Non sono un grandissimo filosofo, ma mi sono posto un interrogativo a cui non riesco a rispondere sulla dottrina di Parmenide, e vorrei discuterne sul forum.
Se ho ben capito, Parmenide afferma che "L'essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere". Da queste due constatazioni deduce, nel rispetto della regola della non contraddizone, una serie di attributi dell'essere, e liquida i sensi come un'inganno e un'illusione, poichè attribuiscono alla realtà aspetti diversi da quelli dedotti logicamente.
Io ho fatto questo ragionamento: se, come dice Parmenide, i sensi mentono, allora, dicendo che l'oggetto dell'illusione dei sensi non esiste, dice che però l'illusione che i sensi costituiscono esiste.
Mi spiego meglio: durante un'allucinazione si vedono oggetti che non sono, ma l'allucinazione in se stessa E'.
Quindi Parmenide, negando la veridicità dei sensi, ammette l'esistenza di qualcosa che ha per oggetto il non essere???
