Super Crazy Rhythm Castle Recensione: viaggio nella musica di Konami

Follia, ritmo e colore. Tre termini per introdurvi senza indugio alla nostra recensione del nuovo puzzle rhytm-game a cui Konami Digital Entertainment B.V. e lo sviluppatore britannico Second Impact Games hanno a lungo lavorato. Dopo aver annunciato la partecipazione di questo titolo anche allo scorso Steam Next Fest di ottobre, con una demo che ha concesso ai giocatori un assaggio delle prime fasi di gioco, con tutorial e accesso all’area Undergrowth, dal 14 novembre Super Crazy Rhythm Castle è pronto per sbarcare sulle vostre console e PC. Sarà un bel viaggio a ritmo di musica e follia con diversi personaggi tanto incredibili, quanto improbabili. Non perdiamo dunque ulteriore tempo, e scopriamo insieme cosa vi attende in questo gioco che unisce ritmo e risoluzione di puzzle in livelli da vivere in single player o in cooperativa. Vi raccontiamo la nostra esperienza nella nostra recensione, per raccontarvi quanto abbiamo visto durante la prova su PlayStation 5!

Super Crazy Rhythm Castle: tanto ritmo e altrettanta follia

L’installazione di Super Crazy Rhythm Castle non prende molto tempo, affatto, e in men che non si dica ci ritroviamo a scegliere uno dei quattro personaggi disponibili, ciascuno con una propria descrizione, nello slot del primo giocatore, ribadendo sin dall’inizio del gioco che questo titolo punta anche sulla modalità cooperativa, sia locale che online. La prima modalità consente fino ad altri tre amici di poter connettere il proprio controller e mettersi alla guida di un personaggio veramente assurdo, sia nella sua estetica, che nel racconto delle sue vicende passate; la seconda, coop online, è invece disponibile solo per coloro che dispongono di un abbonamento PS Plus. Una scelta che ormai viene compiuta sempre più spesso, ma che in parte “taglia le gambe” a coloro che non sono iscritti a questo servizio supplementare, perdendo così l’occasione di accedere a un ulteriore contenuto del gioco. Ma non ci perdiamo d’animo, e cominciamo subito la nostra partita in un mondo davvero astratto e assurdo, con personaggi ironici e dai discorsi spesso non-sense.

L’eroe che decideremo di guidare all’inizio di Super Crazy Rhythm Castle non sarà necessariamente la nostra prima e ultima scelta; ci saranno dei checkpoint nei vari mondi che attraverseremo, ognuno con diversi livelli da affrontare, che ci consentiranno di selezionarne un altro, per continuare a vivere l’avventura in maniera diversificata, ma fino a un certo punto. Infatti in questo gioco saremo noi i veri protagonisti, con le nostre capacità di tenere il ritmo giusto in ogni livello, e ottenendo da una a tre stelle o più, in base alle nostre performance. Il nostro obiettivo? Superare un livello dopo l’altro, da soli o collaborando con i nostri amici, per conquistare il castello di King Ferdinand, che ha riempito ogni stanza e corridoio di trappole e prove di abilità, il tutto alimentato dalla musica, che suonerà a ogni nostro passo, letteralmente…

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Tutte le colonne sonore di Konami (e non solo)

Non dovremo però limitarci a tenere il ritmo giusto, premendo i tasti del controller in base a quanto compare su una sorta di nastro con simboli colorati, da premere al raggiungimento della barra finale come in ogni rhythm-game che si rispetti. Spesso dovremo abbandonare questa modalità rhythm per dedicarci a una sfida a puzzle da completare in diversi passaggi, che può consistere nello sgomberare il campo da oggetti fastidiosi, a uccidere una sorta di boss minaccioso che tenta di intrappolarci, gettare oggetti in un determinato punto e così via, conquistando dopo ogni livello non solo delle stelle che ci consentiranno di progredire nel gioco e scoprire sempre più mondi, ma anche ottenere oggetti utili per risolvere altri puzzle ambientali negli scenari che dobbiamo attraversare per raggiungere la prossima sfida. Il tutto viene corredato da una colonna sonora molto interessante, che prevede non solo tracce famose e ricreate nell’ambientazione del gioco, premendo tasti mentre ci muoviamo, saltando su piattaforme e quant’altro, ma anche musiche del tutto originali e realizzate dal team di sviluppo.

Ci troveremo quindi a dover affrontare una serie di mini-giochi, sfide a tempo e attività speciali sullo sfondo delle colonne sonore più iconiche dei videogiochi Konami, da Gradius a Castlevania fino a Beatmania, per farvi qualche esempio, oppure musiche celebri a livello mondiale, come la Sinfonia 5 di Beethoven, fino a melodie del tutto nuove, rendendo le nostre prove sia coinvolgenti, che dal ritmo sempre più sfidante e aumentando il livello di difficoltà anche in maniera direttamente proporzionale alle nostre performance.

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Un comparto grafico non del tutto promosso

Ma che dire dunque di come è stato realizzato il mondo di gioco? A dire la verità, per conseguire positivamente i vari livelli di gioco, nella via pratica, non ci serve che siano di una grafica di altissima qualità, ma ci è sufficiente che sia chiaro quali tasti dobbiamo premere (cosa che non accade sempre, quando cambieranno all’improvviso sul nastro), che il motore di gioco sia ben responsive e che i tasti da premere siano ben visibili a schermo. Un tema delicato, quanto fondamentale, quello della responsiveness, in quanto ci è sembrato che in diverse e frequenti occasioni ci sia stato un piccolo delay nella ricezione dei nostri comandi da parte del sistema. Una problematica non così minima, considerando che nelle sequenze rhythm la precisione e il ritmo, appunto, sono fondamentali per acquisire sempre più punti e migliorare le nostre performance, anche per sbloccare l’accesso a livelli, e quindi mondi, successivi. Ciò non toglie però che il resto del mondo di Super Crazy Rhythm Castle venga esteticamente realizzato con meno cura. E per certi aspetti invece, sembra che il team di Second Impact Games non si sia del tutto prodigato per regalarci la migliore delle realizzazioni estetiche.

Ci spieghiamo meglio: da un lato ci ha colpito la vera “pazzia” dei mondi in cui ci siamo trovati, con tanti elementi assurdi che ci hanno consentito di immergerci davvero a fondo nell’atmosfera del gioco, apprezzando e gustando l’azione e il concept design complessivo. Dall’altro lato però abbiamo notato come ad esempio i movimenti dei nostri eroi fossero piuttosto meccanici e laterali (quasi come se si trovassero in un platform a scorrimento 2D, ma in un’ambientazione 2.5D qui), e come il movimento in generale non sia stato realizzato in maniera fluida sullo schermo, sembrando per certi aspetti quasi anacronistico. Un anacronismo evidente anche nella scelta di rappresentazione di alcuni dungeon e nel design degli stessi, offrendoci atmosfere dal gusto old-school.

Un motore di gioco meno “matto” del mondo di Super Crazy Rhythm Castle

Se quindi finora Super Crazy Rhythm Castle ci ha convinto solo a metà, o poco più, è tempo di concentrarci brevemente su un’analisi puramente tecnica delle performance del motore di gioco, che, a livello di caricamento e mantenimento del frame rate, si è comportato davvero bene. Non abbiamo infatti notato particolari problemi di caricamento o rallentamento eventuale, né a livello di single player, né durante le fasi di gioco in coop locale. Abbiamo già accennato a come ci siano dei piccoli delay nella risposta del motore di gioco ai nostri input, presenti anche in fase cooperativa locale per gli altri giocatori. Non abbiamo però ulteriori bug da segnalare che siano stati riscontrati durante la nostra prova su console next-gen di casa Sony, dimostrando comunque un risultato complessivamente buono per il lavoro di Konami e Second Impact Games. Infine, una piccola nota per la traduzione dei dialoghi in italiano, disponibili solo in forma scritta e senza localizzazione nel doppiaggio: abbiamo riscontrato qualche imperfezione a livello di grammatica, sia nelle forme verbali, sia in errori di scrittura di alcune parole, ma si tratta anche in questo caso di sporadici casi, che chiaramente non inficiano la performance globale del gioco, ma comunque non consentono a questa IP di dimostrarsi perfetta.

Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One, PC, Switch

Sviluppatore: Second Impact Games

Publisher: Konami

Super Crazy Rhythm Castle è in conclusione un buon rhythm game, che cerca con astuzia di raggruppare anche l’eredità musicale dei titoli Konami più famosi rilasciati finora, e le melodie più conosciute nel mondo, per parlare a tutti i giocatori nel linguaggio universale della musica. A prescindere dalla nazione e dalla cultura a cui appartengono. Apprezzabile quindi questo sforzo a livello musicale, che si riscontra in sezioni rhythm-game sempre più complesse, coinvolgenti e sfidanti, oltre a richiedere sempre maggiore attenzione e impegno da parte dei giocatori, ma non tutto è oro ciò che luccica. Purtroppo la realizzazione estetica e tecnica dei mondi e delle atmosfere di Super Crazy Rhythm Castle sono stati concepiti in maniera talvolta non sempre curata, a partire dalla responsiveness non perfettamente precisa da parte del sistema di gioco ai nostri input, fondamentali per riuscire al meglio nelle sequenze rhythm, così come i mini-giochi di genere puzzle game non sono sempre stati soddisfacenti, non solo per contenuto, ma anche per l’escamotage di inserirli spesso come intermezzo alle sessioni musicali. Un’interruzione, quest’ultima, talvolta quasi fastidiosa, sicuramente pensata per rendere le cose ancora più difficili, ma non sempre sfidanti in maniera positiva. Per via di qualche difficoltà nella realizzazione tecnica complessiva, tra piccole imperfezioni e qualche anacronismo, non riusciamo a porre Super Crazy Rhythm Castle come uno dei migliori rhythm-game usciti finora sul mercato, ma sicuramente si tratta di una gradevole esperienza. Sia in single player, sia in coop. E beati coloro che dispongono di un PS Plus: saranno gli unici a poter sfruttare la modalità cooperativa online, e non solo locale.

Si svezza con Medievil e Tomb Raider, cresce con Final Fantasy, matura con la scrittura di qualsiasi genere di videogiochi. Giocatrice da più di 20 anni, Francesca coniuga passione e studio in una tesi magistrale a tema videoludico e la nutre quotidianamente tra console e articoli su videogiochi, cinema e serie TV. Toglietele tutto, ma non la scrittura.