Dopo i trascorsi di Pirati dei Caraibi e Jungle Cruise, torna sul grande schermo un altro franchise tratto da un’attrazione dei parchi a tema Disney. Parliamo di La casa dei fantasmi, diretto da Justin Simien, nelle sale a partire dal 23 agosto, dopo una’ anteprima a Giffoni. Non è il primo tentativo di portare sul grande schermo la attrazione “dark ride“: già nel 2003 è stata realizzata una pellicola con Eddie Murphy, ma che purtroppo non ha ottenuto grande successo. La trama è molto semplice: una madre single e suo figlio si trasferiscono in una villa solo per scoprire che è infestata da spettri. Per combattere queste presenze sovrannaturali, chiamano un ex investigatore del paranormale, un prete, un sensitivo e un professore di storia del college.
Già in passato il progetto era stato adocchiato da Guillermo Del Toro, che avrebbe ambientato il film in una dimensione parallela, ma non se ne fece nulla e, sempre a tema di apparizioni fantasmatiche, il regista messicano preferì realizzare Crimson Peak. Il cast comprende nomi di rilievo come Rosario Dawson, Lakeith Stanfield, Owen Wilson, Danny DeVito, Jamie Lee Curtis, Jared Leto e Winona Ryder.
GENTE DI SPIRITO
Nonostante sia a conti fatti un horror, il film rientra nel filone del genere “Piccoli brividi“, quindi è adatto a famiglie e ragazzi, con suggestioni che ricordano Ghostbusters e i vecchi classici Disney dal tono oscuro, come Nel fantastico mondo di Oz o Qualcosa di sinistro sta per accadere. La trama si svolge in Louisiana, una collocazione geografica adeguata data la ricchezza di folklore soprannaturale nella zona. E’ evidente che la pellicola mira a diventare un ‘must see’ di Halloween, ma non sempre riesce, buttandosi a capofitto in una trama un po’ confusa e dove non è chiaro cosa possano realmente fare i fantasmi e cosa no, a tenere alta la soglia dell’attenzione dello spettatore. A compensare ci pensano i buoni sentimenti e gli altrettanto buoni effetti visivi, costellati anche di battute che hanno la funzione di spezzare la tensione e veicolare il brivido in una liberatoria risata. Uno dei colpi di scena, però, è talmente telefonato che lascia pensare a un errore di sceneggiatura. Dato che si ispira specificamente all’attrazione di Disney World e Disneyland chiamata Haunted Mansion, alcuni elementi – presenti già nel film con Murphy – devono essere presenti per richiamarla, come la veggente Madame Leota o la stanza che si allunga, i ritratti cangianti e il gran ballo dei fantasmi nel salone. Anche per questo la trama a volte segue più la suggestione che un vero senso logico, ma se lo scopo è quello di farci provare per un paio d’ore l’impressione di essere in un parco giochi con effetti speciali, allora riesce pienamente.
A CIASCUNO LA SUA CASA (INFESTATA)
Fu Walt Disney stesso a proporre l’idea di realizzare una casa dei fantasmi all’interno dei Parchi Disney, reinventando la tradizionale giostra dei parchi divertimento in maniera del tutto originale con la Haunted Mansion. Ma, mentre alcune attrazioni ricorrenti, come ad esempio il volo di Peter Pan, presentano la stessa struttura in tutti i parchi di ogni paese, ogni casa infestata è diversa dalle altre: ognuna ha la particolarità di rispecchiare la cultura e le credenze del luogo, raccontando sempre una storia diversa. Un esempio molto evidente è il Mystic Manor di Hong Kong Disneyland, dove il tema della morte e dei fantasmi è stato sostituito da un incantesimo che ha animato i curiosi oggetti collezionati dal proprietario Lord Henry Mystic. A Disneyland Paris l’attrazione si chiama Phantom Manor, e la sua storia si interconnette con la zona parallela del parco Thunder Mesa. Passeggiando fra le sue vie, si percepisce sempre l’ombra tetra dell’imponente maniero vittoriano ormai in decadenza. L’attrazione diventa western e si concentra attorno alla figura del fantasma di Henry Ravenswood, antico padrone del maniero.
BENVENUTI A NEW ORLEANS
La versione filmica non fa eccezione e ci cala direttamente nel contesto un po’ vodoo e un po’ swing della Louisiana: “Avevo nove anni quando mi sono innamorato della ride – ha detto Simian – Era un obiettivo della mia mamma portare il suo bambino a Disney World, mi ci ha portato a nove anni ed è stata una delle prime attrazioni che abbiamo esplorato. Ne ero ossessionato. Era come essere in un film. Non ho mai più visto niente di simile. E non avevo idea di cosa stesse succedendo. La stanza restringente, i fantasmi… niente di tutto questo. Mi ricordo di aver sussultato quando un fantasma mi si è appiccicato al braccio mentre uscivo e mentre ero in giro per il parco mi chiedevo se i fantasmi fossero ancora con me. E poi la mia famiglia è originaria della Lousiana. Sapevo molto della cultura di New Orleans, è spaventosa e divertente. Letteralmente, entrambe le cose. Sono stato molto protettivo nei confronti di questi elementi, nel trasporli nel film”.
Se non potete permettervi di andare a visitare una delle versioni dell’attrazione nei parchi Disney, il film – sebbene un po’ facilone e sfilacciato in alcuni passaggi – è un degno sostituto. La simpatia di Wilson e DeVito e il sorriso di Rosario Dawson faranno il resto.