Trust Gaming GXT 498 Forta Recensione: ECOsostenibili ed ECOnomiche!

Se siete in cerca di un headset economico per giocare su Play Station 5 (ma non solo) Trust potrebbe aver risolto i vostri problemi con le GXT 498 Forta. So cosa state pensando: che di cuffie economiche ce ne sono molte in circolazione, specialmente a marchio Trust, e che condividono praticamente sempre caratteristiche e resa effettiva (a proposito, anche se non sono proprio economiche avete letto la nostra recensione delle cuffie ZOLA?). Giusto, ma è altrettanto vero che proprio per questo il diavolo è nei dettagli, mettendo sul tavolo, o meglio in testa, e confrontando le opzioni in una delle fasce di prezzo più affollate nell’ambito dei dispositivi budget: i 50 euro. Mi basta dirvi poco per motivare: materiali solidi e composti al 35% da plastiche riciclate, un microfono sopra la media (sempre nell’ambito del costo sopra indicato) e un’estetica accattivante anche grazie alla collaborazione con Sony. Le Forta, infatti, sono Licensed by Play Station, pronte a riprodurre i vostri giochi e audio pure “in 3D”, se le attaccate al monolite bianco o al Dualsense con il classico jack da 3.5mm. Sì, sono cablate. Ma al costo di un filo in più,  nemmeno troppo scomodo, la qualità non manca, e raggiunge (più o meno) serenamente quella delle più costose Sony Pulse 3D. Ditemi voi se è poco!

Caratteristiche Trust Forta

Prima di tutto, vi propongo qualche “dato” e informazioni tecniche utili. Un consiglio: se non sapete bene a cosa si riferisce ogni voce, non serve intestardirsi (a meno che non lo desideriate). Passando oltre e leggendo comodamente il resto della recensione, capirete perché ve lo sto dicendo.

Headset

  • Peso 253 grammi
  • Profondità (in mm) 83 mm
  • Larghezza (in mm) 165 mm
  • Altezza (in mm) 205 mm
  • Audio Stereo
  • Canali Audio: 2
  • Risposta in frequenza 20 Hz – 20.000 Hz
  • Dimensioni Driver 50 mm (x2, uno per padiglione)
  • Controlli rapidi sul padiglione: microfono mute, controllo volume
  • Audio 3D: sì, solo software (non fisico)

Cavo (staccabile) e jack da 3.5mm 

  • Lunghezza cavo in dotazione 120 cm

Microfono (staccabile)

  • Pattern omnidirezionale
  • Impedance 32 Ohm
  • Sensibilità 90 dB
  • Limitatore volume 95 dB
  • Risposta in frequenza 100 Hz – 17.000 Hz
  • Cancellazione eco: sì

Trust Forta Recensione

Chi sa leggere quanto sopra noterà immediatamente che le mie affermazioni nell’introduzione non sono campate per aria. Le Trust Forta non sono tra le cuffie più impressionanti del mercato sulla carta, e badando solo ai numeri ci sono dozzine di contendenti che, più o meno sulla stessa fascia di prezzo, rivaleggiano serenamente con loro. Tuttavia, la partita di Trust si gioca altrove, nel mondo reale. Dove a contare non è solo la dimensione del driver, o la risposta in frequenza di altoparlanti e microfono. Posto che sui 50 euro non si può trovare di meglio, ma solo di peggio, la contesa si vince o si perde sul fattore comodità, leggerezza, feeling tattile e durabilità dei materiali. Colore e rifiniture, morbidezza dei padiglioni auricolari e del cuscinetto per la testa. Tutti pregi indiscussi delle Forta, che non danno fastidio nemmeno durante le sessioni più lunghe, e non pur non schiacciando la testa in una morsa, restano ugualmente ben salde anche se ci muoviamo un po’ (senza esagerare). Sarebbe inutile parlare di fedeltà dei bassi e “limpidezza” degli alti, perché le Forta non sono un headset per audiofili. Nel campo del gaming fanno la loro figura e hanno un solo, grande difetto: l’insonorizzazione dai suoni esterni non è un granché.

La user experience complessiva è però avvalorata dalla presenza dei controlli rapidi per il volume sui padiglioni, dato che Sony non ha pensato a rendere accessibile più rapidamente il menù delle opzioni audio. Il fatto che il cavo sia staccabile, poi, permette di portare con sè più facilmente le cuffie, di riporle anche in spazi più stretti quando non le usiamo senza piegarne l’attacco, e di scegliere, alla bisogna, fili più lunghi o più corti. Se sceglierete di giocare attaccando direttamente le Forta al controller Dualsense, il cavo in dotazione non sarà mai troppo d’impiccio, ma potreste fare di meglio con uno ancora meno ingombrante. Diverso il discorso se preferiste collegare direttamente le cuffie alla console, alla TV o alla Switch riposta nel dock. Perché no: anche alla Xbox se vi va. Nonostante il logo Play Station campeggi fiero su entrambi i padiglioni, stampato e non inciso o in rilievo (quindi attenti che si potrebbe graffiare!) le Trust Forta si possono usare con qualunque dispositivo dotato di jack da 3.5mm. 

Ottimo rapporto qualità-prezzo… meglio delle Pulse?

Non c’è molto altro da dire in realtà: le Forta fanno della semplicità di utilizzo, dell’immediatezza e dell’estetica accattivante i loro pregi trainanti, più che sufficienti a giustificare la scelta se tra le altre opzioni ci sono headset cablati dalle specifiche tecniche simili. Ma se, invece, confrontassimo le Forta con un paio di cuffie più costose, tipo… le Pulse 3D di Sony? Cosa ne risulterebbe? Osserviamo i dati che possiamo confrontare, tralasciando quelli relativi a batteria e wireless. “Il risultato vi sorprenderà”, perché il range di risposta in frequenza è più ampio, sì, ma non in maniera sostanziale: da 4Hz – 40,000Hz. I driver al neodimio sono anche più piccoli, 40mm contro i 50mm di Forta. Come dire che se la battono sulle frequenze basse, e hanno alti un po’ più squillanti. Che in gioco hanno valore relativo, dal momento che le oscillazioni predominanti hanno frequenze medie. Costando quasi il doppio, vien quasi da dire che l’unica vera differenza è che le Pulse 3D sono wireless, che hanno un design più accattivante e pulito (ma questo dipende) e che isolano meglio dai suoni esterni (nemmeno troppo). Quanto a microfono non c’è partita: i due microfoni integrati nelle Pulse non hanno la stessa resa del singolo dispositivo staccabile delle Forta, che sta più vicino alla bocca, peraltro, ed è direzionabile con più facilità, o rimuovibile per mutarsi senza ombra di dubbio, al volo. Poi, è ovvio, le Forta non vanno ricaricate, non consumano elettricità e sono pure realizzate al 35% di materiali riciclati. ECOnomiche ed ECOlogiche!

Anche se con quest’ultimo confronto ho voluto un po’ provocarvi, lo ammetto, c’è un fondo di realtà nelle mie considerazioni in merito. In questa recensione spero di aver chiarito anzitutto che le Trust 498 Forta sono cuffie budget, dal costo misurato e dalla riuscita nella media, quando ci concentriamo solo su dati tecnici spogliati di tutto il resto. Non aspettatevi di trovarvi sul cranio un headset rivoluzionario, che vi sfondi i timpani con bassi profondissimi e alti cristallini. Come ho già detto, non è quello il terreno di gioco di Trust e delle Forta. Pensate piuttosto alla solidità e feeling tattile eccellente, che non fa rimpiangere dispositivi molto più costosi (fra cui appunto le Pulse). Alla comodità e leggerezza, unite con la praticità del plug and play e dei controlli sul padiglione. I giorni del cablato non sono ancora finiti, sia che si pensi al mondo delle cuffie per audiofili, quelle dai 300 euro in su, sia che si voglia restare tra gamer che non hanno bisogno di surround fisico virtuale con multipli speaker interni, e sono più che soddisfatti della resa dell’audio 3D di Sony. Non bisogna sempre, per forza, sparare a una mosca con un bazooka. A volte, si può trovare quel di cui si aveva bisogno restando nella confort zone di un prodotto pratico, confortevole e tutto sommato piacevole. Come le Forta di Trust.   

VOTO: 7.7

Vive in simbiosi con la sua Switch, segnato da un'infanzia vissuta solo sulle console Nintendo portatili. Persino la sua prima console Sony è stata la portatile PSP, il che è tutto dire. Monta video da quando erano ancora di moda gli AMV su Dragon Ball, e si usava Movie Maker pensando di essere i nuovi Spielberg. Malato di giochi competitivi ed E-sport, ma anche dal lato opposto dello spettro di GDR e Story Driven, pochi titoli si salvano dalle sue spire, e solo perchè ogni tanto deve anche nutrirsi e dormire. Ha scritto questo testo, ma di solito non parla di sè in terza persona. Così, per dire.