“In alto le bacchette!” L’attesa si fa sempre più breve e i fan del mondo magico sono pronti a rispolverare la propria tenuta di maghi e streghe per fare ritorno alla scuola riservata a sole persone dotate di poteri magici (Purosangue o Mezzosangue che siano, non di certo Babbani). Stiamo parlando chiaramente della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, che sta per riaprire i battenti a febbraio 2023 con l’arrivo del tanto atteso Hogwarts Legacy (di cui potete riscoprire qui la più recente anteprima dedicata). Il gioco ci riporterà nel passato del mondo magico, nel lontano 1800, quando potremo incontrare personaggi del tutto inediti, alcuni dei quali persino con legami di sangue ai protagonisti della saga principale di Harry Potter. Ed è proprio di quest’ultimo però che vogliamo parlarvi in questa occasione: tanti sono stati infatti i videogiochi prodotti nel passato in onore del maghetto, che abbiamo seguito non solo per sette libri e otto film usciti al cinema (e ogni anno almeno un paio di volte in televisione). Usciti inizialmente in concomitanza con i film, editi da EA Games, per diverse piattaforme, tra fisse e portatili, li ricordate tutti o avete bisogno di rinfrescare la memoria? Approfittiamo del prossimo, imminente nuovo lancio per arrivare preparati e farci venire ancor di più l’acquolina in bocca per il prossimo Hogwarts Legacy, ripercorrendo i primi passi compiuti da Harry Potter e i suoi amici nel mondo magico!
Harry Potter: quando le console Sony diventano un po’ più magiche
Era l’ormai lontano 2001, cominciavamo a fare la conoscenza di Harry e dei suoi amici sul grande schermo, ma non si sono fatte attendere le trasposizioni videoludiche dello stesso mondo, per esplorare ben più da vicino il castello di Hogwarts e i suoi segreti. Andare a riscavare questi ricordi dopo tutto il tempo trascorso da allora, è davvero un momento nostalgico, che riporta la mente a momenti in cui, da bambini e ragazzini, ci si addentrava in luoghi e si vivevano virtualmente delle esperienze che gli appassionati della saga non vedevano l’ora di poter fare. E all’epoca dei primissimi giochi per console dedicati al maghetto in questione, era d’obbligo il passaggio dal negozio di videogames, quando ancora aprire un cofanetto e inserire il CD nella console, o la cartuccia che fosse, dava un brivido e un’emozione difficilmente replicabili scaricando dei codici digitali. Torniamo però ai nostri eroi e addentriamoci nel mondo di Harry Potter e la pietra filosofale, arrivato appunto nel 2001 su PlayStation 1, ma anche Game Boy Advance, Game Boy Color, Microsoft Windows, e solo due anni dopo per PlayStation 2 e Game Cube. Guardando ora in maniera specifica ai titoli lanciati sulle console Sony, in questo caso abbiamo avuto per le mani un videogioco che ha ripercorso in maniera pedissequa quanto proposto dalla storia narrata nel libro; ricordiamo infatti che uno degli elementi meno riportati nelle versioni cinematografiche è la presenza dei fantasmi e del terribile Pix, il poltergeist, elemento frequente invece nei libri e in questo primo capitolo videoludico. Altri elementi rimasti fuori dai film sono stati gli esami G.U.F.O., l’associazione realizzata da Hermione per salvare gli elfi domestici C.R.E.P.A., le Gelatine Tuttigusti+1, le Cioccorane e lo scambio di figurine, maggiormente inseriti invece nei videogames. Non mancano nemmeno gli Scacchi Magici, Gobbiglie e Spara Schiocco per sfidare gli altri studenti. Non dimenticheranno invece coloro che hanno giocato a questo titolo la comparsa dell’inedito incantesimo Flipendo, una sorta di attacco che potevamo scagliare in qualsiasi momento e che non è mai risultato finora tra libri e film. Trovarlo in Hogwarts Legacy ci suona abbastanza improbabile; non riteniamo sia un incantesimo così antico da essere stato citato da EA Games agli albori, e da nessun’altra parte.
Gli esordi nel mondo videoludico su PlayStation
Cambia un po’ la sinfonia, e in meglio, con il secondo titolo, Harry Potter e la Camera dei segreti, lanciato sin da subito anche su PlayStation 2, dove è evidente che EA, nel 2002, abbia vissuto un’ottima annata. Oltre infatti all’uscita dedicata a un’altra saga fantasy, Le Due Torri per Il Signore degli Anelli, e 007 Nightfire, anche lo sviluppo di questo capitolo ha condotto alla messa sugli scaffali di un prodotto valido e coinvolgente. Per quanto tornino a darsi per scontati alcuni dettagli e aspetti della trama, come se solo chi conosce già la saga si avvicini anche ai videogiochi, rimane però la fedeltà della riproduzione in ogni particolare di Hogwarts, liberamente esplorabile sia dall’interno, scoprendo man mano sempre più aree, sia all’esterno. Precisiamo che sia in questo capitolo che nel precedente potevamo avere tranquillamente accesso alle partite di Quidditch, elemento che invece mancherà in Hogwarts Legacy, da quanto sappiamo finora, e il risultato di ogni partita, con conseguenti punti assegnati a Grifondoro o alla squadra vincitrice, dipende da noi. Un elemento che mancherà di sicuro in Hogwarts Legacy, ma speriamo che la fedeltà al mondo magico finora conosciuto sia pari a quello che abbiamo osservato nelle scorse produzioni. Anche nella Camera dei Segreti infatti, così come nel successivo Prigioniero di Azkaban e Il calice di Fuoco, prosegue il fil rouge di fedeltà al mondo magico, ma non sempre ottime prestazioni in fatto di resa grafica, soprattutto per quanto riguarda i personaggi. Questi ultimi sono sempre quelli che, in fatto di estetica, si ritrovano a dover pagare il prezzo più alto, non essendo particolarmente somiglianti agli attori. Dovremo aspettare l’uscita de L’ordine della Fenice, nel 2007, per atterrare su PlayStation 3 e alzare l’asticella degli standard grafici. Nel frattempo, proprio nel terzo capitolo possiamo sì guidare tutto il trio di amici, Harry, Ron e Hermione, ma il gameplay cominciava ad appiattirsi in termini di originalità, essendo parecchio simile al titolo precedente, e la velocità eccessiva con cui era stato sviluppato, per uscire in concomitanza con il film nei cinema e cavalcare l’onda del marketing, è fin troppo evidente.
Dalle produzioni per console abbastanza soddisfacenti, con qualche difetto…
Se da un punto di vista contenutistico dunque i personaggi e gli ambienti risultavano essere un buon mix tra quanto letto nei libri e quanto visto nei film, fatta eccezione per alcune originalità, meno impattante e positiva era l’esperienza in termini estetici e grafici. Inutile dirlo: stiamo parlando di una IP sviluppata ormai oltre vent’anni fa, e il risultato complessivo sin dall’introduzione era qualcosa di veramente difficile da guardare e accettare. Oltre a dover assistere a una introduzione qualitativamente scarsa, e con contenuti lacunosi, in quanto si dà per scontato che chi si approccia al videogioco abbia visto sicuramente il film o letto il libro, assistiamo anche a una duplice resa grafica, sin dai primi titoli: da un lato il castello e gli esterni godono di un’ottima realizzazione, mentre i personaggi risultano piuttosto grossolani, inespressivi e anche quando parlano non muovono le labbra. In buona sostanza quindi abbiamo notato come, anche negli anni a venire, i più recenti titoli sviluppati per l’industria videoludica siano stati più incentrati sulle logiche di mercato, per lanciarli in parallelo quasi in ottica di prodotto ancillare rispetto ai film, vero core business dell’epoca. Anche il numero stesso delle vendite dei videogiochi è stato sempre più al ribasso: rispetto a Harry Potter e la pietra filosofale, che, dati alla mano, rimane a oggi il videogame più venduto nel franchise, i successivi titoli hanno difficilmente misurato lo stesso successo. Un po’ per il gameplay sempre più riflettente il film, un po’ per le dinamiche di gioco poco appealing e con pochi guizzi di originalità, l’offerta nel panorama videoludico è stata sempre più piatta e anche poco promossa, con una presa sempre più lasca sul pubblico.
…all’evoluzione di Harry Potter e del mondo magico sulla serie Game Boy
Ma com’è andata invece sulle portatili? La serie per Game Boy che ha visto approdare i vari titoli del maghetto più famoso del mondo ha contato diverse versioni della console della casa nipponica. Qui, per via sicuramente delle limitatissime capacità grafiche delle console nei primi anni Duemila, così come per la ridotta dimensione dello schermo stesso, potete ben immaginare come la resa grafica fosse decisamente ben inferiore a quella vista sin dagli esordi (più o meno) degli omonimi e paralleli capitoli per console fissa. Se Sony, e dal 2003 anche Microsoft, hanno goduto in particolare di ambientazioni molto gradevoli, le portatili di Nintendo sicuramente hanno arrancato con molta più fatica. Le cartucce del resto non potevano rendere tanto quanto le informazioni incise su CD, e la differenza si notava nelle grafiche in 2D o 2.5D, nei movimenti ben più limitati e nelle colonne sonore a 8-bit, lontane dalle composizioni ben simili a quelle dei film che potevamo ascoltare giocando su PlayStation. Le prime versioni, oltre ad una grafica piuttosto grezza, hanno infatti subìto successivamente un restyling estetico e minime migliorie dal punto di vista del gameplay e dell’uso di alcuni incantesimi. Il contenuto poco cambia: lo sviluppo del gameplay, degli elementi secondari e ancillari, i collezionabili e i personaggi stessi non subiscono eccessive variazioni tra una piattaforma e l’altra, proprio perché, come detto poc’anzi, la leva principale è quella di marketing, oltre al costante richiamo ai film (talvolta in maniera eccessiva e dando per scontato troppi dettagli che vengono così eliminati).
Quando LEGO incontra la magia…o quasi
Potevano i nostri amici maghi evitare di incontrare gli omini gialli di un altro mondo altrettanto magico, ma non per i suoi incantesimi? Ovviamente no! Ricordiamo infatti in ultima battuta che anche LEGO ha dedicato alcuni progetti videoludici, tra le sue diverse creazioni brandizzate, a Harry Potter, con un primo LEGO Harry Potter, uscito in origine in due pacchetti separati. Questa esperienza si è rivelata in prima battuta mostrando i segni del tempo, senza dialoghi doppiati, un trend anche caratteristico dei titoli LEGO, che sapeva portare personalità e ironia ai personaggi. Guardando anche alla struttura, siamo distanti, in fase iniziale, dalla progressione di livello in livello, e Hogwarts non è nemmeno esplorabile del tutto liberamente. I LEGO Harry Potter propongono anche dinamiche abbastanza complesse per gli standard della serie, con un numero di incantesimi che aumenta di parecchio e blocchi colorati da posizionare per creare scale, forse la dinamica meno riuscita di tutta la serie. I due titoli sono ricchi di esperienze, anche perchè siamo ormai nel 2016 con le prime uscite di questo franchise, e anche le console su cui possono girare sono ben diverse da quelle più obsolete citate sopra. Un’esperienza, questa con LEGO, che porta sì diversificazione nelle produzioni videoludiche dedicate, ma fa anche sentire il peso dei suoi anni. Se la resa artistica è impeccabile, con la classica vena umoristica e dissacrante del brand LEGO, proprio quest’ultima si fa sentire smorzata. Non tutta la magia che ci aspettavamo si è fatta sentire…
Il prossimo tuffo nel passato del mondo di Harry Potter
A che punto siamo, dunque? Il prossimo Hogwarts Legacy uscirà dopo un silenzio abbastanza lungo nel mondo videoludico. Oltre ai principali capitoli, anch’essi suddivisi per numero di film e non di libri, a rimarcare nuovamente il maggior legame con l’industria cinematografica e non con l’editoria, si sono susseguiti alcuni tie-in, come Harry Potter: Hogwarts Mystery, Harry Potter: Quidditch World Cup e Harry Potter: Wizards Unite. Ciascuno di questi fa riferimento a specifici momenti ed eventi del mondo magico, come le partite di Quidditch o la possibilità di sperimentare le magie e gli esperimenti come un vero mago, senza impersonare un protagonista specifico e ben riconoscibile. Dopo un silenzio di diversi anni dagli ultimi tie-in lanciati sul mercato, ora il passo compiuto è in continuità con questo sempre più evidente distaccamento dal riferimento diretto al nome di Harry Potter. Per quanto ci siano legami con la saga principale, come Matilda Weasley, vice direttrice e insegnante di Trasfigurazione (la McGranitt dell’epoca insomma), si prosegue il cammino verso un’indipendenza dal filone principale della narrazione, con nuovi personaggi e misteri da scoprire. Per quanto chiaramente Matilda sia in linea di sangue con i Weasley, e a cui si faceva accenno anche nella saga principale di Harry Potter, questo rimane un dettaglio, come tanti altri, che si sono persi nel tempo. I fan sono cresciuti, la misura è colma: Harry Potter ha aperto tante strade percorribili nei dintorni di Hogwarts, ed è questo il momento per addentrarci in nuovi luoghi e vivere nuove esperienze. Il buon Harry può considerarsi libero da ogni impegno, e godersi la famiglia che intanto ha costruito. Lui, come noi, è cresciuto, e ha bisogno di dirigersi verso nuovi orizzonti.