bene perché sta a significare che nessuna attività all’interno dei 9 regni risulta banale. Tra esplorazione e completamento di favori vanno detratte dalle nostre 35 ore circa 7-8 ore (forse di più): a questo punto possiamo affermare (quasi) con certezza che la sola trama principale vi terrà incollati alla console almeno 26 ore. Parliamo di un arco di tempo che si sviluppa tra cut-scene che propongono un mix di azione, emozione, incredulità e dolore, unite ad un gameplay dinamico sia per quanto riguarda i combattimenti che i dialoghi dei personaggi. Il climax finale di tutto ciò sarà un epico combattimento con una sequenza assurda e un finale difficilmente prevedibile. A ciò va aggiunta una cosa: le nostre 35 ore sono già aumentate, dato che God of War Ragnarok presenta attività post-titoli di coda che non si limitano al solo completamento delle cose lasciate in sospeso, ma le nostre azioni finali porteranno in dote delle conseguenze che dovremo risolvere fin da subito!
Un gameplay che rivoluziona nuovamente la serie
Nella nostra prima prova abbiamo parlato di more of the same e di fatto non vi avevamo mentito, perché fino a quel momento il nuovo titolo della saga non si discostava molto dal suo predecessore. Non appena abbiamo superato il limite in-game imposto dalla “preview”, God of War Ragnarok è praticamente cambiato… in meglio ovviamente! Il gameplay non propone dei semplici miglioramenti, ma parliamo di una vera e propria evoluzione di tutte le meccaniche di gioco, con l’aggiunta di nuovi elementi che rivoluzionano l’intero sistema di combattimento. Il limite di un singolo personaggio utilizzabile e di una spalla che si limita al compitino viene abbattuto da Sony Santa Monica in maniera inaspettata. In primis, non esiste più un protagonista e un co-protagonista: Kratos e Atreus di fatto sono i due protagonisti del gioco. Già, perché Atreus diventa un personaggio giocabile con le sue abilità personali e la possibilità di ottenere nuovi equipaggiamenti, anche se in maniera più limitata rispetto al vecchio padre. Le sezioni con Atreus sono davvero tante e tutte importanti e rilevanti a livello di trama. Non parliamo dunque di un contentino dato al personaggio e alla sua fanbase, ma di tante ore di gameplay dedicate a questo “nuovo” protagonista, capace di dimostrare di essere in grado di sostenere il peso del gioco e delle azioni anche senza la presenza su schermo del suo papà. Questo potrebbe aprire interessanti prospettive per il futuro della serie!
Dunque, due protagonisti pronti a dividere la narrazione in più filoni, ma allo stesso tempo senza snaturare l’essenza del gameplay! Quando pad alla mano si utilizza Kratos, il più delle volte è Atreus ad accompagnarci, ma, altra novità, a questo giro si potrà contare su più spalle e su di una co-protagonista d’eccezione. Alcune delle spalle non ve le diciamo perché il loro reveal impatterebbe troppo sulla storia e sulla sorpresa che sicuramente non vogliamo rovinarvi, ma quello che possiamo e DOBBIAMO dirvi è che ad accompagnarci nel corso delle visite ai 9 regni si alterneranno Sindri, Brok e, soprattutto, la nuova co-protagonista Freya. Si, proprio lei! A differenza delle altre spalle, Freya, che però rispetto ad Atreus non potrà mai essere utilizzata dal giocatore, entrerà a far parte a tutti gli effetti del gruppo e quindi del menu delle personalizzazioni, garantendosi nuove armi, armature, evocazioni runiche e persino i suoi alberi delle abilità. Dunque, anche lei, come Kratos e Atreus, potrà guadagnare i suoi punti esperienza da spendere per potenziarsi e aumentare il suo peso in battaglia. Peso che, a differenza del prequel, si sentirà molto da parte dei semi-PNG. Se prima avevamo dalla nostra parte un piccolo Atreus che a parte tirare frecce (a nostro comando e non) infastidiva leggermente i nemici, con l’avvento delle nuove meccaniche avremo delle spalle più utili e combattive, che a loro volta evolveranno il gameplay in base alle abilità attive e passive che metteranno in campo.
Quando Atreus, Freya, Sindri e Brok verranno insieme a noi, si daranno un gran da fare sia in battaglia, menando come fabbri, sia durante l’esplorazione, aiutandoci a risolvere i puzzle ambientali o indicando la via da seguire. Tornando alle battaglie, ovviamente la pressione del tasto QUADRATO permetterà loro di lanciare frecce o altre armi da lancio contro i nemici, mentre la pressione prolungata del tasto coinciderà con l’utilizzo di un’abilità più dannosa. Altre spalle invece, che non andremo ad indicarvi, si comporteranno come NPC fatti e finiti, agendo in battaglia in totale autonomia. Se tutto ciò rappresenta una delle evoluzioni del gameplay e del sistema di combattimento, che abbiamo accolto più che positivamente, anche le altre nuove meccaniche aggiunte non sono da meno!
Botte ancora più da orbi!
Come detto prima, God of War Ragnarok si basa su meccaniche action-RPG, mantenendo però un gameplay ricco di azione e adrenalina. Ciò che ha fatto il team di sviluppo è stato quello di proporre le basi del precedente titolo, andando però a migliorare alcune meccaniche, evolvendo così ogni singolo aspetto del gameplay e del combat-system. In primis, l’arsenale di Kratos è composto per gran parte del gioco dalla solida Leviatano (elemento ghiaccio) e dalle mortali Lame del Caos (elemento fuoco), disponibili questa volta fin dall’inizio. Alle due armi però va aggiunta anche la nuova lancia Drapunir, che offre al nostro il potere del vento, garantendo nuove combo devastanti e nuove abilità che metteranno a dura prova i nemici. Sulla falsariga del predecessore, possiamo accedere a 3 alberi delle abilità per ogni arma. Le abilità però questa volta possono essere evolute con i Gettoni Mod, che implementano una nuova abilità a scelta sull’abilità modificabile. Kratos, Atreus e Freya possono utilizzare i propri punti esperienza in 3 distinti alberi: Tecnica, Distanza e Mischia, con padre e figlio che essendo personaggi giocabili potranno attingere ad abilità passive e attive. Fanno ritorno anche gli attacchi runici leggeri e pesanti, con il loro livello aumentabile spedendo punti EXP, mentre i tanti Cimeli raccoglibili daranno accesso ad abilità attivabili in grado di garantire vantaggi offensivi o difensivi. Leviatano, Lame del Caos e Drapunir però hanno delle nuove abilità in battaglia: le lunghe combo ci consentono di attivare un nuovo potere che potenzia le armi rendendole ancora più pericolose. E questo ci piace!
Grande cambiamento è avvenuto anche nella Furia di Sparta: se nel prequel era possibile usare solo la Furia, i sentimenti a cui Kratos andrà incontro hanno generato nuove varianti della sua forza interiore: la già conosciuta Furia lo rende una belva in battaglia; il Valore gli consente di ottenere parte della vita; l’Ira consente di colpire un nemico e ottenere salute se il colpo risulta mortale. Anche Atreus ora ha un potere simile (attivabile sempre con la pressione di R3 ed L3), ma la sua non risulta essere una trasformazione interiore, ma addirittura esteriore (è pur sempre Loki)! Tra le armi figura anche lo scudo e il motivo è il seguente: d’ora in avanti gli scudi avranno sia potere offensivo che difensivo. Non c’è più il solo Scudo del Guardiano, ma sarà possibile trovare e utilizzare diversi scudi, tutti potenziabili dai nani. Alcuni scudi hanno notevoli capacità offensive o contrattacchi letali, altri si dimostrano invece più propensi alla difesa e capaci di resistere ad attacchi più potenti. Agli scudi si aggiungono poi i Rond, che offrono statistiche e abilità supplementari. Volete altre novità? Eccovi accontentati: l’intero sistema basato sulla rarità delle armature è stato eliminato. Ora le armature trovate devono essere per forza di cose sempre riparate dai nani e non presentano una rarità specifica. Grazie ai materiali trovati sarà dunque possibile aumentarne il livello, fattore che insieme alle armi e agli altri equipaggiamenti permetterà a Kratos di aumentare sia le sue statistiche, sia il suo livello. Ovviamente più il livello dell’equip sarà alto, più la rarità dei materiali necessari per evolverlo aumenterà! Dulcis in fundo, l’Amuleto, uno strumento in grado di contenere incantesimi capaci di garantire a Kratos ulteriori vantaggi durante i combattimenti. L’Amuleto di Yggdrasill, questo il suo nome, necessità di riparazioni per ottenere nuovi castoni, mentre i vari incantesimi possono essere sia singoli, sia dei veri e propri set. In questo caso occorre necessariamente ottenere il set completo per sbloccarne i vantaggi. Tutto ciò viene indicato da un nuovo menu più accessibile, che vi permetterà di gestire tutto l’arsenale, gli equipaggiamenti e le abilità in maniera più diretta.
Se le nuove meccaniche ci mettono di fronte ad una vera e propria evoluzione, anche il combat-system offre dei miglioramenti in grado di rendere ogni combattimento più adrenalinico che mai. I tanti nemici, creature, mostri e divinità che affronteremo mettono in campo un livello di difficoltà sempre crescente e ognuno di essi dovrà essere affrontato nella giusta maniera e con le giuste armi. Sarebbe banale dire che i nemici ghiacciati vanno affrontati col fuoco e viceversa, ma la banalità non è mai di casa in God of War Ragnarok. Alcuni avversari si affrontano semplicemente con il Leviatano, ma quando improvvisamente tornano in vita come guerrieri di Hel tocca passare alle Lame del Caos per infliggergli un quantitativo maggiore di danni. Inoltre, le 3 armi, grazie alla rapida intercambiabilità tra di loro, possono generare combo su combo con le abilità giuste. Tornando ai nemici, oltre ai colpi imparabili (rossi), possono utilizzare colpi più potenti degli attacchi normali (contraddistinti dal colore giallo), che possono essere evitati o parati, ma non sono contrattaccabili. Inoltre, con lo scudo non appropriato, questi colpi possono sbilanciare Kratos, aprendo dannose e mortali aperture per i nostri avversari. A questi colpi si aggiungono anche alcuni attacchi speciali (contraddistinti in questo caso dal colore azzurro chiaro), bloccabili solo da un colpo di scudo (doppia pressione di L1). Questi nuovi fattori impattano molto sul combattimento, costringendoci a non distrarci mai. A tutto ciò, va aggiunto anche l’elemento Bifrost, un nuovo potere in grado di infliggere ingenti danni!
Il combattimento dunque è più appagante e intrigante che mai, e viene reso ancora più vivo grazie alle spalle, utili sia a dare botte che indicarci i nemici e le loro mosse, oltre al sempre vigile Mimir capace di localizzare gli avversari e la direzione dei loro attacchi. Come sempre, una volta storditi i nemici è possibile brutalizzarli con epiche uccisioni, sempre spettacolari e splatter. Le difficoltà maggiori le sia avranno sia contro i nemici più potenti, sia quando su schermo ne appariranno troppi da tenere a bada, ma anche contro boss, boss opzionali e mini-boss. La sensazione che si ha però è che con il giusto livello e gli equipaggiamenti livellati, il livello di difficoltà degli scontri tende a scendere di parecchio. Inoltre, l’introduzione della lancia Draupnir ha reso le cose ancora più facili! A nostro avviso si tratta di un’arma troppo potente per gli standard del gioco, che mischia velocità e potenza generando combo letali. Troviamo significativo da parte degli sviluppatori aver introdotto una nuova arma, dato che se ne sentiva il bisogno. Forse però, gli amanti delle sfide ne avrebbero preferita una meno potente. Tirando le somme, finalmente l’intero sistema di combattimento ha subito l’evoluzione definitiva: Santa Monica Studio ha operato bene, cercando di staccare da God of War Ragnarok l’etichetta di more of the same del suo predecessore. A nostro avviso l’operazione è riuscita magnificamente, rendendo i combattimenti appassionanti e appaganti. Inoltre, è l’intera struttura a funzionare: c’è un motivo ben preciso se Freya diventa la co-protagonista del gioco e sul perché QUEI personaggi diventano i partner di Atreus. Nessuna forzatura, tutto scorre in maniera naturale e l’entrata in scena di determinati personaggi non fa altro che arricchire sia la trama, sia il gameplay.
God of War Ragnarok: Midgard e i 9 regni come non li avete mai visti prima
Nessuno è mai riuscito nell’impresa di visitare tutti e 9 i regni, neanche Odino! In sintesi sono le parole che Mimir dedica ad Atreus, primo (ma non unico) ad aver compiuto tale impresa nel corso del gioco. I più attenti ricorderanno come “il padre di tutti” abbia chiuso l’accesso ai 9 regni e reso la sala del Bifrost praticamente inutilizzabile, ma Kratos e Atreus hanno un vantaggio: dalla loro parte hanno Sindri e Brok, i nani che grazie al passaggio mistico hanno praticamente ricollegato 8 regni su 9, mentre Asgard diventa sì accessibile in questo gioco, ma non facilmente raggiungibile. Dunque, a differenza di God of War, Ragnarok ci porterà a calpestare ogni regno norreno esistente! Dopo Midgard, Alfheim, Muspellheim, Niflheim, Helheim e Jotunheim, tutti nuovamente accessibili e parte importante della narrazione, potrete finalmente raggiungere anche Svartalfaheim, Vanaheim e Asgard. Svartalfaheim e Vanaheim sono i regni dove passerete gran parte del tempo, ma le azioni e le decisioni di Kratos e Atreus li condurranno anche nelle altre location. Partiamo da un presupposto importante: un po’ di backtracking sarà presente, ma un buon 80% dei luoghi calpestati sarà praticamente nuovo agli occhi dei giocatori!
Tutti i regni hanno il proprio fascino, i propri colori e le proprie condizioni climatiche e atmosferiche. Midgard però resta sempre Midgard e in inverno diventa praticamente una gioia per gli occhi! L’intera zona è stata catturata dal Fimbulvinter e neve e ghiaccio sono praticamente ovunque, dominando l’intero regno. Il colpo d’occhio è veramente eccezionale e la potenza di PlayStation 5 ha contribuito nel rendere più reale che mai il lungo inverno. Tracce che restano indelebili sulla neve, lastre di ghiaccio che riflettono le figure di personaggi, alberi, nemici e luce, oltre a nuovi nemici da affrontare, a cominciare da temibili banditi e le loro versioni provenienti da Hel. Se in passato Midgard fungeva da location principale, in God of War Ragnarok viene invece messa al pari degli altri regni. Ciò che affascina però è sicuramente la maestria di Santa Monica Studio nel rendere il regno un “nuovo” ambiente da esplorare. Vi domanderete come? Il Lago dei Nove, non più attraversabile con l’immancabile barca dato che ormai è diventato tutto ghiacciato, diventa dunque esplorabile solo con la slitta. I vari punti d’interesse, un po’ meno rispetto a quando l’acqua non era ghiacciata, sono cambiati e permettono di accedere a nuove zone, rendendo l’intera area comunque una grande zona aperta (semi open-world come prima). L’esplorazione in Ragnarok diventa ancora più fondamentale, dato che necessiterete di quanto più argento possibile per acquistare o potenziare l’equipaggiamento. E come detto in occasione del provato, pare che il team di sviluppo abbia voluto incentivare ancora di più la fase esplorativa e “open” del gioco. Le ricompense e gli scrigni sparsi per le location secondarie sono sensibilmente aumentati, così come i Favori (ossia le queste secondarie) offrono ricompense migliori. Ci sono mappe del tesoro che permettono di trovare preziose reliquie o oggetti utili in battaglia, mentre fanno ritorno con qualche meccanica nuova di zecca i forzieri apribili solo scovando e attivando le varie rune. Al loro interno? Mele e Corni che come sempre torneranno utili per aumentare le barre di Vitalità e Rabbia.
E da cosa si denota la maniacalità degli sviluppatori nel dare il giusto spazio all’esplorazione? Dalle tante aree aperte sparse per i 9 regni, con alcuni di essi che propongono proprio delle grosse zone piene zeppe di favori da completare e aree di interessa da raggiungere e completare. Oltre al Lago dei Nove ghiacciato, a Svartalfaheim e Vanaheim vi ricongiungerete con la vostra fida barca, che vi condurrà in tanti posti e vi permetterà di riascoltare le storie narrate da Mimir e Kratos. Volete ascoltarle tutte? Non vi resta che passare quanto più tempo possibile sulla barca, ma a detta nostra non pensiamo che possa mai esserci una fine alle storie narrate. Inoltre, è presente un’intera area desertica percorribile in slitta: parliamo di una zona dannatamente enorme e piena zeppa di bottini, boss nascosti e aree gigantesche tutte esplorabili. Ne volete ancora? Le Valchirie sono state sostituite da potenti guerrieri Berserker dislocati nei 9 regni: sono davvero potenti e vi servirà un livello molto alto e tanta pazienza per poterli abbattere tutti. Per batterli non resta che trovare le loro tombe, che potranno essere attivate soltanto ad un certo punto del gioco. A tutto questo va aggiunta un’altra variabile: molte delle aree saranno accessibili solo dopo aver ottenuto determinati poteri o col partner adatto per aprirvi la strada. Dunque, bisognerà essere bravi nel ricordare tutte le strade precedentemente bloccate!
Dunque, dopo aver passato 3 anni tra i gelidi ghiacci di Midgard, sarà una vera gioia per Kratos e Atreus rivedere i vecchi mondi ed esplorare di nuovi. Gioia per loro, esplosione sensoriale per noi! Il motore grafico proprietario di Santa Monica Studio non ha nulla da invidiare al Decima Engine di Guerrilla Games o quello proprietario di Naughty Dog. Gli scenari realizzati sono mozzafiatanti e ogni regno è stato realizzato secondo la propria morfologia, mettendo in scena un impatto grafico senza precedenti. Detto di Midgard, è difficile non restare ammaliati dai colori sgargianti e accesi di Jotunheim, dalle rocce laviche di Muspellheim o dall’assurdo panorama di Asgard, cui paesaggio visto dall’alto ricorda le affascinanti terre percorse da Sam Porter Bridges in Death Stranding. E questo è un paragone che non può che far piacere a quelli di Santa Monica Studio! Gli unici fattori ambientali che potrebbero far storcere il naso a chi si avventurerà in questo epico viaggio potrebbero essere i troppi enigmi e puzzle ambientali proposti soprattutto nelle prime ore di gioco, che rallentano sensibilmente lo scorrere dell’azione e della narrazione. In alcune occasioni ne arrivano fin troppi, uno dietro l’altro, ma siamo stati contenti nell’apprendere che già da prima della metà del gioco l’abuso di questi espedienti sia stato lasciato alle spalle. Location, personaggi e nemici incontrati e ogni singolo tesoro trovato poi vengono registrati da Kratos e Atreus nel diario, con i due che in queste pagine lasciano anche dei commenti che mettono in risalto il loro carattere e gli aspetti più nascosti della loro personalità.
Grafica, prestazioni e audio da next-gen, ma con qualche dubbio
Già dai primi trailer e dai primi gameplay avevamo avuto la sensazione di avere davanti a noi un gioco pronto a fare quel salto di qualità atteso da tutti. Le aspettative non sono state deluse. Detto in precedenza di come le location abbiano la capacità di lasciare a bocca aperta, completiamo la nostra analisi del comparto grafico del gioco dicendovi come la scelta stilistica degli sviluppatori abbia intrapreso una strada che li ha portati a non voler toccare il fotorealismo, sia per quanto riguarda molte delle location presenti, sia soprattutto quando si parla del design dei personaggi. Sembra surreale da dire, ma quei dettagli maniacali riscontrati in un titolo della passata generazione quale The Last of Us Part II sono del tutto assenti in God of War Ragnarok, nonostante il gioco dia il meglio di sé su next-gen. Il design di Kratos e Atreus ovviamente spicca su tutti, con l’ex-dio della Guerra che presenta rughe ben definiti, muscoli ben scolpiti e molti altri dettagli. Sul suo volto è ben visibile il sudore e anche il suo respiro e visibile sia durante gli affanni, sia quando l’aria gelida di Midgard viene respirata ed espirata. Ma se i due protagonisti sono stati realizzati con la giusta cura, non si può dire lo stesso dei personaggi secondari e dei vari antagonisti presenti nel gioco. I loro volti sembrano proporre dei dettagli mancanti, sensazioni avute in altri titoli firmati PlayStation Studios. Oltre a ciò, anche i capelli dei personaggi propongono un effetto “plastica”, restando incollati e non dando quasi mai quella sensazione di fluidità. Tra cut-scene e gameplay non vi è alcuna differenza e spesse volte è capitato di muove i tasti pensando di essere al comando del personaggio quando in realtà eravamo in piena scena d’intermezzo. Nonostante ciò, in rare occasioni il nostro occhio è riuscito comunque a percepire un sottile cambio di qualità tra cut-scene e gioco vero e proprio. A darci soddisfazione sono senza ombra di dubbio le espressioni facciali, che sicuramente danno quel tocco di vitalità a gran parte dei personaggi. Ma anche in questo caso, c’è chi manifesta più espressività e chi fa un po’ più fatica. La differenza con il precedente gioco però è tangibile, soprattutto su PlayStation 5 (unica versione giocata da noi).
Le prestazioni del gioco invece sono risultate più granitiche che mai! “Favorisci prestazioni”, ossia la modalità grafica che dà il boost al frame rate propone un dettagli grafico comunque eccezionale, con il frame rate che si mantiene sempre sui 60 fps, non scendendo mai sotto questa soglia. Ovviamente, a differenza del titolo precedente, i 60 frame al secondo rendono l’azione più esplosiva che mai, generando epici scontri che fanno scorrere adrenalina a fiumi. Inoltre, nuove patch dovrebbero migliorare ancora di più le prestazioni, ma non osiamo immaginare cosa possa esserci ancora da migliorare, così come a causa della mancanza di mezzi ci è difficile immaginare Kratos e Atreus menare i nemici a 120 fps. Come sempre, anche l’SSD di PlayStation 5 compie egregiamente la sua parte: dopo il caricamento iniziale (durata pochissimi secondi), nel gioco non è presente alcun caricamento. Anche dopo la morte il ritorno in-game è praticamente immediato. Ovviamente, qualche espediente per caricare rapidamente l’immenso mondo di gioco deve esserci e probabilmente, ma questa è una nostra supposizione, qualche caricamento potrebbe essere nascosto all’interno del passaggio mistico durante lo spostamento tra i vari mondi, mentre ci è difficile credere alla storiella dei caricamenti nascosti quando si attraversano le strettoie. Parlando invece del DualSense, il controller di PS5 propone un buon feeling col gioco, soprattutto per quanto riguarda i grilletti adattivi: il tasto R2 resta saldamente ancorato e necessita un po’ più di forza quando si tratta di utilizzare l’arco (soprattutto in determinati momenti del gioco) e durante l’esecuzione di alcuni colpi d’ascia. Dunque, ci riteniamo più che soddisfatti delle prestazioni del gioco: l’onnipotenza di Kratos si è scontrata contro l’enorme potenza di PlayStation 5, trovando un valido avversario che non ha mai mostrato il minimo segno di cedimento!
Passando al comparto audio, l’intero gioco è accompagnato da una colonna sonora in grado di trasportarci nelle terre del nord, garantendo una soundtrack ricca di canti norreni che si esaltano soprattutto durante le sequenze più emozionanti e ricche ti pathos. Il culmine di tutto ciò si manifesta in occasione della battaglia finale, che raggiunge il Valhalla grazie ad un’esplosione di suoni capaci di coinvolgere il giocatore e di trasportarlo direttamente sul campo di battaglia. Dopotutto, Bear McCreary resta pur sempre una garanzia! Anche i suoni ambientali sono stati riprodotti in maniera eccezionale, con l’headset Pulse 3D che aumenta ogni suono di sottofondo, facendoci sentire persino il respiro dei personaggi. Voto alto anche al doppiaggio italiano, che si conferma sempre come uno dei migliori in circolazione (anche se verso la parte finale del gioco sono emersi alcuni problemi di de-sync tra parlato e movenze delle labbra). Su tutti spiccano ovviamente i doppiatori di Kratos, Atreus e Mimir, mai banali e capaci di offrire prestazioni sublimi nonostante le centinaia di migliaia di linee di dialogo a loro dedicate. Menzione d’onore alle opzioni di accessibilità, oltre 60 e che permetteranno praticamente a chiunque di godere di questa epica avventura, proprio come se si trattasse dell’operato di qualche divinità. Si, ci piace pensarla così!
God of War Ragnarok: cosa è mancato per fargli raggiungere il Valhalla?
É innegabile dunque che il lavoro svolto da Santa Monica Studio sia tra i migliori in circolazione, sia lato esclusive PlayStation, sia per quanto riguarda i videogame in generale. L’idea di qualcosa di perfetto però, e purtroppo, non è mai riuscita a sfiorare il nostro pensiero, dato che a questo livello ogni minima imprecisione va localizzata, analizzata e ovviamente criticata. E God of War Ragnarok non è esente da tutto ciò! A parte qualche sbavatura in termini di glitch grafici, rare ma presenti (ma con la promessa di essere corrette mediante patch), qualche piccolo problemino di natura tecnica è emerso. Il più divertente è stato vedere Atreus roteare di 180° in aria durante un salto e tornare indietro nel momento in cui decidiamo di tornare indietro durante il salto da una sporgenza all’altra. Inoltre, alcuni piccoli dettagli hanno comunque sottolineato qualche mancanza da parte degli sviluppatori, come la scena in cui uno dei personaggi (non vi diciamo chi) non riesce a trattenere il troppo alcool in corpo, rigettandolo a terra. Ebbene, la pozza creata scompare immediatamente, rendendo nulla quella “bella” scena. Altro esempio può essere ricondotto ad una sequenza dove un oggetto (non vi diciamo quale) viene estratto dalla roccia, con quest’ultima che inspiegabilmente scompare, senza un apparente motivo logico.
Anche alcune scelte lato level e game design non sono sembrate all’altezza dell’immensità proposta. Alcune aree di gioco fanno subito intendere come da lì a poco ci sarà un combattimento contro tanti nemico o contro un boss, sensazione che subito si concretizza con la realtà dei fatti, eliminando in parte il fattore sorpresa. Ancora più scellerata a nostro avviso è stata la decisione di abbassare il grado sfida dei boss principali a causa dei checkpoint: praticamente i boss hanno le proprie fasi e una volta raggiunta una determinata fase, se il nostro personaggio viene ucciso il gioco riprende dal checkpoint raggiunto durante il combattimento, facendoci ritrovare il boss con meno vita e il personaggio con la barra piena. Avremmo preferito da veri guerrieri riaffrontare il boss dall’inizio. Paradossalmente, i boss secondari vanno riaffrontati da capo dopo essere stati uccisi per mano loro. Continuando con i boss, alcuni di essi, compresi quelli finali, presentano un move-set di facile comprensione e una volta capite le loro mosse e abilità, abbatterli diventa fin troppo semplice. Non vi preoccupate però, perché non mancheranno per nulla scontri epici, anzi, divini!
Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4
Sviluppatore: Sony Santa Monica Studio
Publisher: Sony Interactive Entertainment
God of War Ragnarok conferma la tendenza dei PlayStation Studios nello sfornare titoli single player dall’incredibile ed elevata qualità, capaci di bilanciare perfettamente sia la narrazione che il gameplay. A differenza di molti dei suoi “cugini” però, la nuova avventura di Santa Monica Studio abbatte il concetto di more of the same migliorando esponenzialmente ogni singolo aspetto del suo predecessore. Il rapporto padre-figlio che va a saldarsi nel corso della storia rappresenta il culmine di una narrazione mai banale e ricca di sequenze inattese per ciò che ci ha raccontato il passato. Una storia che purtroppo ha una sua fine, ma che allo stesso tempo lascia una porta aperta sul futuro della serie, che grazie al finale di Ragnarok potrebbe avere ancora molto da raccontare. Ciò di cui siamo consapevoli però è che dobbiamo soltanto ringraziare gli sviluppatori per questa incredibile avventura di cui abbiamo fatto parte, perché racconti simili è sempre bello leggerli, ma potervi addirittura partecipare è stato un privilegio a cui difficilmente qualcuno dovrebbe rinunciare. Alla fine di tutto non possiamo che urlare dalla cima più alta dei 9 regni che God of War Ragnarok non solo è un capolavoro mitologico, ma un titolo che resterà scoppito nel mito per tantissimo tempo!