Hello Neighbor 2 Recensione: l’erba del vicino non è sempre più verde

Si dice spesso che “l’erba del vicino è sempre più verde”, ma, in qualunque modo lo si guardi, da questa recensione emerge che il prato di Hello Neighbor 2 avrebbe avuto bisogno di essere innaffiato più spesso. Il titolo sequel di un primo videogioco sviluppato da TinyBuild, che era sì elementare, ma anche interessante per più di una ragione, non riesce nel compito ideale assegnatogli di limare gli spigoli vivi di un’esperienza acerba. Hello Neighbor 2 è infatti più curato del suo precursore, più vasto, meno amatoriale (viene da dirlo); eppure, non è più interessante, né invoglia il giocatore a portarlo compimento più di quanto non facesse già Hello Neighbor. Il concept resta interessante, ma la messa in gioco resta più che incerta su più fronti. La maggior parte dei quali, purtroppo, sarebbero stati fondamentali per garantire la piena godibilità dell’esperienza. In loro assenza, quindi, va da sé che c’è molto meno da salvare.

Esiste una lore di Hello Neighbor 2?

Anzitutto sì: esiste una lore di Hello Neighbor. Pur non potendo parlare di un fenomeno importante come quello di altri giochi low budget che in passato hanno solleticato più del previsto la fantasia degli internettiani (vedasi Five Nights at Freddy’s, per citare il filone di fan work più prolifico) Hello Neighbor lasciava diversi indizi disseminati sotto forma di narrazione ambientale che i giocatori più affezionati hanno colto e riunito in una vera e propria lore (storia pregressa). Non stupisce quindi che TinyBuild stessa abbia deciso di lavorare “per completamento” al franchise proponendo in Hello Neighbor 2 non un sequel, né un prequel. Bensì, la trama dell’intero gioco si svolge nel periodo che in Hello Neighbor (l’originale) era proposto come un salto temporale all’interno della narrazione. Il protagonista giocante è un giornalista, Quentin, che ha assistito al rapimento di un bambino da parte di un losco figuro. Purtroppo, nonostante cerchi di intervenire viene prontamente messo a nanna e allontanato dalla scena del crimine, trovandosi con null’altro in mano che la certezza di aver assistito a un crimine. Inizia per questo a indagare sulle strampalate persone che lo circondano nel quartiere che fa da setting alle vicende, smanioso di trovare prove per avallare la sua tesi e, possibilmente, di salvare il bambino. Raccogliendo nel corso di spaventose incursioni notturne nelle case dei pericolosi (si fa per dire) dirimpettai tutti i dati di cui ha bisogno in prima persona, senza alcun aiuto esterno.

Raccontata così, e se ci fosse altro di cui discutere, potrebbe quasi funzionare, vero? Peccato che dall’incipit alla conclusione il giocatore sia lasciato in balia di personaggi che non interagiscono con lui se non percuotendolo (nemmeno così forte poi… ma ne parliamo dopo) e a risentirne è proprio la narrazione, che avrebbe potuto assumere un ruolo più rilevante rispetto al precedente capitolo Hello Neighbor. Invece, tutto è rimasto identico su quel fronte, con il giocatore che si concentra in questo modo sul gameplay con più interesse, certo; ma che quando si accorge della ripetitività di fondo delle azioni che compie e dell’insipienza dei suoi avversari non ha appigli a cui aggrapparsi per arrivare ai titoli di coda. Peccato, perchè la caratterizzazione sia dei personaggi che dell’esterno e interno delle loro abitazioni non è affatto poco curato, anzi. 

Hello Neighbor 2 Recensione

Un buon world building

Il già basso voto in calce a questa recensione di Hello Neighbor 2 è sorretto quasi completamente solo da un soddisfacente world building e level design; nonché da una buona resa grafica che non snatura il lavoro di caratterizzazione già buono svolto in Hello Neighbor, e anzi ne esalta le peculiarità migliorando texture, modelli e animazioni. Sotto il profilo artistico e tecnico, insomma, i miglioramenti sono notevoli e impossibili da non notare. Non solo: anche le tipologie di enigmi ambientali proposti, le loro soluzioni, il modo in cui si incastrano all’interno di una singola abitazione: tutto funziona meglio che nel primo Hello Neighbor, divenuto famoso per via di alcuni grattacapi innaturalmente (leggasi artificialmente) resi più difficili del normale solo per rendere la permanenza in gioco più lunga possibile. Per lo meno, Hello Neighbor 2 non diluisce l’esperienza con simili trucchetti, sebbene nel corso di alcuni frangenti più platform che puzzle mostri il fianco a causa di controlli imprecisi e di una fisica legnosa.

Hello Neighbor 2 difatti funziona, ludicamente, proprio come il predecessore, nonostante cerchi di discostarsene con alcune trovate per lo più non riuscite. Per superare i capitoli della storia bisognerà indagare di volta in volta su ciascuno dei vicini di Quentin, entrando di soppiatto nelle loro case e cercando prove o indizi inerenti il caso del bambino rapito. Per riuscire nell’impresa si dovrà non solo, come avrete capito, superare una serie di enigmi ambientali per aprire porte, setacciare cassetti e armadi, oltrepassare ostacoli più che fantasiosi frapposti tra voi e la verità dai vicini, ma anche non farsi beccare, o fuggire una volta scoperti senza essere randellati dai proprietari di casa. Come abbiamo già detto, ma ribadiamo, la prima fase, quella del superare enigmi e ostacoli, si è rivelata indubbiamente più interessante rispetto al primo Hello Neighbor, con enigmi meglio distribuiti e meno randomici e artificialmente difficili. Mentre per parlare della seconda parte, quindi di come funziona l’intelligenza artificiale dei vicini, purtroppo dobbiamo proseguire con il prossimo, devastante paragrafo.

Prima, però, qualche considerazione che faccia da filtro tra ciò che va bene e ciò che va malissimo”, accennando a ciò che va, ma potrebbe andar meglio: sto parlando del cosiddetto impasto Open Map in cui le abitazioni da esplorare poi singolarmente per avanzare nella storia sono inserite. Se solo ci fossero più interazioni tra ambiente esterno e interno delle case, se alcuni enigmi, per esempio, necessitassero per essere completati di aver visto qualcosa che succede solo in una zona del quartiere; se quando ci avvicinassimo a una casa non ancora esplorata questa non fosse ininteragibile, vuota e senza vita, pronta a riempirsi di difficoltà ed enigmi solo quando toccherà a lei nell’inviolabile ordine prestabilito delle cose. Così come è proposto ai giocatori, quindi, l’open-map del quartiere risulta essere più una noia da attraversare che uno spazio interessante in cui aspettarsi che succeda qualcosa di rilevante o inaspettato. 

Hello Neighbor 2 Recensione

Perché allora proprio non funziona?

Purtroppo Hello Neighbor 2 non funziona: non ingrana. Come horror non spaventa, come thriller non “titilla”; lato gameplay, la sua essenza puzzle potrebbe anche andare, ma l’esplorazione è impalpabile e troppo settorializzata; divisa cioè tra le abitazioni dei vicini, che prese a compartimenti stagni riescono a intrattenere per qualche tempo, ma messe nel contesto generale del gioco e del quartiere sono isole di buon level design in un mare di poco e niente da notare. Ma tutto questo sarebbe parzialmente perdonabile, se solo l’Intelligenza Artificiale che muove i nostri unici veri avversari in game non fosse… rotta. Semplicemente rotta, quindi non funzionante né per come era stata preannunciata ai giocatori, né per come una normale IA dovrebbe fare in senso assoluto. Rispetto al primo Hello Neighbor si è evidentemente cercato di rendere più smart i nostri inseguitori, che riescono a reagire in tempo reale alle nostre strategie di fuga scegliendo percorsi sempre diversi di volta in volta e risultando, quindi, di sicuro più imprevedibili che in passato. Almeno finché non vi accorgete di un dettaglio fondamentale: quando un vicino non può raggiungervi, dopo un po’ non importa che siate o meno in piena vista di fronte a lui: perderà interesse e si allontanerà, tornando alle sue precedenti mansioni. 

Piattaforme: Xbox One, PS4, PS5, Xbox Series X/S, PC
Sviluppatore: TinyBuild, Dynamic Pixels, Eerie Guest Studios
Publisher: TinyBuild, Gearbox Publishing

Un’IA così andava bene (più o meno) in Skyrim, con la sua mole soverchiante di nemici, dungeon, situazioni ed elementi ludici che è superfluo rivangare adesso (vero?). Ma in un’esperienza compatta e story driven come questa, no. Specialmente perché l’IA ha rappresentato uno dei punti salienti nelle varie fasi di commercializzazione del titolo, proposta come furba e smaliziata: persino iper realistica. Invece, basta nascondersi per qualche tempo dietro una superficie insuperabile per il vicino, e “deve essere stato il vento”. Non possiamo proprio promuovere Hello Neighbor 2 in questa recensione: è un videogioco che non riesce a mettere in mostra nel migliore dei modi nemmeno i suoi pregi, rimanendo al più un’esperienza consigliabile ai fan più incorruttibili del primo episodio. Infatti, sebbene possa sembrarlo, leggendo alcuni passaggi di questa recensione, Hello Neighbor 2 non è bocciato a causa di “ciò che avrebbe potuto essere”, ma perché così com’è non è all’altezza dei suoi momenti migliori, del suo concept interessante sia sulla carta, che sul joypad, a patto che a schermo sia riprodotto il primo capitolo. Il dubbio che viene naturale è: Hello Neighbor è mai stato davvero interessante? O era forse il suo essere un po’ diverso, un po’ creepy ma non troppo, un po’ mal rifinito e ancora da sistemare a essere incuriosente? Hello Neighbor 2, insomma, non solo non completa l’opera iniziata con Hello Neighbor: quasi quasi, la indebolisce pure. Mannaggia a quell’AI…

Vive in simbiosi con la sua Switch, segnato da un'infanzia vissuta solo sulle console Nintendo portatili. Persino la sua prima console Sony è stata la portatile PSP, il che è tutto dire. Monta video da quando erano ancora di moda gli AMV su Dragon Ball, e si usava Movie Maker pensando di essere i nuovi Spielberg. Malato di giochi competitivi ed E-sport, ma anche dal lato opposto dello spettro di GDR e Story Driven, pochi titoli si salvano dalle sue spire, e solo perchè ogni tanto deve anche nutrirsi e dormire. Ha scritto questo testo, ma di solito non parla di sè in terza persona. Così, per dire.