Overwatch 2 Provato: la Stagione 4 fiorisce con Lifeweaver

Lifeweaver è un eroe fantastico. Ho provato la quarta stagione di Overwatch 2 in anteprima e ci tenevo a iniziare così questa analisi preliminare. Il nuovo eroe Thailandese è infatti il vero protagonista della season, forte di un kit davvero unico. Però, la luce che il support plasma per creare e restituire la vita ai suoi alleati dovrà rivelarsi più intensa che mai, in un momento di stallo importante per il gioco competitivo targato Blizzard. Dopo uno sprint iniziale potentissimo, la sua crescita di popolarità pare essersi momentaneamente arrestata, nonostante nuovi contenuti e aggiornamenti si susseguano a ritmo costante. Siamo ben lontani ormai, per fortuna, dal buio profondo del “fine vita” di Overwatch 2, con gli sviluppatori impegnatissimi ad accontentare i fan competitivi, così come i “casual”. Tuttavia, come dicevo, una fonte di illuminazione in più non guasta mai. 

Overwatch 2 Provato Lifeweaver

Overwatch 2 Stagione 4: epopea nello spazio?

Dopo la stagione 2 dedicata alla mitologia greca, impreziosita da Ramattra e da una nuova mappa dedicata, la terza senza grosse novità (escluse skin e contenuti del season pass) la si potrebbe definire “di passaggio”. Il meta è rimasto grossomodo inalterato, così come alcuni dei problemi al rating competitivo e al matchmaking. Blizzard in realtà ha proposto numerose soluzioni, inerenti il reset del rank e le modifiche al raggruppamento dei giocatori con medesimo livello di abilità. Di fatto, però, a livello pratico non si è sentita più di tanto una reale differenza. Il gioco è ovviamente ancora vivo e vegeto, segno che i progetti sul lungo termine ipotizzati dagli sviluppatori non erano il proverbiale specchietto per le allodole, ma una reale dichiarazione di intenti che, per ora, trascende la popolarità non esattamente entusiasmante dello sparatutto a eroi. 

Se ne è fatto un gran parlare, ma anche le auspicate modifiche ai reward del season pass non sono ancora arrivate, nonostante il ripristino della valuta classica di Overwatch come premio aggiuntivo e alternativa alla “moneta sonante” reale siano state accolte con piacere da tutti i giocatori. Per lo meno, le skin del passato ora non sono più seppellite sotto il peso dello shopping compulsivo, lasciando il compito di ingolosire i fan con il portafoglio più capiente alle vesti originali parte dei vari Pass stagionali a tema. A proposito, il setting di questa quarta stagione mi ha sorpreso, perché con la release di Lifeweaver, un eroe mistico, un druido Thailandese in pratica, c’entra forse un po’ poco. “Epopea nello spazio” è il titolo generale che caratterizza skin, adesivi, keychain e tutta l’estetica in chiave “fanta sci-fi”. Parliamo dunque di un Sigma “capitano di vascello spaziale” vestito come fosse parte del cast di un anime alla Capitan Harlok, o di un universo in stile Dune. 

La sua skin mitica con elementi personalizzabili è ovviamente la più bella, come sempre, serrata dietro l’ottenimento del livello massimo nel pass battaglia premium a pagamento. Non è però l’unica interessante, dividendosi il palco con un Winston Alieno tentacolato davvero particolare, e una Mercy sacerdotessa tecnologica che sarà tra le mie preferite una volta sbloccata. Il livello zero del Pass a pagamento costa, al solito, dieci euro circa, ovvero mille monete di Overwatch, e offre accesso immediato al nuovo eroe Lifeweaver (ma non alla sua skin leggendaria). Altrimenti, chi gioca free to play dovrà arrivare al classico livello 55 per aggiudicarsi lo studente ribelle della Vishkar. Tutto sommato, dunque, la situazione Pass è stazionaria: di qualità, come sempre, dato che l’impegno del team creativo è sempre al top, quasi il motivo principale dei player meno assidui per non abbandonare il gioco. Stazionaria, perchè è da mesi che ci si attende una parziale riforma del modello di Season Pass, per favorire chi riempie i server anche senza potersi permettere il Pass, mantenendo attivo il gioco e invogliando i paganti. Non possiamo “fare i conti in tasca” a nessuno: né agli utenti, né a Blizzard. Al massimo, possiamo chiederci, ragionevolmente, quanto si potrà tendere la corda prima di spezzarsi di nuovo. Da fan sfegatato del nuovo eroe, spero “indefinitamente”. 

Overwatch 2 Provato Lifeweaver

Il primo eroe Thailandese

Il nome civile di Lifeweaver è Niran Pruksamanee, ex affiliato della corporazione Vishkar. Nasce in una ricca famiglia thailandese e viene perciò mandato a studiare negli istituti più prestigiosi. Pur essendo uno studente modello, mostra in fretta una propensione per la ribellione, una personalità forte e la volontà ferrea di fare la differenza nel mondo. Viaggia in lungo e in largo, scoprendo che fuori dalla cupola di perfezione costruita intorno alla popolazione agiata, la guerra imperversa e distrugge, ferisce e uccide. Tornato alla Vishkar prosegue i suoi studi fianco a fianco con Simmetra, e riesce a inventare un nuovo tipo di costrutto luminoso: la biolight. Sospesa tra tecnologia e natura, la biolight è un’invenzione miracolosa, basata anche sulle ricerche spirituali del ragazzo, in particolare sulla pratica del Mandala. All’affettata precisione geometrica tutta linee e barriere impeccabili della realtà in cui è cresciuto, il giovane preferisce un diverso tipo di “perfezione”: la simmetria quasi magica della natura, la bellezza del fiore di loto, Bua in thailandese, che è anche il soprannome del support. Il concetto di bellezza e pace interiore, il legame dello spirito con l’esteriorità, con la cura di sé stessi e con la vita, sono alla base del funzionamento della biolight. La corporazione si mostra interessata a sviluppare e sovvenzionare la biolight, a patto che non esca dai confini del mondo da loro edificato. Niran però, non è cambiato: vuole ancora far evolvere il mondo in meglio. Fugge, inimicandosi la Vishkar e guadagnando una taglia da ricercato. Si rinomina Lifeweaver, unendosi al crescente numero di eroi in erba con le capacità e la voglia di fare la differenza.

Overwatch 2 Provato Lifeweaver

In un video pubblicato poco prima della release ufficiale, sono stati gli sviluppatori in persona, nello specifico il nutrito team che ha lavorato su Lifeweaver, a rivelare la gran parte di queste informazioni. Aggiungendo peraltro molte altre curiosità sul personaggio, che come di consueto per Overwatch è definito nel minimo dettaglio sia fuori, che dentro. Per esempio, pare che le origini thailandesi di Lifeweaver non siano state programmate, ma semplicemente si sia deciso di far combaciare il tipo di potere scelto per l’eroe con la sua nazionalità. Tutto nasce, invece, dai fiori, dalla bellezza e fascino del loto e dal suo legame con la filosofia dei Mandala. “E se invece fosse proprio un personaggio Thailandese?” si sono chiesti poi. Lo hanno vestito con abiti tradizionali, hanno spinto sulla caratterizzazione spirituale e morale, et voilà. Altri dettagli su Lifeweaver: anzitutto, è apertamente pansessuale, il primo nella schiera di eroi di Overwatch. Dietro la scelta della biolight, poi, ci sarebbe la volontà di rappresentare nel gioco un tipico druido amante della natura, come se ne possono trovare numerosi nelle opere fantasy. Infine, il suo rilascio coinciderà con il Capodanno Thailandese: i dev hanno specificato che si tratta di una fortunatissima coincidenza!

Provato Lifeweaver, il nuovo druido sci-fi di Overwatch 2

Piccola premessa tendente all’off topic: il support Lifeweaver è quasi troppo forte, se usato nel modo giusto e dalle persone giuste. Se ricordate, avevo affermato praticamente lo stesso di Ramattra (di cui potete leggere le lodi intessute nel mio precedente articolo QUI) ricevendo nel corso del tempo (in privato) commenti puntuali su quanto fosse o non fosse vero. Non potevo prevedere quali e quanti nerf e buff importanti avrebbero riabilitato la posizione di altri eroi puramente fisici, come “One Punch Man” Doomfist. Comunque, il pick rate attuale del tank, sotto il 0.60%, non smentisce il fatto che il suo winrate sia il più alto fra tutti i leader della difesa in Overwatch 2. Chi gioca si sarà accorto di come sia più semplice e immediato prendere un Reinhardt per alzare gli scudi sul team, o una D.va per danneggiare flankando o ancora un Sigma, per flexare tra le due posizioni avanzata e retrocessa. Ma anche di come i più arditi e abili, forti di un team coeso, traggono il meglio da Ramattra e “fanno i buchi” come si dice a volte in gergo. Una frase che cambiando soggetto, a mio avviso, calza a pennello anche su Lifeweaver. 

Intendo dirvi perché lo penso, subito dopo aver snocciolato qualche freddo, ma importante, dato tecnico e numerico.

Fuoco primario: Raffica di spine / rilascia proiettili-spina in due ondate da 30, ricarica e ripete. Ha uno spread dei colpi medio, anche gittata elevata (come se fluissero in un cilindro)

  • Danno per proiettile: 5
  • Numero proiettili: 60
  • Tempo di ricarica: 1.5 secondi

Fuoco primario 2: Bocciolo curativo / Fa crescere un bocciolo che viaggia in automatico verso l’alleato mirato più vicino. Si può caricare, più si carica più HP cura. 

  • Cura per proiettile: da 10 a 65 
  • Numero proiettili: 12
  • Tempo di ricarica: 1.75 secondi
  • Gittata: 30 metri
  • Penalità di movimento mentre carica: -25%

Abilità: Piattaforma di petali / Costruisce e lancia una piattaforma a forma di fiore di loto che sale in automatico, quando un personaggio (amico o nemico) ci sale sopra. La piattaforma può fare da scudo, non è trasparente e può essere distrutta dal giocatore a comando.

  • HP:400
  • Cooldown:12 secondi

Abilità 2: Scatto rinvigorente / Compie uno scatto nella direzione di movimento, durante il quale il giocatore è invulnerabile e si cura anche da solo. Si può caricare il bocciolo mentre si scatta, senza perdere la carica accumulata.

  • Cure: 25 a sé stesso
  • Range di spostamento massimo: 6.15 metri
  • Cooldown: 5 secondi

Abilità 3: Presa Vitale / Tira a sé un alleato, proteggendolo dai danni con una bolla durante il percorso. Funziona anche per estrarre da ultimate o abilità gravitazionali.

  • Range di afferraggio: 30 metri
  • Cooldown: 20 secondi

Ultimate: Albero della vita / Fa crescere un grande albero che oscura la linea di tiro con un largo tronco e un’ampia chioma, protegge dai danni e dai proiettili e cura gli alleati in un range predefinito, suddividendo le cure in otto ondate. 

  • HP: 1000
  • Cure: 150 (istantanee, appena costruito) poi 50 per ondata (8 ondate)
  • Range di costruzione massimo: 30 metri 
  • Area di effetto: 12 metri (circolare)
  • Durata prima di sparire: 15 secondi

Passiva: Dono d’addio / Quando muore, Lifeweaver rilascia un healthpack che può essere usato da alleati o avversari. 

  • Cure: 250 agli alleati / 75 ai nemici
  • Durata prima di sparire: 20 secondi

Più pericoloso per i nemici… o per gli alleati?

Leggendo quanto sopra, i più esperti avranno subito compreso che il ruolo di Lifeweaver è un po’ a metà tra main e burst healer. La fonte primaria di cure non è eccezionale, simile a quella di Kiriko (un burst healer puro). Tuttavia, l’ultimate è davvero eccezionale, in grado di ribaltare le sorti di un combattimento come nemmeno quella di Zenyatta sapeva fare finora sia per la quantità di cure fornite, che per la capacità di fare da scudo agli alleati. Qualcuno potrebbe pensare, e io sono d’accordo, che sia quasi troppo forte, e verrà probabilmente nerfata nel prossimo futuro. Magari riducendo la durata, gli hp, o le cure, o anche solo la dimensione, quindi il “fastidio” procurato agli avversari. Pensate che, ad ora, è persino in grado di proteggere da “raggi” incorporei di ultimate come quella di Reinhardt, D.va e Orisa. 

PIATTAFORME: Switch, PC, PS5, PS4, Xbox One, Xbox Series X|S
SVILUPPATORE: Activision Blizzard
PUBLISHER: Activision Blizzard
Data di uscita: 11 aprile 2023

C’è tuttavia un grande “però” nella stanza, enorme e spaventoso. Due delle più interessanti e innovative capacità di Lifeweaver sono la Piattaforma di petali e la Presa Vitale. Se usate a dovere, possono spostare target pericolosi come un’Orisa in ultimate, un Rein che sta caricando, o fornire ascensori per gli alleati e aprire a un mondo di strategie di gruppo fino a ora relegate all’uso di Simmetra o Mei. Però… possono anche diventare il paradiso dei troll e dei disturbatori. Buttare compagni giù dai pozzi e dalle alture con la Presa, elevare al cielo scudi per il solo piacere di veder crivellati di colpi i team member, e così via. Gli usi creativi positivi sono quasi in numero inferiore a quelli negativi, a pensarci bene, lasciando fin troppa libertà ai futuri main Lifeweaver. Può questo essere annoverato come un difetto? A mio avviso “ni”: ovviamente gli sviluppatori non possono rendersi responsabili degli errati usi dei propri eroi, come non potevano con i muri di Mei. Però, fornire a uno stesso personaggio ben due skill possibilmente autodistruttive, forse è un po’ troppo? Staremo a vedere. Per ora, le nostre prove in partita con team di addetti del settore e giornalisti sono andate tutte più che bene. 

Vive in simbiosi con la sua Switch, segnato da un'infanzia vissuta solo sulle console Nintendo portatili. Persino la sua prima console Sony è stata la portatile PSP, il che è tutto dire. Monta video da quando erano ancora di moda gli AMV su Dragon Ball, e si usava Movie Maker pensando di essere i nuovi Spielberg. Malato di giochi competitivi ed E-sport, ma anche dal lato opposto dello spettro di GDR e Story Driven, pochi titoli si salvano dalle sue spire, e solo perchè ogni tanto deve anche nutrirsi e dormire. Ha scritto questo testo, ma di solito non parla di sè in terza persona. Così, per dire.