Assasin's Creed The Ezio Collection

Assassin’s Creed Speciale: 500 anni dalla morte di Ezio Auditore da Firenze

La fortunata saga di Assassin’s Creed è ormai da quasi vent’anni un caposaldo della scuderia videoludica di Ubisoft. L’epica avventura transgenerazionale ha accompagnato due, se non addirittura tre, generazioni di gamer, le quali hanno familiarizzato non poco con i simboli iconici che si accompagnano al brand. Stiamo parlando della temibile lama celata, del “salto della Fede”, delle immancabile cappe bianche e, soprattutto, del vero volto della serie, quello del carismatico protagonista di Assassin’s Creed 2, Ezio Auditore da Firenze. Pur avendo un ruolo relativamente marginale nell’epopea complessiva del Credo degli assassini, Ezio si è immediatamente guadagnato i favori del pubblico, divenendo il tramite ideale attraverso cui solcare luoghi, esperienze ed epoche variegati e attraenti. Nonostante si tratti di un personaggio di finzione, la sua popolarità gli ha concesso una tridimensionalità tale da entrare a pieno titolo nella storia della cultura pop, traguardo che noi di Game’s Village vogliamo celebrare ripercorrendo la sua vita e il suo lascito. D’altronde, quale migliore occasione per commemorare l’uomo se non il 2024, annata che ci pone a cinquecento anni esatti dalla dipartita digitale del compianto assassino?

Assassin's Creed

Assassin’s Creed sin dal primo vagito

La nascita di Ezio Auditore da Firenze è fatta risalire da Assassin’s Creed 2 a un pomeriggio 24 giugno 1459. Figlio di Giovanni e Maria Auditore, Ezio ha passato un’infanzia serena, opulenta e barocca che, tuttavia, poggiava su di una rete di menzogne e non detti. Fino all’età di 17 anni, il giovane ha dedicato buona parte delle sue giornate ad abbandonarsi in tutti quei generi di vizi e piaceri che l’Italia rinascimentale sapeva offrire al rampollo di una famiglia nobile e ben inserita. Era solito lanciarsi in avventure scapestrate con il fratello Federico, indugiava in risse con abbienti signorotti di stirpi rivali e dedicava notti clandestine a sedurre le ragazze più ambite della cittadina toscana. Se è vero che molti lo ricordano per i suoi eccessi, è innegabile che Ezio si sia dimostrato un figlio e un fratello amorevole, soprattutto nei confronti della sorella Claudia e del fratellino Petruccio, il piccolo di casa. L’ingenuità e la leggerezza hanno comunque contraddistinto i suoi primi anni di vita, eccessi che lo ha acciecato al punto da non permettergli di notare le frequenti e sospette assenze paterne, le quali rappresentavano un importante indizio utile a rivelare l’affiliazione del casato Auditore ad una occulta setta di assassini.

La mente di Ezio era focalizzata su facezie puerili. Ogni attimo libero da commissioni e impegni era dedicato alla rivalità con Vieri de’ Pazzi, rampollo della potente casata dei Pazzi, e all’attrazione nei confronti di Cristina Vespucci, elementi che fin troppo spesso tendevano a sovrapporsi. La vita dentro e fuori Palazzo Auditore, insomma, scorreva senza che i problemi e le preoccupazioni della vita adulta potessero intaccare la semplicità naïve del giovane Ezio. O almeno, così è stato fino alla sera del 28 dicembre del 1476. Rincasando da un incarico direttamente assegnatoli dal padre, Ezio si è trovato a varcare la porta di una villa semi abbandonata: le guardie cittadine si erano presentate loro con un mandato di cattura per tutti i membri maschili della casata, lui compreso. Nonostante l’estremo tentativo di scagionare la propria famiglia facendo affidamento a un contatto apparentemente fidato, Uberto Alberti, la famiglia fu tradita e giustiziata via impiccagione il giorno successivo, il 29 dicembre. Ormai consapevole dell’esistenza dell’Ordine, Ezio sfruttò gli armamenti ereditati dal padre per eliminare Alberti, imboccando la lunga strada della vendetta.

Giovanni Auditore accoglie al mondo Ezio (Assassin’s Creed II)

Vesti la cappa

Umberto Alberti non era che l’ultimo anello di una catena di potere che scalava verticalmente le istituzioni di Firenze e dell’Italia intera. Consapevoli di avere a che fare con nemici estremamene potenti, Ezio, Maria e Claudia non hanno potuto fare a meno di abbandonare la propria città per cercare protezione sotto l’ala di Mario Auditore, fratello di Giovanni e sovrano di Monteriggioni. Qui il ragazzo toscano fu propriamente addestrato al combattimento e introdotto per gradi al Credo degli assassini. Grazie al sostegno dei legami sviluppati dal suo casato e all’interno della setta degli assassini, Ezio è stato in grado di mietere una a una le vite dei suoi avversari, sfogando un’ira che progressivamente ha lasciato spazio a convinzioni più alte, quelle che contrappongono il libero arbitrio alla promessa di una vita fatta di ordine e sottomissione. In altre parole, il giovane si schierò definitivamente nella lotta da sempre portata avanti dagli assassini, quella contro l’occulto Ordine dei Templari.

Grazie alla guida dello zio, alla forza degli assassini e all’ingegno di un giovane inventore noto come Leonardo da Vinci, Ezio è riuscito a opporti a ogni forza repressiva, sterminando i membri chiave della famiglia Pazzi e, infine, decimando il potere custodito dagli esponenti del lignaggio più influente del periodo, quello dei Borgia. Mimando i risvolti della storia italiana, la saga di Assassin’s Creed ha riconosciuto il ruolo di assoluta importanza diplomatica rappresentato da Cesare e Lucrezia Borgia, nonché quello di loro padre Rodrigo, anche noto come Papa Alessandro VI. A differenza di quanto propriamente raccontato dalle cronache storiche, però, il Rodrigo rappresentato dai videogame non si è limitato a plasmare il mondo facendo leva sulla potenza derivante dal suo suo ruolo ecclesiastico, bensì ha saputo trasformare in arma alcuni reperti antichi identificati come la Mela e lo Scettro dell’Eden, accessori mirabolanti e dai toni mistici generati in un’antichità abitata da coloro che nel tempo abbiamo imparato a identificare come i protagonisti di miti e leggende.

La vita di Ezio subì un’altra rivoluzione proprio dopo essersi trovato faccia a faccia col Papa. Sconfitto Rodrigo, l’ultimo esponente fiorentino del casato Auditore decise di risparmiare la vita del suo avversario, l’artefice indiretto di ogni male che ha afflitto i suoi cari. Abbandonata la strada della vendetta, Ezio dovette però fare immediatamente fronte a un’altra crisi esistenziale: i reperti recuperati dai Borgia gli avevano garantito un’udienza con un’entità arcana nota come Minerva, ma questa non lo degnò di attenzioni, trattandolo semplicemente come un mezzo per entrare in contatto con il suo discendente Desmond Miles, il quale non sarebbe nato fino al 1987. Esaurito il suo compito e ormai estraneo al gioco millenario portato avanti da Minerva, Ezio decise di tornare a Monteriggioni e di farsi debitamente carico delle responsabilità proprie al suo lignaggio. La misericordia dimostrata nei confronti dei Borgia gli si ritorse però immediatamente contro, con Cesare che nel giro di qualche mese apprestò una sanguinosa controffensiva che si concluse solamente con la morte di ogni membro maschile della linea di sangue dei Borgia.

La nuova vita del vecchio Ezio Auditore

Nel 1509, risolti gli attriti politici che hanno sconvolto buona parte della sua vita, Ezio Auditore da Firenze decise di immergersi più che mai nell’esplorazione del retaggio degli assassini, nella speranza di poter fare finalmente luce sul destino spettante alla sua stirpe. Il condottiero, ormai cinquantenne, decise di abbandonare la penisola italiana per raggiungere la culla dell’Ordine, la cittadina di Masyaf in Siria. Dopo due anni di viaggio, l’uomo si trovò davanti a quello che sembrava semplicemente un cumulo di macerie. Eppure il cumulo di macerie in questione si dimostrò presto ben custodito dai Templari, poiché al suo interno celava la preziosa biblioteca di Altair, mentore storico degli assassini, colui che nel primo Assassin’s Creed dovette ripristinare l’Ordine dopo il vile tradimento perpetrato dalla guida spirituale Al Mualim. Garantitosi l’accesso, Ezio scoprì che gli scaffali e le pareti del luogo di sapere fossero del tutto privi di volumi o pergamene. L’unico elemento degno di nota erano i resti di Altair, il quale si era sacrificato per lasciare un monito ai posteri: perseguire ossessivamente la ricerca della verità può causare dolore e vittime, rappresentando un costo che supera di molto quei limiti morali che vanno a demerito dell’umanità e del Codice degli assassini. Il triste e solitario epilogo di Altair servì d’insegnamento a Ezio, il quale colse l’occasione per deporre definitivamente le armi in favore di una vita familiare più dolce e appagante. Ezio Auditore da Firenze è deceduto serenamente per cause naturali in un soleggiato pomeriggio del 30 novembre 1524, circondato dall’affetto della moglie, Sofia Sartor, e della figlia Flavia. 

Seppure il ruolo di Ezio Auditore sia relativamente minuscolo nel grande schema dei piani di Minerva, la sua esistenza ha inciso significativamente sul Rinascimento fantasiosamente reimmaginato dagli sviluppatori Ubisoft, alterando in maniera prepotente il fertile terreno di una storia italiana fatta di sordidi intrecci politici e virtuose ricerche culturali. Basti ricordare che, oltre ai soggetti già citati, Ezio sia riuscito a familiarizzare od ostracizzare personaggi della caratura di Nicola Copernico, Girolamo Savonarola, Cristoforo Colombo, Niccolò Machiavelli e Michelangelo Buonarroti, personaggi che hanno indubbiamente inciso sulle civiltà che hanno abitato, ma di cui si parla ancora a distanza di secoli. Per quanto riguarda la mitologia complessiva della saga di Assassin’s Creed, Ezio è assieme ad Altair uno dei membri della setta che più ha influenzato le dinamiche dell’Ordine, almeno per il concetto di Ordine per com’è stato tramandato alla contemporaneità. Il suo ethos si è dunque riflettuto su numerose generazioni di aspiranti liberatori, le quali hanno imparato a vestire con orgoglio i suoi insegnamenti morali.

assassin's creed embers

La forza pop di Assassin’s Creed

Qualsiasi accademico non potrà fare a meno di avvertirvi che le avventure di Ezio Auditore da Firenze sono ben lungi dall’essere rappresentative della realtà Rinascimentale. Ubisoft ha preso a prestito alcuni interessanti episodi realmente accaduti, quindi li ha inseriti in una trama fatta di scenografica finzione e strategiche ipersemplificazioni al fine di partorire un prodotto che, fondamentalmente, mira a intrattenere con leggerezza immergendosi in un’ucronia dai toni blockbuster. L’importanza e l’ascendente di Ezio si sono però estese ben oltre agli obiettivi prefissati originariamente dagli autori, hanno sfondato lo schermo per invadere la vita di ogni giorno. Consapevolmente o accidentalmente, la saga videoludica di Assassin’s Creed ha infatti dato via a un vero e proprio fenomeno di costume, ha alterato lo zeitgeist del mondo gaming e ha inciso profondamente l’immaginario condiviso della cultura pop.

Molti ritengono che l’epica di Assassin’s Creed non sia mai riuscita a eguagliare gli alti traguardi raggiunti dai capitoli dedicati a Ezio. D’altronde la sua figura rappresenta a livello di game design ciò che gli anglosassoni definirebbero un “fulmine in una bottiglia”, ovvero un fenomeno difficilmente replicabile: il suo successo è scaturito da un insieme di potenzialità che si sono scontrate al momento più opportuno dando vita a un successo più unico che raro. Una trama radicata in un periodo storico che i videogame raramente esplorano, un character design particolarmente memorabile, la sovraesposizione del merchandising e delle pubblicità hanno di certo fatto la loro parte, tuttavia alcuni ingredienti del successo Ubisoft sono valicano le pieghe di ciò che è immediato e ovvio. La spesso dimenticata struttura metanarrativa per cui il giocatore non veste direttamente i panni di Ezio, bensì quelli del suo discendente Desmond è per esempio stata soggetto di studi accademici, i quali hanno riscontrato che la doppia mediazione si sia dimostrata utile a costruire un’architettura capace di fomentare la sospensione dell’incredulità e intensificare la sensazione d’immersione ludica. Uno sviluppo che, per come è stato intavolato, può esistere esclusivamente all’interno del videogame.

Parte del successo della trilogia dedicata alla famiglia Auditore deriva anche delle sue straordinarie ambientazioni, coprotagoniste a pieno titolo delle avventure dell’assassino toscano. Città come Firenze, Venezia, San Gimignano, Forlì, Roma, Costantinopoli sono luoghi d’arte che buona parte degli abitanti del pianeta possono solamente sognarsi di visitare, tuttavia attraverso Assassin’s Creed Ubisoft ha fornito al mondo intero un modo semplice ed economico di calcare lo loro strade. Per il popolo italiano, l’esoticità del contesto non è sita tanto sul frangente geografico, quanto su quello storico: rivisitare luoghi noti in un contesto dai tuoi ruolistici e in costume regala un riscontro emotivo che poco o nulla ha a che fare con i le realtà turistificate che ormai soffocano le città d’arte. Nel festeggiare il quinto “centenario” della morte di Ezio Auditore da Firenze non celebriamo tanto i successi di un’azienda che ha custodito in ventre dei risvolti ben poco lodevoli, bensì rendiamo onore a un fenomeno che ha dimostrato nei fatti che un videogame sia un medium comunicativo potenzialmente deflagrante e aggregazionale. Se è innegabile che il sistema di gioco di Assassin’s Creed tenda perlopiù alla sfera single player, l’Ordine degli assassini e le sue estetiche si sono non di meno diffusi diagonalmente all’interno della comunità videoludica, riversandosi infine anche sui non addetti ai lavori. L’amore per il brand e per i suoi protagonisti hanno generato collateralmente associazioni dedicate alle sue estetiche, motivato eventi che si tengono annualmente e cementato amicizie decennali, un potere virtuoso che, pur essendo scaturito da un semplice gioco, ha assunto la forma di un qualcosa che davvero è riuscito a impattare sulla storia dei singoli utenti.

Assassin's Creed