Già dalla sua introduzione, e come anticipato nella ricca anteprima pubblicata il mese scorso, si capisce subito che Mario vs. Donkey Kong, remake del classico puzzle-platform per Game Boy Advance del 2004, non ha intenzione di reinventare alcunché; dopo aver riprodotto con estrema fedeltà il filmato d’apertura dell’originale di 20 anni fa, benché abbellito e animato grazie alle moderne tecnologie di rendering, passa subito a presentarci una sequela di riletture modernizzate di tutti i livelli che avrete giocato se avete già affrontato l’avventura sul piccolo schermo del portatile Nintendo, ognuno dei quali è quasi identico a come lo ricordavate.
Mario vs. Donkey Kong: affidati al fungo!
Sì, ho trascorso molto tempo a familiarizzare con l’ultima (ri)avventura di Mario in questi giorni e, dopo essermi scervellato per arrivare fino in fondo, il gioco si è rivelato esattamente ciò che mi aspettavo di vedere in compagnia del baffuto professionista delle tubature: una ricostruzione accurata che propone livelli conformi al layout, al posizionamento dei nemici e ai percorsi possibili del materiale di partenza. Non è cambiato molto in termini di meccaniche di base, enigmi e così via, che costituiscono la maggior parte del gioco, ma quando le fondamenta sono così meravigliosamente robuste non può che essere un punto a favore. Naturalmente, il lavoro di restauro non si è limitato a dare una nuova e pedissequa mano di vernice ai livelli esistenti, anzi, poiché il team di NST ha aggiunto due mondi completamente inediti con cui cimentarsi, portando il numero totale di scenari a 130, come pure la possibilità di giocare in cooperativa locale, un grado di difficoltà più rilassato per coloro che amano il massimo del divertimento senza troppo stress e persino una nuova modalità contro il tempo che mette alla prova tanto la memoria muscolare quanto quella cerebrale. Tutto ciò si aggiunge ai livelli Plus più difficili e alle sfide che diventano accessibili dopo la prima partita, per completare un pacchetto che possa soddisfare anche quanti hanno imparato a memoria la prima versione del titolo.
Ma, prima di approfondire l’argomento, facciamo un piccolo passo indietro per chi non ha vissuto quell’epoca e si è ritrovato confuso nel vedere di nuovo i due storici nemici-amici l’uno contro l’altro, dopo la reticente collaborazione nell’ultimo film di Super Mario al netto della loro breve scaramuccia. Il primo Mario vs. Donkey Kong era una sagace espansione del nucleo di gioco che costituiva l’eccellente Donkey Kong del 1994 per Game Boy, a sua volta un’enorme rivisitazione della struttura ludica di quel celebre Donkey Kong del 1981 che diede inizio a tutto. L’avido scimmione ha rubato un mucchio di modellini dalla fabbrica di giocattoli di Mario e spetta a noi recuperarli attraversando livelli divisi in due aree: nella prima sezione dovremo trovare una chiave per aprire una porta, che ci condurrà in un’altra zona dove si trova il robottino di Mario che stiamo cercando, pronto per essere raccolto. Ciascun livello è popolato da una vivace varietà di nemici che non possono essere calpestati alla solita maniera di Mario, ma fungono da piattaforme improvvisate qualora il loro dorso non sia ricoperto di spine o altre escrescenze pericolose e si lasciano raccogliere e lanciare, al pari di altri svariati oggetti la cui funzione è quella di scacciare i mostri erranti o raggiungere le sporgenze più elevate. Troviamo anche il solito mix di spuntoni, corde, blocchi mobili, pedane mutevoli e tutti gli ostacoli ambientali e le stravaganti trovate che ci si aspetta da un tipico gioco di Mario in 2D, eccezion fatta per i potenziamenti: le palle di fuoco o il costume da tanuki darebbero infatti dei vantaggi eccessivi al nostro eroe per la risoluzione degli enigmi, ma se non altro potremo occasionalmente mettere le mani sul tipico martellone presente in Donkey Kong, che conferiva invulnerabilità temporanea spazzando via gli ostacoli, e che qui riveste il medesimo ruolo.
Tutto è possibile Mario, basta credere!
Starà quindi a noi attraversare questi piccoli labirinti, spesso deliziosamente insidiosi, utilizzando le varie acrobazie effettuabili dal paffuto carpentiere (era questa la sua occupazione nel gioco che l’ha visto esordire) italiano. Il ritmo è più lento rispetto a quello cui ci hanno abituato i tradizionali platform di Mario, e il fatto di doversi concentrare sul modo migliore per sfruttare i salti del protagonista a seconda delle circostanze, ancor più di quanto non sia necessario nei capitoli regolari, conferisce a questo spin-off un’atmosfera unica, più distesa, mirata e focalizzata su una concatenazione di sfide minori, piuttosto che su un vasto assortimento di trappole, insidie e macchinazioni che si susseguono a tutto spiano. In Mario vs. Donkey Kong, ogni singolo elemento è rimasto in linea con i tempi in cui l’abbiamo affrontato per la prima volta, tranne che per una splendida patina moderna che lo mette al passo con le più recenti avventure nel Regno dei Funghi. A ulteriore riprova, ho messo a confronto l’originale con il remake e, per quanto il gioco sia identico, la possibilità di esplorare i differenti scenari con un sensibile incremento di risoluzione, dettagli e qualità visiva fa davvero una grandissima differenza.
I mondi di Mario vs. Donkey Kong possiedono, come da manuale, dei temi specifici: dalla giungla al cantiere passando per una casa spettrale, un vulcano, un monte innevato e un parco giochi. Se giocate da soli, potreste sorprendervi di come alcune prove siano abbastanza impegnative da completare, data l’atmosfera molto infantile del gioco: non temete, nel complesso si tratta comunque di un’esperienza relativamente tranquilla e la nuova modalità relax la rende ancor più accessibile, con i suoi checkpoint e il timer illimitato. Di fatto, la possibilità che un secondo giocatore ci accompagni nelle nostre peripezie è la reale attrattiva di questo rifacimento, superiore anche alla manciata di scenari extra progettati dagli sviluppatori.
Sono sincero, visti i precedenti tentativi di Nintendo per coinvolgere bambini/genitori/fratelli/amici in altri revival di titoli originariamente pensati per giocatore singolo (sì, Mario+Rabbids, sto guardando proprio te) che davano loro ben poco da fare o da controllare, temevo che Mario vs. Donkey Kong sarebbe ricaduto nella medesima trappola. Invece, quasi tutti i livelli traggono enormi benefici dal fatto che due persone lavorino insieme per superare gli ostacoli prima che il timer si esaurisca: l’aggiunta di un secondo giocatore comporta la generazione di una chiave d’argento oltre a quella d’oro, entrambe necessarie per aprire la porta di uscita, offrendo così a ciascuno dei partecipanti (uno con indosso la salopette di Mario, l’altro con il gilet di Toad) un proprio obiettivo. Tutti e due possono raccogliere una qualsiasi delle chiavi, interagire con i nemici, saltare sugli interruttori e così via, e si può sempre rinascere dopo un incidente mortale, a patto che il proprio compagno non sia stato andato a sua volta incontro ad una fine prematura. In questa modalità è presente anche tutta una gamma di nuovi ostacoli, con piattaforme che si sgretolano e che creano nuove sfide quando si cerca di rimanere uniti e superare un livello.
I mondi sono strutturati nel medesimo modo dell’originale, con gruppi di sei livelli da affrontare uno alla volta a cui si uniscono, una volta completati, due stage addizionali: uno nel quale dovremo guidare i Minimario recuperati verso un baule dei giocattoli, prestando attenzione ai pericoli che li circondano e ai limiti imposti dalle loro movenze meccaniche, e l’altro che presenta una proverbiale battaglia contro il burbero scimmione nella quale avremo modo di mettere alla prova buona parte dei trucchetti appresi negli scenari precedenti. L’efficienza delle nostre performance garantirà un certo numero di stelle (anziché punti), utili per sbloccare l’accesso a versioni più complesse dei livelli, mentre di tanto in tanto farà capolino un quadro bonus da sfruttare per rimpinguare la scorta di vite a nostra disposizione.
Piattaforme: Nintendo Switch
Sviluppatore: Nintendo Software Technology Corporation
Publisher: Nintendo
Il remake di Mario vs. Donkey Kong risulta semplice, intuitivo e divertente per tutta la famiglia, soprattutto grazie alla nuova modalità cooperativa: sebbene in tal senso il livello di sfida non risulti mai particolarmente elevato, se non per qualche variante Plus che vi farà dannare, il divertimento ricavato dal lavoro di squadra è esponenziale. Purtroppo, anche con l’inserimento di due mondi completamente nuovi (anche se ripresi in parte dai sequel), i 130 livelli si esauriranno in un baleno se siete abbastanza smaliziati, e vi ritroverete con poco o nulla da fare nel giro di una manciata di ore, se non ripetere i medesimi schemi con qualche altro amico. Resta comunque il piacere di aver provato uno spin-off davvero grandioso, ammodernato con una serie di modifiche sostanziali, dinamiche innovative e un’estetica moderna capace di collocarlo al di sopra della sua primissima incarnazione, rendendolo di fatto il modo migliore per sperimentare questo specifico episodio di una delle rivalità più celebri della storia dei videogiochi.
