The Troop Recensione: la seconda guerra mondiale come non l’avete mai giocata

Alzi la mano chi non trova affascinante tutto quello che è riconducibile alla Seconda Guerra Mondiale. Uniformi, mezzi corazzati, nazioni coinvolte sono ormai entrati nella cultura popolare del XX e XXI secolo come nessun altro evento storico. È risaputo poi che tutto quello che riguarda l’avanzata prima e la resistenza tedesca sul fronte poi oggetto di documentari, docufilm e kolossal (vedi Dunkirk ) sono sempre estremamente apprezzati dal pubblico di tutte le età. Pertanto di titoli che trattano la tematica ce ne sono a bizzeffe, più o meno riusciti, più o meno fedeli ed anche “più o meno” giochi rispetto all’altra enorme quantità di board game prodotti sul tema. Il titolo di Giant Flame differisce però dagli altri già per la scelta del contingente, nella campagna principale dovremo guidare infatti i britannici ed i canadesi attraverso le impervie terre francesi brulicanti di tedeschi che cercano di tenere la posizione. Il calendario segna 6 Giugno del 1944, senza troppe sorprese siamo nel D-Day e dentro The Troop.

The Troop

The Troop: alta fedeltà storica… più o meno

Intanto tocca fare un applauso agli sviluppatori per la fedeltà storica che si può ritrovare addirittura nei nomi delle unità militari minori che potremo comandare in questo strategico a turni sviluppato da Giant Flame e prodotto da PLA Studios. Anche i mezzi, seppur graficamente non eccezionali sono costruiti con una cura maniacale, in particolare i tank che poi, diciamocela tutta, sono il vero fulcro del gioco se non altro per tutte le possibilità di gestione che hanno. Le location per quanto adattate al gioco sono estremamente coerenti con il periodo e l’ambientazione. In questo a The Troop dobbiamo riconoscere un primato. Effettivamente il primo impatto con il gioco è uno “wow” da antologia, si respira a pieno tutta l’atmosfera decadente della fine della guerra senza che i protagonisti siano fuori contesto. Tutta la scenografia ha infatti una palette di tipo militare con una grandissima presenza di grigi sfumati che rendono ogni parte della grafica armonizzata come è raro a vedersi. Gli effetti di fuoco invece sono tutt’altro che spettacolari. Una trovata interessante sono le cut scene che partono ogni qual volta un grosso calibro spara. L’effetto le prime volte è interessante nonostante la grafica non proprio eccezionale ma dopo un po’ di partite e viste più o meno tutte le situazioni vi farà rimpiangere il tempo perso.

Tuttavia dopo un po’ di partite della campagna i giocatori più attenti inizieranno a trovare il tutto abbastanza ripetitivo, il gioco soffre, in quanto simulazione, di una mancanza di dislivelli del terreno importanti che ad oggi se si produce un titolo del genere dovrebbero essere una delle carte migliori da giocarsi in quanto eviterebbe il nascondersi tra i cespugli che il gioco invece obbliga a fare. Gli ostacoli sulla linea di tiro infatti sono tutti legati alla vegetazione o ai pochi edifici per cui si rimane scoperti in un attimo ed essere seriamente colpiti se si è scoperti è una certezza oltre che una frustrazione in quanto i tank nemici non avranno nessuna intenzione di muoversi dalle posizioni migliori e le manovre di aggiramento possono costare davvero tanti turni il che, considerando che arrivano i rinforzi, può alla lunga fa abbandonare il gioco. Questa scelta è stata fatta probabilmente perché l’IA è programmata molto bene in difesa mentre quando attacca sembra avere qualche problema soprattutto se deve sparare in turni successivi ad unità diverse, la capacità della macchina di guardare a 360 e sparare verso unità scoperte dall’altra parte della mappa, devo dire, mi ha lasciato perplesso. L’altra meccanica che non ho trovato infallibile è quella del morale che viene perso ogni volta che una unità viene distrutta. Un unico tank ben manovrato potrebbe , con tanta pazienza e con le tattiche che noi appassionati siamo soliti usare, fare piazza pulita degli avversari con il morale basso invece si perde e questa strategia diventa impossibile. Oltre ciò sindacare sulla motivazione delle truppe quando si avrebbero tanti parametri a disposizione da simulare non è proprio il massimo, fossi stato dalla parte dei tedeschi che difendevano a pochi metri dalla madre patria alzare bandiera bianca sarebbe stato l’ultimo pensiero.  Altra nota dolente, se siete degli amanti della storia militare, è il rapporto tra l’artiglieria e le altre unità soprattutto dalla parte del Commonweath che nella realtà è stata incredibilmente più presente, massiccia e decisiva.

The Troop

Per tanti ma non per tutti

Come dicevamo però l’ispirazione delle dinamiche di gioco è perfettamente aderente alle versioni board. Per muovere al meglio i nostri manipoli, per quanto non siano mai in numero elevatissimo ci vuole davvero molto tempo. Il fatto che la macchina invece lo esegua con una disabilità disarmante spezza i tempi di gioco rendendo quasi obbligatorio sbuffare prima di ricominciare a spostare i buoni sudditi della corona. La difficoltà poi, al momento, è davvero elevata e costringe a fare diversi tentativi per ogni che se ad inizio livello sono abbastanza stimolanti dopo due ore di gioco diventa piuttosto frustrante. Se invece della campagna principale proviamo a giocare invece con i tedeschi diventa davvero “mission impossible” a meno che non siate dei veri esperti e non vogliate passare il tempo a trovare metodi per fregare la IA, uno dei quali, per altro, ve l’ha suggerito il sottoscritto nel paragrafo precedente. Il sistema di movimento ad esagoni è molto intuitivo e ben costruito ma anche l’interfaccia intera se si seguono, come si dovrebbe, i tutorial, possiede pochi ed utili bottoni.

Nonostante il livello della simulazione sia alto ho trovato questa idea di sistemazione delle funzioni decisamente buona, non c’è modo infatti di trascurare alcunché e visto l’andazzo delle simulazioni oggi non è poco. Giocare a The Troop richiede comunque una mentalità di tipo board game che non è per niente comune tra i video giocatori, ad esempio sarete molte volte costretti a sacrificare la fanteria per evitare di far colpire i carri armati, alcuni, come me , che cercano sempre di lasciare sul terreno quante meno forze possibili aggiungono questa difficoltà alle già citate prima. Una nicchia tuttavia da difendere in contrapposizione a titoli come Iron Harvest per tenere in piedi la bilancia del genere videoludico.

Piattaforme: PC

Sviluppatore: Giant Flame

Publisher: PLA Studios

The Troop è un onestissimo war simulator che più che strizzare l’occhio ai board game è proprio al riproposizione in 3d dei vari cartonati prodotti sulla seconda guerra mondiale con tanto di miniature fatte benissimo. È un gioco da prendere con me relax con una bella tazza di caffè americano fumante da una parte ed il cielo plumbeo dell’autunno che è entrato nel pieno. Proprio per questo potrebbe risultare ad una grandissima fetta di giocatori ed anche a qualche appassionato estremamente, lento, noioso, ripetitivo ed anche frustrante. Tuttavia superata questa barriera diventa un ottimo passatempo anche per chi non ha come scopo della vita terminare videogiochi strategici. Concludendo se sta te cercando un simulatore su cui passare il tempo e prendervi qualche soddisfazione  nel combattere contro la macchina (più spietata che mai) The Troop è un buon acquisto altrimenti lasciatelo sugli scaffali insieme a buona parte dei testi sulla seconda guerra mondiale e scegliete qualcosa che faccia più sintesi e più gioco. Se poi siete appassionati di modelli e vi piace spostare carrarmati  scegliete di giocare insieme alla Panzer Division, la campagna meglio riuscita di tutto il gioco.