Doctor Who – The Giggle Recensione, la vita è un gioco!

Doctor Who – The Giggle è il terzo, attesissimo episodio speciale della trilogia ideata da Russel T Davies per celebrare il Sessantesimo Anniversario della leggendaria saga britannica della BBC, che dal 1963 appassiona i cultori della fantascienza colta e di qualità. Si conclude quindi, con l’ultimo passo sul ponte, il passaggio di consegne tra la Serie Revival, iniziata nell’ormai lontano 2005, e la attuale Serie Modern, che fa ricominciare le avventure dell’alieno più folle e coraggioso del panorama sci-fi televisivo. Di lui sappiamo poco, in verità, ha rubato un migliaio di anni fa un’astronave biomeccanica chiamata TARDIS dai Signori Del Tempo del Pianeta Gallyfrey, con cui è possibile viaggiare ovunque nel Tempo e nello Spazio e, da allora, innamorato del Pianeta Terra, si è autoproclamato suo difensore.  La trilogia detta appunto The Bridge giunge al termine, ed il destino del Dottore è doppiamente segnato. Un nuovo nemico che proviene direttamente dagli anni sessanta è tornato! Un episodio geniale, onirico e terreno allo stesso tempo, ricchissimo di citazioni del passato recente e remoto della saga, capace, ancora una volta, di stupire gli spettatori con trovate ed idee spettacolari. Apriamo la tenda rossa e prepariamoci per l’ultimo, indimenticabile spettacolo, è in scena la vita stessa del Dottore, ma la vita, in fondo, è solo un gioco.

Il mondo è in pericolo, e l’intera specie umana è impazzita!

Tutto inizia in una nebbiosa e piovosa Londra del secolo scorso, alle coordinate temporali del 1925, mentre in una strada, immersa nelle tenebre invernali, dentro un misterioso negozio di giocattoli un venditore dal bizzarro accento teutonico, e caricaturale “alla Birkenmaier”, illustra le doti di un pupazzo di legno, che verrà utilizzato dall’acquirente per un esperimento legato alla prima immagine televisiva, ma la risata satanica del Giocattolaio, tipica degli spiriti malvagi, pare riecheggiare, per motivi misteriosi, nel pupazzo stesso. Ci si sposta poi ai tempi moderni, dove l’intero pianeta sembra finito nel caos, e tutti i terrestri hanno sviluppato una stramba paranoia sociofobica e non si fidano più di nessuno, a parte la UNIT, che ovviamente ha messo in funzione uno speciale braccialetto detto ZEEDEX per proteggersi dalla psicosi collettiva. Abbiamo combattuto alieni, mutanti, mostri e tanto altro, ma stavolta il nemico è la razza umana! Solo il Dottore, come sempre, potrà scoprire e combattere questo pericolo mondiale. Da queste semplici e tradizionali premesse parte il terzo ed ultimo episodio del trittico di speciali per i sessanta anni della saga, detto The Bridge. Quasi una miniserie 0, che fa da ponte, appunto, e nel contempo da introduzione alla nuova nuova serie, che da ora in poi vedrà protagonista il Quindicesimo Dottore. Salvo però un ultimo speciale, stavolta per le festività, che andremo a vedere a Natale, e di cui BBC ha già diffuso il trailer ufficiale che potete vedere su Youtube a questo LINK.

Una “licenza narrativa” scelta ai fini della trama, poiché, come sappiamo, la prima immagine trasmessa, pur risalendo davvero al mese di Ottobre del 1925, non è stata quella di un pupazzo, ma invece quella del volto di William Taynton, un semplice fattorino impiegato presso il laboratorio dello scienziato scozzese John Logie Baird,  dove è stato realizzato l’esperimento, dopo una presentazione pubblica risalente a Marzo dello stesso anno, presso  un centro commerciale londinese, della sua invenzione chiamata TELEVISOR. Il 26 gennaio 1926, l’esperimento viene infine ripetuto, stavolta trasmettendo tra due stanze il volto della sua socia Daisy Elizabeth Gandy, alla presenza della stampa. L’idea, però, è ancora precedente, poiché risale addirittura al 24 Dicembre del 1883, in cui si è realizzata la prima trasmissione di immagini in movimento su uno schermo, grazie ad uno speciale disco rotante con buchi, ideato dal fisico tedesco Paul Gottlieb Nipkow. Ovviamente senza riscontri commerciali di alcun genere, essendo troppo in anticipo sui tempi.

Il grande ritorno del Giocattolaio

Terminata questa importante precisazione storica passiamo ad esaminare il “nuovo” villain scelto da Russel T Davies che, ancora una volta, come accaduto per Beep The Meep nel primo speciale che trovate in questa pagina, è un personaggio ripescato dal passato della saga, stavolta ancora più remoto. Si tratta infatti del Celestial Toymaker, protagonista del serial omonimo risalente alla terza stagione di Doctor Who Classic, datata 1966, in cui il Primo Dottore, interpretato da William Hartnell, incontra per la prima volta il Giocattolaio, assieme ai suoi due companion dell’epoca, Steven Taylor e la bizzarra Dodo Chaplet, una perfetta rappresentante della Swingin’ London degli anni sessanta, vestita come andava di moda nelle sale da ballo dell’epoca, con una iconica mise psichedelica composta da canottiera rossa con cerchio nero e gonna nera con cerchi rossi, oltre che cappellino frou frou. L’attrice Jackie Lane, a cui il Dottore fa la battura “mi sembri un volto conosciuto” non era altro che una di quelle scartate ai provini per il ruolo della nipote Susan, richiamata all’improvviso! Negli anni l’artista è poi diventata agente televisivo, avendo tra i suoi clienti persino Tom Baker (il Quarto Dottore). Ci eravamo lasciati col cliffhanger del secondo speciale, che trovate qui, in cui il mondo sembrava impazzito, ed ora scopriamo cosa è successo. La scelta di Russel T Davies è ancor di più coraggiosa se si pensa che ben tre dei quattro episodi del serial sono perduti, vittime della politica di cancellazione della BBC. Il personaggio non è mai più apparso in TV, ma solo in un romanzo ed in un audio libro, nonostante l’idea di poterlo riproporre durante la stagione 23 in una sceneggiatura poi non accettata dalla BBC e mai realizzata. Se vi chiedevate perché il Giocattolaio sia così pieno di risentimento, forse ora avete una risposta.

Un villain, ideato dallo scrittore Gerry Davis, dai poteri infiniti, capace di manipolare la realtà fisica con la sola forza del pensiero, e dalle forti potenzialità, che avrebbe certo meritato un ruolo più incisivo nella saga, simile per certi versi al celebre Q di Star Trek: The Next Generation. Il geniale showrunner Russel T Davies ha anche voluto inserire una citazione visiva dei due attori originali degli anni sessanta, con una speciale colorizzazione di un collage di immagini in cui si vedono William Hartnell e Michael Gough, per la gioia dei fan di vecchissima data. La caratterizzazione del personaggio è davvero ben realizzata, e molto si deve anche all’interpretazione di Neil Patrick Harris, talentuoso ed istrionico attore, perfettamente a suo agio nel ruolo del super cattivo, che rende alla perfezione ogni sfaccettatura di questa bizzarra entità proveniente dal sub-universo e dotata di poteri illimitati e quasi divini. Di fatto il Giocattolaio è praticamente un bambino folle capace di mescolare gli atomi come vuole grazie alla sua mente, voglioso di giocare con ogni cosa e di scoprire nuovi e bizzarri modi di divertirsi. L’essere, oltretutto, è passato dalla sua dimensione peculiare, esterna all’universo stesso, basata unicamente sulle Regole del Gioco, avulse da quelle della Fisica, , come sappiamo dalla Serie Classica, fino al Pianeta Terra. Questo lo rende un nemico invincibile, persino più del Maestro, che di fatto è “solo” un Signore del Tempo che riesce a manipolare cose e persone grazie alla sua astuzia ed alcuni gadget tecnologici. In realtà il Giocattolaio è più potente anche dei Dalek, dei Cyberman, dei Sontaran e della Grande Intelligenza tutti messi insieme, poiché con la sola forza del pensiero potrebbe sconfiggerli tutti. “Pensiamo a quanto bene potrebbe fare“, riflette il Dottore, in uno dei tanti brillanti dialoghi dello show,  eppure il Male ha preso il sopravvento. Ma c’è più di questo, per il Giocattolaio non esistono nemmeno Bene o Male, tutto, ma proprio tutto, si rivela essere un gioco per lui. Decisamente il villain definitivo, senza morale ne coscienza, senza malvagità reale, ma solo voglia di giocare. Non manca nemmeno un accenno videoludico, con il Giocattolaio che cita “un gioco con mattoni che cadono su altri mattoni“, chiaramente TETRIS.

Doctor Who – The Giggle, è tempo di fermarsi a riflettere dopo una vita in fuga, è tempo di riposarsi, mentre altri continuano la grande avventura, e, finalmente, di vivere.

Alla regia dello speciale troviamo una talentuosa regista della generazione Millennial, Chanya Button, britannica, classe 1986, che ha iniziato la sua carriera collaborando con la saga di Harry Potter, come aiuto regista, realizzando poi alcuni cortometraggi e due film, in cui a volte è anche sceneggiatrice. Risale al 2019 la sua prima collaborazione con BBC, per la serie World on Fire, un period drama seguitissimo nel Regno Unito ed ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. The Giggle è il suo debutto nella serie Doctor Who. Tutto è perfetto in questo terzo toccante ed ultimo speciale dedicato al ritorno di David Tennant, simbolo stesso dell’epoca Revival e Dottore più amato dai suoi fan. Ci si potrebbe soffermare sul lato tecnico, sempre eccelso, ancora più spettacolare del passato, grazie anche ai fondi della Disney, che, da produttore poco ingerente ma munifico, ha letteralmente triplicato il budget della saga, considerata dalla casa di Topolino come un vero fiore all’occhiello tra i tanti franchise adottati in famiglia, come MARVEL, STAR WARS o I Simpson. Basterebbe osservare la ricostruzione degli anni venti del secolo scorso, mai così dettagliata e spettacolare, per capire quanto la saga possa oggi permettersi di investire. Sono decisamente lontani i tempi in cui i dirigenti della BBC cancellavano i nastri originali perché troppo costosi, condannando gli episodi classici all’oblio. Notevoli anche la animazioni dei singoli giocattoli indemoniati, splendidi graficamente, o la realizzazione della bottega del Giocattolaio, ricchissima di dettagli, che ricorda altre trovate simili, come il negozio misterioso del kinghiano Cose Preziose o, restando in Italia, il magazzino di Safarà, visto in Dylan Dog, offrono un valore aggiunto notevole alla cosmesi dell’episodio.

Il tutto ha una realizzazione scenica, quasi teatrale e coreografica, con un gusto per lo spettacolo e, soprattutto, un citazionismo del passato davvero forte, mettendo “in scena” personaggi rimasti nella memoria, come Amy Pond, Bill Potts o River Song, ma anche il toccante ricordo di Sarah Jane Smith, vecchia companion del Dottore, poi protagonista dello spin-off omonimo, guarda caso ideato sempre da Russel T Davies, la cui attrice è poi scomparsa per davvero. La classicità dello speciale si vede anche dalla presenza forte della UNIT, della figlia del Brigadiere Lethbridge-Stewart, personaggio cult dei tempi classici, ma anche di Melany, altra companion storica, che con Donna forma un duo quasi comico capace di battute sulla vecchiaia del Dottore, a cui farebbero da badanti. Questo perché, come all’epoca con Melany, il rapporto tra Donna e 10-14 è ormai sempre più stretto ed interconnesso, anche grazie al fatto che abbiano condiviso l’infinita coscienza del Dottore. L’introspezione psicologica dei personaggi è sempre più forte, e forse nessuno davvero sarebbe stato in grado di dire nuovamente addio a quest’ultimo, pur rigenerato. La rigenerazione è una sorta di piccola morte, del resto. Da qui il geniale escamotage narrativo mai visto prima, la bi-generazione che tutti pensavano fosse un mito, una delle tante storie che si raccontano i Signori Del Tempo, forse mai avvenuta e solo leggenda, anche RTD sfida il canone! Un momento altrimenti drammatico trasformato in uno divertente, in cui tutti dicono il divertente tormentone “cosa?? cosa? cosa?“.

Il Dottore vive per sempre, certo, ma QUEL Dottore ha finalmente tempo di riposare, di riflettere e di vivere. Un colpo di scena simile per certi versi al vecchio escamotage narrativo di Rose, che certamente ricorderete, in cui un “altro da se” interviene come deus ex machina, oltretutto aprendo la possibilità di rivederlo nella Serie Modern. Quasi un John Smith Temple-Noble, con tanto di amici e, finalmente, una famiglia. Nel contempo il Quindicesimo Dottore si appropria della scena, pur comparendo per la prima volta in mutande (ma con le All Stars) e restandoci per tutto il tempo, tra le folli risate del pubblico. Ma dal brillante e sopra le righe Ncuti Gatwa, conoscendolo, grazie alle sue performance in Sex Education, un pochino ce lo aspettavamo. Una bella sorpresa per quanto riguarda il doppiatore italiano del nuovo Dottore, che altri non è che Davide Perino, voce storica di Frodo nella saga de Il Signore Degli Anelli. Il ponte è passato, dunque, e l’appuntamento è per lo Speciale Natalizio, in attesa della Prima stagione della Serie Modern. Allons-y!

L’ultimo eccezionale tassello della trilogia speciale The Bridge per i Sessanta Anni del Doctor Who si è concluso, conquistando vecchi, nuovi e “nuovi nuovi” fan per la saga di fantascienza più longeva della storia televisiva. C’è davvero di tutto, spettacolo, coreografie, gusto teatrale, colori esplosivi, grandi villain che tornano dal passato, TARDIS che si sdoppiano, e, oltre a poter fare il caffè, adesso hanno tanto di rampa di accesso ai disabili! Il folle e geniale umorismo di RTD colpisce ancora. Uno speciale anche introspettivo questo The Giggle, che fa riflettere sui valori della vita, sul non fermarsi mai e sul bisogno di riposare, mentre altri prendono il nostro posto in un ciclo infinito. Doctor Who è tornato ed è in grandissima forma, per arrivare ovunque nel Tempo, nello Spazio e nel vostro salotto.

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.