PlayStation VR2, noto frequentemente con l’acronimo PSVR2, è l’ultimo esperimento di casa Sony nel settore della realtà virtuale, ma è il primo apparecchio della casa nipponica ad abbracciare con convinzione questa dimensione videoludica ancora fin troppo inesplorata. Il suo predecessore, il PlayStation VR, aveva ereditato i controller dalla generazione videoludica precedente, con il risultato che i giocatori si erano trovati scagliati verso una dimensione ibrida e “giocattolosa” che riusciva a stento a tenere testa a quei prodotti di categoria interamente dedicati alla sfera VR. Da allora sono passati poco più di sei anni, la tecnologia è drasticamente evoluta e le ambizioni di Sony si sono mosse di pari passo. PlayStation VR2 non si pone come un elemento di novità da usare un paio di volte e dimenticare, si affaccia invece speranzoso a un mercato di consumatori critici, facendo l’occhiolino a quel genere di utenti che di norma guarda con interesse i visori Quest 2 e che ora si trova a poter finalmente a poter confidare serenamente su opzioni alternative al PC gaming.
Il PlayStation VR2 visto da fuori
Ancor prima di lasciare un segno con le proprie prestazioni tecniche, il PlayStation VR2 si fa notare per la raffinata formalizzazione delle sue estetiche, le quali richiamano con evidente armonia le linee della console a esso associata, la PlayStation 5. Sony è riuscita a imporre al suo hardware di ultima generazione un design coerente e memorabile, un traguardo su cui ha evidentemente voluto scommettere al fine di creare una vera e propria brand identity che si estendesse anche a tutti i prodotti derivati, a prescindere che si parli della mascotte Astro Bot o, per l’appunto, di un visore di realtà virtuale. Il risultato paga. L’accessorio rievoca sentimenti di familiarità e fascinazione, i quali trasmettono immediatamente al giocatore un messaggio fondamentale, quello di avere per le mani un gioiello tech all’ultimo grido.
Ogni frangente dello strumento è marchiato con i simboli PlayStation, ma con discrezione, senza mai scadere nel pacchiano. Dai blocchi dei laccetti di sicurezza agli inserti di plastica, Sony rivendica con orgoglio il proprio set di realtà virtuale e di certo non la si può biasimare. Superata la scocca puramente superficiale, i lati positivi si estendono dunque fino a toccare il piano strutturale e meccanico. Una confortevole guaina di gomma avvolge il viso dell’utente al doppio fine di rendere più comoda la vestitura del visore e di sigillare la luce filtrante, mentre la sistemazione della visiera è ottimizzata dalla rotella di regolazione dell’archetto di sostegno e dalla possibilità di far slittare in avanti il corpo principale del device, soluzione essenziale per chiunque inforchi sul proprio naso degli occhiali.
Il PlayStation VR2 è dotato di un sensore di utilizzo che percepisce se e quando lo strumento viene indossato, un sistema di sicurezza che interagisce in tempo reale con il videogame mettendo in pausa le partite in corso senza dover necessariamente passare dai menù di rito. Ad arricchire il tutto ci sono dunque delle telecamere esterne di rilevamento, accessori ottici che sono vitali nel mappare gli ostacoli presenti nell’area di gioco, ma che tramite la pressione di un comodo tasto funzione possono essere usate per trasmettere all’interno del caschetto un’immagine approssimativa dell’ambiente circostanze, così che l’utente possa navigarlo senza doversi togliere di dosso la periferica.
Più si va a fondo, più è virtuoso
Nonostante gli anni di sviluppo, l’indossare apparecchi di realtà virtuale è ancora oggi una missione tutt’altro che naturale, la piaga del motion-sickness non è mai stata risolta completamente. In tal senso, PlayStation VR2 non compie miracoli, eppure fa tutto quanto sia odiernamente possibile per garantire un’esperienza ottimale di gioco, a partire dalla possibilità di regolare la distanza delle lenti interne così che possano meglio adattarsi al viso dell’utente. Questa soluzione non solo migliora notevolmente la definizione dell’immagine, ma raffina il funzionamento dei sensori interni di rilevazione del movimento oculare, una soluzione tutt’altro che scontata e che non possiamo fare a meno di celebrare.
A seconda del software attivo sulla PlayStation, la capacità del visore di identificare la direzione dello sguardo presenta infatti risultati fenomenali. Questa dinamica può essere sfruttata per navigare rapidamente elenchi e opzioni, ma viene utilizzata anche per perfezionare la direzione di mira, per creare effetti di vignettatura – il cosiddetto tunneling – o per bilanciare il fuoco dell’immagine nel punto osservato dall’utente, un escamotage che attenua non poco gli effetti nauseabondi tradizionalmente legati alla realtà virtuale. Le prestazioni video possono dunque vantare l’ottima qualità degli schermi OLED 4k HDR per un campo di visuale stimato di 110 gradi, mentre il corpo del device è dotato di un importante sistema di feedback aptico capace di garantire vibrazioni mirate che intensificano l’immersività dell’esperienza di gioco.
Ma non è tutto!
Già quanto abbiamo scritto fino a ora dovrebbe essere sufficiente a dimostrare che il PlayStation VR2 sia un prodotto assolutamente degno di nota, tuttavia le sorprese positive di Sony si estendono ulteriormente. Ogni visore è infatti dotato di una presa a cui agganciare gli auricolari 3D allegati al visore, cuffie che possono essere in qualsiasi momento staccate per essere sostituite da un impianto audio alternativo, ma che già di loro si dimostrano assolutamente in grado di offrire una dimensione sonora densa e appagante. Ultimo, ma non ultimo, ci sono i due controller PS VR2 Sense, elementi squisitamente ergonomici e precisi che, pur non vantando la solidità e l’efficienza dei DualSense, non hanno nulla da invidiare a quanto viene messo in campo dalla concorrenza. A ben vedere, i controller progettati da Sony devono molto al design di Quest 2, tuttavia le modifiche apportate alla linea non solo sono sufficienti a garantire un’identità visiva autonoma, ma rappresentano un miglioramento alla formula consolidata, con la scocca circolare di protezione che è stata trasferita in un’area più adatta a proteggere le mani dei gamer. Tenendo conto dei sistemi di vibrazione nascosti al loro interno, i VR2 Sense si dimostrano dunque sorprendentemente leggeri, un pregio che viene però parzialmente smussato dal fatto che la dotazione delle batterie è stata sacrificata in favore di un minore ingombro.
Nella nostra esperienza, gli strumenti hanno un lasso di sopravvivenza di circa due ore, una quantità di tempo che sarebbe fin troppo esigua in un contesto normale, ma che nel caso del VR sembra più che adeguato a sopperire alle voglie videoludiche dell’utente medio. A meno che non siate veterani sfegatati della realtà virtuale, è facile che il vostro stomaco duri meno dei controller, quindi una simile carenza è tutto meno che critica. Questo “difetto” non si estende ovviamente all’elmetto, il quale si connette direttamente via cavo alla PlayStation 5, una soluzione forse poco elegante, ma che evita di dover pensare a ulteriori problemi di ricarica e snellisce il peso del visore stesso, il quale conta circa 560 grammi. Giusto per avere un metro di paragone, il suo predecessore si aggirava sui 610.
Il PlayStation VR2 fa per te?
Considerando quanto offre, PlayStation VR2 è un set per la realtà virtuale che merita tutti i soldi richiesti da Sony, se non addirittura di più. Allo stesso tempo, restano diverse considerazioni da fare, soprattutto visto che in ogni caso stiamo parlando di somme che si aggirano sui 600 euro, non di bruscolini. Prima di correre a investire sul visore, vi invitiamo dunque a prendere in considerazione che, per quando si stia parlando di una periferica di grande pregio, il visore non è comunque in grado di superare i limiti della tecnica e ancora non ha risolto del tutto i problemi topici che flagellano il settore, primo tra tutti la chinetosi, ovvero la sensazione di malessere che investe coloro che fanno uso dello strumento. Rispetto ai device degli anni passati, il PlayStation VR2 attenua molto i contraccolpi nefasti di questa piaga, tuttavia non li annulla completamente, buona parte degli utenti difficilmente resisteranno più di mezz’ora di gioco senza iniziare ad avvertire qualche sintomo poco piacevole.
Un altro fattore da valutare seriamente è la dimensione e la qualità del parco giochi a disposizione dello strumento. Ora come ora, Sony ha annunciato Horizon Call of the Mountain, la possibilità di rivivere Resident Evil Village e Gran Turismo 7 in salsa VR e diversi titoli minori. Storicamente, i distributori non hanno mai investito troppo nel produrre videogame dedicati alla realtà virtuale e non è detto che il debutto di PlayStation VR2 sia sufficiente a stravolgere questa tradizione. Vi invitiamo a prendere sempre e comunque in considerazione l’andamento del settore, prima di buttarvi a testa bassa nell’oneroso universo del VR.
Piattaforme: PlayStation 5
Sviluppatore: Sony
Publisher: Sony
PlayStation VR2 è letteralmente un gioiello, un must per i fanatici della realtà virtuale. La brillante definizione dell’immagine, la presenza del feedback aptico, numerose impostazioni meccaniche dello strumento fanno sì che il visore sia, per il prezzo che viene chiesto al pubblico, il fiore all’occhiello della tecnologia contemporanea. Sony non è riuscita a debellare del tutto il problema della motion-sickness e la decisione di scommettere su controller leggeri comporta una scarsa capienza energetica, tuttavia questi non sono che piccoli intoppi incapaci di sminuire in alcun modo il valore complessivo del prodotto. PlayStation VR2 entrerà certamente tra le scelte tecniche di pregio tra coloro che ambiscono a fruire di un futuro VR, trasportando nell’universo console un pubblico che fino a oggi pareva poter confidare solamente sul settore PC.