Starfield Shattered Space Recensione: il cuore oscuro dell’universo

Tornato nello spazio profondo di Starfield con Shattered Space, mi sono ritrovato a cercare qualcosa di più che una semplice espansione: a dirla tutta, speravo in un’esperienza che mi facesse ricredere sulle potenzialità inespresse del gioco base. Esplorando il pianeta natale della Casata Va’ruun, ho cercato indizi su come Bethesda abbia affrontato le critiche ricevute e se sia riuscita a creare qualcosa di veramente memorabile. È stata un’avventura al contempo intrigante e agrodolce: ho esplorato ogni angolo del nuovo pianeta, portato alla luce segreti rimasti celati troppo a lungo e affrontato nuove sfide impegnative (ma non troppo). Le impressioni che ne ho ricavato sono contrastanti, perciò mi auguro che vogliate farvi compagnia mentre ve le racconto.

Starfield Shattered Space

Starfield Shattered Space: l’ombra del Grande Serpente

L’inizio di Shattered Space è stato un pugno nello stomaco. Un’atmosfera densa, un’ambientazione claustrofobica e un mistero da svelare mi hanno subito conquistato. Mi sentivo come un esploratore spaziale pionieristico, pronto a svelare gli oscuri segreti della Casata Va’ruun. Ma quando sono atterrato su Va’ruun’kai, mi sono sentito come se fossi passato da un thriller psicologico a un romanzo storico di bassa lega. Le promesse di un’esperienza inquietante e misteriosa, formulate nei primi minuti dell’espansione, sono state presto tradite da missioni ripetitive e dialoghi banali. Al posto dell’esplorazione di una cultura aliena affascinante e disturbante, mi sono ritrovato a sbrigare commissioni per aspiranti burocrati annoiati. L’espansione sembra perdere man mano di vista l’elemento più intrigante della Casata Va’ruun: il suo misticismo e la connessione con il vorace Grande Serpente. Invece di approfondire questi aspetti, si è concentrata su intrighi politici che, sinceramente, non mi hanno mai coinvolto più di tanto. Shattered Space aveva il potenziale per essere qualcosa di veramente speciale, un’opportunità per esplorare una delle fazioni più elusive di Starfield ma, purtroppo, si limita ad incresparne appena superficie, lasciando un senso di insoddisfazione.

Per farvi capire cosa avremmo potuto vivere, immaginate una civiltà ancestrale, consumata da una fede fanatica e da una sete di potere inarrestabile. I Va’ruun erano proprio questo. Un tempo, la loro crociata sanguinosa terrorizzava i sistemi colonizzati, guidati dalla fanatica devozione al Grande Serpente, una divinità cosmica dalle origini misteriose. Ma dopo una guerra devastante, i Va’ruun si sono ritirati, lasciando dietro di sé un’eredità complessa e controversa. Oggi, sono un’ombra del loro passato glorioso, una fazione misteriosa che continua a esercitare una grande influenza sugli eventi dell’universo. Nascosti nei recessi del sistema Kavnyk, i membri della Casata custodiscono un sapere antico e proibito. Sono depositari di segreti cosmici che potrebbero sconvolgere le fondamenta stesse della civiltà umana. Ma quale prezzo sono disposti a pagare per proteggere i loro segreti? E fino a che punto saprebbero spingersi per preservare il loro potere? I Va’ruun sono un enigma avvincente. Sono al tempo stesso vittime e carnefici, salvatori e distruttori. La loro storia è un’ordalia di fede, potere e redenzione. Eppure, dietro la loro facciata meno violenta di un tempo si nasconde un’ombra oscura, pronta a risvegliarsi al primo segnale. Sono un popolo diviso tra la nostalgia per un passato glorioso e la paura di un futuro incerto. Questo è ciò che Starfield ci ha insegnato, ma paradossalmente nell’espansione a loro dedicata approfondiremo ben poco di quanto appena menzionato…

Starfield Shattered Space

Un nuovo inizio… o una conclusione anticipata?

L’atterraggio su Va’ruun’kai è stato come varcare la soglia di un sogno inquietante. Dazra, con le sue guglie che sfidavano il cielo e le strade strette e tortuose, mi ha accolto in un’atmosfera opprimente. Gli sguardi diffidenti degli abitanti mi hanno fatto sentire un pesce fuor d’acqua in un mare di segreti. E poi, l’incidente ha gettato la città nel caos, svelando una realtà più oscura e pericolosa di quanto avessi mai immaginato. Sono stato trascinato in un vortice di intrighi, dove ogni angolo nascondeva un pericolo in agguato. L’opportunità di diventare “Il Promesso” mi ha offerto uno sguardo privilegiato sulla cultura Va’ruun, un popolo accomunato da una fede ancestrale nel Grande Serpente, ma ho presto scoperto che dietro la patina esotica si nascondeva una realtà più prosaica. Molte delle missioni, pur avvolte in un alone di mistero, si sono rivelate delle semplici quest da riporto, un po’ come un libro che promette grandi rivelazioni ma si perde in divagazioni inutili. Tuttavia, la libertà di scelta è stata un elemento che ho apprezzato parecchio, dato che incentiva approcci differenti. Ogni decisione, ogni parola, aveva un peso, influenzando il corso degli eventi e le relazioni con i personaggi, nonché spingendomi a ponderare a lungo le mie azioni, nel tentativo di capire quale fosse il sentiero migliore da seguire in un mondo così complesso e ambiguo.

Shattered Space prometteva di immergerci nelle profondità misteriose della Casata Va’ruun, ma l’esperienza è stata un po’ come un viaggio su una montagna russa con troppe salite e poche discese. L’espansione offre alcuni momenti di pura genialità, con dialoghi e descrizioni acuti al punto giusto, che tuttavia riescono soltanto a sminuire ulteriormente quello che dovrebbe essere il cuore pulsante dell’avventura. La narrazione, soprattutto nella parte centrale, manca di quella coesione e di quell’impatto emotivo che mi sarei aspettato. È come se gli autori avessero avuto delle idee brillanti, ma non fossero riusciti a tesserle insieme in modo convincente. L’introduzione di nuovi nemici, come i Fantasmi e gli Orrori Vorticanti, è un’ottima idea, ma non viene sfruttata appieno. Le ambientazioni, pur suggestive, mancano di quella profondità che ci avrebbe fatto immergere completamente nel mondo dei Va’ruun. E poi c’è il Rev-8, il mezzo di trasporto terrestre che dovrebbe velocizzare i nostri spostamenti ma si rivela più un ostacolo che un alleato, impantanandosi in ogni ostacolo troppo sporgente. La scelta di privilegiare le prestazioni su Xbox Series X è comprensibile, ma i cali di frame rate durante le esplorazioni sono inaccettabili. Un’espansione che arriva a un anno di distanza dal lancio del gioco si sarebbe meritata un’ottimizzazione decisamente migliore, anche (forse soprattutto) su console.

Piattaforme: PC, Xbox Series X|S

Sviluppatore: Bethesda Game Studios

Publisher: Bethesda Softworks

Per chi ha sborsato di più per l’edizione Premium di Starfield, Shattered Space rappresenta un pacco regalo un po’ deludente, perciò non parliamo di quanti dovrebbero anche pagarlo a parte. L’entusiasmo iniziale, scatenato dalle promesse di un nuovo pianeta e di una trama avvincente, si è scontrato con una realtà meno esaltante di quanto sperato. Certo, i nuovi contenuti hanno i loro momenti di gloria. Va’ruun’kai, il pianeta introdotto con il DLC, è un gioiello visivo, curato nei minimi dettagli. Le missioni, pur non rivoluzionarie, offrono qualche ora di divertimento e alcune scelte interessanti. Ma è proprio qui che si nasconde il problema: l’espansione sembra più un contentino che una vera e propria estensione del gioco capace di giustificare un intero anno di attesa. Shattered Space è un po’ come un libro che promette un viaggio epico ma si conclude con un capitolo avulso dalla trama principale: le novità introdotte, per quanto interessanti, non riescono a dare quel senso di completezza che avrei tanto voluto trovare.

Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.