Ys VIII Lacrimosa of Dana Recensione: storia di un porting faticoso

Ys VIII Lacrimosa of Dana

Una serie nata trentacinque anni fa, quella di Ys, che cerca di tenere alto il proprio vessillo ancora oggi. Non senza fatica. Lo fa con un titolo già annunciato in estate e recentemente presentato come titolo di basso profilo nella recente giornata di aggiornamento della line-up di NIS America, Ys VIII Lacrimosa of Dana uscirà ufficialmente nella sua versione per PS5 il prossimo 18 novembre, in sola modalità single player e pensato dal team di sviluppo Nihon Falcom con audio in-game inglese e Giapponese e con testo in inglese e francese. Ys VIII Lacrimosa of Dana è un action JRPG lanciato originariamente nel 2016 per le principali piattaforme sul mercato dell’epoca (e di cui avevamo recensito per voi la sua versione per PC), e precede Ys IX: Monstrum Nox, il capitolo più recente del franchise. Ora Ys VIII è arrivato man mano nel tempo su ulteriori console, fino ad arrivare oggi su PS5. Un porting coraggioso, che però ha faticato a superare la prova, almeno nella evidente difficoltà di vincere i segni del tempo nel comparto grafico. Andiamo però con ordine nell’affrontare la recensione di questo action JRPG che convince mediamente. Ma come saranno state inoltre le sue performance su console next-gen? Abbiamo messo in anteprima per voi le mani su questo titolo e vi raccontiamo com’è andata la nostra prova!

Ys VIII Lacrimosa of Dana: il ritorno di un classico della saga

Innanzitutto, cerchiamo di capire come si sviluppa la storia che abbiamo di fronte, per chi ancora non la conoscesse.  Dopo un brevissimo video di introduzione alla storia, facciamo la conoscenza di Adol Christin, storico avventuriero protagonista della saga, che subito si ritrova nel bel mezzo delle avversità. La nave del nostro eroe, su cui sta viaggiando con altri marinai, viene fatta a pezzi dai tentacoli di una gigantesca creatura marina, ma nella sfortuna, Adol riesce chiaramente a salvarsi, risvegliandosi dopo il naufragio sull’isola di Seiran. I guai però non finiscono qui: il nostro protagonista dovrà far fronte al pericolo comportato dai mostri autoctoni dell’isola, mentre ci possiamo liberamente muovere in lungo e in largo sulla mappa di gioco, di medie dimensioni. Un secondo plot però si sviluppa nel frattempo: Adol inizia a sognare una misteriosa fanciulla dai capelli blu, della quale finora non sappiamo nulla. Quale sarà la sua identità e quali segreti nasconde? Il gioco comincia con un prologo mentre trascorriamo la notte su Gaete Sea, sulla nave che ci trasporta verso questa prima rovina, una delle diverse difficoltà che incontreremo. Solo con l’incontro di Laxia, una giovane spadaccina anch’essa naufragata, si dà il via all’esplorazione dell’isola, alla ricerca del capitano e di un piano d’azione. Allestire un accampamento, esplorare l’isola e trovare altri naufraghi alla ricerca di una via di fuga saranno tutti i passaggi necessari per arrivare alla fine di Ys VIII Lacrimosa of Dana. Una storia dunque semplice, anche nel suo svolgimento, sia da un punto di vista narrativo, sia nello svolgimento delle varie fasi di gioco. Un po’ troppo semplice forse in alcuni punti, sia stilistici che tecnici, come scopriremo a breve.

Tra combattimenti variegati (ma non troppo puliti)…

Lo ricordiamo, siamo di fronte semplicemente a un porting tra una generazione e l’altra di console, dunque il gameplay prevede un combat system composto da combattimenti in real-time, che potremo affrontare con un massimo di tre personaggi all’interno del party. Nonostante ciò, il titolo ci consente di controllare un solo componente per volta, con l’IA che nel frattempo gestisce gli altri due, attaccando in modi diversi, bloccando e schivando colpi, oltre a poter anche cambiare personaggio alla guida per modificare il nostro approccio al combattimento. Da questo punto di vista, non sempre i comandi a controller sono facilmente gestibili, in quanto lo switch da un eroe all’altro prevede di premere un tasto che potrebbe accidentalmente rientrare in una fase di combo. Inoltre, per quanto le meccaniche di combattimento siano vicine all’hack ‘n slash, la personalizzazione degli attacchi dei personaggi rendono le sessioni sempre diverse e globalmente poco difficoltose. Cos’altro? Di fatto, nulla. Ci resta solo da recuperare i naufraghi con i quali fondare una cittadina sull’isola e supportarci con medicine, armi e altri beni. Con qualche storyline secondaria e attività collaterali, secondo lo stile JRPG, potremo anche pescare, fare crafting di equipaggiamento, cucinare e altro ancora. Infine possiamo godere di ben cinque modalità di difficoltà: facile, normale, difficile (raccomandata agli esperti giocatori del franchise Ys), fino a Nightmare (modalità particolarmente ardua) e Inferno (una modalità spietata dove il limite massimo di oggetti è ridotto, i nemici sono ancora più veloci nelle loro mosse, e gli aiuti a nostro favore sono davvero limitati), ma il sistema ci avvisa che la categoria selezionata può essere modificata durante il gioco da menu opzioni. Inoltre, possiamo anche decidere se mantenere i consigli visibili a schermo durante la transizione da gameplay a mappa o rimuoverli.

….e parecchi difetti tecnici ed estetici di Ys VIII Lacrimosa of Dana

Come anticipato brevemente nell’introduzione, il titolo in questione presenta diversi difetti, che si faranno notare anche per via della buona longevità complessiva (tra le 30 e 40 ore di gioco, variabili chiaramente anche in base alla difficoltà selezionata). Ys VIII: Lacrimosa of Dana è prevedibile, soprattutto nelle missioni secondarie e con un intreccio non troppo originale. Ma non sono queste le vere problematiche ad affliggere la versione next-gen per PlayStation 5: il comparto grafico e tecnico non sono per nulla all’altezza dei titoli contemporanei. Le ambientazioni sembrano ancorate agli albori produttivi del franchise, negli anni Ottanta, con poche tipologie di texture e realizzate con bassa qualità. Alcuni luoghi inoltre sono spogli e privi di particolari, oltre a dimostrare quanto Ys VIII: Lacrimosa of Dana sia invecchiato graficamente, con difficoltà evidenti nel tentativo di rimodernare la resa estetica nel porting in versione next-gen. Alcuni esempi a supporto di queste evidenze sono dettate anche dal font del lettering, decisamente rimasto indietro nel tempo, così come, da un punto di vista tecnico, i movimenti sono talvolta a scatti, legnosi e poco naturali. Inoltre in alcune panoramiche, la sensazione è quella di avere di fronte a noi dei personaggi bidimensionali, talmente risultano appiattiti sullo sfondo. Un’altra pecca è la velocità con cui compaiono le schermate tra un cambio di area e l’altro, nelle quali vengono presentate le descrizioni di diverse aree geografiche (tra le quali spunta curiosamente “The Lombardia”, il nome della nave su cui stiamo navigando nel prologo), ma lo scorrimento è talmente veloce che è praticamente impossibile poter leggere anche solo la prima riga di queste. Complessivamente, una versione non soddisfacente e che ha subito una banale trasposizione su una nuova console, senza apportare migliorie evidenti e necessarie.

Note positive per il comparto audio e i contenuti secondari

Un’ultima nota riguarda invece il comparto audio, dove il doppiaggio dei personaggi rimane diviso in due: da una parte segue pedissequamente quanto riportato nei box dialogici, dall’altra, quando scegliamo un’opzione tra quelle proposte, spesso non è aderente, anzi, spesso è mancante. Per quanto siano lunghe e corpose queste sessioni narrative, possiamo sempre skippare questi eventi, pena la scarsa comprensione della storia che si cela dietro il gameplay. Diamo un ultimo sguardo invece a quelli che sono i progressi di gioco, registrati man mano nel diario di viaggio che troviamo all’interno del menu di gioco, abbastanza semplice e strutturato in maniera classica per il genere JRPG. Dagli strumenti da utilizzare all’equipaggiamento, passando per la selezione dei personaggi del party, qualora se ne arricchissero, fino alle nostre abilità, che andiamo a incrementare man mano e le opzioni di sistema. Guardando infine ai contenuti extra e secondari, a partire da quelli presenti nel menu iniziale, si palesa solo la galleria di video già visti nel gioco e pochissime possibilità di personalizzare la configurazione delle opzioni di gioco. Una scelta. Infine, i precedenti DLC esclusivi saranno disponibile gratuitamente per la versione PS5, oltre a tutti i vari contenuti cosmetici presenti nelle versioni per PS4. Permane quantomeno un senso di continuità tra le generazioni di console, un’opzione non sempre scontata.

Piattaforme: PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch

Sviluppatore: Nihon Falcom

Publisher: NIS America

Data di lancio: 18 novembre 2022

Considerando che non siamo di fronte a una nuova release, ma semplicemente a una trasposizione della stessa IP nel tempo su diverse console, questa versione per PlayStation 5 di Ys VIII Lacrimosa of Dana non ci ha convinto, da un punto di vista meramente tecnico e grafico. Il gioco presenta solo qualche accenno a migliorare il comparto estetico precedentemente proposto, non tocca chiaramente nulla a livello di contenuti e, se vogliamo trovare una nota positiva al tutto, è la possibilità di ritrovare DLC e contenuti cosmetici già previsti nelle versioni precedenti. Il lavoro complessivo di porting su PS5 evidenzia quanto sia invecchiato il titolo, nonostante sia uscito solo pochi anni fa nelle sue primissime versioni, e non rivela alcuna intenzione da parte del team di sviluppo di ridargli il lustro che avrebbe meritato. Sembra dunque che si tratti di una mera operazione di marketing, per aggiungere la propria IP nella libreria next-gen, ma che nulla ha a che vedere con i titoli contemporanei. Ce lo aspettavamo? Forse. Non è il primo caso di titoli che, a distanza di anni, compaiono sulle nuove console trascinando con sé i difetti e i segni del tempo, ma la speranza è l’ultima a morire e ci saremmo attesi un titolo dai risultati più felici.

VOTO: 7