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Lords of the Fallen Recensione: i signori oscuri stavolta hanno fatto centro

Lords of the Fallen, quello ā€œoriginaleā€ ha rappresentato un grosso spreco di potenziale, ancora oggi difficile da perdonare. I ragazzi di Deck 13 hanno avuto il grande merito di saper creare una buona base, tanto sul piano narrativo quanto su quello creativo, ma hanno fallito sotto l’aspetto più importante, specialmente per un prodotto del genere: il gameplay. Lords of the Fallen, inutile girarci intorno, ĆØ uscito con le ossa fracassate nel duello contro i suoi lontani parenti più famosi (i ā€œsoulsā€ di FromSoftware, ovviamente) specialmente per i grossi problemi legati al gameplay e, nella fattispecie, a un sistema di combattimento lento, legnoso e nemmeno lontanamente appagante. Sia chiaro, da appassionato del genere mi ricordo perfettamente che, all’epoca, mi ci sono chiuso molto volentieri con Lord of the Fallen, ho fatto più run e ho comunque superato le 40-50 ore di gioco, ma la sensazione lasciatami, appunto, ĆØ sempre stata quella di una gigantesca occasione sprecata. D’altronde, e lo ripeto, il potenziale c’era e c’è tutt’ora, e sembra che, finalmente, anche ai piani alti di CI Games se ne siano ricordati. Il publisher polacco, infatti, ha affidato al team talentuoso di Hexworks il compito di riportare alla luce il brand, con una sorta di sequel/reboot che ha dimostrato, sin dalle primissime battute, di avere tutte le carte in regola per dare al brand Lords of the Fallen una dimensione totalmente diversa nelle gerarchia dell’industria videoludica. Dopo aver passato in compagnia del portalanterna un bel po’ di dozzine di ore di gioco, sono pronto a tirare le somme su questo nuovo esponente del genere Soul-slike, che in questo 2023 ha giĆ  visto l’arrivo di un sorprendente Lies of P e che, sicuramente, ĆØ destinato a fare la felicitĆ  dei giocatori appassionati, aspettando l’attesissimo DLC di Elden Ring che non vediamo l’ora di poter finalmente testare con mano.

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Lords of the Fallen: una corsa contro il tempo e contro il male

L’oscuro signore demoniaco Adyr brama di ritornare a camminare per le lande di Axiom. No, non ĆØ la trama di una sorta di remake di Lords of the Rings, ma ĆØ il plot che muove gli eventi di Lords of the Fallen, sia di questo ā€œremakeā€ sia, in qualche modo, anche del capitolo originale. I più attenti, sono sicuro, si ricorderanno bene di Harkyn, l’eroe protagonista del primo capitolo. Anche in quel caso, la missione di Harkyn era quella contrapporsi, in una sorta di vera e propria missione impossibile, alle forze del male, desiderose proprie di spianare la strada al loro Lord. Al netto delle tante difficoltĆ , la missione ĆØ stata comunque centrata in pieno, e il mondo di Axiom ha conosciuto, finalmente, un periodo di pace. Come nelle migliori storie dark fantasy, però, il male ha continuato ad annidarsi e sta per per riprendere forma. Adyr ĆØ pronto a tornare, le sue truppe sono sempre più forti e, per tal motivo, si rende fondamentale l’arrivo di un nuovo crociato, un paladino scelto dalla misteriosa chiesa di Orius per portare nuovamente la luce nel mondo. ƈ proprio qui che entra in gioco il nostro Portalanterna, un individuo scelto proprio il suo misterioso collegamento con l’oggetto del desiderio (e del terrore) di mezzo mondo e che, appunto, ĆØ chiamato a portarsi sulle spalle un fardello a dir poco gigantesco. La storia di Lords of the Fallen ĆØ dunque molto più chiara rispetto agli standard del genere, ĆØ volutamente più aperta e meno criptica, ma non per questo risulta priva di colpi di scena, anzi.

L’immaginario creato dai ragazzi di Hexworks ĆØ ricco come non mai, pieno di rimandi storici a personaggi illustri, figli di epoche passate in cui la lotta al male era altrettanto dilaniante. Durante gli anni, infatti, si sono formati diversi ordini, come quello dei Crociati o quello delle Sentinelle consacrate, il cui scopo ĆØ proprio quello di preservare la pace nel mondo. Inutile dirvi che molti esponenti di queste due fazione sono destinati a incrociare il cammino del nostro protagonista, cosa che, ovviamente, espande a dismisura anche la lore del gioco che, permettetemi di dirlo, ĆØ una delle più affascinante del genere souls-like in senso assoluto. Ho apprezzato veramente tanto i cenni storici, i frammenti di ricordo che vengono mostrati in alcuni luoghi, a Umbral, e tutti quei pezzi che compongono un puzzle narrativo assolutamente valido e che si arricchisce anche grazie a un characater design molto valido, anche per quanto concerne la concezione di alcuni nemici, specialmente i boss e alcuni nemici speciali. Sotto questo aspetto Lords of the Fallen del 2023 fracassa in due il suo predecessore, e regala al giocatore un senso di appartenenza alla storia ben più radicato rispetto a quanto accadeva in passato e poco importa se alcune situazioni sono un po’ dei clichĆ© del genere o del fantasy in generale, perchĆ© il risultato finale ĆØ decisamente valido e non vedo l’ora discoprire se anche voi la penserete come me.

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Un grande passo avanti, ma alcune abitudini sono difficili da abbandonare

Sul piano del gameplay e delle dinamiche di gioco, devo essere onesto, Lord of the Fallen mi ha in larga parte sorpreso. In senso positivo, ovviamente. Il pargolo di Hexworks ha saputo dimostrare di avere una fortissima identitĆ , sotto questo aspetto, grazie ad una struttura di gioco molto complessa e sfaccettata che, sono convinto, può dare ai giocatori grandissime soddisfazioni. La dinamica più importante, che chiaramente si lega giocoforza anche all’esplorazione (ma lo vediamo in secondo momento) ĆØ quella della Lanterna Umbral, un dispositivo che consente di passare da una realtĆ  all’altro in praticamente qualunque momento. Il portalanterna, cosƬ come viene definito il campione protagonista della storia, può, grazie a questa, liberare nuovi percorsi, scrutare segreti e assorbire e rivivere frammenti e ricordi del passato, ricostruendo in tal modo gli eventi che hanno condotto i suoi predecessori in un percorso di morte e distruzione. Inutile dirvi che questa meccanica di gioco risulta super intrigante, anche perchĆ© offre delle possibilitĆ  di gameplay decisamente intriganti. In primis, l’utilizzo della lanterna e il relativo passaggio al mondo di Umbral ĆØ da considerarsi a tutti gli effetti come una sorta di vita extra, una resurrezione in battaglia, un po’ come avveniva in Sekiro. Una volta sconfitti da viventi, in sostanza, avrete un’altra chance di tornare in battaglia, ma sarete trasportati nel mondo di Umbral, dunque avrete a che fare non soltanto con i nemici attuali ma anche quelli del mondo spettrale, che diventano via via sempre più numerosi, forti e aggressivi col passare del tempo. Questa meccanica di gioco si attiva anche contro i boss, sia quelli principali sia quelli secondari, e il passaggio alla dimensione spettrale non ha ripercussioni sugli alleati mossi dall’IA, le classiche invocazioni, per intenderci, che continuano ad aiutarci finchĆ© la loro vita non si esaurisce.

Proprio parlando di boss e di nemici, ĆØ doveroso parlare di un altro tassello fondamentale: il combat-system e il relativo livello di difficoltĆ . Finalmente, anche se ci sono ancora ancora tanti margini per migliorare, la legnositĆ  e la difficoltĆ  anche solo nel muoversi del vecchio Lords of the Fallen qui sono soltanto un ricordo sbiadito, ma, ancora una volta, la gestione dei colpi, delle schivate e in generale i tempi di reazione di ogni personaggio, che siano i mostri o che siano i boss, ma anche lo stesso avatar, sono sempre in qualche modo sporcati da una sorta di input lag che in alcuni frangenti diventa un tantino fastidioso. Sia chiaro, il gioco rimane super godibile e non risulta ā€œfastidiosoā€, ma questa pesantezza si avverte, in particolare, quando si utilizzano classi un po’ più pesanti o quando, magari, si prova a castare incantesimi con un personaggio di natura magica, mentre le classi più veloci sembrano avere un boost nel movimento decisamente più marcato. Lords of the Fallen offre anche un sistema di doppia postura. Ogni arma può essere impugnata a due mani, cosa che aumenta notevolmente il danno inflitto e anche il move-set della stessa, sacrificando in parte la velocitĆ  d’azione. Nonostante ciò, il feedback dei colpi rimane comunque un più pesante rispetto agli altri esponenti del genere, compreso il più recente Lies of P, ma i passi avanti compiuti sono veramente evidenti. Da questo punto di vista, il team ĆØ riuscito a svecchiare soltanto in parte le problematiche dell’originale Lords of the Fallen, che si arricchisce di diverse soluzioni in grado di dare comunque molta più profonditĆ  all’esperienza di gioco. Una delle più interessanti riguarda la possibilitĆ  di ricorrere alla lanterna per strappare via l’anima dei nemici per attaccarli a distanza e arrecargli danni senza la necessitĆ  di avvicinarsi troppo ed esporsi ai colpi avversari. Questa può risultare un’importante mano per i giocatori soprattutto considerando la natura molto aggressiva e numerosa dei nemici, che tendono spesso e volentieri ad accerchiare il giocatore e a sfruttare il vantaggio numerico per poterlo mettere al tappeto. Tornando al discorso dei nemici, voglio subito dirvi che Lords of the Fallen ĆØ un titolo caratterizzato da un livello di sfida che sembra puntare verso l’alto. Anche con tanti livelli sulle spalle e un personaggio ben attrezzato, i nemici sono sempre in grado di creare diversi grattacapi al portalanterna, specialmente, appunto, considerando il fatto che spesso e volentieri questi possono fare affidamento su una superioritĆ  numerica a dir poco sconfortante (per noi, ovviamente).

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Personalizzazione, classi e equipaggiamenti: un souls-like pensato per piacere a tutti

Il livello di sfida ĆØ una variabile fondamentale da considerare in un gioco simile, soprattutto se si tiene conto della forte componente ruolistica da cui Lords of the Fallen sembra essere accompagnato. Al momento delle creazione del vostro Crociato, oltre a una buonissima qualitĆ  e quantitĆ  di asset per plasmarlo a proprio piacere sul piano estetico, il gioco offre anche un’ottima qualitĆ  e varietĆ  di classi, che si dividono in classi base e classi avanzate. Se le classi base offrono un’esperienza più tradizionale, con la presenza del classico cavaliere pesante, il paladino con scudo e spada e via dicendo, sono quelle avanzate a dare una profonditĆ  diversa all’esperienza di gioco. Durante la mia esperienza di gioco ho portato avanti una doppia run con due classi totalmente diverse: una basata sul fuoco e sul relativo utilizzo della magia e una basata sull’abilitĆ  con le lame di un maestro di spade. Affrontare l’avventura (anche se, a un certo punto, ho scelto di puntare su una delle due soltanto) con diverse ideologie di gioco dona una profonditĆ  ludica imponente a questo nuovo Lords of the Fallen, che sotto questo aspetto vince e convince su tutta la linea, specialmente se confrontato con l’originale capitolo del 2013. Lords of the Fallen si dimostra veramente molto vasto anche per quanto riguarda il numero di incantesimi utilizzabili, suddivisi fondamentalmente in due macro categorie, a loro volta legate a due specifici parametri che risultano necessarie per classi magiche: inferno e radiositĆ . Come potete facilmente intuire, la prima ĆØ votata, per lo più, a incantesimi offensivi, mentre la seconda si basa maggiormente sull’impiego dei cosiddetti miracoli, spesso e volentieri caratterizzati da skills con curativi o comunque appartenenti alla categoria dei buff.

La buona varietĆ , comunque, come ho detto poco fa, si riscontra anche per le classi che utilizzano armi bianche. Grazie a una quantitĆ  discretamente generosa di equipaggiamenti, il gioco offre al giocatore una grande libertĆ  in tal senso e, come un buon souls-like che si rispetti, il numero di armi speciali ĆØ destinato a salire sfruttando la meccanica delle armi speciali. Non vi dico dov’è, non vi dico come si ā€œsbloccaā€, voglio proprio divertimi immaginando il vostro volto, ma all’Hub, che qui prende il nome di Ponte del sonno celeste, un po’ l’equivalente del Santuario del Legame del fuoco o del più recente Hotel Krat, risiede un NPC molto particolare, nascosto agli occhi di tutti, che vi consente di scambiare i ricordi dei boss principali abbattuti in cambio di armi ed equipaggiamenti speciali, che, come potrete immaginare, hanno un ruolo fondamentale nel dare al gioco una profonditĆ  ruolistica e ludica ancor più marcata. Proprio questa grande libertĆ  data al giocatore nel plasmare più o meno a proprio piacimento ĆØ una delle dinamiche che ho maggiormente apprezzato di questo Lords of the Fallen, per quanto comunque alcune cose non mi hanno convinto del tutto. In primis, non ho apprezzato la scelta di limitare l’effetto dei potenziamenti del vestiario praticamente allo zero, cosƬ come ho riscontrato troppa similitudine nelle hitbox e nella gestione dei colpi di molte armi, che anche se appartenenti a categorie fondamentalmente diverse mi hanno dato l’impressione di essere un po’ troppo simili tra loro all’atto puramente pratico. Come ho giĆ  detto, comunque, la sensazione che ho avuto ĆØ però la varietĆ  delle classi sia un aspetto potenzialmente molto rilevante nell’economia del gioco, anche e soprattutto se si decide di allontanarsi delle classi melee, che hanno il problema delle armi che, invece, come dicevo poco prima mi hanno convinto di meno, soprattutto per quanto riguarda il ritmo dei colpi. A tal proposito, voglio sottolineare una cosa importante: al netto di una gestione dei tempi di reazione non esattamente supersonica, la schivata in Lords of the Fallen ĆØ decisamente più utile della parata. Fidatevi.

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Esplorazione, level design e world building: un mondo ricco di segreti e di ricchezze, ma anche di terrore

Una delle note più liete di questo Lords of the Fallen ĆØ sicuramente il world building e in generale tutta la gestione del mondo di gioco. Lords of the Fallen, d’altronde, come ho giĆ  detto più volte, aveva un gran potenziale anche in passato e sono più che contento di affermare che Hexworks ĆØ riuscita a dargli il giusto peso all’interno di questo nuovo capitolo della serie. Il mondo di gioco di Lords of the Fallen ĆØ a dir poco enorme e può vantare su un numero di arie nascoste, segreti da scoprire e oggetti unici da recuperare davvero spaventoso. Durante la traversata, il giocatore può sbloccare le Vestigia, l’equivalente dei Falò per intenderci, per muoversi tra una mappa e l’altra, ma c’è anche di più. Grazie ai poteri della Lanterna Umbral, il portalanterna può anche creare un checkpoint ā€œpersonalizzatoā€ in luoghi specifici, utilizzando i Germogli, reperibili dopo aver sconfitto un boss o acquistabili in cambio di un buon numero di vigore (l’equivalente delle anime dei vari Souls di From) presso l’NPC particolare di cui vi parlavo poc’anzi. Ovviamente questi checkpoint non sono illimitati, ma hanno comunque una grande importanza, specialmente quando si trova ad affrontare un boss particolare, magari situato in una zona intermedia del mondo di gioco e lontano da tutte le Vestigia principali. Proprio quest’ultime, mi sono rimaste in qualche modo impresse. Le vestigia, infatti, hanno un nome proprio di persona e non a caso. Queste, infatti, raffigurano i corpi dei portalanterna del passato, campioni che come il nostro avatar hanno provato durante i mille anni che separano il gioco dagli aventi del primo Lords of the Fallen, a contrapporsi alle forze del male e a sfidare il terribile Adyr, desideroso di riportare morte e distruzione in tutto il mondo.

Lords of the Fallen, non ĆØ un mistero, ĆØ pervaso da un’oscuritĆ  di fondo, e lo si capisce anche e soprattutto vagando per il mondo di gioco, in cui la Lanterna Umbral apre le porte per un mondo tutto nuovo e ricco di orrori e segreti. Esplorare, dunque, ĆØ un pezzo fondamentale dell’avventura, e grazie a un level design veramente ben congegnato, ĆØ veramente un piacere lasciarsi trasportare dalla sete di conoscenza e soprattutto dalla possibilitĆ  di trovare nuovi oggetti, che spesso e volentieri sono oscurati alla vista proprio grazie alla meccanica del passaggio e Umbral. Va di per sĆ© che il level design viene spinto su un livello decisamente più elevato proprio grazie a questa dinamica. Spesso e volentieri, infatti, il passaggio verso una nuova area ĆØ vincolato a uno soltanto dei due mondi e , di conseguenza, anche tutta l’esplorazione si basa molto sul saper sfruttare bene le possibilitĆ  offerte dalla superficie di una delle due dimensioni. E, come vi dicevo poc’anzi, esplorare non ĆØ mai fine a se stesso. I mondi di Axiom e Umbral sono infatti entrambi ricchi di oggetti da recuperare, come materiali di potenziamento per la ā€œfiaschettaā€, oggetti unici, chiavi, e via dicendo, ma anche pieni di nemici unici da affrontare, tutti in grado di sbloccare ricompense speciali. In Lords of the Fallen, infatti, sono presenti veramente tanti boss, anche quelli opzionali e ben nascosti, e tutti sono in grado di offrirei un livello di sfida sempre e comunque molto bilanciato. Se avete problemi, comunque, contro alcuni nemici ĆØ possibile invocare i campioni del passato per poter avere un aiuto in battaglia, ma ĆØ anche presente la possibilitĆ  di attivare una collaborazione con personaggi umani da ogni parte del mondo, tramite un sistema di invocazioni molto simile a Dark Souls e simili. Tramite il menù multigiocatore ĆØ possibile invadere, collaborare, farsi aiutare e aiutare a propria volta, ma questo sistema l’ho potuto testare solo in parte perchĆ©, ovviamente, abbiamo avuto accesso a una versione in accesso anticipato del gioco e, quindi, con i server pressochĆ© vuoti.

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Lords of the Fallen: anche l’occhio (di Umbral) vuole la sua parte

Sul piano tecnico e artistico, ma qui, onestamente, le buone premesse erano giĆ  molto evidenti, Lords of the Fallen si difende veramente più che bene. Il titolo sviluppato da Hexworks si mostra in gran forma su PC, piattaforma da noi utilizzata per la recensione, e pur senza un hardware di primissima fascia ha saputo restituire una resa complessiva più che valida, oltre che a una stabilitĆ  generale molto valida. Grazie alla nostra 3060 siamo riusciti a spingere il gioco su dettagli alti con una risoluzione in Full HD, e grazie all’utilizzo di tecnologie come il DLSS la stabilitĆ  e la fruibilitĆ  generale si ĆØ dimostrata più che godibile, nella maggior parte dei casi. Alcune aree con densitĆ  di pixel maggior, infatti, in taluni casi hanno evidenziato qualche difficoltĆ  extra in termini di stabilitĆ , ma nulla comunque in grado di inficiare la qualitĆ  complessiva del prodotto. Sia chiaro però: Lords of the Fallen, sul piano tecnico, non ĆØ un prodotto clamoroso nĆ© tantomeno può considerarsi un vero e proprio prodotto next-gen, ma fa comunque un buon lavoro, specialmente per quel che concerne la qualitĆ  dei corpi, sia quelli degli umani sia e soprattutto quello dei mostri. Come dicevo anche prima, i nemici di Lords of the Fallen, specialmente quelli più importanti e i boss, sono molto belli da vedere e ricreati con una grande dedizione, tanto sul piano tecnico tanto su quello artistico che, secondo il mio modestissimo parere, rappresenta uno dei punti di forza più lampanti della produzione. Tralasciando una densitĆ  di pixel forse un po’ troppo scarsa nella resa di elementi quali muri, pavimenti e via dicendo e un feeling forse eccessivamente legato alle vecchie generazioni di console, quello che colpisce del nuovo Lords of the Fallen ĆØ l’immaginario, tutta l’intelaiatura di un mondo di gioco che fa da teatro a tutti gli eventi.

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Le aree di gioco, sia quelle principali sia quelle secondarie, sono sempre e comunque caratterizzate da una forte carica autoriale e risultano piacevoli da vedere e belle da esplorare. L’esplorazione, del resto, come vi ho giĆ  detto in precedenza ĆØ una chiave di volta importante di Lords of the Fallen, e grazie a mappe cosƬ affascinanti, ben impostate e sorrette da un level design molto valido, assumono un’identitĆ  ancor più precisa. Lords of the Fallen raggiunge picchi in termini di iconografia artistica incredibili. Alcuni boss, ad esempio, sono a dir poco splendidi da vedere e spettacolari da affrontare, e danno a tutta l’esperienza di gioco un retrogusto di epico e per certi verso solenne. Mi vengono in mente almeno un paio di boss assolutamente splendidi e realizzati veramente ad hoc, ma soprattutto mi ĆØ piaciuto molto come tutto ĆØ stato assemblato e contestualizzato. Il mondo di Lords of the Fallen ĆØ oscuro, minaccioso, ma ĆØ anche un mondo in cui il credo, la religione e la fede sono un perno importante della vita dei (pochi) sopravvissuti e questo dualismo rende il tutto ancor più affascinante. A tal proposito, ĆØ impossibile non apprezzare anche la bellezza del doppio mondo: colorato da un lato, bianco e nero dall’altro, in un contrasto continuo tra il mondo di Axiom e l’oscuritĆ  di Umbral, che prosegue per tutta l’avventura. Anche sotto il profilo del sonoro il nuovo Lords of the Fallen si comporta molto bene. Le OST che accompagnano le boss fight, giĆ  di per sĆ© quasi sempre spettacolari ed epiche, sono nella maggio parte dei casi veramente splendide e ben realizzate e soprattutto rappresentano un pezzo fondamentale per completare un puzzle quasi perfetto. Quasi? SƬ, perchĆ© non ho apprezzato ad esempio il riciclo di alcuni nemici e la presenza di alcune mappe fortemente meno ispirate di altre, ma nel complesso il lavoro svolto dai ragazzi di Hexworkd ĆØ sicuramente convincente.

Piattaforme:Ā  Xbox One, Xbox Series X|S e PC

Sviluppatore: HexWorks

Publisher: CI Games

Lords of the Fallen ĆØ un ottimo esponente del genere souls-like, finalmente! Il rebranding curato da Hexworks ha centrato appieno l’obiettivo di dare nuova linfa vitale a un brand con tanto potenziale inespresso e che qui, finalmente, ha trovato la sua dimensione. Ho apprezzato tantissimo il world building, la grande libertĆ  d’azione che il gioco offre e la spettacolaritĆ  dei boss, cosƬ come mi ĆØ piaciuta tanto anche la profonditĆ  ruolistica decisamente più marcata che pervade il gioco, che pur con alcune mancanze rende comunque l’esperienza più che godibile. Le pecche peggiori sono quelle relative il combat-system: per quanto i passi avanti sono enormi, in tal senso, la legnositĆ  generale si avverte ancora troppo e il livello di sfida non ĆØ sempre bilanciato, specialmente per chi vorrĆ  giocare in singolo tutta l’avventura. Nel complesso, comunque, possiamo essere felici: dopo Lies of P, il 2023 accoglie un altro grande souls-like e gli appassionati del genere ne saranno veramente lieti!

Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.