Outlast è finalmente tornato dopo ben 6 anni dal secondo capitolo, ma molto è cambiato rispetto al precedente viaggio in Arizona nei panni di Blake. In The Outlast Trials lo studio Red Barrels ci catapulta nella Guerra Fredda, in un videogioco che fa da prequel all’intera serie e che mira a svelare i segreti della Murkoff Corporation. In questo nuovo capitolo della serie, la Murkoff sta conducendo degli esperimenti e recluta persone da sottoporre a questi studi che, come potete immaginare, coinvolgono orrore, massacri, sangue e tanta disperazione. Subito dopo essere stati presi dalla corporazione e sottoposti all’iniezione di una sostanza chimica, insieme all’installazione dolorosa e cruenta del visore notturno sulla nostra testa, siamo pronti ad iniziare la nostra terrificante avventura nei laboratori della Murkoff Corporation.
The Outlast Trials: cavie da laboratorio tra orrore, psicosi e test da superare
Subito dopo la sequenza introduttiva ci ritroviamo nell’editor di creazione del personaggio che si presenta alquanto semplice e privo di un’elevata personalizzazione. Si potranno scegliere diversi volti predefiniti maschili e femminili, la capigliatura, la voce e l’outfit del personaggio. Finito di creare il personaggio ci troviamo nella sezione di tutorial, alquanto semplice e lineare, poiché serve a far capire al giocatore le meccaniche ed il core gameplay del titolo. Portati a termine tutti gli obiettivi entreremo in una capsula che ci porterà nel “Dormitorio“, l’hub centrale del gioco. All’interno del dormitorio faremo la conoscenza di diversi NPC che ci aiuteranno a sbloccare gli artefatti e diverse abilità. Gli artefatti si acquistano dall’ingegnere Cornelius Noakes una volta raggiunto il livello 2 e sono oggetti speciali da utilizzare durante i programmi. Ci sono ben quattro artefatti che hanno diversi utilizzi:
• Stordimento: Un potente dispositivo di lancio che emette una scossa elettrica, stordendo e disorientando momentaneamente i nemici vicini. Utilissimo per scappare da un inseguimento
• Accecamento: Permette di porre nel terreno una mina che, quando innescata dal nemico, emette una temporanea esplosione di fumo accecante.
• Cura: L’utilizzo di questo artefatto ripristina la nostra salute e quella dei compagni vicini
• Raggi X: Un miglioramento tattico che permette di vedere i nemici attraverso le pareti. Un artefatto utilissimo se si gioca in compagnia, così da comunicare la posizione dei nemici al resto del party.
Raggiunto il livello tre e recandoci dalla farmacista Emily Barlow si potranno ottenere diverse abilità utili alla sopravvivenza, come rigenerare gradualmente parte della salute, la scivolata in corsa, liberare un compagno quando è tra le grinfie di un nemico e tanto altro. Dal livello 10, Dorris ci venderà gli Stimolanti, speciali perk equipaggiabili. Non manca di certo la personalizzazione della vostra stanza nel dormitorio: potrete cambiare l’aspetto della stanza con oggetti, poster, moquette, carta da parati e persino il lavandino. Dallo specchio posto sopra il lavandino è possibile cambiare l’aspetto del vostro personaggio e sbloccare nuovi cosmetici. Infine, al centro del dormitorio troveremo il Terminale, un dispositivo che ci permetterà di iniziare i diversi programmi a cui sottoporci.
Mentre stiamo svolgendo il nostro test nei programmi, avremo modo di raccogliere diversi oggetti che ci torneranno utili; come i farmaci per ripristinare la salute, le batterie ripristinano l’energia del visore e due nuove aggiunte:
• Adrenalina: che darà un boost alla nostra resistenza così da correre per più tempo.
• Antidoto: che ci curerà dalla psicosi che induce delle allucinazioni che faranno comparire lo Skinner Man, un’entità che comparirà di tanto in tanto provocando copiosi jump-scare. Una volta che la barra della psicosi si esaurirà questa entità ci perseguiterà costantemente e il nostro personaggio inizierà a perdere salute, finché non moriremo o prenderemo l’antidoto. Questo malus può essere indotto da trappole o da nemici che ci faranno inalare un gas verdastro.
Non esiste salvezza e speranza durante i Programmi
Il primo programma vede come ambientazione la Stazione di Polizia, al cui interno è tenuta prigioniera una talpa che vuole svelare i segreti della Murkoff. L’obiettivo della missione è semplice: trovare la talpa ed eliminarla una volta per tutte. Ovviamente completare l’obiettivo è più semplice a dirsi che a farsi, dato che saremo braccati dai nemici costantemente. In ogni caso, riusciti ad entrare all’interno della stazione di polizia dobbiamo raggiungere la talpa tenuta prigioniera da Coyle, un agente di polizia che ci inseguirà e ci darà filo da torcere con il suo manganello elettrico. Superata una prima sezione molto semplice e priva di grossi pericoli troveremo la spia e, da adesso in poi, inizia il bello.
Il nostro obiettivo sarà quello di recarci nel parcheggio sotterraneo della stazione e ripristinare i due generatori, così da far tornare la corrente in superfice. Ci troveremo di fronte a un ambiente poco illuminato e, rallentati dalle taniche di benzina, dovremmo evitare il famigerato Coyle che ci sta cercando. Riempiti i due serbatoi di benzina e fatto ripartire i rumorosi generatori, siamo pronti a fare ritorno dalla nostra talpa. Adesso inizia la parte più complicata di questo test che, se giocato in solitaria, vi terrà impegnati per più di un’ora. Infatti, dovremmo trasportare la nostra talpa − posta su un carrello trainabile − dall’altro lato della stazione di polizia e cercare tre chiavi. Queste tre chiavi hanno simboli diversi e si troveranno in tre corpi sparsi nell’aria di gioco: l’obiettivo è trovare i corpi con il simbolo abbinato alla chiave così da aprire le saracinesche e procedere con il trasporto della talpa.
Dopo tanta fatica e trovate tutte le chiavi siamo quasi giunti al termine di questo test. Inserita la povera spia in una gabbia di metallo, è giunto il momento di friggerla. Tre terminali saranno posti nella stanza e dovremmo folgorare la povera vittima. Portato a termine l’obiettivo finale è il tempo di correre e raggiungere l’entrata della stazione di polizia, così da prendere la capsula e tornare al dormitorio. Alla fine di ogni test saremo giudicati in base alle nostre prestazioni ed al tempo trascorso nel test, con una votazione che spazia da A+, che conferisce una ricompensa bonus, fino ad arrivare ad F.
Nel secondo programma ci troveremo catapultati nel Parco Divertimenti che, inutile dirlo, sarà raccapricciante e spaventoso. Durante la prima parte del test dovremmo raccogliere dei cuori umani e “giocare” ad alcuni tipici giochi di un normale parco divertimenti: colpire e fare centro a tre bersagli che ruotano su se stessi, colpire diversi bersagli ed infine centrare tre volte il numero 7, in quella che sembra una slot machine enorme. Completati tutti e tre i mini giochi riceveremo dei biglietti da consegnare al bigliettaio, proseguendo dunque nella prossima area di gioco. Nella seconda parte del programma dobbiamo spingere un carrello con all’interno manichini di bambini e facendo attenzione a diverse trappole. Da qui in poi inizia a farsi sentire la ripetitività e il riciclo di scelte di game design, raggiungendo l’apice nel terzo ed ultimo programma. Nel frattempo che spingiamo il carrello siamo braccati da GooseBerry e, al tempo stesso, siamo costretti a trovare e attivare le corrette pompe dell’acqua seguendo i tubi, così da proseguire. Una volta trovate ed attivate con successo le valvole, non ci rimane altro che tritare il carrello e scappare, completando con successo anche il secondo programma.
L’Orfanotrofio è il terzo ed ultimo programma da completare. In questo test ci troveremo ad esplorare un orfanotrofio, facendoci strada tra manichini di suore e di bambini. In questo terzo programma viene aggiunto un nuovo mini gioco: allineare le onde radio correttamente evitando di essere scoperti. Una volta portato a termine anche questo compito nel dormitorio, sempre braccati dalla costante presenza di GooseBerry, il nuovo obiettivo è quello di scambiare i nastri di due proiettori posti in due diverse stanze. È un obiettivo a dire poco fuorviante e spiegato male dagli sviluppatori, dato che è molto più semplice di quello che si possa pensare. Infatti, una volta recuperati i nastri dalla stanza delle registrazioni e trovate le stanze con i proiettori non ci resta che effettuare lo scambio. Grazie ad un marchingegno, su cui dobbiamo necessariamente riporre i nastri per effettuare lo scambio, poiché non è possibile entrare nelle stanze trasportando i nastri, avremo portato a termine anche questo obiettivo.
L’ultima parte del programma si svolge nella Cappella, al cui interno appena arrivati troveremo una “festa” svolta dagli orfani. Spenta la musica e fermato il rave degli orfanelli, dal muro dietro l’altare esce fuori un uomo crocifisso. Purtroppo, quest’ultima parte di gameplay, seppur breve, ricicla a piene mani le meccaniche del primo programma. Anche qui ci metteremo alla ricerca delle due chiavi con simbolo da trovare e, successivamente, bisognerà ricaricare il generatore con la benzina per attivare nuovamente la corrente. Una volta fatto ciò e ritornati alla cappella, ci troveremo di fronte ad una scena blasfema, assurda e pazza di cui non vi spoilero niente Infine, non ci resta che scappare e raggiungere le capsule così da tornare al dormitorio. The Outlast Trials è un titolo che purtroppo soffre di meccaniche ripetitive e che si reiterano lungo tutti i programmi e le Sfide MK. Queste sfide sono delle missioni secondarie che, se portare a termine, ci faranno accedere a versioni dei programmi principali più difficili, con più nemici e più trappole. Nonostante si svolgano in differenti parti della mappa, gli obiettivi da portare a termine sono piuttosto simili e con le solite meccaniche di gameplay: trova le chiavi, trova il generatore, vai da un punto A ad un punto B della mappa. Certo, fare tutte queste missioni in solitaria è davvero noioso, ripetitivo e frustrante, ma in cooperativa il gioco regala grandi momenti di divertimento e vi saprà intrattenere per molto tempo.
The Outlast Trials: IA nemica incerta e altalenante… un passo indietro rispetto al passato
Innanzitutto è lecito ricordare che il gioco che ho provato è in accesso anticipato, ma certi errori da parte di Red Barrels non me li aspettavo. Considerata la loro esperienza con il franchise di Outlast da ormai un decennio, mi sarei aspettato una maggiore cura dell’intelligenza artificiale nemica. Infatti, l’IA nemica non è stata ben rifinita e si presenta in maniera pessima e incerta, a tratti altalenante e molto stupida. Se ad esempio siamo inseguiti da un nemico e ci vede entrare in un nascondiglio non farà niente, ma rimarrà a fissarci per tutto il tempo. È chiaramente un bug dell’IA, ma di certo è qualcosa di assolutamente inammissibile in un titolo di questo calibro, che ha fatto la storia dei survival-horror di questo genere. Inoltre, sfruttando questo bug in modalità cooperativa è molto semplice svolgere le varie mansioni richieste, poiché il nemico si concentrerà sempre sul personaggio nascosto. Questo rende il gioco molto più facile da giocare e elimina qualsiasi tipo di ansia o paura in cooperativa, snaturando l’essenza del titolo. È da sottolineare come i nemici controllino di tanto in tanto i vari possibili nascondigli, ma a causa di questo bug (immagino che un fix sarà rilasciato il prima possibile) l’IA non interverrà mai quando siamo nascosti. L’IA nemica si presenta quindi artificiosa ed in molti casi facilmente raggirabile svoltando il primo angolo. È anche possibile far compenetrare i nemici con l’ambiente circostante − se ad esempio siamo accovacciati vicino ad una piccola insenatura − così da far rimanere bloccato il nemico. Persino scavalcando più volte lo stesso ostacolo davanti gli occhi del nemico l’IA si resettava, tornando a cercarci.
Tirando le somme, l’intelligenza artificiale necessita di alcune rifiniture e accorgimenti da parte del team di sviluppo. Immaginiamo che la causa di tale sviste sia da ricondurre alla natura multiplayer di The Outlast Trials e alla mole di contenuti e variabili che sono stati introdotti. Al netto di qualche problema che ho già citato, in certe occasioni l’IA nemica è molto sveglia e rimarrà a sorvegliare l’aria di interesse e, al minimo rumore che farete, state certi che inizierà a controllare la stanza. Il titolo è totalmente godibile e potete starne certi che vi spaventerà e vi farà sentire oppressi in più di ogni occasione.
Outlast aggiunge il multiplayer, ma ce n’era davvero bisogno?
The Outlast Trials presenta un elevata difficoltà se giocato in singolo giocatore, ed è chiaro come il game design e lo stesso level design ruoti intorno alla modalità cooperativa tra giocatori. Non aspettatevi la classica esperienza offerta dai precedenti Outlast, qui tutto cambia e l’esperienza migliore che il gioco ha da offrire è se giocato insieme ad amici. In cooperativa, la gestione dei nemici e degli obiettivi è più fluida e gestibile, grazie sia alla chat vocale che a diversi stratagemmi utilizzabili. Ovviamente, la modalità multigiocatore presenta alcune differenze rispetto alla modalità in singolo giocatore.
Innanzitutto, la difficoltà aumenta man mano che ci saranno più giocatori nel gruppo e ci saranno obiettivi con più mansioni da portare a termine. Anche il gameplay subisce alcune modifiche e vengono introdotte diverse nuove meccaniche. Se la barra della nostra salute si esaurisce non moriremo subito, ma un nostro compagno dovrà rianimarci prima che moriremo dissanguati. Ma attenzione, perché se il boss del programma farà una finisher su di voi o su un vostro compagno avrete bisogno di un oggetto speciale: la Siringa. Queste siringhe si trovano sparse per la mappa all’interno di scatole rosse, quelle dove è possibile rompere il vetro in caso d’emergenza, ed è il caso che almeno un membro del party ne porti una con sé. Un’altra aggiunta durante le sessioni in cooperativa è l’introduzione di cloni malvagi simili ai membri del gruppo. Infatti, di tanto in tanto appariranno questi cloni, e dovrete stare attenti a non farvi trovare, altrimenti sarete pugnalati e perderete salute. In ogni caso, dopo un po’ di tempo questi cloni andranno via e si ripresenteranno di tanto in tanto. Infine, giocando in cooperativa è possibile trovare le stanze confidenziali al cui interno si troveranno degli oggetti che incrementano la salute e la batteria durante il test.
L’esperienza multiplayer offerta da Red Barrels ci ha entusiasmato ed ha reso The Outlast Trials molto interessante da giocare in compagnia, senza snaturare eccessivamente l’anima del franchise. Non ho individuato eccessiva lag durante le sessioni di gameplay e l’esperienza è risultata molto fluida. In conclusione, le meccaniche di gioco rimangono le stesse di sempre, ma con qualche differenza rispetto ai precedenti capitoli del franchise.
The Outlast Trials: tecnicamente ben fatto e ottimizzato
Il nuovo Outlast si presenta con una veste grafica rinnovata rispetto ai precedenti capitoli e i 6 anni di sviluppo si fanno vedere. Mosso dall’Unreal Engine 4 vengono mostrati scenari stupendi e un intelligente uso dell’illuminazione. Grazie ad un buon uso di luci volumetriche e nebbia, gli sviluppatori hanno creato scenari davvero spaventosi e che trasmettono tanta ansia. Le texture sono di alta qualità e ben definite, fatta eccezione di qualche texture a bassa risoluzione, ma sono davvero delle piccolezze di poco conto. I modelli poligonali dei nemici sono ricchi di dettagli, nonostante alcuni elementi non proprio impeccabili sui volti predefiniti del personaggio. Il character design di Coyle e GooseBerry è qualcosa di unico e vi saprà di certo terrorizzare a morte, grazie alla ricchezza di minuziosi dettagli inseriti dagli sviluppatori.
Dal punto di vista delle prestazioni il titolo si è comportato molto bene. Il frame rate è rimasto costantemente sopra i 120 FPS, anche nelle situazioni più concitate, con impostazioni grafiche Epic in 2K e DLSS Bilanciato attivo sul PC Desktop di prova. Con le stesse impostazioni sul portatile, il gioco è rimasto costantemente fisso a 144 frame al secondo in risoluzione 1080p e DLSS Qualità attivo. Attivando i riflessi in Ray Tracing il frame rate dimezza e la VRAM inizia a saturarsi velocemente.
I riflessi in RT di certo migliorano la grafica del titolo aggiungendo nuovi dettagli, ma non consiglio di attivare il RT se non si ha una macchina in grado di reggere lo sforzo. Come si può vedere dall’immagine qui sopra, i riflessi in RT sono in tempo reale e riflettono l’immagine in modo accurato e realistico. Se disattivati, il riflesso visibile sullo specchio non è altro che un’immagine preimpostata, che non riflette il reale contenuto della stanza. Sono dell’idea che è una gradita aggiunta, ma vista la natura frenetica del titolo in pochi si soffermeranno sui piccoli dettagli dei riflessi, soprattutto durante i programmi. Invece dei riflessi avrei apprezzato di più l’Illuminazione Globale in Ray Tracing, una tecnologia perfetta per questo genere di giochi e che avrebbe creato giochi di luce e ombre più realistici, il tutto in tempo reale.
The Outlast Trials è un titolo che presenta una veste grafica al passo con i tempi e ricca di dettagli. Red Barrels ha confezionato un prodotto ben ottimizzato, cosa non scontata oggi giorno, e che riesce a girare su gran parte dei PC (anche i meno potenti). Grazie a musiche che creano suspense e ansia, unite ed un sonoro impeccabile, i ragazzi di Red Barrels hanno svolto un lavoro certosino.
Configurazioni di prova:
PC Desktop
• GPU: Asus Rog Strix RTX 2060 OC 6GB
• CPU: Ryzen 2700X OC 4.25 GHz
• RAM: CORSAIR Vengeance RGB Pro Series 32GB DDR4 3200MHz CL16 32GB
• SSD NVME: 500 GB Samsung 970 Evo Plus
• Sistema Operativo: Windows 11
• Monitor: LG 27GL850-B
MSI Katana GF66
• GPU: RTX 3070 Laptop
• CPU: i7 11800H
• RAM: 16GB
• SSD NVME
• Sistema Operativo: Windows 11
Piattaforme: PC
Sviluppatore: Red Barrels
Publisher: Red Barrels
The Oulast Trials è un titolo che raccoglie l’eredità lasciata dai precedenti capitoli e la porta ad un nuovo stato, arricchendola con l’aggiunta della modalità cooperativa. Purtroppo, il cambio di rotta ha inevitabilmente influenzato la direzione del game design e level design, contribuendo alla creazione di meccaniche alla lunga ripetitive. È un gioco pensato per essere giocato in compagnia, così da godere della migliore esperienza possibile che questo Outlast ha da offrire. Scordatevi la classica esperienza in singolo giocatore offerta dai precedenti capitoli, poiché qui tutto cambia. Giocato in solitaria si nota un’elevata difficoltà che crea frustrazione, per via di obiettivi costruiti con in mente la modalità multiplayer. Al netto di qualche difetto dell’IA nemica, che ha gravato molto sull’esperienza finale, il titolo è godibilissimo, ben ottimizzato e con una veste grafica rinnovata. Ansia, terrore, jump-scare e disperazione non mancheranno di certo in The Outlast Trials. Se siete alla ricerca di un’esperienza survival-horror da giocare in compagnia dei vostri amici, questo Outlast fa al caso vostro.