I videogiocatori più affezionati ricorderanno con piacere l’epoca in cui le diverse software house competevano per affermare la propria identità attraverso iconiche mascotte. Personaggi come Klonoa, Bubsy, Captain Commando e Alex Kidd, ma anche successi più recenti come Crash Bandicoot, Spyro e Master Chief, sono il frutto di questa strategia volta a creare un forte legame emotivo con il pubblico. Oggi, questa tendenza sembra rinascere con Astro Bot, un titolo sviluppato da Team Asobi e interamente dedicato al carismatico robot, ormai simbolo di PlayStation. Questo platform, caratterizzato da un tono giocoso e un’estetica accattivante, rappresenta un interessante connubio tra intrattenimento videoludico e promozione del brand, riuscendo a soddisfare sia i fan della serie che i nuovi giocatori. L’abile combinazione di elementi ludici e riferimenti alla storia di PlayStation dimostra l’attenta cura con cui gli sviluppatori hanno lavorato a questo progetto.
Astro Bot: ha la mente del Team Asobi
Il personaggio di Astro ha esordito sulla scena videoludica all’interno del minigioco Robots Rescue, incluso in The Playroom VR per PlayStation 4. Al principio, questo piccolo robottino non aveva ancora un nome proprio, fungendo unicamente da avatar di gioco. Tuttavia, con l’uscita di Astro Bot Rescue Mission, il Team Asobi ha conferito un’identità ben definita al personaggio, esplorando a fondo un universo ludico destinato a diventare il fulcro di un nuovo franchise. Malgrado il grande successo riscosso tra i fan, le potenzialità di Astro erano inizialmente limitate all’ambito della realtà virtuale.
Con l’arrivo di PlayStation 5, Astro ha finalmente superato questo confine, diventando il volto delle straordinarie capacità tecniche della nuova console e del controller DualSense. Astro’s Playroom, una demo tecnica gratuita preinstallata su ogni PlayStation 5, ha permesso a un pubblico ancora più vasto di familiarizzare con questo affascinante personaggio. Astro’s Playroom rappresenta una sorta di nuovo inizio, che riprende alcuni elementi già presenti in Astro Bot Rescue Mission ma offre al contempo nuove possibilità creative. Sebbene il Team Asobi abbia dimostrato una grande padronanza del franchise, alcuni critici hanno sottolineato come la direzione artistica, pur ambiziosa, non abbia sfruttato appieno il potenziale offerto da questo nuovo capitolo.
Mille droidi tu hai, non arrenderti mai
L’universo di Astro Bot è un tripudio di colori vivaci, forme arrotondate e atmosfere gioiose. Ogni mondo esplorato è un dipinto interattivo, un invito a perdersi in un caleidoscopio di sensazioni. La cura maniacale per i dettagli, unita a una palette cromatica sapientemente calibrata, crea un’esperienza visiva che rapisce lo sguardo e stimola l’immaginazione. Il DualSense, in questo contesto, diventa uno strumento musicale che orchestra un’esperienza sensoriale senza precedenti. Ogni azione, dal salto più leggero al pugno più potente, è accompagnata da un feedback aptico e sonoro che amplifica l’immersione nel gioco. È come se il controller diventasse un’estensione del nostro corpo, permettendoci di interagire in modo più profondo con il mondo di gioco.
La progressione dell’avventura, pur essendo lineare, è costellata di segreti e sfide che invitano alla rigiocabilità. I collezionabili, i robottini da salvare, non sono semplici oggetti da raccogliere, ma veri e propri compagni di avventura che arricchiscono l’esperienza di gioco. La meccanica dei robottini, ispirata a Pikmin, aggiunge un tocco di strategia e pianificazione, invitando il giocatore a ragionare sulle soluzioni più efficaci per superare gli ostacoli. Ma Astro Bot non è solo un platform. È un’esperienza che fonde elementi di puzzle game, di action adventure e persino di visual novel, creando un cocktail unico e inebriante. I dialoghi tra i personaggi, spesso divertenti e ironici, contribuiscono a creare un mondo di gioco ricco e credibile.
E il DualSense ci porta nell’occhio all’avventura
Il comparto audio di Astro Bot è un elemento che, sebbene spesso sottovalutato, gioca un ruolo fondamentale nell’immersione del giocatore. Il design sonoro, curato nei minimi dettagli, e la colonna sonora originale di Kenneth Young creano un’atmosfera coinvolgente che accompagna il giocatore in ogni fase dell’avventura. La colonna sonora di Astro Bot è un elemento dinamico che si adatta in tempo reale alle azioni del giocatore, e contribuisce a strutturare un legame profondo tra il suono e l’immagine. Questa caratteristica, sebbene presente anche in altri titoli, raggiunge in Astro Bot un livello di integrazione particolarmente elevato. Tuttavia, un confronto con la serie LittleBigPlanet, per la quale Young ha lavorato in precedenza, è inevitabile.
LittleBigPlanet è da sempre considerato un punto di riferimento per quanto riguarda l’integrazione tra musica e gameplay. La colonna sonora di ogni livello è stata composta specificamente per valorizzare l’estetica visiva e le meccaniche di gioco, creando un’esperienza sonora coerente e memorabile. In Astro Bot, sebbene la qualità della colonna sonora sia indiscutibile, si percepisce una certa distanza tra la musica e l’ambiente di gioco. Mentre nel franchise di Media Molecule la musica sembrava plasmare i livelli, in Astro Bot la relazione tra suono e ambiente risulta meno intima e poco pervasiva. Questo non significa che la colonna sonora di Astro Bot sia inferiore, ma semplicemente diversa. In LittleBigPlanet, la musica era un elemento strutturale del gioco, in Astro Bot è più un accompagnamento.
Astro Bot: tu di Sony imbattibile eroe
Nonostante la cura maniacale per la grafica e il comparto audio, il gameplay di Astro Bot si rivela essere il punto debole dell’esperienza complessiva. Le meccaniche di gioco, pur funzionali, offrono poco in termini di innovazione e si limitano a riproporre schemi già visti e rivisti nel genere dei platform 3D. L’integrazione delle funzionalità del DualSense, sebbene lodevole, risulta sporadica e poco incisiva. Le vibrazioni e i trigger adattivi vengono utilizzati in alcuni momenti specifici, ma non riescono a trasformare radicalmente l’esperienza di gioco. La meccanica ispirata a Pikmin, che prevede la raccolta e l’utilizzo di piccoli robottini, è un’idea interessante ma non viene sfruttata appieno.
Il problema principale di Astro Bot risiede nella sua incapacità di sfruttare appieno le potenzialità della PlayStation 5. Le funzionalità uniche del controller DualSense e la potenza hardware della console avrebbero potuto essere utilizzate per creare un’esperienza di gioco davvero innovativa, ma le scelte degli sviluppatori sembrano aver privilegiato un approccio più conservativo. L’assenza di modalità multiplayer e di opzioni di accessibilità rappresenta un’ulteriore limite. Un titolo come Astro Bot, con la sua grafica colorata e il suo gameplay intuitivo, si sarebbe prestato perfettamente a un’esperienza di gioco cooperativa. Inoltre, la mancanza di opzioni per i giocatori con disabilità visive o uditive è una scelta discutibile.
Piattaforme: PlayStation 5
Sviluppatore: Team Asobi
Publisher: Sony Interactive Entertainment
Data di uscita: 6 settembre 2024
Concepito con una cura maniacale per i dettagli, Astro Bot è un titolo che incanta per la sua estetica raffinata e la sua evidente passione per il mondo PlayStation. Tuttavia, al di là della superficie lucida, si cela un’anima meno ambiziosa del previsto. Mentre il gioco dimostra una profonda comprensione delle potenzialità della PlayStation 5, la sua proposta ludica risulta fin troppo convenzionale. Pur offrendo spunti interessanti, come l’integrazione delle funzionalità del DualSense, Astro Bot non riesce a sfruttare appieno queste innovazioni, limitandosi a proporre un’esperienza di gioco solida ma poco memorabile. La scelta di privilegiare un approccio più tradizionale, seppur comprensibile, penalizza il titolo, privandolo di quel guizzo creativo che avrebbe potuto farlo spiccare nel panorama dei platform 3D. Astro Bot è un prodotto ben realizzato, ma manca di quell’anima che avrebbe potuto renderlo un’opera davvero indimenticabile.
