Devil May Cry

Da Devil May Cry 6 ai remake: i possibili futuri di Dante & Co.

Capcom sta attraversando un periodo d’oro. Grandi classici del passato come Street Fighter, Resident Evil e Monster Hunter stanno rivivendo attraverso sequel o remake, riaccendendo la passione dei fan di lunga data e arricchendo notevolmente gli introiti dell’azienda giapponese. In questo contesto, molti giocatori iniziano ad esprimere con crescente impazienza il desiderio di vedere tornare in azione un altro amato franchise, ovvero Devil May Cry. Poco importa che si tratti di Devil May Cry 6 o di un qualcosa di completamente diverso. Le avventure del mezzo-demone Dante e del suo entourage di cacciatori di creature infernali sono rimaste in sospeso dal 2019, un lasso di tempo che inizia a sembrare tremendamente vasto, specialmente se si considera che l’ultimo capitolo principale della saga ha rappresentato un successo di tale magnitudine da soddisfare anche il giocatore più scettico.

Devil May Cry Peak of Combat, spin-off cinese mobile di prossima uscita, è ben lontano dal soddisfare le aspettative ormai consolidate. Al massimo, è in grado di acuire la speranza di vedere prossimamente l’annuncio di un nuovo capitolo che arricchisca concretamente il nucleo canonico della serie. Esplorando le ipotesi, cerchiamo di valutare le opzioni attualmente presenti sul tavolo di Capcom, al fine di speculare su cosa potrebbe riservare il futuro di Devil May Cry. Per forza di cose, per fare ciò, ci troveremo a sfiorare alcuni spoiler, pertanto consideratevi avvisati.

Devil May Cry 5

Devil May Cry 6: il destino di Nero

L’epilogo di Devil May Cry 5 si dipana in un lungo passaggio del testimone. Il protagonista della serie, Dante, prende la decisione di ritirarsi negli inferi insieme al fratello/rivale Vergil con l’obiettivo di combattere il male direttamente nella sua terra d’origine. A difendere il regno mortale rimangono dunque Nero, il figlio di Vergil, le due femmes fatales Lady e Trish e la meccanica del team, Nico. Ipotizzando un possibile proseguo della trama principale, potrebbe risultare naturale pensare che un ipotetico Devil May Cry 6 decida di concentrarsi sulle gesta di Nero, il giovane rampollo che ha malapena concluso i primi passi nel mestiere di cacciatore e si prepara a iniziare propriamente la sua promettente carriera di ammazza-demoni. Tuttavia, una tale direzione finirebbe con il destare un numero spropositato di malumori.

Pur avendo Capcom impiegato anni a preparare il terreno per il ritiro di Dante, i fan di lunga data non accoglierebbero con serenità la scomparsa del leggendario personaggio. Allo stesso modo, sembra poco probabile che un’eventuale trama si concentri sui viaggi nell’oltretomba dei due combattenti mezzo-demoni. A meno che non emergano colpi di scena particolarmente intriganti, è probabile piuttosto che finiremo con il assistere a una riproposizione di quanto già visto nelle ultime due uscite del brand: Dante sarà verosimilmente affiancato a Nero man mano che la trama si sviluppa.

Esiste, dunque, una soluzione potenzialmente disarmante e provocatoria: Devil May Cry 6 potrebbe vedere la luce sotto forma di prequel, occasione d’oro per esplorare gli inizi ancora insondati della saga. Fin dai suoi albori, il franchise ha infatti fatto trapelare frequentemente dei frammenti di come Sparda, il padre demoniaco di Dante e Vergil, abbia sconfitto di suo solo pugno gli inferi. Tuttavia, i giocatori non hanno mai avuto veramente l’opportunità di vivere in prima persona l’epica battaglia Dedicare spazio e tempo a questo cavaliere infernale potrebbe rivelare numerosi retroscena narrativi, consentire di fare tabula rasa di un cast tanto numeroso che sta diventando difficile da gestire e, soprattutto, offrire la possibilità di testare un sistema di gioco completamente rivisitato.

Da mezzo ‘l petto uscia fuor de la ghiaccia

Permetteteci di esprimere una riflessione diretta: Devil May Cry 6 non sembra un’opzione estremamente verosimile, almeno non nell’immediato. A partire dal secondo capitolo, l’epopea demoniaca si è saldamente associata al game designer Hideaki Itsuno, il quale sta attualmente concentrando tutte le sue energie sulla creazione di Dragon’s Dogma 2, titolo che porta di per sé sulle spalle aspettative estremamente gravose.

Ammesso e non concesso che il padrino della saga non sia in qualche modo relegato in secondo piano a vantaggio di terzi, è ragionevole supporre che un sequel canonico non vedrà la luce per un certo numero di anni. Vale d’altro canto la pena ricordare che tra Devil May Cry 4 e il suo immediato successore sono trascorsi più di dieci anni. Anche considerando prospettive più ottimistiche, è realistico pensare che un impegno videoludico di questa portata imponga almeno tre o quattro anni di sviluppo. Dragon’s Dogma 2 non ha ancora una data ufficiale di lancio, tuttavia voci di corridoio parlano di un’uscita prevista verso la fine del 2025. Partendo da questo assunto e compiendo i dovuti calcoli, un eventuale Devil May Cry 6 potrebbe essere calendarizzato attorno al 2026-2027.

Con tutta probabilità, Itsuno non cederà le redini registiche della sua creatura, soprattutto ora che il suo stretto collaboratore Ryota Suzuki ha lasciato Capcom per unirsi alla concorrente Square Enix. Detto questo, non è scontato che la casa editrice nipponica si accontenti di una simile pausa forzata, il che potrebbe a sua volta suggerire che le avventure di Dante possano imboccare la strada dell’ambiguo mondo dei remake, se non addirittura degli spin-off.

Devil May Cry

La storia di un Resident Evil fallito

Capcom ha recentemente fatto jackpot nello scommettere sulla rielaborazione dei vecchi giochi di Resident Evil. Il remake del primo Resident Evil, uscito nel 2002 su Gamecube, fu notoriamente un insuccesso commerciale, tuttavia la direzione più orientata all’azione e dinamica intrapresa dal Resident Evil 2 del 2019 è riuscita ad attrarre sia il pubblico contemporaneo che a convincere i veterani di lunga data, il tutto sviluppando la formula perfetta attraverso cui forgiare il prodotto appagante per antonomasia. La bontà di questa direzione tecnica si è ulteriormente affermata nel 2023 con il grande successo di Resident Evil 4, gioco acclamato dalla critica e dal pubblico con un entusiasmo equiparabile solamente a quello generato dal gioco originale nel lontano 2005. 

Avendo trovato una simile vena d’oro, non stupirebbe che Capcom possa valutare l’idea di applicare il trattamento “remake” alle altre proprietà intellettuali presenti nel suo repertorio. In tal senso, il primo nome che balza in mente è senza dubbio la sottovalutata e mai dimenticata saga di Dino Crisis, tuttavia anche Devil May Cry potrebbe rappresentare una candidatura ideale. Questa opzione, tra le altre, custodirebbe al suo interno una certa sfumatura poetica.

Come molti di voi sapranno, il primissimo Devil May Cry è nato come forma “fallimentare” di una delle proposte progettuali di Resident Evil 4. Il game designer Hideki Kamiya, già padre di Resident Evil 2, aveva pensato a un’esperienza ludica maggiormente incentrata sull’azione e che aveva per protagonista un individuo smargiasso vestito di rosso, un certo “Tony” che presto sarebbe stato ribattezzato con il nome di “Dante”. In un certo senso, Resident Evil 4 ha dunque rappresentato la scintilla iniziale da cui è effettivamente sorto Devil May Cry. L’idea che il remake del survival horror possa dunque fungere da stimolo per un’eventuale reimmaginazione dell’hack & slash non farebbe altro che chiudere un sorprendente circuito di caotici rimandi.

Non Devil May Cry 6, ma Devil May Cry Re-burn

Nel lontano 2001, Devil May Cry aveva catturato i giocatori di tutto il mondo grazie alla sua dinamicità, tuttavia la sua carica innovativa è drammaticamente radicata in un’epoca ormai remota. Sebbene il capolavoro mantenga ancora oggi la sua validità, rivisitando nuovamente il titolo non si può fare a meno di notare i numerosi segni dell’età. Le sue estetiche, la trama e le dinamiche del sistema di gioco faticano a competere con gli standard elevati raggiunti dagli ultimi capitoli della serie, quindi ci sarebbe ampio margine di lavoro per introdurre un eventuale ammodernamento.

La possibilità di un remake del primo capitolo delle avventure di Dante è messa però in ombra dall’esistenza di DmC: Devil May Cry, una reinterpretazione della serie del 2013 che certamente non era incorsa nel favore del grande pubblico. Il titolo, sviluppato dal team di Ninja Theory, è tutt’altro che scadente, tuttavia l’intuizione di prendere le distanze dagli amati e consolidati protagonisti ha contribuito a scatenare un riscontro perlomeno tiepido da parte dei fan.

Considerando questa esperienza negativa, Capcom potrebbe invece considerare di circumnavigare il problema e ricreare Devil May Cry 3, uno dei capitoli più apprezzati dell’intero brand. L’episodio in questione racconta d’altronde le prime avventure del celebre cacciatore di demoni, posizionandosi all’inizio dell’arco narrativo a oggi mai esplorato. Grazie a questa sua prerogativa, il gioco si presterebbe bene come nuovo punto di ingresso per tutti coloro che non hanno alcuna familiarità con la saga, un approccio che finirebbe in qualche modo a richiamare quanto Konami sta  facendo con Metal Gear Solid 3.

Indipendentemente da quale direzione prenderà Devil May Cry, sembra certo che ci siano tutte le carte in regola perché i risultati siano soddisfacenti e validi. Devil May Cry 5 ha perfezionato le già eccellenti meccaniche di gioco dei suoi predecessori, quindi il franchise si trova al momento al culmine delle sue potenzialità tecniche e una semplice riproposizione del più recente sistema di controllo sarebbe sufficiente a catalizzare la nostra approvazione. Pensandoci attentamente, anche uno spin-off dal cipiglio sperimentale potrebbe rappresentare un diversivo interessante per arricchire la serie principale. Magari un prequel dedicato a Sparda in cui il sistema di gioco si rifà al gameplay di Zone of the Enders. Capcom, sentiti libera di inviarci un assegno quando hai fatto!